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“A volte i sogni dei bambini
diventano le vocazioni
degli adulti.”
1
Joel Schumacher
1
Prefazione a BOB KANE, Batman and me, Eclipse Books, 1990.
3
INTRODUZIONE:
JOEL SCHUMACHER, UN REGISTA OLTRE
LA LINEA DELL’ORDINARIO.
Nell’inverno del 1994, mentre frequentavo il Liceo Scientifico, un
mio compagno mi prestò un film che aveva registrato in televisione.
Mi disse che si trattava di un thriller con Julia Roberts e che era
uno dei film più belli che avesse mai visto. Arrivato a casa, mi chiu-
si in camera, accesi il televisore e spensi la luce. Messomi le cuffie
per gustarmi al meglio il film, feci partire la videocassetta. Fin dalle
prime immagini che mi comparvero davanti agli occhi (una serie di
statue gotiche illuminate dalla luce del sole che sorgeva e tramon-
tava rapidamente alle loro spalle) capii che la storia che stava per
cominciare sarebbe stata davvero speciale. L’atmosfera opprimen-
te e cupa del film, con quel meraviglioso uso dei colori e della mu-
sica, il montaggio serrato ed avvincente e, soprattutto un virtuosi-
smo della macchina da presa mai visto prima, mi affascinarono in-
tensamente fin dall’inizio. Stavo guardando un film, qualcosa che
per sua natura è finto ma, nello stesso tempo, ne rimanevo com-
pletamente invischiato, non riuscivo ad uscirne. Ero completamen-
te catturato, magnetizzato ed ipnotizzato dal fascino di quel thriller.
La storia era qualcosa di totalmente originale e diverso. Parlava di
un gruppo di studenti di medicina che tentavano un esperimento ai
limiti dell’incredibile: cercare di scoprire cosa si cela oltre la morte
per poi tornare in vita e raccontarlo. Il cast era spettacolare:
c’erano Julia Roberts, Kevin Bacon, Kiefer Sutherland, Oliver Platt
e William Baldwin (tutti attori che, sebbene ignoti alla maggior parte
del pubblico di allora, erano da me conosciuti molto bene)
2
. La se-
rie di emozioni e stati d’animo che cominciai a provare guardando
quel film coincidevano esattamente con quelle provate in quel mo-
mento dai protagonisti della storia: paura, esaltazione, senso di
smarrimento, gioia ed estasi. Pochi film prima d’allora mi avevano
coinvolto così tanto ma quello che stavo vedendo in quel momento
era davvero unico. Quando il film finì, il suo finale edificante (a forte
contrasto del senso di angoscia, panico e terrore che aveva comu-
nicato fino a quel momento) mi diede una carica di vitalità e di e-
mozione che non avevo mai provato prima. Capii ben presto che
quello che avevo appena visto non era solamente un thriller, ma un
2
Per una completa filmografia degli attori riferirsi al sito internet www.imdb.com
4
vero e proprio capolavoro. Il film era Linea mortale
3
. Il regista, che
non avevo mai sentito prima, si chiamava Joel Schumacher
4
.
Andai subito in videoteca per scoprire quali altri film avesse fatto.
Qualche sera dopo, per pura coincidenza, in televisione venne
proposto Ragazzi perduti
5
, un altro horror da lui diretto. Dopo aver-
lo visto, capii che quel regista aveva un talento unico. C’era qual-
cosa di elegante, sontuoso e raffinato nel suo modo di dirigere che
mi affascinava e coinvolgeva completamente. Al suo terzo film che
vidi ricevetti il colpo di grazia. Era il 1995 e si trattava di Batman
Forever
6
, il terzo capitolo della serie di Batman, cominciata da Tim
Burton nel 1989
7
. Avevo amato i primi due film della serie ma que-
sto era un’altra cosa. La stessa sontuosità e magnificenza nello sti-
le che avevo già notato in Linea mortale e Ragazzi perduti veniva
qui riproposta ed esaltata all’ennesima potenza. Tutte quelle sce-
nografie gigantesche ed imponenti, quella cura nei dettagli fotogra-
fici
8
e quei virtuosismi ritmatissimi mi fecero capire che finalmente
avevo trovato il mio regista preferito.
Filmografia alla mano, un po’ alla volta cominciai a comprare i suoi
film. Molti erano difficilissimi da trovare perché fuori produzione da
un pezzo ma, un po’ alla volta, riuscii lo stesso a completare la col-
lezione. Quello che mi stupiva era che ogni film, pur conservando
un suo stile personale, era diverso dall’altro: si spaziava da com-
medie romantiche a legal thrillers, da polizieschi a drammi.
Cominciata l’Università, cominciai a chiedermi se esistesse qual-
che opera su Schumacher, un libro, una monografia o qualsiasi al-
tra cosa. Feci moltissime ed interminabili ricerche su Internet ma mi
accorsi che, al di là di qualche breve intervista e pochissimi siti de-
dicati ad alcuni film di successo come Scelta d’amore o Batman
Forever, non esisteva praticamente nulla su di lui
9
. L’unica mono-
3
Linea mortale (Flatliners, USA, 1990), distribuito in Italia da Columbia Tristar Home Video,
VHS/DVD.
4
Per una completa filmografia del regista riferirsi a quella pubblicata a pagina 100 di questo volume.
5
Ragazzi perduti (The lost boys, USA, 1987), distribuito in Italia da Warner Home Video, VHS/DVD.
6
Batman forever (Batman forever, USA, 1995), distribuito in Italia da Warner Home Video,
VHS/DVD. Il film uscì in Italia nell’autunno del 1995.
7
Tim Burton realizzò i primi due capitoli della serie: Batman (Batman, USA 1989) e Batman - Il ritor-
no (Batman returns, USA 1992). Ad interpretare il doppio ruolo di Batman e del suo alter ego Bruce
Wayne, fu chiamato Michael Keaton (che aveva già lavorato con Tim Burton in Beetlejuice - Spiritello
porcello, Beetlejuice, USA 1988). Il primo film della serie ha come coprotagonisti un istrionico Jack
Nicholson (nella parte di Joker) e Kim Basinger (nella parte di Vicky Vale, la fidanzata di Bruce Wa-
yne). Batman divenne ben presto uno dei più grandi incassi della storia del cinema, raggiungendo con i
suoi 413.100.000 milioni di dollari, il 39˚ posto nella classifica mondiale del box-office attuale. In Bat-
man - Ilritorno, accanto a Michael Keaton recitano Michelle Pfeiffer (Catwoman) e Danny De Vito (Il
pinguino).
8
Le scenografie di Batman Forever furono affidate a Barbara Ling (che collaborò con Schumacher an-
che in Un giorno di ordinaria follia e Batman & Robin), mentre la fotografia fu di Stephen Goldblatt
(Batman & Robin, Piramide di paura, Arma letale).
9
Gran parte dei commenti del regista contenuti in questo libro sono tratti dall’intervista di JERRY
ROBERTS, The reluctant blockbuster guy, pubblicata su <DGA Magazine> nel 1997. Per quanto ri-
5
grafia che riuscii a trovare fu un documentario del 1999 intitolato
The Directors - The films of Joel Schumacher
10
, in cui veniva riper-
corsa la carriera del regista, attraverso una sua intervista. Comun-
que, a parte questo documentario, qualche intervista e qualche
backstage, mi accorsi che non esisteva un’opera monografica
completa su di lui (perlomeno su supporto cartaceo o multimedia-
le).
Così, ottenuto come argomento di tesi proprio la vita e la carriera di
questo regista, decisi di realizzarne una monografia, sviluppando il
mio lavoro in due modi diversi ma, nello stesso tempo, complemen-
tari. Da un lato questo libro, una biografia il più possibile completa
su Joel Schumacher, arricchita di citazioni e commenti del regista
stesso prese da fonti diverse (per lo più straniere), che ho perso-
nalmente tradotto e riunificato. Dall’altro lato, ad integrazione del li-
bro, un’enciclopedia multimediale ed interattiva su Cd-Rom
11
. Ho
pensato infatti che il modo migliore di conoscere lo stile di un regi-
sta non fosse soltanto quello di scoprirlo attraverso un testo, ma
anche di analizzarlo attraverso spezzoni dei suoi film, foto e colon-
ne sonore. La struttura del Cd-Rom allegato a questa tesi presenta
infatti per ogni film, oltre naturalmente a trame, commenti del regi-
sta, backstage, curiosità e cast & credits completi, un video rias-
suntivo della pellicola in questione (montato sulla sua colonna so-
nora originale). In pratica, per ogni film di Schumacher ho realizza-
to
12
una sorta di videoclip (sul tema musicale o sulla canzone prin-
cipale) che riassume tutta la pellicola in questione in ordine tempo-
rale, dalla prima all’ultima scena, esattamente come se fosse una
“trama visiva”.
Oltre a questo, il Cd-Rom presenta circa centocinquanta foto di
scene, dietro le quinte, bozzetti scenografici, storyboard e ritratti ar-
guarda i cast & credits dei film di Schumacher, mi sono avvalso del prezioso aiuto dell’Internet Movie
Database (www.imdb.com). Infine, per i commenti del regista sui suoi film ed i backstage, data la scar-
sa quantità di fonti esistenti, ho dovuto realizzare una sorta di collage assemblando le poche notizie (in
inglese) trovate su Internet in circa cinque anni di ricerca. Si tenga presente inoltre che la maggior parte
dei siti trovati non presentavano la dicitura della fonte da cui venivano tratte le vare notizie sui film, e
pertanto il più delle volte non mi è stato possibile risalire ai testi originari. Alla fine di questo volume è
presente comunque una sitografia dei principali siti Internet di cui mi sono avvalso per la mia ricerca.
Infine, soprattutto per le pellicole più recenti, fondamentale aiuto mi è stato dato dalla loro trasposizione
in DVD. Alcuni di questi infatti, oltre a presentare il film in varie lingue (tra cui quella originale), con-
tengono dietro le quinte, filmografie e commenti del regista. Degni di nota per la loro ricchezza sono i
DVD di 8 MM -Delitto a luci rosse (Columbia Tristar Home Video, 1999), Flawless - Senza difetti
(Cecchi Gori, 2000) e St. Elmo’s Fire (Columbia Tristar Home Video, 2000).
10
Il documentario è stato trasmesso nell’estate del 1999 sul canale Telepiù. La versione andata in onda
era stata tradotta in italiano, ma in commercio esiste solo la versione originale in inglese (The directors
- The films of Joel Schumacher, Winstar Home Video, 1999). Per un suo eventuale acquisto è consiglia-
bile il sito commerciale www.amazon.com
11
Realizzata principalmente con il programma Macromedia Director 8.5
12
Per il montaggio di tutti i video presenti nel Cd-Rom, ho utilizzato Adobe Premiere 6.
6
tistici del regista e degli attori dei suoi film
13
. Un’altra sezione del
Cd-Rom è quella delle colonne sonore dove si trova una generosa
raccolta di brani in formato Mp3 delle canzoni e dei temi orchestrali
più significativi e più belli dei vari film, corredati del testo originale
14
.
L’opera multimediale presenta naturalmente anche un riassunto
della vita del regista e la sua filmografia completa (divisa per regie,
sceneggiature, produzioni, etc…).
A supporto di quest’enciclopedia interattiva c’è questo libro che, ol-
tre ad approfondire le tematiche già presenti nell’opera multimedia-
le, è integrato anche da considerazioni e critiche personali su tutti i
film del cineasta statunitense, rendendo il volume non un semplice
estratto del Cd-Rom, ma un viaggio nel tempo attraverso l’intera
carriera del regista, dalle origini fino al suo film più recente: Tiger-
land (2000)
15
.
Insomma, quello che ho cercato di fare con questi due lavori è
un’opera il più possibile completa, approfondita, pratica, originale
ed inedita per rendere omaggio e far conoscere uno dei registi a-
mericani più versatili, creativi e geniali degli ultimi trent’anni: Joel
Schumacher.
13
Tutte le foto presenti nel Cd-Rom sono state raccolte in circa cinque anni di ricerca nei vari siti
Internet dedicati ai film del regista. Gran parte di questi siti sono stati chiusi e pertanto non mi è possibi-
le indicare in questa sede una sitografia affidabile ed aggiornata sul materiale fotografico. Si consiglia
comunque l’utilizzo del motore di ricerca Google (www.google.com).
14
Nella sezione “colonne sonore” del Cd-Rom, per motivi di spazio e reperibilità, ho inserito solo i bra-
ni e i temi originali più famosi e più significativi dei seguenti film: St. Elmo’s fire, Ragazzi perduti,
Scelta d’amore, Batman Forever e Batman & Robin.
15
Tigerland, uscito in Italia il 2 Novembre 2001, non è ancora disponibile sul mercato dell’home video.
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Capitolo 1
UN COSTUMISTA VIENE NOTATO DA UN GENIO
Joel Schumacher nasce a Brooklyn, New York, il 29 Agosto 1939.
Il padre, originario di Knoxville, muore quando Joel ha quattro anni.
“Sono cresciuto prima dell’arrivo della televisione in un quartiere
povero di New York all’ombra di un grande cinema con le ‘Notti A-
rabe’ dipinte sul soffitto. Era un quartiere di operai in un tempo in
cui non era un crimine esser poveri in America. Due edifici mi affa-
scinavano molto: la Chiesa Cattolica ed il cinema. Dal momento
che non eravamo Cattolici, veneravo i film. Dalla finestra del salotto
potevo guardare l’altra parte della strada e vedere l’entrata poste-
riore di questo enorme cinema che si chiamava Sunnyside Movies.
Già da piccolissimo, per quanto mi ricordo, passavo tutto il mio
tempo lì. Mi succedeva qualcosa in quel cinema, i film mi toccava-
no, mi parlavano direttamente e qualunque situazione di isolamen-
to, di solitudine, di paura o di follia sentissi, spariva lì dentro al buio
mentre guardavo gli incredibili film dell’epoca, tra le più belle pelli-
cole che Hollywood abbia mai realizzato”
16
.
A cinque anni, insieme alla madre Marian, di origine svedese,
Schumacher si trasferisce a Long Island. Dopo aver visto al cinema
Biancaneve e i sette nani
17
, ne rimane completamente affascinato.
“Qualunque cosa fosse quello che avevo visto, la volevo fare. Co-
minciai a pensare alla regia quando avevo sette anni. Crebbi a
Long Island City nell’era di Montgomery Clift, Marlon Brando e Ja-
mes Dean, e tutti i loro film ebbero un notevole impatto su di me
18
.
Il Center Theatre di Long Island City mostrava film stranieri che
non vedeva nessuno a parte gli intellettualoidi. Quand’ero ragazzi-
no c’erano film di Fellini, Renoir, De Sica e Kurosawa. Non fui edu-
16
Negli anni quaranta e cinquanta, Hollywood sta vivendo il suo periodo di massimo splendore. Sono
gli anni in cui si codificano i vari generi che diventeranno un profondo segno, destinato a durare nel
tempo, della grande industria cinematografica americana. È l’era delle commedie, dei grandi film noir,
dei western, dei gangester movie e dei musicals. Tra le centinaia di “storie del cinemaamericano” pre-
senti in commercio, è qui consigliabile l’originale libro di MARTIN SCORSESE e MICHAEL HENRY
WILSON, Un viaggio personale con Martin Scorsese attraverso il cinema americano, Milano, Roselli-
na Archinto Editore, 1998.
17
Biancaneve e i sette nani di David Hand (Snow White and the seven dwarfs, USA 1937), prodotto da
Walt Disney.
18
Tra i film degli anni quaranta e cinquanta con Montgomery Clift, sono da citare Odissea tragica
(Search, USA - Svizz. 1948) di Fred Zinnemann ed Il fiume rosso (Red river, USA 1948) di Howard
Hawks; con Marlon Brando, Un tram che si chiama desiderio (A streetcar named desire, USA 1951) di
Elia Kazan, Il selvaggio (The wild one, USA 1954) di Laslo Benedek e Fronte del porto (On the water-
front, USA 1954) di Elia Kazan; con James Dean, La valle dell’Eden (East of Eden, USA 1955) di Elia
Kazan, Gioventù bruciata (Rebel without a case, USA 1955) di Nicholas Ray e Il gigante (Giant, USA
1956) di George Stevens.
8
cato al cinema, ma mi feci l’idea che quello che succedeva in quei
film non l’avevo mai visto prima. Davano l’idea che i film di Hol-
lywood non riuscivano a lasciarti la magia dentro”.
Nel 1948, a nove anni, Schumacher compra un libro sulle mario-
nette e comincia a costruire dei piccoli set dove far agire i suoi pu-
pazzi, accompagnati dalla musica di un fonografo. I costumi li dise-
gna lui. La giovinezza è dura per il regista. Per poter sostenere e-
conomicamente la famiglia, la madre è costretta a lavorare sei
giorni e tre notti la settimana, lasciando a lungo il figlio da solo.
Negli anni ‘50, i due si trasferiscono a Miami. Sono gli anni della te-
levisione. Nelle sale, i film in Cinemascope e Technicolor competo-
no con le trasmissioni televisive. Schumacher è troppo povero per
avere una televisione e così passa il suo tempo al cinema. “Tutti
volevano vedere La tunica
19
, ed io non riuscivo a convincere nes-
suno dei miei amici ad andare a vedere un piccolo film straniero in
bianco e nero con i sottotitoli. Ma ricordo Ladri di biciclette
20
e il do-
lore di Anna Magnani in Roma città aperta
21
. Di sicuro tutto quello
ebbe un certo impatto su di me
22
. I registi che mi influenzarono di
più furono Elia Kazan, certamente John Ford, Alfred Hitchcock,
King Vidor, Henry Hathaway e Fritz Lang
23
. Certo, ero giovane e
non conoscevo i loro nomi quando vidi i loro film la prima volta, ma
ciò non toglie che le loro opere influenzarono il modo in cui io co-
minciai a vedere le cose e a fare il mio lavoro molti anni più tardi.
Comunque fu Billy Wilder la persona più influente; era il mio idolo.
Era grande in così tanti generi diversi ed i suoi film si distinguevano
sempre da quelli degli altri registi”
24
.
19
La tunica (The robe, USA, 1953) di Henry Koster, con Richard Burton, è il primo film della storia del
cinema in Cinemascope (in cui l’immagine è larga due volte e mezza quanto è alta).
20
Ladri di biciclette (ITA, 1948) di Vittorio De Sica.
21
Roma, città aperta (ITA, 1945) di Roberto Rossellini.
22
Gli anni del dopoguerra vedono lo sviluppo e l’espansione (anche oltreoceano) del cinema neorealista
italiano. Registi come Fellini, Rossellini e De Sica e attori come Marcello Mastroianni, Sofia Loren e
Anna Magnani vengono conosciuti anche dal pubblico americano. Per un approfondimento sul cinema
italiano neorealista si rimanda al volume di GIOVANNA GASPARINI, Neorealismo italiano, Mursia,
Milano, 2000.
23
I registi citati da Schumacher vantano una filmografia enorme. Citerò qui di seguito, per ogni regista,
i film più famosi degli anni cinquanta: Elia Kazan (Fronte del porto, On the waterfront, USA 1954, e La
valle dell’Eden, East of Eden, USA 1955), John Ford (Rio Bravo, Rio Bravo, USA 1950; Sentieri sel-
vaggi, The searchers, USA 1956), Alfred Hitchcock (La finestra sul cortile, Rear window, USA 1954;
La donna che visse due volte, Vertigo, USA 1958), King Vidor (Guerra e pace, It. 1955; Salomone e la
regina di Saba, Solomon and Sheba, USA 1959), Henry Hathaway (Rommel, la volpe del deserto, The
desert fox, USA 1951; Niagara, Niagara, USA 1953), Fritz Lang (I guerriglieri delle filippine, Ameri-
can Guerilla in the Philippines, USA 1950; Il grande caldo, The big heat, USA 1953). In particolare
Fritz Lang influenzerà Schumacher sull’uso delle scenografie. L’immensa e apocalittica città di Batman
Forever, ad esempio, richiama essenzialmente quella di Metropolis (Metropolis, Germ. 1927), un clas-
sico della fantascienza girato da Lang nel ‘27.
24
Billy Wilder è stato uno dei registi più profilici di Hollywood. Tra i numerosi capolavori che ha con-
segnato alla storia del cinema sono da ricordare senz’altro A qualcuno piace caldo (Some like it hot,
USA 1959), Quando la moglie è in vacanza (The seven years itch, USA 1955), La fiamma del peccato
(Double indemnity, USA 1944), Sabrina (Sabrina, USA 1954) e Viale del tramonto (Sunset Boulevard,