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Introduzione
L' Orlando Furioso di Ludovico Ariosto costituisce un nodo
fondamentale nella narrativa di Italo Calvino,
identificandosi come una fonte costante di ispirazione e
orientamento letterario. L'obiettivo di questo mio lavoro è
quello di mettere in luce le forti assonanze che legano la
narrativa di Italo Calvino al poema di Ludovico Ariosto, per
il quale lo scrittore ligure nutrì una grande ammirazione fin
dalla giovane età. Il primo a parlare di un "sapore
ariostesco" nel romanzo Il sentiero dei nidi di ragno fu
Cesare Pavese che individuò da subito uno spiccato gusto
per le atmosfere fiabesche e comiche nonostante lo
scenario bellico nel quale è ambientato il racconto del
giovane eroe Pin. Accanto all'affermazione di Pavese si
insedia la più recente di Cardona il quale ci parla di una
"funzione Ariosto" che percorre l'intera produzione di
Calvino. La così detta funzione Ariosto non è di certo
nascosta dallo scrittore, il quale mette subito a nudo
l'interesse per una fantasia creatrice di mondi paralleli e
immaginari che determineranno la singolarità dello
scrittore nel panorama post bellico.
Il mio lavoro parte da un'analisi parallela delle vite di
Ludovico Ariosto e Italo Calvino, i quali nonostante
appartengano ad età diverse appaiono ai nostri occhi
come due intellettuali scontenti della loro epoca che
trovano rifugio in mondi immaginari. Contestualizzando i
due personaggi possiamo definirli personaggi rivoluzionari
del panorama letterario italiano, infatti Ariosto darà vita al
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genere cavalleresco in Italia coniugando la materia
bretone con quella carolingia; Calvino invece utilizzando la
fantasia per creare mondi utopici diventerà una realtà
autonoma nel panorama novecentesco ancora affezionato
alla produzione neorealista. Dopo aver analizzato le loro
vite, affronterò le due funzioni narrative che più legano gli
autori: il fiabesco e il comico, quest'ultimo si configurerà
come un continuo gusto di creare personaggi e situazioni
al limite del possibile, basti pensare al personaggio di
Medardo ne Il visconte dimezzato fatto a metà da una
palla di cannone e ricucito poi nel finale del libro, o nel
caso dell'Ariosto al viaggio verso la luna del cavaliere
Astolfo.
Lo studio preliminare dei due scrittori occuperà il primo
capitolo del mio lavoro, procederò poi nell'analisi dei
romanzi che compongono la trilogia de I nostri antenati
(1960) ovvero Il visconte dimezzato (1954), Il barone
rampante (1956) e Il cavaliere inesistente (1959) ad
ognuno dei quali dedicherò un sottoparagrafo del secondo
capitolo nel quale evidenzierò le forti riprese ariostesche a
livello tematico e lessicale, confrontando diverse sezioni
del testo calviniano con le ottave di Ariosto e mettendone
in luce le grandi analogie. Lo spiccato interesse per
l'ambientazione storica, per le atmosfere fiabesche e
comiche e le numerose riprese testuali dell’Orlando
Furioso trovano il loro apice nell'ultimo romanzo della
trilogia Il cavaliere inesistente, edito da Einaudi nel 1959.
All'interno del racconto non solo notiamo la ripresa di
alcuni dei personaggi ariosteschi, ma anche la stessa
ambientazione storica al tempo della Guerra Santa.
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Infine nel terzo capitolo troverà ampio spazio la maturità
letteraria di Italo Calvino con un dovuto approfondimento
ai poemi del ciclo bretone e del ciclo carolingio, avi del
futuro poema ariostesco e l'analisi de L'Orlando Furioso di
Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino pubblicato
per Einaudi nel 1970 che segna il culmine dell'amore dello
scrittore ligure per Ariosto e la materia cavalleresca.
Notiamo come nonostante la sua maturità Calvino non
dimentichi il mondo dell'Ariosto che continua a permeare
nella maggior parte dei suoi scritti. Tale aspetto è
evidenziato all'interno del primo paragrafo nell'analisi dei
macrotemi che accomunano i due autori, tra questi
ricordiamo senza dubbio lo spazio entro il quale si
muovono i personaggi inteso da entrambi come un
labirinto o un'enorme scacchiera; la Luna come mondo
parallelo alla Terra che incuriosisce l'uomo a lungo citata
da Calvino all'interno dei suoi scritti, in particolar modo
tale tema trova spazio nella sua produzione parigina con i
personaggi extraterrestri de Le Cosmicomiche e Ti con
zero; e il tema del doppio riscontrabile nella figura di
Orlando e in quella del visconte dimezzato Medardo, con
un opportuno riferimento alla letteratura inglese otto
novecentesca che conobbe la fortuna di tale tematica. Tra
le ulteriori riprese rientrano le tecniche narrative della
quête e dell'entrelacement, utilizzate da entrambi gli autori
per inventare le loro infinite storie. L'ultimo paragrafo
dell'elaborato affronta le riprese ariostesche nel Castello
dei destini incrociati (1973) di Italo Calvino ponendo
particolare attenzione alla Storia dell'Orlando pazzo per
amore e alla Storia di Astolfo sulla luna nella quale lo
scrittore riprenderà i personaggi ariosteschi
reinterpretando le loro avventure in chiave moderna.
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L'idea di questo elaborato nasce da un interesse per la
letteratura di Italo Calvino maturato negli anni, ad oggi i
suoi aforismi, i suoi personaggi e le sue storie fanno parte
della mia quotidianità. Grazie a L'Orlando Furioso di
Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino ho saputo
apprezzare maggiormente il poema che prima di allora
ritenevo solo materia scolastica, appassionandomi così
agli eroi macchiati da un'inaspettata modernità e alle
avventure bizzarre dei personaggi. Dunque se Calvino
curò questa edizione con estrema semplicità affinché
fosse conosciuta ed amata dal grande pubblico, sento di
dirvi che con me la sua missione è giunta a buon fine. In
conclusione ho deciso di approcciarmi a questa tematica
solo dopo aver notato come di rado i due autori siano
oggetto di comparazioni dirette o ampie analisi critiche,
infatti si scrive spesso della comicità di Italo Calvino o
degli scritti nell'immediato dopoguerra, ma raramente di
come il cosmo ariostesco abbia influito sul suo
immaginario.
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1. Ludovico Ariosto e Italo Calvino: un’analisi delle loro
vite
Ludovico Ariosto e Italo Calvino appartengono a mondi
differenti: l'uno vive il tramonto dell'Umanesimo italiano,
l'altro il periodo della Resistenza e il secondo dopoguerra;
Sebbene appartengano a mondi così distanti, entrambi
presentano dei punti in comune. L’aspetto più significativo
è la grande modernità nell’affrontare tematiche
all’avanguardia per le loro rispettive epoche, ponendo
come fulcro della loro poetica l’intreccio della fiaba dalla
quale si diramano le mille avventure e le mille metafore
dei personaggi delle loro opere. All’interno di questo
paragrafo esporrò le vite dei due autori, mettendo in
evidenza gli eventi che hanno influenzato le loro carriere
artistiche.
Ludovico Ariosto nasce nel 1474 a Reggio Emilia e fin
dalla giovane età si dedica agli studi umanistici iniziando a
frequentare l'ambiente culturale ferrarese fino ad essere
accolto a corte nel 1497. Dopo la morte del padre che
segnerà l’equilibrio della sua vita personale, le
responsabilità della famiglia ricadono su di lui in quanto
primogenito, così inizia a dedicarsi alla vita politica che gli
assicurerà una discreta stabilità economica. Sebbene la
popolarità di Ariosto è collegata principalmente alla
pubblicazione dell’ Orlando Furioso, la sua produzione
letteraria inizia già negli ultimi anni del quattrocento con la
stesura e messa in scena di diverse commedie presso la
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corte estense di Ferrara, insieme ad una vasta produzione
di poesia lirica. Come già accennato, l’apice della sua
poetica è rappresento dalla stesura dell’ Orlando Furioso
pubblicato nel 1516 e al quale dedicherà gran parte della
sua vita, l'ultima edizione si data infatti un anno prima
della sua morte: la seconda nel 1521 e la terza - definitiva
- nel 1532, che ci presenta l'Orlando come un frutto della
maturità poetica e linguistica dello scrittore.
Italo Calvino nasce a Santiago de Las Vegas sull'Isola di
Cuba nel 1923, dove i suoi genitori lavoravano, il padre
come agronomo e la madre come biologa. Tuttavia pochi
anni dopo la famiglia Calvino torna in Italia e si stabilisce a
San Remo. Nel 1941 si iscrive presso la Facoltà di Agraria
a Torino, abbandonando successivamente gli studi per
partecipare attivamente alla Resistenza italiana dal
settembre 1943. Dopo l'esperienza bellica decide di
riprendere il suo percorso di studi frequentando la Facoltà
di Lettere; di lì a poco entra in contatto con l'ambiente
culturale torinese e, in particolar modo, con la casa
editrice Einaudi per la quale pubblicherà Il sentiero dei nidi
di ragno nel 1947, immergendosi nello scenario
neorealista italiano.
La sua fama è legata principalmente alla stesura di
racconti, tra i più famosi ricordiamo il ciclo de I nostri
antenati che gli donò il successo presso il grande
pubblico. La sua esperienza si snoda tra letteratura e
politica, infatti il realismo letterario aveva forgiato una
generazione di giovani intellettuali tutti volti all'impegno
bellico e politico, utilizzando le proprie capacità per fornire
testimonianze ed esporre le proprie ideologie. Calvino
troverà in Elio Vittorini un fidato amico e una voce fuori dal