2
Introduzione
All’inizio volevo essere il miglior scrittore di romanzi criminali. Poi ho cercato di
superare il ghetto del genere e volevo essere il miglior scrittore di romanzi. Oggi
voglio essere il miglior scrittore. Punto e basta.
1
Così parla di sØ l’autore James Ellroy, nato a Los Angeles nel 1948, figura
singolare e controversa del panorama letterario contemporaneo.
Romanziere, autore di racconti, giornalista, oratore, sceneggiatore. In
venticinque anni di lavoro Ellroy ha spaziato dalla pubblicazione di best-sellers
come The Black Dahlia (1987), alla creazione di romanzi cult come The Big
Nowhere (1988) e My Dark Places (1996), alla stesura di short stories come
quelle raccolte in Hollywood Nocturnes (1994), alla collaborazione con la rivista
GQ terminata nel maggio 2003, alla scrittura di sceneggiature sia originali sia
tratte dai suoi stessi romanzi, alcune diventate poi film altre mai realizzate. Ha
inoltre contribuito, come produttore esecutivo, al telefilm James Ellroy Presents
Bazaar Bizarre (2004), è comparso in un cammeo nella pellicola Wonder Boys di
Curtis Hanson (2000) e nel documentario James Ellroy: Demon Dog of American
Crime Fiction di Reinhard Jud (1993).
Tutto questo è James Ellroy. Ma non solo. ¨ disciplina e passione, spietatezza e
moralità. Ma non solo. Esasperato ed eccessivo, feroce e seducente, il re del noir
2
è un duro proiettile nel cuore dell’America piø oscura. Ma non solo.
Ha storie da raccontare. La sua, quella della sua città e delle anime che vi si
perdono, quella del suo Paese. Storie di violenza, crudeltà, corruzione:
1
Dall’intervista rilasciata al settimanale Panorama il 21/08/2006.
2
Ranieri Polese, “Ellroy: io, re del noir, tra i segreti d’America”, Corriere della Sera, 3 aprile
2001, 37.
3
Le mie storie sono piene di sangue e sperma, sete di potere e tradimenti. Il motore
del mondo insomma.
3
Questa tesi si propone di studiare le sue storie, di indagare e penetrare i suoi
“Dark Places” per arrivare così a svelare le molteplici sfaccettature dello stesso
Ellroy, seguendo il suo percorso di autore fuori dagli schemi e dalle etichette.
Dopo aver presentato la biografia e la florida produzione letteraria dello
scrittore (cap. 1), si passerà, nel capitolo successivo, a inquadrare concisamente le
caratteristiche del genere ‘giallo’, del noir e specialmente della hard-boiled
school, nata con l’opera di Hammett negli anni ’30 (par. 2.1.). Lo scopo è
individuarne l’influsso nelle storie ellroyane, sia in quelle piø propriamente ‘di
crimine’ (par. 2.2.) che in quelle, piø recenti nel cammino creativo dello scrittore,
di decostruzione storica (par. 2.3.).
Verrà poi analizzata una delle quattro aree tematiche (cap. 3.) in cui si possono
raggruppare gli scritti dell’autore. Prendendo a campione una storia considerata
esemplare per tale area di appartenenza, se ne esamineranno i tratti e le eventuali
similitudini o differenze rispetto al restante corpus di lavori dello scrittore.
Seguendo lo schema chatmaniano
4
di studio della struttura narrativa,
focalizzeremo l’attenzione su due elementi, due componenti a nostro avviso
necessari per conoscere con immediatezza un testo, ovvero: personaggi (cap. 4.)
ed ambienti (cap. 5.).
Il sesto capitolo sarà dedicato allo stile e al linguaggio di Ellroy: ci occuperemo
delle soluzioni linguistiche e stilistiche man mano adottate dall’autore nella
composizione delle sue storie, mostrandone il cambiamento nel corso del tempo.
3
Massimo Rota, “James Ellroy: Il cuore nero dell’America”, Duel, 1999, 73, 56.
4
Seymour Chatman, Storia e discorso, Parma, Nuova Pratiche Editrice, 1981.
4
Concluderemo l’analisi concentrandoci sul rapporto tra Ellroy e il cinema
(cap. 7.). Che cos’è il cinema per Ellroy? Che cos’è Ellroy per il cinema? Verrà
proposta la scheda analitica di uno dei film di successo tratti dai suoi romanzi,
L.A. Confidential (1997) di Curtis Hanson, noto adattamento cinematografico che
ha aperto ad Ellroy le porte verso una ancor maggiore popolarità.
Difficilmente reperibili dal grande pubblico sono invece risultate essere le
sceneggiature dello scrittore ancora in attesa di realizzazione, donate assieme ad
altri manoscritti alla Thomas Cooper Library della University of South Carolina e
purtroppo consultabili esclusivamente in tale sede.
5
1. James Ellroy e la sua opera
My parents named me Lee Earle Ellroy. They sentenced me to a life of tongue-
tripping l’s and e’s – and “Leroy”s by default. I hated my given names. I hated
being called “Leroy”. My father conceded that the “Lee Earle” and “Ellroy” combo
stunk. He said it was a nigger-pimp name.
1
La storia di Lee Earle Ellroy inizia il 4 marzo 1948 al Good Samaritan Hospital
di Los Angeles. Figlio unico di Armand Ellroy, contabile non abilitato, piazzista e
smidollato, e Geneva Odelia “Jean” Hilliker, infermiera professionista e con
problemi di alcolismo, diciassette anni piø giovane del marito. I due si erano
conosciuti nel 1941: lui attraente e donnaiolo, lei austera ragazza del Wisconsin e
fresca vincitrice del concorso di bellezza come “Rossa piø avvenente d’America”.
Apparentemente una bella coppia, con le giuste frequentazioni e conoscenze a
Hollywood (Armand lavora per un certo periodo persino per Rita Hayworth) ma
in privato, col passare del tempo, una coppia divorata da continue tensioni e
reciproche insofferenze.
Il piccolo Ellroy si ritrova, suo malgrado, schiacciato dall’astio tra i genitori,
testimone della decadenza del loro rapporto, delle sbornie e sfuriate della madre e
della viziosa inerzia del padre. Il quale, però, durante le lunghe giornate trascorse
sul divano di casa, gli insegna a leggere, a soli tre anni. Tale insegnamento si
rivelerà prezioso. La passione per la lettura sarà, infatti, come successivamente
quella per la scrittura, un’autentica valvola di sfogo per Ellroy, un’ancora di
salvezza nei momenti piø bui della sua vita.
2
I genitori si separeranno agli inizi del 1955 ed Ellroy, appena seienne, verrà
affidato alla madre con cui si trasferirà a Santa Monica. Dalla scuola di West
1
James Ellroy, My Dark Places, London, Arrow Books, 1997, 107.
2
Cfr. par. 3.1.
6
Hollywood passa così all’istituto privato Children’s Paradise, parcheggio per
bambini di famiglie sfasciate. La sua stabilità emotiva è continuamente minata: “I
knew that all things went chaotically bad. My empirical training in chaos was
unassailably valid.”
3
Un altro trasferimento avverrà nel febbraio 1958. Stavolta la destinazione è El
Monte, cittadina ad una ventina di chilometri da Los Angeles. Durante la
settimana Ellroy vive con la madre in febbrile attesa dei weekends da poter
trascorrere col padre, piø permissivo. Fino alla tragica domenica del 23 giugno
1958 quando il corpo senza vita di Geneva Hilliker viene ritrovato strangolato
dietro alcuni cespugli, non lontano dalla Arroyo High School ad El Monte.
Probabilmente il suo assassino è uno dei compagni occasionali incontrati in
qualche bar dove Jean ama passare i fine settimana senza il figlio. Tuttavia il
delitto resterà insoluto e segnerà per sempre l’esistenza di Ellroy.
Stabilitosi dal padre, la sua prima reazione alla notizia della morte della madre,
un opportunistico sollievo, un’ingannevole sensazione di nuova raggiunta libertà,
degenererà pian piano in sentimento di afflizione, senso di colpa e smarrimento.
Comincia per Ellroy un’odissea di lenta dissoluzione, di ripiegamento su se
stesso. Si appassiona morbosamente ai film gialli, legge voracemente romanzi
polizieschi come i libri di Ken Holt e la popolare serie per ragazzi The Hardy
Boys, passando poi, su indicazione paterna, a Mickey Spillane.
4
Per il suo undicesimo compleanno riceve in regalo dal padre The Badge di Jack
Webb, un saggio inneggiante il lavoro del L.A.P.D. attraverso la cruda descrizione
3
James Ellroy, op.cit., 88.
4
Cfr. cap. 2.
7
di casi agghiaccianti fra cui quello irrisolto e tristemente famoso di Elizabeth
Short, ribattezzata Dalia Nera, seviziata e mutilata nel 1949.
Come benzina sul fuoco, quelle pagine divampano nella fertile immaginazione
di Ellroy scatenando un interesse ossessivo per il delitto, per il crimine. Nella sua
mente la storia di Betty Short, poi assoluta protagonista a distanza di anni di un
suo celebre romanzo, si intreccia inconsapevolmente fino a confondersi col
ricordo della madre. Sono proprio gli incubi piø sordidi e le esperienze piø
estreme di questi anni a costituire il marchio distintivo della futura narrativa
ellroyana.
5
Si diploma alla John Burroughs Junior School, nonostante la condotta
problematica. Il suo innato spirito esibizionista e il forte bisogno di essere
accettato si esprimono in atteggiamenti esasperati, in comportamenti fanatici e
caratteriali: azioni di disturbo, propaganda razzista, ricorrenti appostamenti da
voyeur per rubare l’intimità altrui, fra fantasticherie ossessive e compulsioni
sessuali. Numerosi i suoi furti di cibi e libri, complice una seria difficoltà
economica in cui vive assieme al padre. In questo periodo Ellroy sviluppa quella
spiccata predilezione per la musica classica che manterrà poi anche in età adulta.
La sua sofferta asocialità lo porta ad un continuo girovagare in bicicletta per le vie
di Los Angeles, visitando e rivisitando i tragici luoghi dell’omicidio Dalia Nera,
percorrendo e ripercorrendo le strade della sua città
6
per studiare le vite degli altri
e sfogare la propria maniacale immaginazione. “Vedevo cose. Imparavo cose. […]
5
Cfr. par. 3.1.
6
Cfr. cap. 5.
8
Ero un prestigiatore e un alchimista. Tutto quello che vedevo lo trasformavo in
finzione letteraria.”
7
A diciassette anni, mentre il padre lotta contro il secondo attacco cardiaco,
Ellroy viene espulso da scuola per propaganda nazista e decide di arruolarsi
volontario nell’esercito. Parte nel maggio del ’65 per Fort Polk, in Louisiana, ma
l’esperienza dura poco. Simula crisi depressive, viene rimandato a casa dal padre
in fin di vita e poi congedato con disonore dal corpo militare. Armand morirà il 4
giugno lasciando Ellroy definitivamente orfano e ancora minorenne.
Il percorso autodistruttivo, il viaggio ellroyano all’inferno è appena
cominciato. Vive per un certo periodo al Robert Burns Park, da vagabondo. Usa
droghe, pillole, benzedrina ed anfetamine. Sviluppa paranoie e fobie. Ruba e beve
alcolici. Viola domicili per annusare e trafugare biancheria intima femminile.
Arrestato diciotto volte, sperimenta il carcere duro. E divora romanzi di Chandler,
Hammett, Mc Bain, MacDonald e Wambaugh.
8
Opere in sintonia col suo spirito
sbandato e brutalmente tormentato, con la sua apocalittica immaginazione.
Per brevi periodi riesce a mantenersi con modesti impieghi come
volantinaggio, affrancatura buste o, nel 1970, come commesso in una libreria
specializzata in pubblicazioni pornografiche. I deliri e le allucinazioni, però,
hanno la meglio ed il punto di rottura è ormai vicino. Abbandonarsi a una fine
tragica ed imminente o reagire disintossicandosi. Ellroy opta per la vita e si unisce
agli Alcolisti Anonimi. Il cammino, tuttavia, si rivela impervio: dopo attacchi di
delirium tremens, un giorno di giugno del 1975, la follia sembra essersi
impadronita di lui. Non riesce piø a ricordare il suo nome nØ a formulare un
7
James Ellroy, “Il grande posto giusto”, Internazionale, n°674, 65.
8
Cfr. cap. 2.
9
pensiero logico e compiuto. Rimarrà oltre un mese in ospedale per riprendersi la
propria identità e fare i conti con se stesso. Dimesso, trova un posto da caddy
all’Hillcrest Country Club, circolo di golf super esclusivo.
Nel 1977 smette di bere e, da autodidatta, prova a stendere nero su bianco una
storia nata già da tempo nelle sue fantasie. La intitola Brown’s Requiem e riesce a
venderla nel 1981, grazie ad un agente interessato a talenti letterari emergenti,
conosciuto attraverso le segnalazioni e referenze del Writer’s Market.
Termina così la vita sbandata di Lee Earle Ellroy per lasciare il passo a quella
creativa di James Ellroy, lo scrittore. Con i soldi guadagnati dal suo primo
romanzo l’autore scappa da Los Angeles e si trasferisce a New York. Alla
memoria ed ai fantasmi del passato però non si sfugge e con la sua seconda opera,
Clandestine, uscita nel 1982, Ellroy tenta un primo confronto con la madre Jean.
Seguiranno quattro romanzi in quattro anni, Blood on the Moon, Because the
Night, Suicide Hill e Killer on the Road, nei quali l’autore sfoga tutta la sua
inclinazione al crimine piø violento e coi quali si prepara al grande salto della sua
carriera: la pubblicazione nel 1987 del bestseller The Black Dahlia. L’omicidio
della madre rivive qui nell’ossessione per il caso Elizabeth Short. Le storie delle
due donne si sovrappongono nell’immaginario ellroyano e l’autore pensa
erroneamente di aver così risolto e superato il traumatico vissuto, di aver
definitivamente chiuso i conti col proprio passato.
Sia The Black Dahlia che i tre romanzi successivi, The Big Nowhere (1988),
L.A.Confidential (1990) e White Jazz (1992) sono caratterizzati da un’analoga
ambientazione, la Los Angeles degli anni ’50-’60. In seguito tuttavia, Ellroy,
deciso ad abbandonare Los Angeles anche da un punto di vista creativo, estenderà
10
la sua visione a tutta l’America, abbraccerà gli Stati Uniti dell’era Kennedy nella
sua opera epica del 1995, American Tabloid.
Dopo aver divorziato dalla prima moglie Mary Doherty, sposata nel 1988, si
unisce in matrimonio con Helen Knode, giornalista femminista del Los Angeles
Weekly, conosciuta nel 1991 attraverso lo scrittore Mikal Gilmore e si trasferisce
prima in Connecticut, poi a Kansas City. La sua esistenza accelerata prosegue.
A Natale del 1992 la moglie Helen gli regala una vecchia fotografia: un
bambino di dieci anni con una pialla in mano davanti ad un banco da lavoro. ¨ lo
scrittore nel 1958, nel garage dei vicini di casa ad El Monte. In posa per un
fotografo, sguardo attonito, senza tradire gioia o disperazione alla notizia, appena
appresa, della morte della madre. Poi, come uno strano scherzo del destino, nel
marzo 1994, un amico giornalista, Frank Giradot, gli comunica l’intenzione di
visionare la pratica del caso Geneva Hilliker per un articolo sui delitti irrisolti.
Questa coincidenza è per Ellroy il decisivo stimolo a partire, ad andare a Los
Angeles per esaminare il dossier di quell’omicidio avvenuto ormai piø di
trent’anni prima.
Nella Città degli Angeli l’autore conosce Bill Stoner, un sergente della Omicidi
prossimo alla pensione col quale riapre l’indagine ed instaura una sincera
amicizia. Rilettura dei fascicoli e ricerca di testimonianze non tanto per trovare
finalmente l’assassino, quanto per riscoprire la madre, per conoscerla di nuovo e
riconciliarsi con lei. Una re-investigazione lunga piø di un anno da cui nascerà il
romanzo autobiografico My Dark Places (1996).
L’autore cavalca l’onda del grande successo mediatico della propria storia, con
potente capacità istrionica vende il suo passato e promuove se stesso. Spreme le
11
sue memorie ricavandone pubblicità, getta in pasto al pubblico la sua vita di
eccessi. Impegni sempre piø pressanti lo mettono alla prova. L’ambizione di
migliorarsi sempre lo consuma.
Nel 2001, dopo diversi articoli sulla rivista GQ, pubblica il seguito di American
Tabloid, The Cold Six Thousand. Totalmente assorbito dal mondo, Ellroy perde il
sonno e si rifugia negli psicofarmaci. A luglio 2002 lascia Kansas City per
spostarsi con la moglie a Carmel by-the-sea in cerca di un ambiente nuovo dove
poter riacquistare l’equilibrio perduto e tentare di recuperare il matrimonio ormai
alla deriva. L’intento fallisce: nell’estate 2003 l’autore ricade per tre volte in
overdose. Carmel, inoltre, non lo aiuta; troppo vicina a Los Angeles, alimenta
pericolosamente l’attrazione di Ellroy per la sua città natale che lo ha visto già
perdersi e ritrovarsi molti anni prima. Nonostante il degrado, però, gli resta un
lampo di autoconservazione. Determinato anche stavolta a sopravvivere, lo
scrittore si ricovera in un centro di riabilitazione. Supera la crisi, pagandone,
tuttavia, un caro prezzo col divorzio dalla moglie.
Nel 2006 inizia la stesura dell’ultimo capitolo della trilogia Underworld U.S.A.
Ancora indefinito il titolo: tuttavia, secondo indiscrezioni, questo nuovo romanzo
ellroyano dalle dimensioni imponenti, atteso in uscita nei prossimi mesi, potrà
intitolarsi Police Gazette o Blood’s a Rover.
Un ulteriore progetto in fieri per cui Ellroy ha mostrato particolare interesse,
menzionandolo in piø occasioni,
9
è quello di un’opera sul repubblicano Warren
Harding, ventinovesimo presidente americano.
9
Retrieved in www.modestyarbor.com/james_ellroy2004.html , gennaio 2008.
Retrieved in www.identitytheory.com/people/birnbaum13.html , gennaio 2008.