Iran chiama America Latina: il caso di Hispan Tv
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I INTRODUZIONE Il presente lavoro di tesi prende in esame anzitutto le dinamiche della comunicazione politica internazionale, mentre nello specifico affronta il caso studio relativo all‟emittente televisiva iraniana di lingua spagnola HispanTv. Le motivazioni che hanno orientato questa scelta sono da rintracciarsi nella volont di capire perch la Repubblica Islamica dell‟Iran ha inaugurato una rete che rivolge la propria programmazione a delle popolazioni cos distanti, sia dal punto di vista fisico sia da quello socio-culturale. Attraverso un metodo di lavoro che si basa sull‟integrazione della letteratura teorica e di un‟indagine empirica sul palinsesto di HispanTv, analisi composta anche da una tabella comparativa che pone a confronto la programmazione dell‟emittente iraniana con l‟americana CNN, si è cercato di rispondere ai seguenti interrogativi: Con quale obiettivo stata di fatto creata questa emittente televisiva? È possibile rinvenire nella programmazione di HispanTv il tenta tivo di suscitare nel pubblico gli effetti elencati nel primo capitolo (agenda setting ecc.)? Le trasmissioni di HispanTv sono destinate a un preciso gruppo di destinatari oppure si configura come una rete “per tutti”? I messaggi politici sono limitati nei programmi a scopo informativo oppure sono anche celati in trasmissioni d‟intrattenimento? Quanto influisce nel palinsesto di HispanTv la matrice islamica del governo iraniano? Quali differenze, dal punto di vista editoriale e tecnico, e quali analogie sono possibili riscontrare nelle due emittenti prese in esame? Innanzitutto, nella prima parte, stata elaborata una cornice concettuale dell‟oggetto generale di analisi, la comunicazione politica internazionale, e del palinsesto, che costituisce il documento che le emittenti televisive utilizzano per iscrivere e orientare la propria programmazione. Nel primo capitolo, l‟attenzione è rivolta a una disamina delle varie definizioni riguardanti la comunicazione politica di massa, per proseguire con alcune descrizioni di II carattere storico. Nel secondo capitolo, invece, la ricerca entra ancora pi nello specifico, affrontando i mass-media più utilizzati nella trasmissione d‟informazioni di carattere politico e descrivendo i possibili effetti della televisione nei confronti del cittadino/elettore. Il terzo capitolo è contraddistinto da un‟indagine teorica sul rapporto tra i sistemi dei media e globalizzazione, indagando, nell‟ultimo paragrafo, riguardo all‟aspetto dei flussi informativi mondiali. Lo scopo del quarto capitolo, invece, di fornire un quadro teorico dei concetti e delle argomentazioni pi importanti che ruotano attorno alle nozioni di palinsesto e di programmazione televisiva. In particolare, dopo aver definito il concetto di palinsesto, si passa a una descrizione dei vari modelli e della loro evoluzione. Nell‟ultimo paragrafo di questo capitolo, inoltre, si propone una descrizione delle strategie e tecniche che orientano la costruzione di un palinsesto televisivo. Nella seconda parte, la presente tesi di laurea si avvicina all‟analisi empirica di HispanTv, mostrata negli ultimi due capitoli dell‟elaborato, contestualizzando, nel modo pi esaustivo possibile i sistemi televisivi di Stati Uniti e Iran. Nel quinto capitolo, infatti, sono affrontati, dopo una panoramica sulle relazioni intercorrenti fra i due paesi presi in esame, il contesto mediale statuni tense e mediorientale allo scopo di introdurre nel migliore dei modi l‟analisi di HispanTv e CNN. Analisi che viene elaborata, in modo dettagliato, nel sesto capitolo, dove sono approfondite la storia e gli orientamenti politici delle due emittenti considerate. Questa contestualizzazione è seguita dalle due sezioni che costituiscono il “cuore” dell‟intero elaborato. Il settimo capitolo, infatti, è dedicato alla comparazione fra i palinsesti di HispanTv e CNN, che dopo una premessa metodologica e l‟esposizione visiva del confronto, conduce a un paragrafo dove sono riportate le evidenze scaturite dal parallelo delle due programmazioni. L‟ottavo capitolo, infine, è focalizzato sull‟attenta analisi e descrizione di tutte le trasmissioni che HispanTv manda in onda durante le ventiquattro ore della giornata. Ho preso visione di tutti i vari programmi che HispanTv ha posto nel palinsesto, al fine di avere un‟idea concreta della linea editoriale promossa dall‟emittente iraniana. Infine, nella conclusione, ho raccolto una breve sintesi delle evidenze scaturite, allo scopo di rispondere agli interrogativi da cui la mia indagine ha preso le mosse. III PARTE PRIMA 5 CAPITOLO 1 La comunicazione politica di massa 1.1 La comunicazione di massa 1.1.1 Società di massa e comunicazione Tra i primi studiosi che iniziano a delineare la presenza di un nuovo tipo di societ , annoverato Claude -Henri Saint Simon, considerato il fondatore del socialismo moderno. Il filosofo francese elabora il concetto di “società organica” per spiegare la societ nei termini di un organismo . All‟interno di questa struttu ra i soggetti sono delle semplici parti che, differenziate fra loro, contribuiscono a un‟armonia oppure a uno squilibrio d‟insieme 1 . A questi studi riguardanti la societ composta da parti separate, si collega un pioniere della sociologia: Auguste Comte. Egli, alla considerazione di una societ vista come organismo collettivo di Saint Simon, aggiunge il concetto di specializzazione delle parti. Proprio questa specifica divisione, posta alla base del funzionamento dell‟organismo sociale, comporta un eccesso di specializzazione, che porta a indebolire la visione d‟insieme e condurre a un‟atomizzazione dell‟individuo che diventa, così, sempre più solo e isolato 2 . La crescente specializzazione del lavoro e la spiccata emarginazione degli individui portano a una collettivit nella quale scarseggiano efficaci forme d‟integrazione sociale e dove prevalgono relazioni formali e impersonali. Questo isolamento del singolo nella massa anonima evidenzia il paradosso della “folla solitaria”: una moltitudine di persone che si trova nella stessa societ , ma senza legami di appartene nza di tipo tradizionale 3 . È possibile quindi iniziare a parlare di "massa" nel senso di aggregato omogeneo all‟interno del quale i singoli tendono a sparire per confluire in un gruppo. La massa si 1 Bentivegna, Sara (2012). Teoria delle comunicazioni di massa. Roma-Bari: Laterza, p.4. 2 Ivi, p. 5. 3 Riesman, David (1986). La folla solitaria. Bologna: Il mulino. 6 conforma quindi come una realt fitti zia: un insieme d‟individui isolati che, in quanto tale, manca di organizzazione di un comportamento controllato e razionale 4 . Gustave Le Bon, nel suo contributo teorico, afferma che l‟uniformità degli atteggiamenti individuali delle masse la conseguenza no n della prossimit fisica, ma di un cambiamento degli atteggiamenti che porta al prevalere degli istinti immediati e irrazionali. 5 Successivamente, Karl Manheim spiega che l‟individuo, in un mondo sempre pi complesso e a causa della perdita dei vecchi punti di riferimento, non possiede pi u na chiara autonomia di giudizio. Secondo Manheim questa mancanza porta le persone a dover fare affidamento su opinioni e interpretazioni degli eventi provenienti dall‟esterno 6 . L‟universo delle relazioni sociali scavalca, quindi, le piccole comunit legate al passato e si vincola alle organizzazioni chiamate "di massa", che influenzano sia la scena pubblica, sia la sfera dei valori e le opinioni individuali. Questi atteggiamenti e opinioni trasmessi dalle organizzazioni di massa diventano, nelle teorie dei primi autori che si occupano di questo fenomeno sociale, il principale riferimento valoriale cui l‟aggregato sociale s‟ispira 7 . Importante ai fini della nostra trattazione il contributo teorico riguardo l‟opinione pubblica. L‟evoluzione di questo concetto strettamente collegato con l‟avvento di un nuovo assetto sociale dell‟Europa post rivoluzione industriale. In questo inedito ordinamento sociale, l‟opinione pubblica si configur come la voce della societ civile borghese che, contrapposta al sovrano assoluto e all‟aristocrazia terriera, stava cercando di creare una propria identit . A questa nozione il filosofo tedesco J rgen Habermas affianca quella di sfera pubblica. Essa consiste in uno spazio sociale nel quale gli individui discutono riguardo argomenti di interesse pubblico. In questa astrazione, i privati cittadini 4 McQuail, Dennis (1973). Sociologia delle comunicazioni di massa. Bologna: Il mulino, p.35. 5 LeBon, Gustave (1982). Psicologia delle folle. Milano: Mondadori, citato in Bentivegna, Sara, Teoria delle comunicazioni di massa. Op. Cit. 6 Manheim, Karl (1972). L'uomo e la società in un era di ricostruzione. Roma: Newton Compton, Bentivegna, Sara, Teoria delle comunicazioni di massa. Op. Cit. 7 Eco, Umberto (1977). Apocalittici e integrati. Milano: Bompiani. 7 sono riuniti in un solo corpo pubblico il quale, oltre a svolgere una funzione di critica e controllo rispetto alle attivit dello Stato , funge da intermediario per la trasmissione delle istanze individuali ai rappresentanti delle ist ituzioni 8 . Renato Parascandolo, giornalista e professore di comunicazione italiano, parte proprio da questi contributi teorici per distinguere l‟accezione di “opinione di massa” dal concetto di “opinione pubblica”. L‟opinione pubblica, secondo lo studioso, limitata a una sfera circoscritta che comprende un‟