sostegno delle famiglie e delle imprese: le Banche Centrali di tutto il mondo ed i governi nazionali
hanno intrapreso azioni forti, riducendo ampiamente i tassi di interesse nominali per ridare slancio al
mercato del credito ed influenzare positivamente consumi ed investimenti, ed aumentando
pesantemente la spesa pubblica e/o riducendo il prelievo fiscale per dare sollievo ai bilanci delle
imprese e delle famiglie. Le strategie economiche intraprese dagli organismi internazionali e nazionali
rappresentano un importante tema di discussione, soprattutto in un contesto mondiale contraddistinto
da una forte incertezza come quello attuale dove il dibattito riguardo alle scelte ottimali da prendere è
particolarmente acceso. Tuttavia non bisogna sottovalutare ciò che ha preceduto il materializzarsi della
recessione, e quindi le decisioni di politica economica degli anni passati, in quanto anch’esse hanno
contribuito a forgiare il destino del sistema economico globale.
L’obiettivo di questa tesi sarà dunque quello di analizzare le cause che hanno originato la recessione
economica internazionale, ed i meccanismi di propagazione che hanno fatto sì che il fenomeno
investisse l’economia mondiale, in quanto appare abbastanza riduttivo imputarne la diffusione
solamente all’elevato grado di integrazione ormai raggiunto dai sistemi economici dei vari Paesi.
L’analisi verterà sul rapporto che contraddistingue Stati Uniti ed Europa, con particolare attenzione
all’Area Euro.
Nel contesto della crisi verrà approfondito il cammino di Italia e Spagna, dalla nascita dell’Unione
Monetaria Europea fino alla recessione: due Paesi membri dell’Area Euro spesso considerati come due
anelli deboli della nuova realtà Europea e caratterizzati da aspetti economici contrapposti. Nel
panorama mondiale sono noti gli storici problemi dell’Italia in merito all’elevato livello del suo debito
pubblico ed i pregi della Spagna per il suo tasso di crescita economica sostenuto registrato negli ultimi
anni. Risulterà interessante analizzare gli effetti che la recessione sta avendo su queste due realtà e gli
interventi portati avanti fino a questo momento per contrastarla, oltre alle previsioni per l’immediato
futuro.
Le decisioni di politica economica prese prima del 2007 rivestiranno altresì una parte importante di
questo lavoro, in quanto si ritiene sia importante capire che ruolo hanno avuto gli interventi di politica
monetaria e fiscale nel corso del tempo. In sostanza l’entità delle azioni intraprese nel corso del 2008 e
del 2009 sono figlie delle decisioni prese in passato, sia a livello sovranazionale che locale.
L’analisi si articolerà in 5 capitoli. Il primo avrà il compito di presentare uno schema teorico che
fungerà da punto di riferimento per l’analisi dei dati e per la valutazione delle politiche
macroeconomiche intraprese negli Stati Uniti ed in Europa. Nei capitoli successivi ci si avvarrà di una
vasta serie di indicatori economici, tra cui il tasso di crescita del PIL in termini reali, il tasso di
inflazione ed il tasso di disoccupazione all’interno del secondo capitolo: i dati sul loro andamento
evidenzieranno l’evoluzione cronologica della crisi internazionale, tuttavia da soli non permetterebbero
di comprendere il legame che intercorre tra di loro e cosa ne induce una variazione. Questa è la
motivazione principale per cui si è deciso di ricorrere ad uno schema teorico di riferimento, non
particolarmente complesso, il cui compito sarà quello di sottolineare il rapporto che sussiste tra
inflazione, disoccupazione e tasso di interesse nominale e la loro relazione in termini di orizzonte
temporale. Il modello verrà adattato al contesto di questo lavoro, cioè si terrà conto della
sovranazionalità della politica monetaria nell’Area Euro, al contrario di inflazione e disoccupazione
che differiscono a seconda dei Paesi membri. Con l’ausilio dell’impianto teorico si intende spiegare in
che modo la politica monetaria abbia agito in maniera diversa in Italia ed in Spagna e sottolineare il
fatto che i governi di questi due Paesi possono solamente ricorrere alla politica fiscale per ovviare agli
inconvenienti connessi a shocks negativi di domanda e/o offerta aggregata, in presenza di una politica
monetaria che viene definita a seconda delle esigenze dell’intera Area dell’Euro.
All’interno del secondo capitolo verrà offerta una cronologia degli accadimenti alla base della
recessione, ponendo l’accento da un lato sull’imprevedibilità degli eventi che si sono verificati e
dall’altro sugli errori commessi dagli organismi internazionali e da alcuni istituti di credito Americani,
come la Lehman Brothers Holdings Inc., Freddie Mac e Fannie Mae. Si procederà all’osservazione di
una prima serie di dati, riguardanti l’andamento del tasso di crescita del PIL in termini reali, del tasso di
inflazione e del tasso di disoccupazione, durante il periodo 1999 – 2008 (cioè a partire dall’entrata in
vigore della moneta unica Europea). I dati raccolti serviranno a descrivere l’evoluzione dell’economia
Statunitense e di quella Europea durante questo periodo, nonché di quella Italiana e di quella Spagnola.
All’interno di questa parte verranno riportate anche delle stime per queste aree per quanto concerne il
biennio 2009 – 2010: si è cercato di fornire previsioni accurate in merito a questi indicatori economici e
agli altri che seguiranno nei capitoli successivi, nonostante si tratti di valori in evoluzione per via della
continua revisione delle stime da parte degli organismi internazionali preposti a questa funzione (come
l’Ocse o il Fondo Monetario Internazionale). Nella parte finale verrà messa a confronto la recessione
con il rallentamento economico verificatosi durante il triennio 2001 – 2003, evidenziando come in
quell’occasione si fosse trattato di un fenomeno di dimensioni nettamente minori e non generalizzato
come nel caso della crisi attuale. Si concluderà con alcune valutazioni connesse alle previsioni per il
prossimo futuro, soprattutto relativamente ad eventuali possibili rischi di deflazione per l’Area Euro.
Il terzo è un capitolo abbastanza descrittivo, all’interno del quale si forniranno inizialmente dati in
merito alla dinamica della produzione industriale tra il 1999 ed il 2009 (tra il primo trimestre del 1999
ed il secondo del 2009), con attenzione al settore immobiliare ed al settore automobilistico. In secondo
luogo l’attenzione verrà posta su esportazioni ed importazioni, identificando i primi 10 partners
commerciali di Italia e Spagna ed individuando nel tipo di beni scambiati con i partners più importanti
una motivazione per cui le relazioni commerciali della Spagna hanno retto leggermente di più rispetto a
quelle dell’Italia durante la recessione. Inoltre si approfondiranno le ragioni per cui le esportazioni
Statunitensi hanno registrato una flessione minore rispetto a quelle Europee tra il 2007 ed il 2009,
individuando una delle ragioni principali nell’evoluzione del tasso di cambio Euro/Dollaro. Nella parte
conclusiva verranno forniti dati inerenti all’andamento di consumi ed investimenti durante il periodo
1999 – 2009, e si analizzeranno le politiche perseguite dai governi e dagli organismi internazionali per
stimolarne la ripresa per il biennio 2009 – 2010. Il quarto capitolo verterà su uno dei due strumenti
principali di politica macroeconomica, vale a dire la politica monetaria, e sull’andamento del tasso di
interesse nominale e reale in Europa e negli Stati Uniti. In primo luogo ci si concentrerà sugli interventi
della Banca Centrale Europea e della Federal Reserve tra il 1999 ed il 2009, definendo il rapporto che
intercorre tra questi due organismi ed evidenziando il comportamento di “follower” che in determinati
momenti della storia ha caratterizzato la BCE, nonostante le due banche abbiano diversi mandati (la
BCE presta maggiore attenzione della FED verso il mantenimento della stabilità dei prezzi e dunque
verso il contenimento del tasso di inflazione). Successivamente verranno approfonditi i diversi effetti
che le scelte di politica monetaria Europea hanno avuto su Italia e Spagna, in misura rilevante sulle
dimensioni della recessione, che sì ha colpito tutti i Paesi, ma non ha generato lo stesso tipo di
ripercussioni a livello qualitativo. Si porrà l’accento da un lato sul ruolo che ha giocato il settore
immobiliare nella forte espansione economica della Spagna, sviluppatasi durante il quinquennio che ha
preceduto la crisi finanziaria Americana, e dall’altro su come la dipendenza da questo settore abbia
contribuito ad amplificare l’impatto della recessione mondiale sull’economia Spagnola, rappresentando
quindi un’arma a doppio taglio. A questo proposito verranno proposti due approfondimenti: attraverso
il primo, relativo all’andamento del tasso d’interesse reale nell’Area Euro, in Italia ed in Spagna, si
potrà osservare che in Spagna il tasso di interesse reale è stato persistentemente moderato, e addirittura
negativo durante il quinquennio 2002 –2006 e che questa è stata una delle cause centrali dell’elevata
domanda di immobili; il secondo mostrerà, attraverso un confronto tra l’andamento del tasso di
interesse nominale e la regola di Taylor tra il 1999 ed il 2009, quali sarebbero dovute essere le
decisioni di politica monetaria in Europa e negli Stati Uniti se la Banca Centrale Europea avesse potuto
anticipare correttamente l’evoluzione del tasso di inflazione nel tempo. Si concluderà il capitolo
constatando che i mezzi a disposizione della FED e della BCE sono quasi giunti ad esaurimento per via
dei ripetuti tagli del tasso di interesse nominale di riferimento operati tra il 2008 ed il 2009, e che
grande importanza rivestiranno a questo punto gli interventi fiscali di stimolo all’economia a carico dei
governi nazionali.
All’interno dell’ultimo capitolo ci si concentrerà sul secondo strumento di politica macroeconomica,
cioè la politica fiscale, ed in particolare sull’importanza che ha assunto per i Paesi membri dell’Area
Euro, i quali non possono fare affidamento sulla politica monetaria in quanto gestita da un organismo
sovranazionale (la BCE). Si approfondirà il nesso che sussiste tra l’entità del debito e del disavanzo
pubblico e l’entità degli interventi fiscali che un Paese può attuare, in quanto un elevato indebitamento
impedisce ad un governo di poter liberamente portare avanti azioni discrezionali di sostegno
all’economia nazionale. A questo riguardo si procederà ad analizzare la situazione delle finanze
pubbliche di Italia e Spagna, evidenziando le difficoltà connesse alla presenza di un elevato debito
pubblico in Italia e i vantaggi legati all’esistenza di un debito pubblico modesto in Spagna, unito ad un
avanzo pubblico che ha contraddistinto questo Paese durante il triennio 2005 – 2007: la virtuosità delle
finanze pubbliche Spagnole rappresenta la motivazione principale per cui questo Paese sarà in grado di
intervenire in maniera decisa per stimolare la ripresa della crescita economica nazionale. Si
approfondirà anche l’incidenza del Rischio paese sulla dinamica del debito pubblico di questi due
Paesi, attraverso l’analisi degli spread tra i buoni del tesoro di Italia e Spagna e quelli Tedeschi ed il
nesso tra titoli di Stato e titoli finanziari derivati (con attenzione ai Credit Default Swaps). Nella parte
finale verrà trattato il nesso tra indebitamento privato e debito pubblico, un tema di forte attualità. Le
conclusioni avranno il ruolo di fornire un commento sulle politiche macroeconomiche perseguite in
Europa e Stati Uniti per contrastare la recessione e di soffermarsi sui problemi che caratterizzeranno il
panorama internazionale una volta che la crisi internazionale avrà terminato il suo corso. Se da un lato
l’attenzione delle istituzioni internazionali e dei governi nazionali verte sul presente e sugli interventi
da sostenere per produrre la ripresa economica, non bisogna sottovalutare la situazione in cui ci si
troverà a partire dal 2010, individuato come l’anno della ripresa. L’eccesso di spesa pubblica al quale
sostanzialmente tutti i Paesi stanno ricorrendo implicherà un aumento rilevante dell’indebitamento
pubblico, che per alcuni governi ed in special modo quello Italiano, potrebbe rappresentare un
problema difficile da affrontare. Tuttavia vi sarà un altro aspetto da considerare, cioè l’evoluzione del
tasso di disoccupazione. Gli organismi internazionali potrebbero trovarsi di fronte ad un dilemma di
non poco conto, vale a dire dover scegliere tra azioni volte alla riduzione del debito pubblico o
interventi mirati all’aumento dell’occupazione, e dunque alle prese con una convalescenza non facile,
se si considera anche la dinamica del tasso di disoccupazione tra gli anni 80 e i giorni nostri: gli shocks
di allora causarono un aumento rilevante del tasso di disoccupazione, mai più riassorbito in Europa. E’
auspicabile che questo non si verifichi nuovamente.
1. UNO SCHEMA TEORICO PER L’ANALISI DEI DATI
1.1 Introduzione
L’obiettivo di questo lavoro è quello di analizzare l’evoluzione della crisi economica internazionale,
prestando particolare attenzione alle ragioni del suo divampare, alle decisioni prese al fine di arginarne
gli effetti, ed a scenari futuri possibili. Verrà osservato ciò che sta accadendo nell’Area Euro e, in
particolare, si tenterà di capire come due Paesi, Italia e Spagna, spesso considerati anelli deboli
dell’Unione Europea, stiano affrontando la recessione. Per una corretta analisi della situazione attuale,
sarà necessario prendere in considerazione anche le decisioni di politica economica prese in passato: vi
è una stretta correlazione tra le politiche economiche intraprese nell’ultimo decennio e la genesi della
recessione economica, dunque non si potrà prescindere dall’analizzare le scelte di politica fiscale e di
politica monetaria che hanno accompagnato il cammino dei Paesi dell’Area Euro ed in particolare di
Italia e Spagna, dall’introduzione della moneta unica fino ai giorni nostri.
A questo proposito, è importante ricordare come, a causa dell’entrata in vigore dell’Euro, le decisioni
di politica monetaria vengano adesso prese a livello sovranazionale e non dai governi nazionali,
nonostante ovviamente producano effetti differenti all’interno dei Paesi membri. Di conseguenza,
verranno forniti una serie di dati economici inerenti agli ultimi dieci anni, vale a dire dall’entrata in
vigore dell’Euro, e ci si soffermerà con maggiore attenzione sui dati riguardanti gli ultimi due anni.
L’analisi di tali indicatori economici renderà più semplice capire i motivi alla base della recessione
economica internazionale e ci permetterà in fase conclusiva di formulare alcune previsioni in merito
all’evoluzione della crisi. Tuttavia, non sarà sufficiente osservarne isolatamente l’andamento, ma sarà
necessario analizzarne la dinamica in maniera congiunta per poter offrire una spiegazione economica
motivata: per questa ragione ci si affiderà ad un modello teorico, che in particolare ci permetterà di
individuare il nesso tra decisioni di politica monetaria ed evoluzione di disoccupazione ed inflazione, e
di evidenziare come sia stato uno shock della domanda aggregata a causare la recessione economica
attuale. Nel nostro caso dunque, verrà utilizzato un semplice impianto teorico che fungerà da filo
conduttore nel proseguio di questo lavoro.
1.2 Uno schema teorico per l’Area Euro e per le economie nazionali
Il modello che utilizzeremo in questa sede è dato da un sistema di tre equazioni, che analizza
dinamicamente e congiuntamente il comportamento di tre variabili macroeconomiche: tasso di
inflazione, tasso di disoccupazione e tasso d’interesse. Inflazione e disoccupazione sono due grandezze
importanti attraverso le quali è possibile valutare lo stato di salute di un’economia: durante periodi di
crisi, diversi Paesi sono risultati affetti da elevata inflazione o elevata disoccupazione, patologie che
solitamente causano problemi rilevanti per le economie di queste aree (in un Paese affetto da elevata
disoccupazione il potere contrattuale dei lavoratori diminuisce e questo provoca una riduzione dei
salari e quindi del potere d’acquisto degli individui, mentre in presenza di elevata inflazione, il reddito
reale diminuisce, e di conseguenza anche in questo caso il potere d’acquisto). Il tasso di interesse è la
variabile chiave attraverso cui le banche centrali operano le proprie scelte di politica monetaria. Un
sistema di tre equazioni simile è già stato utilizzato per analizzare le relazioni che intercorrono tra le
decisioni di politica monetaria e le principali variabili macroeconomiche1. Successivamente questo
impianto teorico è stato utilizzato per analizzare la dinamica congiunta di inflazione, disoccupazione e
tasso d’interesse negli Stati Uniti a partire dal 19802. In questa sede il modello verrà “adattato” secondo
le nostre esigenze per poter analizzare la dinamica di inflazione e disoccupazione dal punto di vista dei
due Paesi oggetto di questo lavoro (Italia e Spagna per l’appunto) e osservare come la politica
monetaria Europea possa produrre effetti diversi a seconda delle diverse realtà nazionali.