emergenti di Oxford, una serie di incontri (il gioved� sera nelle sue
stanze di All Souls) in cui veniva discussa la validit� delle
posizioni neo-positiviste proposte dagli esponenti del �Circolo di
Vienna�. Rievocando quei dibattiti, Berlin sottolinea la sensazione
di �vera felicit� intellettuale� che ad essi si accompagnava; essi si
rivelarono, inoltre, un esercizio intellettuale decisivo per
consentirgli di acquisire l�agilit� caratteristica del suo pensiero. A
ben vedere, per�, fu piuttosto il lungo e paziente lavoro sulle
tracce delle idee di Marx ad influenzare per il resto della vita il
suo modo di intendere il proprio impegno intellettuale.
L�avvento della Seconda Guerra mondiale mise Berlin a
diretto contatto con la vita politica del suo tempo: per tutto il
1941 lavor� presso il British Press Service di New York con lo
scopo di favorire l�entrata americana nel conflitto, e poi, dal 1942
al 1945 redasse rapporti a proposito del modo in cui l�Inghilterra
veniva descritta dalla stampa statunitense per il Foreign Office
britannico. Da questi incarichi ebbe non solo un punto
d�osservazione privilegiato sugli eventi, ma anche la possibilit� di
influire direttamente sulle vicende del sionismo che, in quegli
anni, stava individuando negli Stati Uniti il terminale della
propria fiducia. A guerra finita assunse ancora un ultimo incarico
per conto del Foreign Office recandosi in Unione Sovietica per
fornire un rapporto sulla situazione post-bellica di questo paese.
Il viaggio consent� a Berlin di incontrare Boris Pasternak ed Anna
Achmatova e di apprezzare come entrambi fossero riusciti a
trovare il modo di tenere viva le propria dignit� pur sottostando
ad un regime che, non potendo eliminarli per la loro enorme
popolarit�, li aveva comunque sottoposti ad enormi privazioni.
Berlin non abbandoner� mai la grande ammirazione nei confronti
della capacit� di questi due autori di mantenere la propria
integrit� e, al tempo stesso, sar� sempre accompagnato da una
sensazione di rigetto per ogni forma di governo che non tuteli la
libert� politica dei propri cittadini.
Le vicende intercorse tra l�ammissione ad All Souls ed il
ritorno dal viaggio in URSS, nell�aprile del 1946, forniscono le
coordinate per comprendere i tratti salienti della vita che Berlin
condusse da quegli anni fino alla sua morte, avvenuta a Londra il
4 novembre 1997. Egli, infatti, nel tentativo di elaborare un
pensiero che fosse in grado di rispondere alle variegate urgenze di
volta in volta mostrate dalla realt� socio-politica in cui viveva, non
si addentr� in sofisticate analisi dell�esperienza linguistica umana
ma prefer� declinare il proprio impegno filosofico nel campo della
storia delle idee. Convinto del decisivo potere che le idee hanno
nel modificare le vicende umane, di fronte alle difficolt� che il
tempo presente gli mostrava, si avventurava in un�attivit� di
analisi della storia di quei concetti i cui esiti a suo avviso erano
stati decisivi per produrre quelle situazioni; egli cercava di
comprendere che senso avessero avuto per quanti li avevano
formulati e quali fossero le vicende che avevano condotto a quegli
esiti; in tal modo, infatti, evitava di vedere i loro esiti negativi
come il loro unico volto e, cos�, si apriva la possibilit� per trovare
una strada che gli consentisse di non dover soccombere ad essi e
alle difficolt� che avevano contribuito a creare
2
.
2
Di fronte alla morale basata sulla fede negli ideali propria delle dittature
fasciste, ad esempio, Berlin analizza la storia dell�idea romantica di
�autenticit�� che, per lui, ha condotto a queste posizioni. In forza di questa
analisi, l�autore constata come nella sua origine questa idea non avesse
quelle implicazioni politiche e come, pertanto, non fosse necessario pensare
che, considerare l�autenticit� un valore, dovesse necessariamente condurre a
posizioni fasciste.
Questo tipo di ricerche lo condusse nelle direzioni pi�
disparate (da Montesquieu a Sorel, da Vico a Belinskij) e, inoltre,
si affianc� anche ad analisi dirette a ricostruire le vicende di
personaggi di spicco della vita politica e culturale a lui
contemporanea.
Proprio la molteplicit� dei suoi interessi � un aspetto che
crea non poche difficolt� a chi cerchi una prospettiva efficace per
guardare alle sue opere. Nel primo capitolo, pertanto, individuato
nel suo costante impegno intellettuale il principale elemento di
continuit� all�interno delle sue opere, cercher� di mostrare come
esso offra un punto di vista che consente di guardare alle opere di
Berlin cercando in esse indicazioni a proposito della libert� che
pu� esercitare un uomo immerso in una fitta rete di legami.
In questa luce, quindi, nel secondo capitolo, affronter� la
visione berliniana della storia evidenziando come essa si opponga
ad ogni forma di determinismo; cercher�, inoltre, di mostrare
come da queste riflessioni emerga la possibilit� di pensare la
libert� non come indipendenza dai legami che caratterizzano ogni
uomo, ma come un modo di stare in essi.
Nel terzo capitolo, poi, delineer� quale sia la proposta
politica formulata dall�autore, sottolineando il ruolo centrale che
in essa gioca la difesa della �libert� negativa� e quella del
�pluralismo dei valori�. A partire da queste considerazioni, inoltre,
tenter� di mettere in luce l�importanza del gesto della scelta per
consentire all�uomo, calato in un trama di relazioni, di agire
liberamente.
Oltre a queste indicazioni sul modo di pensare la libert�,
per�, la lettura dei testi berliniani mostra anche l�incompiutezza
che sempre affligge gli atti umani di libert�; in una breve
appendice, pertanto, cercher� di chiarire come proprio il
riconoscimento di tale limite sia decisivo per consentire all�uomo
di essere libero.
EDIZIONI DELLE OPERE E SIGLE
- Karl Marx: His Life and Environment, Oxford University Press,
London-New York 1978; ed. it. Karl Marx, La Nuova Italia,
Scandicci (Firenze) 1994; indicato con KM.
- Four Essays on Liberty, Oxford University Press, London-New
York 1969; ed. it. Quattro saggi sulla libertà, Feltrinelli, Milano
1989; indicato con QL.
- Vico and Herder: Two Studies in the History of Ideas, Hogarth
Press, London 1976; ed. it. Vico ed Herder. Due studi sulla
storia delle idee, Armando, Roma 1978; indicato con VH.
- Russian Thinkers, Hogarth Press, London 1978; ed. it. Il riccio e
la volpe, Adelphi, Milano 1998
2
; indicato con RV.
- Concepts and Categories: Philosophical Essays, Hogarth Press,
London 1978; indicato con CC.
- Against the Current: Essays in the History of Ideas, Hogarth
Press, London 1979; ed. it. Controcorrente. Saggi di storia delle
idee, Adelphi, Milano 2000; indicato Co.
- Personal Impressions, Hogarth Press, London 1980; ed. it.
Impressioni personali, Adelphi, Milano 1989; indicato con IP.
- The Crooked Timber of Humanity: Chapters in the History of
Ideas, John Murray, London 1990; ed. it. Il legno storto
dell’umanità. Capitoli della storia delle idee, Adelphi, Milano
1996
2
; indicato con LSU.
- The Magus of the North: J.G. Hamann and the Origins of Modern
Irrationalism, John Murray, London 1993; ed. it. Il mago del
nord, Adelphi, Milano 1997; indicato con MN.
- The Sense of Reality: Studies in Ideas and their History, Chatto
and Windus, London 1996; ed. it. Il senso della realtà. Studi
sulle idee e la loro storia, Adelphi, Milano 1998; indicato con
SR.
- The Proper Study of Mankind: an Anthology of Essays, Chatto
and Windus, London 1997; indicato con PSM.
- The Roots of Romanticism. The A.W. Mellon Lectures in the Fine
Arts, 1965, The Trustees of the National Gallery of Art,
Washington, DC 1999; ed. it. Le radici del romanticismo,
Adelphi, Milano 2001; indicato con RR.
1 Una prospettiva su Berlin
1 La scelta per il pensiero
L�impegno dedicato da Isaiah Berlin all�indagine intellettuale
� una costante che caratterizza tutta la sua vita; questo, pertanto,
� il punto da cui vorrei partire per prendere in esame la sua
variegata opera.
Due ordini di considerazioni, per�, mettono in dubbio
l�efficacia di questa scelta.
In prima battuta, infatti, l�ampio ventaglio degli interessi
berliniani sembra rendere vano il tentativo di ritrovare al loro
interno un elemento di continuit� che non sia dovuto a mera
casualit�
3
. Lo pu� facilmente notare chiunque cerchi di
rintracciare un denominatore comune tra i suoi molti scritti
raccolti nella dettagliatissima bibliografia curata da H. Hardy
4
.
Neppure restringendo il campo dell�analisi alle opere edite a cura
dello stesso Berlin e poi a quelle pubblicate a cura di H. Hardy a
partire dagli anni 70, si otterrebbe un risultato molto diverso
5
.
Pur non prendendo in considerazione i saggi di critica musicale e
la maggior parte di quelli di stampo prevalentemente giornalistico,
infatti, l�opus berliniano resta caratterizzato da quelli che paiono
interessi irriducibilmente disparati: dalle origini del romanticismo
alla intelligencija russa, dalla societ� che lo circonda con le sue
3
In quest�ottica, il fatto che l�autore sia stato condotto, dai suoi vari
interessi, a dedicarsi sempre ad una qualche forma di analisi concettuale,
rappresenterebbe, quindi, un dato puramente occasionale e non offrirebbe
alcuna via d�accesso per riuscire a comprendere i tratti peculiari della
riflessione berliniana.
4
Si veda A Bibliography of Isaiah Berlin posta in appendice a Co.
5
Si veda di seguito, Bibliografia, pp. 160-171.
personalit� a temi di specifica rilevanza logico-filosofica, dall�arte
alla filosofia della politica
6
.
In seconda battuta, poi, una confessione fatta da Berlin
nell�introduzione di Concepts and Categories sembra mettere in
dubbio il fatto stesso che si possa parlare di una scelta
caratterizzante per intero la sua vita; in essa, infatti, Berlin
distingue due fasi all�interno del proprio percorso intellettuale:
Arrivai alla conclusione che avrei preferito un campo in cui uno
potesse sperare di conoscere alla fine della propria vita pi� di quanto
sapesse quando aveva cominciato; e perci� lasciai la filosofia per il campo
della storia delle idee, che per molti anni aveva assorbito i miei interessi
7
.
Dunque, stando a questa testimonianza, c�� stato un
momento in cui l�autore avrebbe deciso di spostare la direzione
dei propri interessi dal campo della filosofia a quello della storia
delle idee. Sembrerebbe inefficace, perci�, mettere in campo una
prospettiva che, prendendo come suo �punto di fuga� il costante
impegno intellettuale dell�autore, ignorasse questo fatto.
Di fronte a queste considerazioni ci� che fa problema non �
tanto non riuscire a decidersi su come definire l�autore (filosofo,
storico delle idee, acuto osservatore di un�epoca), quanto faticare
a trovare una prospettiva che consenta di confrontarsi con le
svariate modalit� della sua espressione, senza perdersi tra esse.
6
Sulla difficolt� di individuare un�unit� tra gli scritti di Berlin � molto efficace
un passaggio di Bobbio: �Da buon saggista ha sparso le sue idee ai quattro
venti [�] come tutti gli scrittori che indugiano nell�analisi e nella critica, non
si � mai preoccupato della sintesi. [�] L�unit�, la sintesi, il sistema bisogna
andarli a cercare�. N. BOBBIO, Il liberalismo di Berlin, in «Rivista Storica
Italiana», XCII (1980), pp. 612-620
7
Author’s Preface, in CC, p. viii, traduzione mia.
Nelle sezioni di questo paragrafo, pertanto, cercher�, in
primo luogo, di vedere se sia inevitabile che i variopinti interessi
berliniani conducano all�impossibilit� di rintracciare un efficace
�filo rosso� al loro interno; in secondo luogo, poi, cercher� di
considerare se sia possibile individuare un rapporto tra filosofia e
storia delle idee che renda plausibile parlare di una scelta per
l�indagine intellettuale caratterizzante tutta la vita dell�autore.
Nell�ultima sezione, infine, appoggiandomi su quanto emerso
nelle prime due, metter� in evidenza come cercare di
comprendere quale sia il valore attribuito da Berlin al pensiero sia
un buon punto di partenza per impostare la mia prospettiva
sull�autore.
1.1 The Hedgehog and the Fox
8
Di fronte alla constatazione della molteplicit� degli interessi
berliniani far riferimento ad un saggio, dal titolo The Hedgehog
and the Fox, in cui Berlin si trova a dover affrontare un problema
simile, consente di non rinunciare all�idea di rintracciare un �filo
rosso� all�interno delle sue opere.
In esso, l�autore cerca di fornire un�interpretazione della
teoria della storia di Tolstoj che tenga conto non solo dell�esplicita
elaborazione, fondata sull�esistenza di leggi che determinano e
danno unit� al corso storico, formulata dall�autore russo, ma
anche dell�interesse per i pi� vari aspetti della realt� storica che
emerge costantemente all�interno delle sue opere.
Vedere come Sir Isaiah riesca ad affrontare le difficolt� che
gli vengono dalla multiformit� degli interessi di Tolstoj, dunque,
8
The Hedgehog and the Fox, ed. it. Il riccio e la volpe, in RV.
pu� fornire un�indicazione su come comportarsi di fronte
all�irriducibile molteplicit� delle direzioni intraprese dalla sua
riflessione. Gi� le prime pagine del saggio sembrano fornire uno
spunto decisivo; per trovare una chiave che gli consenta di
accedere al pensiero dell�autore russo, infatti, Berlin parte da un
verso di Archiloco («la volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una
grande»)
9
che gli offre l�occasione per formulare una distinzione
tra due tipologie di autori. Da una parte egli mette i «ricci», cio�
quegli autori che cercano di integrare ci� che sanno all�interno di
una visione complessiva della realt�, dall�altra, invece, pone le
«volpi», ovvero quelli che non si preoccupano per nulla di
collegare tra loro le proprie conoscenze. Stando a quanto visto
sinora, dunque, se applicassimo questa distinzione allo stesso
Berlin, potremmo concludere che l�autore britannico � una volpe,
con conoscenze tanto varie quanto eterogenee, per cui
risulterebbe ozioso qualsiasi tentativo di rintracciare una qualche
continuit� all�interno della sua opera
10
.
Una lettura che non si fermi soltanto sulla soglia del saggio
preso in esame, per�, mette in dubbio questa convinzione. Se
osserviamo il dipanarsi dell�analisi berliniana di Tolstoj, infatti,
emergono due notazioni che mostrano l�inadeguatezza di
un�interpretazione eccessivamente rigida della distinzione «riccio-
volpe».
9
Russia and 1848, ed. it. La Russia e il 1948, in RV, p. 71.
10
Questa, infatti, fu la convinzione che si diffuse tra molti dei suoi amici non
appena egli formul� la distinzione tra �autori-ricci� e �autori-volpi�. Ci dice,
in proposito, Ignatieff: �Molti suoi amici lo vedevano come un�arcivolpe �
vivace, astuta, brillante che sfrecciava da un argomento all�altro, schivando
ogni trappola». M. IGNATIEFF, Isaiah Berlin. A Life, Chatto and Windus,
London 1998; ed. it. Isaiah Berlin. Ironia e libertà, Carocci, Roma 2000, trad.
it. F. Olivieri, p. 192.
In primo luogo, si pu� vedere che, secondo Berlin, l�autore
russo non pu� essere collocato in nessuna delle due categorie
poich�, pur avendo una natura da «volpe», desidera e cerca di
agire da «riccio». In secondo luogo, poi, seguendo l�impostazione
berliniana, le ragioni della frattura fra la natura ed i desideri di
Tolstoj sono da individuarsi non tanto in un�inevitabile
divaricazione tra unit� e molteplicit�, quanto, piuttosto,
nell�incapacit� dell�autore russo di leggere il rapporto tra questi
due elementi secondo un�ottica diversa da quella del conflitto.
Quest�ultima osservazione lascia intravedere la percorribilit�
di un�interpretazione meno schematica dell�immagine archilochea;
� molto efficace a questo proposito un�osservazione di
Buongiovanni, che, cercando di interpretare la figura di Marx alla
luce del verso del poeta greco, dice:
E, d�altra parte, se non fosse �ontologicamente� riccio, se non anelasse
al possesso del �senso� e della direzione, non saprebbe neppure trasformarsi
in volpe. [�] Forse il suo destino � quello di tutti. Forse nessuno � solo
riccio. Forse nessuno � solo volpe
11
.
In quest�ottica, dunque, �riccio� e �volpe� non paiono pi� due
termini in contrapposizione quanto, piuttosto, due elementi di
una medesima dinamica
12
.
11
B. BUONGIOVANNI, Presentazione a I. BERLIN, Karl Marx, La Nuova
Italia, Firenze 1994, p. XXVIII.
12
Proprio questa, mi pare, � la lettura suggerita da Ignatieff; egli, infatti, dopo
aver registrato la posizione degli amici di Berlin a proposito della sua natura
di �arcivolpe� (si veda sopra, p. 4 ), afferma: � Eppure in lui esisteva anche
l�altro tipo di volpe, quello che anela a essere riccio, a sentire una cosa sola
con maggiore verit� e intensit� rispetto a tutto il resto». M. IGNATIEFF,
Isaiah Berlin. A Life, op. cit., p. 192.
Sulla scia della considerazione di Buongiovanni, quindi, il
verso di Archiloco pare suggerire, anzich� negare, l�esistenza di
un �filo rosso� tra le opere di Berlin.
1.2 Filosofia e storia delle idee
Nonostante la �confessione� berliniana cui ho fatto
riferimento poco sopra, non credo sia possibile individuare un
netto spartiacque che consenta di distinguere un periodo in cui
l�autore si � interessato di filosofia da un altro in cui si � dedicato
alla storia delle idee.
Molte delle opere che dovrebbero stare sul secondo versante,
infatti, trattano argomenti che mi pare impossibile considerare
non pertinenti con la riflessione filosofica; penso, per fare soltanto
un esempio, alle riflessioni sulle differenze tra relativismo e
pluralismo svolte dall�autore in un saggio scritto nel 1980 e,
dunque, decisamente posteriore alla data della �confessione�
13
;
inoltre, poi, � inevitabile notare che anche gli scritti pi�
strettamente filosofici dell�autore sono caratterizzati da una
dimensione storica
14
.
� necessario, a questo punto, indagare sul modo in cui
Berlin intende rispettivamente filosofia e storia delle idee; punto
13
Faccio riferimento a Alleged Relativism in Eighteen-Century European
Thought (ed. it. Sul presunto relativismo nel pensiero europeo del Settecento,
in LSU). Per quel che riguarda la data della �confessione� berliniana, Ignatieff
dice che l�autore stesso, parlandone, la faceva risalire al 1944.
14
Massirenti, accennando al clima in cui Berlin scrisse i saggi contenuti in
Concepts and Categories, fa un�esplicita notazione a proposito del fatto che
gi� in essi era presente l�interesse berliniano per l�aspetto storico dei
problemi: �Per questo � interessante leggere anche i suoi scritti pi�
decisamente filosofici, nei quali per altro � gi� evidente la tendenza alla
contestualizzazione storica». A. MASSIRENTI, Le idee e i lumi di Sir Isaiah. La
difesa del pluralismo dei valori è il vero leitmotiv di tutta l’opera di Berlin, in
La Stampa, Torino 10 febbraio 2002.
di partenza molto utile per fare ci� � un brano di The Purpose of
Philosophy in cui l�autore chiarisce quale sia per lui il campo
d�analisi della filosofia
15
:
La materia di cui si interessa la filosofia sono, in gran parte, non i dati
d�esperienza, ma i modi in cui essi sono visti, le permanenti o semi-
permanenti categorie nei cui termini l�esperienza � concepita e classificata.
Alcune di esse sono vecchie come la stessa esperienza umana; altre sono
maggiormente mutevoli. Con quelle pi� mutevoli, il problema del filosofo
prende forma secondo un aspetto pi� dinamico e storico
16
.
Oggetto dell�indagine filosofica, dunque, sono i modi in cui
gli esseri umani fanno esperienza; nella misura in cui essi
risultino essere mutevoli, l�analisi filosofica si deve articolare
secondo una dimensione storica. A ben vedere, per�, anche il
riconoscimento di categorie �vecchie quanto la stessa esperienza
umana� implica una dimensione storica per l�analisi filosofica che
le riconosca come tali
17
.
15
The Purpose of Philosophy, in CC.
16
Ivi, p. 9, traduzione mia.
17
A proposito della dimensione storica che sempre caratterizza la riflessione
di Berlin e, inoltre, a conforto della convinzione della continuit� tra filosofia e
storia delle idee nella sua prospettiva, molto interessante � il passo con cui
Williams conclude il proprio saggio introduttivo a Concepts and Categories:
�Possiamo vedere, allora, che al centro del concetto berliniano di valore e,
congiuntamente, di umanit�, c��, ancora una volta, un implicito appello alla
comprensione storica. Possiamo forse allora guardare allo sviluppo del suo
pensiero, dalla teoria generale della conoscenza alla storia delle idee e alla
filosofia della storia, non esclusivamente come a un mutamento di interesse;
e verificare che il suo complesso senso della storia coinvolge la sua filosofia,
anche nelle sue applicazioni pi� astratte, tanto profondamente quanto � con
molta chiarezza � i suoi altri scritti e la vita». B. WILLIAMS, Introduction, ed.
it. Introduzione, in FF. Proprio nella dimensione storica, a suo avviso sempre
presente nel pensiero di Berlin, Williams individua il segno dell�impossibilit�
di operare distinzioni troppo nette tra gli ambiti della riflessione berliniana.
Questa dimensione storica dell�indagine filosofica, nella
riflessione berliniana, si declina proprio come storia delle idee; �
attraverso la propria analisi della storia di alcuni concetti, infatti,
che Sir Isaiah riesce a chiarire alcuni aspetti del suo modo di
stare al mondo
18
.
Molto efficace in proposito � la descrizione fornita da
Hausheer riguardo al modo in cui Sir Isaiah intenda la storia
delle idee:
Ci� che la storia delle idee � in grado di offrire in quanto branca della
filosofia [�] � la possibilit� di gettare uno sguardo sulle origini dei
fondamentali schemi concettuali nei cui termini noi comprendiamo noi stessi
e acquistiamo la nostra identit� di esseri umani
19
.
L�impossibilit� di distinguere un periodo in cui Berlin si
dedica alla filosofia da uno in cui si dedica alla storia delle idee,
quindi, sembra derivare dal peculiare rapporto che tali discipline
intrattengono nella sua riflessione; appaiono, infatti, come le due
altrettanto irrinunciabili componenti dalla cui tessitura scaturisce
18
L�inizio di European Unity and its Vicissitudes, in cui l�autore afferma di
dedicarsi all�analisi di alcune idee del passato per comprendere un aspetto
della realt� a lui contemporanea, fa riferimento a questo modo di procedere:
«Non mi sento qualificato per intraprendere un�analisi generale delle cause
dell�odio e dei conflitti nel nostro tempo. [�] Viviamo in un�epoca nella quale
idee politiche concepite da pensatori fanatici [�] hanno avuto sulla vita degli
uomini un�influenza pi� violentemente rivoluzionaria che in qualunque altro
periodo a partire dal Seicento. Vorrei discutere un particolare gruppo di
queste idee». Ivi, p. 247.
19
R. HAUSHEER, in I. BERLIN Against the Current, Introduction, ed. it.
Introduzione, in Co.
lo stile di pensiero di Sir Isaiah
20
.
Le ultime due sezioni hanno messo in evidenza che la
molteplicit� degli interessi berliniani non implica l�impossibilit� di
rintracciare tra essi un �filo rosso� e, inoltre, che filosofia e storia
delle idee sono i due elementi di cui si compone il modo di
pensare tipico di Sir Isaiah. Resta da vedere, dunque, se il
costante impegno intellettuale di Berlin sia un dato di superficie o
se, al contrario, alle sue spalle vi sia una scelta consapevole da
parte dell�autore. Cercher� di compiere questo passo nella
prossima sezione.
1.3 Il “taxi-Berlin”
Per descrivere la propria attivit� di pensatore Berlin si
paragonava talvolta ad un taxi; tale metafora, a mio avviso, offre
l�opportunit� di constatare che la scelta di dedicarsi all�attivit� di
pensiero pu� essere letta proprio come il �filo rosso� presente
nella sua opera.
La prima impressione davanti a tale immagine, per�, non
sembra andare in questa direzione.
20
Resta il problema di come interpretare le parole dell�autore secondo le
quali egli, a un certo punto della sua vita, avrebbe deciso di abbandonare la
filosofia. In proposito un importante aiuto viene da Santambrogio che,
commentando la �confessione� di Berlin, afferma: �Io credo che quella pagina
contenga una vera e propria critica alla filosofia analitica, almeno come essa
veniva praticata a quel tempo». M. SANTAMBROGIO, Isaiah Berlin, filosofo
analitico e continentale, in Isaiah Berlin filosofo delle libertà, a c. di P. Corsi,
R.C.S., Milano 1995, p. 81. Seguendo quest�indicazione, credo che la
�confessione� di Sir Isaiah dovrebbe essere letta come il riconoscimento di un
distacco compiuto non nei confronti della filosofia in generale, ma, piuttosto,
da quel particolare modo di fare filosofia che caratterizzava la Oxford degli
anni Trenta.