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dittori, i quali, con pesi diversi, si ritiene possano concorrere alla stima
di )(Xf . In questo caso l’approccio più utilizzato consiste nello sviluppare
modelli basati sui dati senza aver la pretesa di trovare una struttura fissa e
parametrizzata per il modellamento. Queste tecniche sono dette non parame-
triche o data-driven methods.
L’applicazione dei modelli non parametrici richiede l’uso intenso del
computer a causa dell’enorme quantità di calcoli che devono essere effettua-
ti; l’attenzione perciò deve essere posta nella ricerca di algoritmi molto effi-
cienti, che apprendano dai dati e che riescano a sviluppare modelli multidi-
mensionali con un certo grado di potere previsionale e con un tempo compu-
tazionale ragionevole.
Si può altresì combinare tecniche di modellamento parametrico con
quelle non parametriche. Una possibile strategia è di ricorrere a metodi non
parametrici per esplorare i principi che sembrano guidare i dati, e in un se-
condo momento, studiare i risultati ottenuti per specificare un modello para-
metrico. Tuttavia, più la dimensionalità del modello e la non linearità dei dati
crescono, sempre più remota diventa la speranza di trovare un modello pa-
rametrico: è per questo motivo che nel campo finanziario i metodi non para-
metrici hanno riscontrato un notevole interesse.
All’interno della grande classe dei metodi non parametrici si distinguono
due importanti metodologie: le reti neurali e le regressioni non parametriche.
Kernel Regression: Applicazione alla Previsione del Fib30
7
1.2 MODELLARE I MERCATI FINANZIARI
Nella maggior parte dei mercati finanziari le contrattazioni avvengono in
continuo, concentrate in un periodo compreso tra l’apertura della giornata
borsistica e la chiusura della stessa. Per sintetizzare le quotazioni, espresse in
punti, in percentuale oppure in prezzi, in un dato intervallo di tempo, si ricor-
re a quattro valori: il valore di apertura (Open), il valore di chiusura (Close),
il valore minimo (Low), il valore massimo (High) ed inoltre si indica il nu-
mero di contratti scambiati (Volume) e spesso anche il numero di contratti
aperti (Open-Interest). Perciò le quotazioni storiche saranno espresse da per-
lomeno cinque serie storiche anche se a volte viene presa in considerazione
solo quella dei valori di chiusura.
Una serie storica è una successione ordinata di numeri reali che misura
un certo fenomeno seguendo un preciso ordine temporale. Lo studio di tale
successione trova la propria ragion d’essere nel fatto che i valori passati di
una serie possono influenzare i valori futuri, i quali possono dipendere dalla
presenza di alcune forze deterministiche sottostanti che possono influenzare
sia la media (il trend), sia la varianza (la volatilità). Queste componenti e le
relazioni non lineari che intercorrono tra i dati dovranno essere appresi e ri-
conosciuti dal processo di modellamento. Quanto meglio il metodo riesce ad
apprendere e quanto più i dati dipendono dalle forze sottostanti, tanto miglio-
ri saranno le previsioni sulle quali fondare un sistema automatizzato o
trading system.
I trading system sono sistemi progettati ad hoc per dare al trader delle
direttive sulle operazioni da effettuare. Generalmente queste direttive sono
date da tre tipi di segnali: compra (buy), vendi (sell) e tieni (hold).
D i n o M o n i c o
8
Ogni trading system dovrebbe essere progettato in modo diverso in base
ai seguenti fattori:
− il tipo di mercato cui appartiene la serie storica oggetto di modella-
mento (azionario, a reddito fisso, dei derivati);
− la frequenza di trading che si intende perseguire (intraday, daily, we-
ekly);
− la frequenza di campionamento, ovvero l’unità di grandezza della va-
riabile tempo utilizzata: Tick, 1’, 5’, 60’, un giorno, ecc…
Per modellare i mercati finanziari si devono tener presente le seguenti
osservazioni:
− non si conosce a priori quali siano le variabili indipendenti necessarie
per realizzare un buon modello;
− non si sa a priori quante variabili indipendenti proporre per essere si-
curi di trovare un modello con un certa capacità previsionale;
− non è scontato che si riesca ad ottenere un buon modello con i dati a
disposizione;
− per ogni combinazione delle variabili indipendenti esiste un range di
possibili valori della variabile dipendente: non è detto che per uguali
valori delle variabili indipendenti in due punti, il valore della variabi-
le dipendente sia lo stesso;
− è impossibile ottenere un modello privo della componente d’errore,
l’obiettivo è costruire un modello in cui il segnale è forte abbastanza
da permettere di fare delle buone previsioni.
I mercati finanziari sono di solito caratterizzati da una bassa frazione di
segnale rispetto a quella di rumore (low signal to noise ratio), in altre parole,
un forte cambiamento di prezzo da un periodo al successivo sembra essere
casuale (random shock), per di più la bassa componente di segnale tipica-
Kernel Regression: Applicazione alla Previsione del Fib30
9
mente varia in modo fortemente non lineare. Ciononostante l’andamento dei
prezzi non apparirà del tutto casuale se verranno considerate le variabili in-
dipendenti o candidate predictors: se vengono ricavate delle informazioni, se
pur povere, da ciascuna serie storica proposta come predictor, l’assemblag-
gio di tutte le informazioni ottenute può portare a spiegare gran parte del
cambiamento dei prezzi.
L’analista deve porre, dunque, molta attenzione nella scelta dei candida-
te predictors che dovranno essere in ritardo (backward looking) rispetto alla
serie da prevedere, in altre parole, i valori dei predictors devono essere co-
nosciuti nel momento in cui si vogliono fare le previsioni, in modo tale che
possano dare informazioni sul futuro (vedi Appendice e-mail).
Dopo aver presentato il set dei potenziali predittori, questi devono essere
valutati, prima singolarmente e poi congiuntamente per trovare i best predic-
tors al fine di ridurre la dimensione e la complessità dei modelli da conside-
rare nella valutazione finale.
È qui che tecniche regressive non parametriche, come la kernel regres-
sion, danno i migliori risultati in termini di efficacia ed efficienza a confron-
to con altre metodologie quantitative quali le reti neurali, che nonostante tut-
to rimangono forse più idonee nelle previsioni, una volta ridotto il numero di
potenziali predittori con la kernel regression o con “motori di ricerca” appar-
tenenti ad altre metodologie.
Il problema, infatti, dell’utilizzo delle reti neurali per modellare i mercati
finanziari è dato dall’enorme quantità di tempo computazionale necessario
per generare il modello, perciò per avere qualche speranza di successo è in-
dispensabile pre-processare i dati per cercare di ridurre il numero di candida-
te predictors ad una quantità compatibile con la potenza del computer di cui
si dispone e il tempo a disposizione.
D i n o M o n i c o
10
Riepilogando, il processo di modellamento dei mercati finanziari può es-
sere schematizzato come segue:
1. specificare una lista di candidate predictors (matrice X) e riunire i
dati appropriati per rilevare ogni vettore di X nel periodo preposto per
il modellamento (cap. 1.4);
2. per lo stesso periodo aggiungere i valori passati della variabile di-
pendente Y, la serie storica che dovrà essere modellata;
3. determinare la dimensionalità massima (dmax) del modello (cap.
2.5);
4. specificare un criterio per valutare ogni spazio del modello ossia ogni
candidate predictors e loro combinazioni (cap. 2.6);
5. specificare una strategia per esplorare gli spazi (cap. 2.5, 3.2, 3.3);
6. valutare ogni spazio con il criterio stabilito (punto 4) per determinare
i migliori modelli;
7. se ci sono dati sufficienti, testare i migliori modelli trovati impiegan-
do dei dati che non sono stati inseriti nel processo di modellamento,
gli out-of-sample points o evaluation set (cap. 2.1).
Kernel Regression: Applicazione alla Previsione del Fib30
11
1.3 LE SCUOLE DI PENSIERO SULLO STUDIO DEI MERCATI
Lo studio dei mercati finanziari ha portato alla crescita e allo sviluppo di
tre diverse scuole di pensiero: l’analisi fondamentale, la teoria random walk,
l’analisi tecnica.
L’analisi fondamentale
L’analisi fondamentale è basata su statistiche economiche e finanziarie,
mira a determinare il valore intrinseco di società quotate al fine di individua-
re quelle che appaiono sottovalutate rispetto ai prezzi espressi dal mercato.
Con questo tipo di analisi si cerca, dunque, di determinare lo scostamen-
to tra il prezzo attuale di mercato e il prezzo stimato attualizzando i flussi di
reddito futuri che la società quotata potrà generare ipotizzando un ambiente
operativo perfetto.
Questa metodologia presenta però delle difficoltà operative:
− l’irrazionalità del comportamento dei partecipanti al mercato;
− il problema della stima dei futuri flussi di reddito relativi al titolo a-
nalizzato;
− il tempo di aggiornamento, di solito trimestrale, che rende impossibi-
le un operatività frequente come per esempio quella intraday.
La teoria random walk
La teoria random walk si fonda sull’ipotesi di efficienza dei mercati fi-
nanziari: secondo tale teoria i prezzi di un qualsiasi bene quotato fluttuano ir-
regolarmente e casualmente attorno al proprio valore intrinseco, spinti dalle
informazioni che continuamente arrivano sul mercato. Poiché tali informa-
zioni arrivano in maniera imprevedibile, non è possibile prevedere il futuro
D i n o M o n i c o
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andamento dei prezzi, di conseguenza, la miglior strategia di mercato è del
tipo buy and hold.
I limiti di questa teoria consistono nel porre come premessa teorica il fat-
to che tutti gli operatori abbiano pari accesso alle informazioni e che queste
ultime siano effettivamente conosciute e analogamente valutate da tutti i par-
tecipanti al mercato.
L’analisi tecnica
L’analisi tecnica è lo studio del comportamento del mercato condotto at-
traverso l’esame, non solo dal punto di vista grafico ma anche con l’utilizzo
di opportuni indicatori, delle serie storiche dei prezzi e dei volumi di scam-
bio.
Si basa sostanzialmente su tre premesse basilari:
− il mercato sconta tutto: nei prezzi sono già incorporati tutti quei fatto-
ri di tipo fondamentale, politico, psicologico che ne hanno determi-
nato l’andamento, con la conseguenza che ogni informazione dispo-
nibile è già riflessa nel prezzo;
− i prezzi si muovono per tendenze: trend rialzisti, ribassisti e laterali;
− la storia si ripete: il movimento dei prezzi e dei volumi, essendo il ri-
sultato di una somma di azioni umane, riflette, attraverso andamenti
ricorrenti e relativamente uniformi, la psicologia e il comportamento
dell’uomo. Per comprendere il futuro è quindi essenziale studiare il
passato, poiché il futuro potrebbe esserne una ripetizione o presentare
forti analogie con la storia.
La presa di posizione dell’analista su una di queste tre teorie ne influenza
certamente il modo di operare sui mercati finanziari e il criterio di seleziona-
re i potenziali predittori da inserire nel processo di modellamento al fine di
Kernel Regression: Applicazione alla Previsione del Fib30
13
creare un trading system. In particolare, un investitore che adotta la teoria del
random walk non avrà mai l’interesse di costruire modelli quantitativi e di
cercare dei predittori e preferirà agire come un “cassettista”. Di conseguenza
l’insieme dei candidate predictors sarà composto da indicatori statistici e ma-
tematici formulati dall’analisi fondamentale e l’analisi tecnica.
D i n o M o n i c o
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1.4 I CANDIDATE PREDICTORS
Una delle prime cose da fare per modellare i mercati finanziari è quella
di proporre un set di candidate predictors.
Se si sapesse cosa guida il mercato i candidate predictors non sarebbero
necessari, in realtà però, non si conoscono, né le forze deterministiche sotto-
stanti, né il modo in cui tali forze guidino il mercato.
Alcuni candidate predictors facili da calcolare sono le differenze, che in
analisi tecnica vengono chiamate momentum. Questi indicatori servono per
calcolare le variazioni del prezzo corrente rispetto al prezzo di periodi prece-
denti e consente di stimare la velocità con la quale i prezzi stanno aumentan-
do o diminuendo.
Un altro tipo di candidate predictor sono le medie mobili (MM) che pos-
sono essere di vario tipo, le più diffuse sono le medie mobili semplici (MM
s
),
ponderate (MM
p
) ed esponenziali (MM
e
).
Le medie mobili utilizzate singolarmente non sono dei buoni predittori a
causa del ritardo con cui danno i segnali: più il periodo delle medie mobili
(k) cresce, più il ritardo nella previsione del cambiamento di direzione dei
prezzi si fa maggiore; utilizzate, invece, congiuntamente con altre serie pos-
sono essere efficaci.
Se i candidate predictors non sono stazionari in media, allora vi è una
grande probabilità che i valori osservati non siano sullo stesso range dei va-
lori passati e il loro utilizzo per la previsione si rivelerebbe inappropriato, si
deve ricorre, perciò, a delle opportune trasformazioni. Ad esempio, la media
mobile di una serie non stazionaria in media è anch’essa una serie non sta-
zionaria, ma la frazione della serie con la sua media mobile da origine ad una
Kernel Regression: Applicazione alla Previsione del Fib30
15
serie stazionaria con media pari a uno. In analisi tecnica questo oscillatore
viene chiamato pista ciclica.
Non è un caso che molte trasformazioni di candidate predictors elemen-
tari costruiti con differenze e medie mobili diano vita ai principali indicatori
dell’analisi tecnica.
Esempi di indicatori basati sulle differenze sono:
− il Momentum, accennato precedentemente, ed espresso in formula
come segue:
kttk
PPM
−
−= oppure )/(*100
kttk
PPM
−
= ;
− il ROC (price Rate Of Change): rileva lo scostamento percentuale tra
il prezzo corrente e il prezzo di una certa epoca precedente, consen-
tendo di evidenziare la forza intrinseca dei movimenti di mercato. La
formula per il calcolo del ROC è la seguente:
−
=
−
−
kt
ktt
P
PP
ROC *100 .
Alcuni esempi di indicatori basati invece sulle medie mobili sono:
− la Pista Ciclica: consente di esprimere la crescita o la diminuzione
del prezzo depurato dalla propria tendenza e si calcola come segue:
)(
tkt
PMMPPC = .
− le Bande di Bollinger. Sono due linee poste al di sopra e al di sotto di
una media mobile dei prezzi secondo il valore della deviazione stan-
dard della media mobile stessa:
k
MMtk
PMMBB δ±=
+
−
)( ,
D i n o M o n i c o
16
poiché la deviazione standard misura la variabilità media delle quo-
tazioni, l’ampiezza della banda tenderà ad aumentare durante le fasi
di mercato molto volatili e a contrarsi in caso di variazioni contenute
dei prezzi;
− il MACD (Moving Average Convergence-Divergence): il rapporto tra
due medie mobili esponenziali aventi differente ampiezza temporale:
E
h
E
k
MM
MM
MACD = ;
− il Relative Strength Index (RSI):
+
−=
−+
)()(1
100
100)(
CMMCMM
kRSI
kk
,
dove )(
+
CMM
k
e )(
−
CMM
k
sono le medie mobili con ritardo pa-
ri a k delle serie storiche rispettivamente delle chiusure al rialzo (C
+
)
e delle chiusure al ribasso (C
–
). L’ RSI misura l’intensità direzionale
dei movimenti di mercato consentendo di individuare situazioni di
mercato ipercomprato (caratterizzate cioè da un eccesso di domanda)
e situazioni di mercato ipervenduto (caratterizzate cioè da un eccesso
di offerta).
Vi sono, inoltre, altri indicatori basati sia su differenze sia su medie
mobili:
− il Price Oscillator: rileva le differenze tra due medie mobili di diver-
so dominio (k, h), cioè:
hk
MMMMPO −= , con k < h;
Kernel Regression: Applicazione alla Previsione del Fib30
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− il Qstick: si tratta di una media mobile semplice della differenza tra
prezzo di chiusura e quello di apertura:
)( OCMMQ
s
k
−= ;
− l’Oscillatore Stocastico, composto da due linee, la signal line (%K) e
la trigger line (%D), calcolate sulla base di diversi intervalli tempora-
li: consente di misurare la posizione relativa del prezzo di chiusura
(C). La sua costruzione è basata sull’assunzione che, in una fase di
mercato al rialzo, il valore delle chiusure giornaliere tende a collocar-
si in prossimità dei prezzi massimi (H), mentre in una fase di mercato
orientata al ribasso i prezzi di chiusura tendono ad avvicinarsi ai li-
velli minimi (L).
Le formule delle due linee sono:
−
−
=
55
5
*100%
LH
LC
K
e
)(%%
3
KMMD = ,
dove:
C = ultimo prezzo di chiusura,
L
5
= prezzo minimo degli ultimi cinque giorni,
H
5
= prezzo massimo degli ultimi cinque giorni.
D i n o M o n i c o
18
1.5 IL MERCATO FINANZIARIO D’INTERESSE: IL FIB30
Come si è detto, un trading system deve essere costruito su misura in ba-
se al mercato nel quale si intende operare. Per elaborare un buon trading
system ed effettuare degli scambi profittevoli è necessario, perciò, conoscere
le principali caratteristiche e le regole del mercato d’interesse che in questo
caso è il Fib30.
Il Fib30 è un contratto di borsa negoziato sull’IDEM il cui oggetto sono
futures aventi come sottostante l’indice Mib30 elaborato dalla Borsa valori
di Milano.
I futures sono particolari contratti standard posti in essere quando le parti
concordano subito la quantità ed il prezzo, ma stabiliscono di differirne
l’esecuzione ad una data futura. Un’operazione di questo tipo viene definita
“a termine”.
I futures sono scambiati sui mercati regolamentati ed i loro prezzi sono
buoni indicatori delle prospettive sui mercati per consegna immediata. In
particolare sono contratti di tipo standardizzato, le cui caratteristiche sono
definite dalle autorità di mercato nel senso che gli investitori non possono
determinare autonomamente le caratteristiche del contratto, ma devono sele-
zionare fra i contratti scambiati sul mercato quello più idoneo a soddisfare le
loro esigenze.
I contratti futures tutelano le parti dal rischio di insolvenza in quanto
passano attraverso la negoziazione della Cassa di compensazione e garanzia
che si pone come controparte sia del venditore sia del compratore, garanten-
do il buon fine delle operazioni tramite la riscossione del margine di garan-
zia, versamento da parte dell’intermediario al fondo costituito presso la Cas-
Kernel Regression: Applicazione alla Previsione del Fib30
19
sa di compensazione e garanzia, che viene utilizzato in caso di inadempienza
di un intermediario.
Il prezzo pattuito al momento della stipulazione del contratto rimane in-
variato per tutta la durata del rapporto; non si tiene conto, quindi, delle varia-
zioni intervenute nel prezzo del bene dal momento dell’assunzione
dell’impegno a quello della sua effettiva esecuzione, variazione che può es-
sere al ribasso o al rialzo. Chiaramente otterrà un risultato positivo solo chi
avrà previsto correttamente l’andamento dei prezzi.
Mentre in un contratto futures ordinario le parti si impegnano a scam-
biarsi, alla scadenza dei termini concordati, un certo quantitativo di titoli
contro un prezzo prestabilito, nel caso di futures su indici il controvalore dei
titoli viene determinato sulla base dell’indice di riferimento come prodotto
tra il valore assegnato convenzionalmente a ciascun punto dell’indice e la
differenza tra il valore dell’indice al momento della stipula del contratto e il
valore che esso raggiungerà il giorno della scadenza. Nel Fib30 l’indice di ri-
ferimento, sulle cui variazioni l’operatore di borsa intende speculare, è
l’indice Mib30 che esprime l’andamento dei trenta titoli più importanti quo-
tati alla Borsa di Milano (blue chips) selezionati in base al grado di liquidità
ed al livello di capitalizzazione.
Nel caso del Fib30 il valore assegnato a ciascun punto dell’indice è pari
a 5 euro, il prezzo del contratto sarà perciò dato dal prodotto tra il punteggio
dell’indice e 5 euro. L’operatore finanziario è tenuto, però, a versare solo il
7,5% dell’importo così determinato (c.d. margine iniziale, cioè la percentua-
le minima del margine di garanzia), permettendogli, in tal modo, con un im-
porto abbastanza contenuto, di operare su un capitale decisamente più consi-
stente.