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comunicativo, che gli ha permesso di giungere a capo del governo. La vincita del
leader socialista alle elezioni del 2008, invece, è stata una conferma del consenso che
egli ha ottenuto nei suoi quattro anni di legislatura, e non è quindi dovuta al ruolo
fondamentale giocato dalla comunicazione, o è dovuto solo parzialmente ad esso. Per
non addentrarmi in questioni prettamente politiche, ho preferito non affrontare la
tematica dei quattro anni di legislatura dello PSOE in quanto mi sono concentrata
solo sul percorso che è riuscito a condurlo fino alle elezioni.
L’elaborato si sviluppa in tre capitoli. Il primo, prettamente storico, affronta il
percorso politico che ha intrapreso la Spagna dalla morte di Franco ai giorni d’oggi,
per permettere al lettore avere un contesto in cui inserire il tema centrale della tesi.
Il secondo capitolo si concentra sulla figura di Zapatero, affronta il suo percorso
politico, la nomina a segretario dello PSOE negli anni in cui il partito è
all’opposizione (2000-2004) e il suo nuovo modo di fare politica, attraverso
l’oposici n œtil , incentrato sul dialogo, sulla pacatezza e sul fine ultimo di agire
sempre nell’interesse dei propri cittadini. Il secondo capitolo procede in linea
temporale, arrivando sino alle elezioni generali del 2004. Viene presentato il
programma elettorale del partito per trasmettere non solo le ideologie, ma anche il
pensiero del leader riguardo le tematiche salienti del suo Paese e i progetti di
miglioramento che intende apportare, qualora divenisse capo del governo.
Il terzo capitolo, infine, introduce la campagna elettorale dello PSOE a sostegno di
Zapatero nelle elezioni del 14 marzo 2004, facendone una panoramica generale
prima, e concentrandosi poi nell’analisi della cartellonistica e dei video pubblicati dal
partito socialista. L’analisi dei vari prodotti elettorali pubblicati da Zapatero è
personale e viene affrontata sia da un punto di vista tecnico che da quello
comunicativo. Ho cercato di carpire i significati impliciti in ogni prodotto e le
allusioni che vi sono celate al loro interno per fornire al lettore un punto di vista
maggiormente critico attraverso il quale approcciarsi a qualsiasi tipo di articolo
elettorale. In questo senso, il terzo capitolo è introdotto da una breve premessa sulla
comunicazione politica che ha lo scopo di fornire un rudimentale strumento per
l’approccio e la comprensione dell’argomento trattato.
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Avendo vissuto in Spagna ed essendo stata estremamente coinvolta nella società
spagnola, mi rendo conto di aver trattato alcuni argomenti in maniera non
propriamente oggettiva. Individuo la motivazione di tale comportamento nel mio
punto di vista “interno”, ossia all’aver creato un forte legame con la realtà spagnola,
che non mi ha permesso di avere un approccio adeguatamente critico rispetto al
soggetto dell’elaborato e che, invece, mi ha portato ad affrontare tale tematica con
grande entusiasmo.
L’elaborato si presenta dunque come la presentazione di un nuovo soggetto politico
che si inserisce, in maniera innovativa, sulla scena Europea. Nel percorso qui
sviluppato si delineano, attraverso un’analisi personale, i tratti ritenuti da me più
salienti a livello di personalità, politica e comunicazione, che possano fornire un
primo approccio per la conoscenza di questo nuovo leader europeo.
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1. Contesto Storico: La Spagna da Franco a Zapatero
Per comprendere appieno la rivoluzione rappresentata da José Luis Rodríguez
Zapatero1 come primo ministro della Spagna è necessario capire la storia di questo
paese negli ultimi trent’anni. Il delicato passaggio dalla dittatura alla democrazia,
avvenuto in modo indolore e caratterizzato dalla collaborazione tra le élite politiche e
sociali, è stato un processo graduale e soprattutto consensuale tra i diversi
orientamenti politici. I governi che si instaurarono al seguito delle prime elezioni
democratiche del 1977 si concentrarono sulla creazione di un organismo istituzionale
che garantisse la democraticità del sistema. Come prime misure in questo senso,
infatti, vennero legalizzati i partiti delle varie fazioni, venne approvata la
Costituzione nel 1978 e vennero garantite le libertà di espressione e di aggregazione.
Superata una prima difficoltà della definizione del sistema, i governi successivi a
quello di Adolfo Suárez2, dovettero confrontarsi con delle problematiche che
affliggevano la società, e che saranno, negli anni a seguire, una costante della vita
spagnola.
Il primo tra tutti era quello delle richieste di autonomia da parte delle regioni
spagnole. Ogni governo proverà a risolvere, almeno parzialmente, questa
incongruenza tra la visione centralista dello stato e quella più autonoma delle regioni,
ma qualsiasi soluzione, fino al giorno d’oggi, sarà insufficiente a colmare le esigenze
dei soggetti in questione.
1
José Luis Rodríguez Zapatero è nato nel 1960 a Valladolid. Ha studiato a León dove ha vissuto fino
al suo trasferimento a Madrid. Si è iscritto al PSOE, partito socialista spagnolo, nel 1979 dove ha
intrapreso una brillante carriera politica diventando nel 2000 il dirigente del partito. Nel 2004 divenne
capo del Governo della Spagna.
2
Adolfo Suárez nacque ad Ávila nel 1932; mosse i primi passi in politica nel 1955 come segretario
personale di Fernando Herrera Tejedor. Negli anni successivi svolse diversi incarichi all’interno del
Movimento fino ad arrivare, nel 1969, a essere nominato direttore generale della TVE (televisione
spagnola), incarico che lasciò´nel 1973 per diventare vicesegretario del Movimento.
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Il secondo punto nevralgico era, e purtroppo è tutt’oggi, il terrorismo della ETA3,
l’organizzazione basca che chiede l’indipendenza per la propria regione, che il
governo negherà, nonostante l’elevato prezzo di vite che costerà alla popolazione
spagnola.
Costante per ogni paese, ma settore fondamentale per l’”evoluzione” spagnola, era
poi l’andamento del settore economico, che con le sue fasi cicliche ha favorito
periodi di grande crescita e sviluppo alternati ad altri di ristrettezze e conflittualità
sociale.
L’analisi di questi tre fattori all’interno dei diversi governi permette di comprendere
lo sviluppo della Spagna fino ai giorni nostri. Soffermandosi poi sui governi del PP4
di Josè María Aznar5 si evince chiaramente la “situazione” della Spagna all’arrivo di
Zapatero. Le motivazioni ed i bisogni che hanno portato al ritorno del PSOE a capo
del Governo e la possibilità per il suo presidente di intervenire profondamente sul
sociale, giacché, dal punto di vista economico, la politica avviata da Aznar è risultata
vincente.
3
ETA (Euskadi Ta Askatasuna, ossia Paese Basco e libertà) organizzazione terrorista nata nel 1959
secondo la quale il Paese Basco è stato occupato dallo stato spagnolo e deve essere liberato attraverso
la lotta armata.
4 PP: Partido Popular. Partito politico nato dalla fusione, nel 1989, di Alianza Popular con il Partido
Demócrata Popular ed il Partido Liberal. Nel suo statuto, il PP si definisce come un partito “centro
riformista”.
5
José María Aznar, nato a Madrid nel 1953, proviene da una famiglia franchista. Il nonno, Manuel
Aznar Zubigaray era stato ambasciatore spagnolo all’ONU (1964-1967) in Marocco, Argentina e
Repubblica Dominicana. Il padre, Manuel Aznar Acedo, falangista, era stato direttore della Radio
nazionale (1962-1965) e nel 1967 primo direttore della Escuela oficial de radiodifusi n y televisi n ,
dipendente dal ministro dell’Informazione e del Turismo, Manuel Fraga. Da giovane Aznar militò nel
Frente de estudiantes sindicalistas (FES), organizzazione legata al movimento. Nel 1976, l’anno
successivo alla sua laurea, diventò funzionario del ministero delle Finanze. Tra il 1978 e il 1979
scrisse una serie di articoli sulla stampa locale contrari ad alcuni aspetti della Costituzione. Nel 1979
entrò nella AP di Fraga, diventando segretario del partito nella Comunità de La Rioja e, nel 1982,
deputato per la provincia di Ávila. Nel 1987 fu poi eletto presidente della Comunità autonoma di
Castiglia e León.
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1.1. La crescita economica degli anni ‘60
La transizione spagnola dal Regime franchista alla democrazia avviatasi in seguito
alla morte del dittatore, nel 1975, affonda le sue radici nei cambiamenti
socioeconomici degli anni sessanta.
La svolta nella politica economica del regime viene individuata con il Plan de nueva
ordenaci n econ mica del luglio del 1959, più conosciuto come Plan de
estabilizaci n, che introdusse le prime modeste misure di liberalizzazione del
mercato. Questo, unito alla generale fase espansiva, permise all’economia spagnola
una crescita considerevole fino al 1973, quando si arrestò solo a causa della crisi
petrolifera. I fenomeni più rappresentativi in questo ambito furono l’incredibile
sviluppo dell’industria, che portò all’incremento dei salari, l’aumento del reddito pro
capite e, di conseguenza, la crescita dei consumi.
Come nel resto dell’Europa, anche la società fu soggetta a profondi mutamenti; le
regioni più povere, come l’Estremadura, la Galizia e le due Castiglie si spopolarono e
flussi di persone migrarono in cerca di lavoro nei centri industrializzati di Madrid, il
Paese Basco e la Catalogna, abbandonando il duro lavoro agricolo. Le migrazioni si
manifestarono in tutto il paese dalle campagne, dove la popolazione agricola diminuì
quasi del 15%, alle città, che conobbero un processo di crescita disomogeneo e
disordinato. Diversi cambiamenti interessarono poi le istituzioni, dove la riforma
della burocrazia produsse una spaccatura tra Stato e regime in quanto i funzionari
dello Stato acquistarono relativa autonomia, che si rivelerà fondamentale al momento
della transizione.
1.2. La Spagna della transizione
Nel 1973 il Caudillo Francisco Franco nominò a capo del governo Carrero Blanco6
che non ebbe il tempo di organizzare l’esecutivo; venne infatti assassinato il 20
6
Luis Carrero Blanco nato in Cantabria nel 1904 fu un militare e politico che occupò diversi carichi
durante la dittatura di Franco.