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INTRODUZIONE
Il presente lavoro ha come obiettivo quello di indagare i metodi utilizzati per la
propaganda nella Jihad combattuta dall’ISIS. La mia ricerca ha lo scopo di cercare,
analizzare e riportare quelle che sono le armi sociali e tecnologiche sfruttate dal
Califfato per la sua guerra cibernetica. Ogni giorno, infatti, ci arrivano notizie di guerre
e uccisioni provenienti dal medio Oriente ma non sappiamo niente di quello che c’è
dietro. Vedere immagini e video senza sapere realmente cosa hanno intenzione di
trasmettere ha generato in me la curiosità necessaria per cominciare la mia indagine.
I libri scritti sull’ISIS sono tantissimi ma la quasi totalità di loro affronta
l’argomento da un punto di vista storico-critico o politico; per il mio lavoro ho scelto
fonti che hanno un punto di vista più incentrato sulla comunicazione, libri che basano la
loro ricerca sullo sviluppo del marketing da parte dell’ISIS. Sono libri recenti perché
trattano un argomento molto attuale. Lo strumento da me più utilizzato per questo tipo
di ricerca è stato il web, articoli e pubblicazioni online sono stati fondamentali per
lavorare su un argomento così contemporaneo. Gli articoli di giornale mi hanno aiutata
nel mio lavoro perché effettuando una comparazione sono riuscita a capire qual è stata
la reazione dei media occidentali al “fenomeno” ISIS. Ho analizzato moltissimi articoli
di testate giornalistiche italiane e straniere per studiare il peso mediatico della jihad nei
circuiti editoriali occidentali.
Nella mia ricerca sono voluta partire da una base storica per cercare di inserire
bene la mia tesi in una situazione geopolitica abbastanza complicata. Il mio sguardo,
poi, è diventato più centrato sulle tematiche relative i modi di comunicare dello stato
Islamico. Uno studio attento del web e dei social media mi ha permesso di scoprire
molte informazioni riguardo quella che oggi viene chiamata cyber jihad.
La mia tesi comincerà con il voler dare una nozione generale di quella che è la
comunicazione, soprattutto quella online, cercando dei collegamenti con altri gruppi
terroristici antecedenti l’ISIS che hanno messo in atto una intensa campagna di
comunicazione. Successivamente il mio lavoro arriverà a parlare direttamente dell’ISIS,
cercando di dare una breve nozione di quello che è realmente questo gruppo terroristico
e la sua storia. Entrati nel mondo dell’ISIS cercheremo di capire cosa è realmente la
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cyber jihad e come è stata impostata e organizzata. Entrando sempre di più nel cuore
della propaganda jihadista proporrò una carrellata di quelli che sono i mezzi principali
utilizzati, cercando di riportarne esempi e spiegandoli accuratamente per far capire la
modernità di questo gruppo terroristico.
Il mio lavoro di analisi si soffermerà soprattutto sul video come mezzo di
propaganda, lo strumento più utilizzato dai jihadisti. Ho scelto il video perché
guardando i filmati dell’ISIS che venivano mostrati dalle televisioni ho sempre notato
qualche richiamo ad un cinema occidentale, moderno ed ho maturato l’intenzione di
analizzare e approfondire questo effettivo legame tra il cinema hollywoodiano e la
produzione jihadista. Ho scelto dei video rappresentativi dei diversi generi con cui gli
esperti dell’ISIS si sono confrontati, li andrò ad analizzare sia dal punto di vista della
trama che da quello tecnico e cercherò di fare un raffronto tra loro per capire quali sono
i punti fermi da cui partono gli addetti ai lavori per creare un video. Ovviamente i
filmati dell’ISIS non passano mai inosservati, quindi cercherò di capire quali reazioni
hanno suscitato i video presi in esame e più in generale quali sono le conseguenze
generate da questo tipo di campagna propagandistica.
La campagna mediatica dell’ISIS ha purtroppo trovato nell’editoria occidentale
una cassa di risonanza. Il mondo editoriale inconsapevolmente ha risaltato le gesta dei
miliziani ISIS, ha mitizzato i suoi kamikaze e ha storicizzato i loro attentati utilizzando
un modo di fare giornalismo ed editoria incentrato più sulla spettacolarizzazione che
sulla notizia.
La lotta dell’ISIS non viene solo combattuta su un campo di battaglia, siamo di
fronte ad un gruppo terroristico che utilizza internet per ingrandire il suo esercito e
spaventare il mondo. E’ un gruppo che quotidianamente aumenta le sue potenzialità e
che costringe noi occidentali,che vogliamo tentare di studiare il loro modus operandi, ad
aggiornarci continuamente. La dimensione propagandistica ha assunto negli ultimi anni
un ruolo fondamentale all’interno delle attività condotte dai gruppi jihadisti, ha
trasformato completamente la struttura operativa della scena jihadista europea. L’ISIS è
riuscito ad assicurarsi un pubblico incredibilmente vasto e ha spostato la lotta anche in
Europa. L’ISIS con la sua strategia del terrore mediatico, fatta di video in alta
definizione in cui ostaggi occidentali vengono decapitati o bruciati vivi, intere città
conquistate e distrutte, la popolazione convertita o uccisa, in cui migliaia di uomini
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vestiti di nero e armati come un esercito sfilano verso un nuovo massacro, è riuscita a
fare proseliti in ogni angolo del mondo. La lotta ormai si sta combattendo anche
attraverso il web, sotto il profilo mediatico che per la prima volta nella storia di un
gruppo terroristico occupa un ruolo di primo piano.
L’argomento che ho scelto di trattare, quindi, è in continua evoluzione, ogni
giorno vengono scoperte cose nuove o escono notizie che ne correggono altre, le
informazioni sul mondo islamico e sull’ISIS in particolare sono sempre soggette a
modifiche e soprattutto a censura. L’attenzione da parte mia c’è stata soprattutto nel
cercare di verificare le notizie e riportare nella mia ricerca solo quelle che hanno trovato
riscontri.
La curiosità intorno l’argomento ISIS è tanta e troppo spesso si può cadere
nell’errore di giudicare senza guardare attentamente, senza analizzare. Purtroppo se ci si
sofferma solo a ciò che viene mostrato o detto dalle testate giornalistiche si rischia di
apprendere informazioni a metà, quindi ho voluto intraprendere una ricerca che desse la
possibilità di conoscere il mondo mediatico dell’ISIS in maniera più chiara e
approfondita per poterlo giudicare avendo effettivamente conosciuto il loro modus
operandi. Quando si studia un film è necessario analizzarlo in tutte le sue sfaccettature
prima di poter giungere ad un giudizio, così credo sia necessario fare per capire un po’
di più questo enorme nuovo “gigante” della comunicazione digitale.
La mia ricerca è partita dal passato, ha analizzato il presente e valutando le
conseguenze di questo fenomeno mediatico è arrivata a delle conclusioni che potrebbero
creare uno spunto per una riflessione su quella che dovrebbe essere la reazione
dell’informazione occidentale alla jihad online.
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1 COMUNICAZIONE E PROPAGANDA
1.1 COMUNICARE SUL WEB
Il modo di comunicare ha vissuto milioni di cambiamenti e continua a viverli
ancora oggi. Comunicare diventa sempre più facile, far viaggiare notizie o anche solo
idee è diventato veloce e estremamente semplice. Il web è diventato il mezzo più
utilizzato per comunicare qualcosa, ormai utilizziamo portali o applicazioni anche per
parlare con chi ci sta seduto affianco. Il web è popolato da milioni e milioni di persone
diverse che scoprono di avere in comune qualcosa. Così il web è diventato importante
anche per poter diffondere messaggi e raggiungere con il minimo sforzo grandi
obiettivi. I cosiddetti “media conversazionali” si sono diffusi a macchia d’olio e ci
permettono di essere presenti sempre e ovunque. I giovani di oggi si ritrovano sempre di
più nelle piazze virtuali che in quelle della propria città. Le piazze virtuali oltre che
essere più facili da raggiungere permettono uno scambio culturale molto più vasto e ,
cosa da non sottovalutare, spesso ci permettono di rimanere anonimi.
L’avvento di Internet e degli strumenti di quello che è stato nominato “Web 2.0”
ha ridefinito, secondo nuove modalità, il rapporto tra le persone. La partecipazione in
rete è entrata in una nuova dimensione, caratterizzata dalla diffusione del fenomeno dei
Blog, degli strumenti di social networking e del giornalismo cosiddetto “dal basso”,
quello creato con notizie dirette date da semplici spettatori e non da dichiarati
giornalisti.
Internet è il più grande spazio pubblico che l’umanità abbia mai conosciuto, uno
spazio in cui tutti i cittadini possono esprimere la loro opinione criticando o dialogando.
Questo ampliamento delle opportunità di espressione sociale e politica dipende in modo
sempre più determinante dalle capacità di fare social networking. «Lo spettatore
scompare, per lasciare il posto all’interattore»
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I social network ci danno il potere di rendere la nostra partecipazione attiva e
saperli sfruttare al meglio ci da un più ampio potere sulle vite degli altri, ci rendono
. Ognuno di noi ha a disposizione
tantissimi modi per comunicare sul web, Blog, siti di condivisione video o foto come
Youtube e Flickr, social network come Facebook, Instagram, Snapchat e tantissimi altri.
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S. Epifani, A. Jacona, R. Lippi, M. Paolillo, Manuale di comunicazione politica in rete, Apes Editrice,
Roma, 2001, p. 51