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INTRODUZIONE
Questo lavoro si pone l‟obiettivo di studiare ed analizzare la situazione energetica nazionale di
Spagna ed Italia, due paesi che sono per certi versi molto simili tra loro. Lo studio inizierà con la
definizione di alcuni concetti base, generalmente noti a tutti, ma che meritano delle precisazioni;
si continuerà poi con l‟analisi dell‟attuale mix energetico dei due paesi, mettendo a confronto
alcuni dati significativi, per poi concludere con la disamina degli scenari futuri a breve, medio e
lungo termine.
Il tutto verrà coadiuvato da un‟analisi economica che ci permetterà, da una parte, di studiare e
comparare i costi delle singole fonti energetiche rintracciandone i motivi principali, e dall‟altra
di capire meglio i costi finali pagati dall‟utente in bolletta, gli scenari possibili sui mercati
occupazionali legati all‟energia, gli investimenti in programma per i prossimi anni, l‟evoluzione
dei mercati di R&S per le varie fonti, ed infine l‟utilizzo dei vincoli ambientali in relazione ai
vincoli europei per guadagnare un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza.
Questo elaborato è il frutto di un lavoro effettuato sia in Italia che in Spagna, durante un
soggiorno di sei mesi in cui è stato possibile raccogliere numerose informazioni e dati
sull‟argomento; si è dunque effettuato un paragone tra gli scenari dei due paesi, sperando che ciò
renda lo studio più comprensibile e realistico.
CONCETTI BASE
Energia primaria, energia secondaria, energia finale, energia utile
L'energia è la capacità di compiere lavoro che un corpo o un sistema possiede in conseguenza del
suo stato, o che può cedere e acquistare al variare di questo.
Una fonte di energia viene definita primaria quando è presente in natura e quindi non deriva
dalla trasformazione di nessuna altra forma di energia (Turner, Pearce, 1991).
Si parla di energia primaria riferendosi alla disponibilità energetica offerta da fonti quali il sole,
il vento, le maree, ed anche i combustibili fossili come il petrolio. Tale energia non è
immediatamente fruibile, ma va trasformata prima di poter essere utilizzata: il petrolio, ad
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esempio, viene trasformato in benzina, l'energia solare in energia elettrica grazie ai pannelli
fotovoltaici o in acqua calda mediante pannelli solari. Quando avviene questa trasformazione si
parla di energia secondaria. Se l'energia resa disponibile dalla fonte primaria, oltre ad essere
stata trasformata, viene anche trasportata presso l'utenza finale, si parla di energia finale. Il
processo di utilizzo dell'energia finale, non essendo ideale in senso scientifico, comporta delle
perdite, e l‟energia rimanente al netto di tali perdite, è detta energia utile.
Qualunque massa, in ragione della sua energia potenziale potrebbe essere vista come una fonte
primaria di energia, perciò viene convenzionalmente utilizzata tale definizione solo per quelle
forme di energia direttamente e "facilmente" utilizzabili e che rispondono ai requisiti di
"concentrabilità", "indirizzabilità", "frazionabilità", "continuità" e "regolabilità".
Bilancio energetico
Il bilancio energetico è lo strumento utilizzato per analizzare la situazione energetica (domanda e
offerta) di un paese o di un‟area geografica; nel caso in cui tale bilancio si riferisca ad una
nazione viene chiamato bilancio energetico nazionale (B.E.N.).
Ogni bilancio energetico deve essere espresso in un‟ unica unità di misura, in modo da
consentire paragoni tra le varie voci, e tale unità di misura può essere scelta tra quelle
dell‟energia (kcal per il calore, joule per l‟energia e kwh per l‟elettricità) e quelle degli stock di
energia (barile per il petrolio, metri cubi per il gas, ecc).
L‟equazione fondamentale per elaborare un bilancio energetico è la seguente:
RISORSE = IMPIEGHI
dove per risorse si intende la somma di produzione ed importazione, mentre gli impieghi sono
dati dalla somma tra consumi finali, consumi non finali, perdite del settore energetico, variazione
delle scorte ed esportazioni.
Il B.E.N. è un indicatore molto importante delle attività energetiche di un paese e porta con sé
numerose informazioni che possono essere apprese e, nella maggior parte dei casi, anche
paragonate con quelle dell‟anno (o del periodo) precedente, in modo da avere un‟idea
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approfondita dell‟evoluzione del sistema energetico del paese preso in considerazione. Tra le
informazioni più importanti presenti in un B.E.N. e che verranno approfondite nei prossimi
capitoli ci sono: il grado di dipendenza energetica dall'estero, la struttura produttiva delle fonti di
energia primaria, le perdite di energia nella struttura di trasformazione e in quella di
distribuzione, la struttura della domanda di energia per ogni settore di impiego e per ogni fonte di
energia.
Il bilancio energetico può anche essere presentato in modo disaggregato, per rappresentare
singoli settori di consumo (energia consumata dall‟industria, dal settore terziario, dalle attività
casalinghe, ecc.) o singoli settori di produzione (energia primaria, secondaria, energia finale).
In linea teorica il B.E.N. rappresenta il flusso energetico dalla captazione all‟uso, ossia dall‟
energia primaria fino all‟ energia utile, ma nella maggior parte dei casi, quando non è espressa
alcuna indicazione, il bilancio energetico è utilizzato come indicatore di sintesi dell‟energia
finale, ossia come indicatore degli impieghi di energia in un paese (è esclusa quindi l‟energia
utile).
Il B.E.N. viene pubblicato annualmente in tutti i paesi dai ministeri di competenza, che sono il
“ministero dello sviluppo economico” per l‟Italia e il “ministerio de industria, turismo y
comercio” in Spagna.
Piano energetico nazionale
Il piano energetico nazionale (P.E.N.) è un documento programmatico con il quale si tracciano le
linee guida per gli investimenti e lo sfruttamento dell‟energia nel paese preso in considerazione;
tali linee guida vengono poi, solitamente, recepite con apposite leggi o decreti.
A differenza del bilancio energetico, il P.E.N. non riguarda il passato ma il futuro: si deve in
sostanza scegliere su quali fonti primarie investire, se e quanto ricorrere all‟importazione di
energia ed eventualmente da quali fonti, quali interventi effettuare sul mercato della produzione
e della distribuzione e come recepire le normative europee in materia di energia.
Il P.E.N. riguarda periodi di tempo lunghi (piano triennale, quinquennale, ventennale), ed ogni
anno può essere modificato, integrato, o anche sostituito da un nuovo documento che prenda atto
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delle eventuali stime errate o dei cambiamenti di politica energetica eventualmente sopraggiunti
in seguito rispetto al momento di pubblicazione del piano originale.
Il ministero di competenza è solitamente lo stesso che si occupa del B.E.N. ma gli studi per il
piano energetico vengono svolti in strettissima collaborazione con altri ministeri, quali ad
esempio il ministero dell‟ambiente ed il ministero dell‟economia, ed in seguito sono sottoposti al
vaglio del consiglio dei ministri e dell‟intero parlamento.
Breve storia del Piano Energetico Nazionale italiano
Il primo piano energetico nazionale italiano risale all‟anno 1975, ma le stime di fabbisogno
energetico contenuto al suo interno furono riviste al ribasso due anni dopo, nel 1977, in una
seconda versione del P.E.N. La terza, e sostanzialmente ultima, redazione del piano energetico
nazionale italiano risale al 1981, con un aggiornamento nel 1985; da quell‟anno in poi nessun
piano energetico fu più ufficialmente promulgato, anche se nel 1988 venne redatto un nuovo
P.E.N. che però non fu mai attuato.
Ad oggi l‟Italia è una delle pochissime nazioni d‟Europa a non avere una programmazione
energetica ufficiale, e ciò accade ormai da più di venti anni, poiché le ultime tracce di un “piano
d‟azione” risalgono alle leggi 9 e 10 del 1991 (in materia di incentivi del CIP6/92) e alla
“Conferenza Energia e Ambiente” del 1988, che però non ebbe conseguenze di legge, se non per
le parti poi entrate nei decreti del 1999 per la liberalizzazione dei mercati energetici.
In tempi recenti si è parlato molto dell‟esigenza di approvare un nuovo piano energetico
nazionale nel quale il Governo voleva inserire, tra le fonti di approvvigionamento, anche nuove
centrali nucleari (le quattro che erano state costruite negli anni ‟70 erano state già bloccate nel
1987 dalla volontà popolare espressa da un referendum abrogativo). Prima che il Parlamento si
esprimesse, però, un secondo referendum ha definitivamente bloccato la costruzione di queste
nuove centrali nucleari che, comunque, erano ancora a livello di semplici intenti visto che non
erano neppure stati localizzati i siti dove costruirle e, tanto meno, il luogo di stoccaggio delle
scorie.
Attualmente l‟Italia non è dotata di un P.E.N. e, anche se la discussione sull‟argomento
energetico è più che mai aperta, non si intravedono sviluppi positivi circa la sua redazione,
almeno in tempi relativamente brevi.