IV
Introduzione
Nel presente studio si sviluppa una sorta di 'paragone', in ambito letterario, tra l'opera Kajtuś
czarodziej dello scrittore polacco Janusz Korczak e la saga di Harry Potter della inglese
Joanne Kathleen Rowling che in partenza si presenta impari e a favore di quest'ultima.
Nel primo capitolo, intitolato Origini e antecedenti della letteratura fantasy si segue il
percorso storico che ha portato allo sviluppo di questo genere. I suoi esordi, infatti, sono
rimandati alle prime forme letterarie appartenenti alla cosiddetta 'tradizione orale' che aveva il
compito di tramandare di generazione in generazione il sapere di un dato popolo. Forma
privilegiata di questa tradizione è la fiaba popolare o storia di magia che, come riporta Propp,
altro non sarebbero che la trasposizione poetica del viaggio affrontato dall'anima di un
individuo che, terminata l'infanzia, si dirige verso l'età adulta superando una serie di prove.
Una volta analizzati i racconti di magia si passa ad esaminare le loro forme moderne di gothic
novel e victorian fairy tales. La prima, sviluppatasi in Inghilterra nella seconda metà del
Settecento, si caratterizza per il gusto dell'orrido e del tenebroso, opposto a quello luminoso
della prosa classicista. La seconda, invece, si diffonde nell'età vittoriana e si presta a diversi
livelli di lettura come il tema della perversione e del peccato, proponendo una ridefinizione
dei ruoli di genere in una chiave decisamente sovversiva. Si descrivono dunque le
caratteristiche, tematiche e stilemi propri del fantasy moderno, i cui esordi vengono fatti
risalire alle opere di William Morris e George MacDonald , soffermandosi in particolare sulle
motivazioni per le quali questo genere sia tuttora accattivante per il lettore moderno e continui
ad affascinarlo.
Nel secondo capitolo, dedicato alla trattazione delle biografie di Janusz Korczak e Joanne
Kathleen Rowling, si riporta i loro eventi biografici più rilevanti. Del dottore, in particolare, si
V
tratta l'esperimento pedagogico della Casa degli Orfani che egli portò avanti dal 1911 fino al
1942, anno della sua morte avvenuta a seguito della deportazione nel campo di sterminio di
Treblinka. Dell'operato di Korczak vengono apprezzati i suoi tentativi di donare un'infanzia
quanto più serena e rispettosa ai bambini presso il suo istituto, la Casa degli Orfani. Sono
inoltre evidenziate le circostanze riguardanti la composizione, scrittura e pubblicazione di
Kajtuś czarodziej (Il piccolo mago Kajtuś), nel supplemento Mały Przegląd (La piccola
rivista), dedicato ai giovani ragazzi ebraici. Di Rowling sono menzionati gli eventi biografici
che l'hanno portata dall'essere una scrittrice prodigio di sei anni alla saga di Harry Potter che
l'ha resa una delle autrici più amate e tradotte in tutto il mondo. Si traccia dunque il decennio
intercorso tra la pubblicazione del primo volume, Harry Potter and the Sorcerer's Stone nel
1997 e l'ultimo, Harry Potter and the Deathly Hallows pubblicato nel 2007, giungendo infine
pentalogia cinematografica Fantastic Beasts and Where to Find Them, uscita di recente.
Il terzo ed ultimo capitolo esamina le diverse trattazioni della crescita personale dei
protagonisti maschili dalla loro infanzia fino alla maturità, il modo in cui gli scrittori si sono
avvicinati al mondo femminile ed infine le manifestazioni magiche presenti nelle opere dei
due autori. Il primo tema affronta le circostanze nelle quali Harry e Kajtuś scoprono di essere
maghi e possedere poteri magici e dell'impatto che questa rivelazione ha sulla loro vita ed i
loro affetti. In seguito si analizzano i personaggi femminili delle due opere concentrandosi sul
rapporto che queste hanno con i protagonisti maschili. Si riflette infine su come gli autori
siano riusciti o meno a creare un universo magico nel quale è calata la storia del protagonista.
Per ultimo si riassumono i risultati del 'paragone' condotto tra le due opere e si traggono le
conseguenti conclusioni.
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Capitolo 1
Origini ed antecedenti della letteratura fantasy.
1.1 Definizione del ‘fantastico’
Definire cosa sia il genere fantasy, indagarne le origini e le motivazioni storiche che hanno
portato allo sviluppo dello stesso è impresa assai ardua: bisognerà, innanzitutto concentrarsi
su cosa s’intende per 'fantastico'. Il teorico e saggista bulgaro Tzvetan Todorov, all'interno
del suo saggio Introduction à la littérature fantastique definisce il fantastico come:
“l'esitazione provata da un essere il quale conosce soltanto le leggi naturali, di fronte a un
avvenimento apparentemente soprannaturale”. Todorov, inoltre, lo suddivide in quattro
categorie: lo ‘strano puro’, il ‘fantastico strano’, il ‘fantastico meraviglioso’ e il ‘meraviglioso
puro’.
1
Alla prima ascrive tutti quegli avvenimenti che, sebbene sembrino reali, sono provocati dagli
stati alterati del sogno, della follia o dall'influenza delle droghe. La seconda, invece,
comprende gli avvenimenti realmente avvenuti che si lasciano spiegare razionalmente
attraverso casi, inganni o illusioni.
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La terza, il ‘fantastico meraviglioso’, racchiude “avvenimenti che si possono spiegare
mediante le leggi della ragione, ma che in un modo o nell'altro sono incredibili, straordinari,
impressionanti, singolari, inquietanti, insoliti e che, per questa ragione, provocano nel
1
Tzvetan Todorov, Introduction à la littérature fantastique, 1970, Parigi, Editions du Seil, La letteratura
fantastica, Trad. it. di Elina Klersy Imberciadori, La letteratura fantastica, Milano, Garzanti, 2000, p. 48.
2
Tzevan Todorov, op. cit., p. 59.
2
personaggio e nel lettore una reazione simile a quella che i testi fantastici ci hanno resa
familiare”.
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La quarta ed ultima categoria, infine, denominata del ‘fantastico puro’, è a sua volta
suddivisibile in quattro sottocategorie: il ‘meraviglioso iperbolico’ (fenomeni naturali soltanto
per le loro dimensioni, superiori rispetto a quelle che ci sono familiari), il ‘meraviglioso
esotico’ (avvenimenti soprannaturali che non vengono presentati come tali), il ‘meraviglioso
strumentale’ (piccoli gadget come il tappeto volante), ed il ‘meraviglioso scientifico’
(chiamato oggi fantascienza).
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1.2 Antecedenti letterari
Le radici di questo modo di narrare, come già ipotizzato dai fratelli Grimm durante la loro
opera di raccolta delle Kinder-und Hausmärchen, affondano nelle prime forme di letteratura,
dette anche 'tradizione orale'. Con tale dizione s'intende “il complesso delle testimonianze del
passato - racconti storici, miti, poesie, formule sacre - trasmesse di bocca in bocca, di
generazione in generazione.”.
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Alcuni fulgidi esempi ascrivibili alla tradizione orale sono: i 'poemi omerici', Iliade ed
Odissea, il Beowulf per la tradizione anglosassone, l'Edda che raccoglie i canti norreni
composti per la maggior parte in Islanda, la Chanson de Roland appartenente al ciclo
carolingio, il poema epico Nibelungenlied scritto in alto tedesco e il Cid spagnolo.
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3
Si inserisce in questa categoria ciò che Freud definisce col termine di Unheimlich (perturbante), ovvero, tutto
ciò che è antitesi di Heimlich (confortevole, tranquillo, da Heim, casa) ed è quindi la dimora del sinistro,
dell'insolito, dell'inquietante.
4
Tzevan Todorov, op. cit., p. 60.
5
Per ulteriori informazioni delle forme di letteratura che si rimandano alla tradizione orale è consigliata la lettura
della voce enciclopedica disponibile al seguente indirizzo: http://www.treccani.it/enciclopedia/tradizione-orale/.
Ultima consultazione il giorno 12 agosto 2016.
6
Luigi Rossi, Corso integrato di Letteratura Greca, 2006, Varese, Le Monnier, p. 49.
3
Caratteristica fondamentale delle civiltà descritte in quei poemi è il rito, ossia, una “sequenza
di atti regolati da norme rigorosamente ‘codificate' atte a mettersi in contatto con le Forze
trascendentali della Natura o del Divino per soddisfare il bisogno di protezione e garantire
l'ordine all'interno della propria società”.
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Tali ritualità, come spiegato da Vladimir Propp in Le radici storiche dei racconti di magia,
sarebbero poi confluite nel patrimonio folkloristico delle popolazioni indoeuropee sotto forma
di racconti di magia, secondo le seguenti modalità: la completa trasposizione del rito, la
modifica o sostituzione di un elemento e l'inversione del rito.
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La prima, come riportato da Propp stesso, è assai rara e denuncia una certa 'primitività' sociale
che fu pian piano superata tramite la rimozione o sostituzione degli elementi più violenti o
degli oggetti caduti in disuso. Svuotati del loro significato ‘liturgico’, questi racconti
divennero fiabe popolari e mantennero solo una mera funzione di svago.
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Protagonista di queste fiabe è un eroe o una eroina che, sulla soglia dell’età adulta, deve
superare una serie di prove poste da antagonisti di natura umana, magica, o animale. L’eroe
riesce a superarle attraverso il supporto di alcuni aiutanti, siano essi animali o umani, che
donano a lui alcuni oggetti o mezzi magici. Altre caratteristiche di questo genere sono la
mancanza di spessore dei protagonisti, l’uso della narrazione in terza persona e l’assenza di
descrizioni paesaggistiche dettagliate a favore dell’azione. Spia del rapporto fra racconto
popolare e rito è il ricorrere alla strategia della ripetizione e di formule stereotipate o la
7
Umberto Galimberti, Psicologia, 1999, Milano, Garzanti, p. 915.
8
Vladimir Propp, Istoriceskie korni volšebnoj skazki, 1946, San Pietroburgo, Izdatelʹstvo Leningradskogo
universiteta, Trad. it. Di Salvatore Arcella, Le radici storiche dei racconti di magia, Roma, New Compton
editore, p. 50.
9
Vladimir Propp, op. cit., p. 55.