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1.PREMESSA
JEFFREY DEITCH, mercante d’arte
“Un tempo il mondo dell’arte era una comunità, ora
è diventato un industria”
Finanza, arte, museo, artista, gallerista, bellezza, amore, estasi … tutti termini che
fino a qualche tempo fa mi sembravano tutti lontani e senza nessuna connessione
tra di loro, poi, una scossa, un fulmine che dal cielo mi ha attraversato e aperto gli
occhi, ora tutto ha un senso.
Quelle sono solo alcune delle parole che vanno a formare l’enorme vocabolario che
descrive il mondo dell’arte in tutte le sue sfaccettature, che vanno dall’ amore che
l’artista ha messo nell’opera per produrla, all’intuizione e al calcolo del gallerista che,
grazie a un’operazione finanziaria è riuscito a ottenere grandi profitti, fino all’estasi
che il collezionista prova nella contemplazione dell’opera che, dopo un’estenuante
asta, si è portato a casa.
In questo mercato estremamente ramificato, troviamo tantissime figure, che con il
loro lavoro contribuiscono ad espandere il mercato dell’arte in tutto il mondo, facendo
crescere il valore e il prestigio delle opere degli artisti di tutto il mondo, del presente
e del passato.
Un investimento in arte, per molti può sembrare inusuale, probabilmente perché
ignorano quanto l’arte possa rappresentare un mercato estremamente fruttifero,
dove grandi investitori hanno avuto successo solamente comprando le opere
dell’artista giusto, e che molti dei quali, hanno realizzato profitti da “capogiro”, si parla
anche di 5000/6000%, profitti che difficilmente sono stati realizzati attraverso i
mercati finanziari di borsa o con compravendita di immobili.
E’ comunque bene precisare che per ottenere questi rendimenti, spesso si è dovuto
attendere molto tempo, seppur nulla in confronto all’emozione del vincere un’asta
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importante e alla gioia che può portare quotidianamente il possedere un’opera d’arte
di grande valore, prestigio e bellezza nel proprio salotto.
La legislazione negli stati occidentali è diventata sempre più stringente nel corso
degli anni, in questa tesi verranno approfondite le regole che alcuni stati hanno
applicato a questo proposito. Il capitolo poi si concluderà spiegando come grandi
investitori, sfruttando alcuni stati che hanno una pressochè assente tassazione
riescono a nascondere opere d’arte da decine di milioni senza che nessuno al mondo
ne sia al corrente.
Tutte queste situazioni di investimento, profitto ed evasione, non sono utili solo agli
investitori (o collezionisti, come spesso verranno chiamati in seguito), ma anche agli
artisti stessi, che oggigiorno sono una figura radicalmente diversa da quella del
passato. Infatti, sono oggi veri e propri imprenditori di sè stessi, con mire di profitto
ed espansione, persone a cui, essere ricordati e venerati da morti, non importa
proprio nulla. Nel capitolo dedicato agli artisti si parlerà molto della loro figura e di
come hanno mutato il loro metodo di lavoro nel corso dei decenni.
Una cosa che però non è cambiata è la loro ricerca di perenne glorificazione,
raggiunta più che mai attraverso l’esposizione loro opere alle grandi manifestazioni,
mostre e musei. Si parlerà molto di cosa significa “brandizzare” un museo e, come,
per fare ciò, sia importante il rapporto che si crea tra i proprietari o curatori dei musei
e gli artisti.
Gli anni passano ma i musei restano sempre i templi dell’arte dove gli artisti
vorrebbero restare in eterno per essere contemplati come dei dalle flotte di visitatori
che ogni giorno accorrono per ammirare le loro opere. In questi luoghi, quasi sacri,
appare un’altra figura che ha molta importanza nello scegliere quale artista vale e
quale no: i curatori dei musei.
I quali però, non sempre si sono dimostrati infallibili, tanto che si è arrivato a stimare
che circa il 40% delle opere che compongono il mercato dell’arte trascritto sui registri
sia formato da opere false… il falso, mercato dai mille risvolti e dalle mille
interpretazioni che spesso ha eccitato o deluso guru dell’arte di tutto il mondo. Storie
incredibili hanno acceso la stampa e gli appassionati dell’arte che in coro si sono
chiesti per anni, se queste opere fossero vere o false, senza trovare mai una risposta,
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il tutto mentre il valore di queste cresceva sempre di più e i collezionisti diventavano
sempre più ricchi.
Arte e finanza sono intrinsecamente legate, possono arrivare a essere quasi la
stessa cosa, da qui viene il titolo che ho dato, l’arte non è per niente più pulita dei
mercati finanziari, è formata soprattutto da avidi imprenditori che organizzano eventi
e provano a condizionare psicologicamente i collezionisti in modo da far salire
sempre di più i prezzi, per finire oggigiorno in quella che da tanti è considerata la
bolla speculativa dell’arte contemporanea.
Di nuovo Arte e finanza, la bolla è stata creata nello stesso identico modo in cui si
sono create le bolle finanziarie del 1700, del 1929 e del 2008, e come tutte queste è
destinata a scoppiare, la domanda che chiunque si può porre è quando, ora come
ora non si sa, finché i Petroldollari riempiono l’arte i prezzi continueranno a crescere
sempre di più, con le case d’aste che venderanno opere a prezzi mai visti , ultimo di
tutti, il Salvador Mundi di Leonardo Da Vinci , battuto per 450 milioni di dollari, record
storico per un opera d’arte.
Ancora arte e finanza quando si discute dell’arte come bene rifugio, bene speculativo
o bene di investimento nel medio lungo termine, le grandi banche d’investimento non
fanno nessuna differenza tra opere d’arte e altri beni, tanto che vengono messe a
bilancio con un valore certificato da un perito, esattamente nello stesso modo in cui
si mettono “in pancia” immobili, titoli finanziari e partecipazioni azionarie.
Ancora Arte e Finanza nel momento in cui viene creati titoli finanziari per monitorare
l’andamento dei prezzi generali sul mercato dell’arte. Il mio obiettivo attraverso
questo elaborato è spiegare il mercato dell’arte prendendolo da più punti di vista
possibili, assumendo un linguaggio tecnico-matematico per spiegare la finanza e la
legge intrinseche nell’arte alternato ad un linguaggio scorrevole utile a trasmettere
emozioni nel momento in cui si abbandonano i tecnicismi per parlare di aneddoti e
storie che penso colpirebbero chiunque.
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2.FIGURE CHIAVE PER IL MERCATO
DELL’ARTE
ANDRE EMMERICH, gallerista di new York
“Avevo delle perplessità sul fatto di trasformare
l’arte in un business, ma le ho superate”
• ARTISTI
• GALLERISTI
• MUSEI
• CASE D’ASTA
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2.1 ARTISTI
Un importante parte dell’arte contemporanea
rintracciabile sul mercato
(mercato che si crea grazie agli intermediari,
soggetti che operano da tramite tra artisti e
collezionisti, questi intermediari sono chiamati
galleristi) è dovuta al fatto che le più grandi opere
appartenenti al passato dell’arte stanno
scomparendo dal mercato, e probabilmente non
riappariranno, salvo casi rari, mai più.
Quando ricompare, è un’asta all’ultimo respiro che
porta il risultato dell’asta a prezzi stellari, come è accaduto
al “Salvador Mundi” di Leonardo (figura 1 in alto a destra) (450 milioni di dollari)
o al ritratto di Modigliani del 1918, “le fils du concierge”, che venduto una prima
volta a 5 milioni nel 1997 è stato poi rivenduto nel 2006 a 31 Milioni.
Questa dinamica di vendita e rivendita è capitata più volte a quadri del passato
(“nature morte au melon” di Cezanne prima 2 milioni nel 1989 e poi 25,6 nel
2007, oppure “Cavalier devant la case” di Gaugin 969.000 sterline nel 1998 e
4,9 milioni di dollari a new york nel 2007. Un rendimento considerevole, data
la crescente consapevolezza della scarsità di opere d'arte di qualità. Sia i
musei che i collezionisti privati si trovano di fronte a una situazione da “ora o
mai più” ogni volta che un'opera importante appare nei cataloghi delle grandi
case d’asta. In quel momento i collezionisti si fanno prendere dalla foga, e
senza alcuna valutazione storica del prezzo dell’opera, accorrono a farsi una
“guerra all’ultimo prezzo”.
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A rigor di logica la scarsità di opere storiche non dovrebbe avere effetti sul
livello dei prezzi dell'arte odierna e degli artisti viventi, dato che continuamente
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Richard E. Caves (2000)
Figura 1
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ne viene prodotta di nuova, ma invece ciò succede e ha finito per diventare la
corrente più richiesto del mercato l'arte contemporanea
Come tutti sappiamo, questi artisti sono tutti morti tempo fa, e molti di loro non
hanno mai potuto godere della fama che hanno oggigiorno e nemmeno dei
soldi che la gente è disposta a pagare per queste opere.
Gli artisti moderni , vivono come grandi imprenditori, un po' come Jeff Koons
(uomo nel centro della foto di introduzione al capitolo), di cui si parlerà più
avanti, uomo che dopo aver avuto successo a Wall street è diventato uno dei
massimi esponenti dell’arte contemporanea.
La domanda che tutti si pongono, in questo mondo di artisti che esplodono e
fanno milioni, è quando è che possiamo davvero definire il loro lavoro arte,
siccome nel breve è il mercato a definirlo, nel lungo i grandi artisti restano
grandi e diventano simboli di una corrente artistica.
Un altro effetto della scarsità di opere di brand è il ruolo sempre minore che la
bellezza ricopre nel modo di vedere l’arte; i quadri vengono infatti descritti in
termini evocativi dell'artista, di chi è quell'artista nella sua collezione, e di
prezzi aggiunti all'asta di recente.
Yves Klein, che morì nel 1962 all'età di trentaquattro anni, dipinse una serie di
undici quadri monocromi che erano probabilmente stati concepiti per Favorire
la meditazione. All'asta londinese di Christie's nel giugno 2006, un'opera di
Klein dal titolo IKB 234 (opera in figura 2), una tela dipinta solo di blu, fu
venduta a 994.000 sterline (un milione e 800.000 dollari). IKB sta per
International Klein Blue.
Un lavoro di Klein arriva al massimo punto di lontananza all'idea che un pittore
debba necessariamente saper disegnare o utilizzare il colore. Come
presentava quella tela dipinta solo di blu il Catalogo di Christie's? «Queste
opere permettono allo spettatore di immergersi nell'infinito, nel luminoso regno
dei respiri in uno spazio interamente Blu.
Influenzato dalla sua esperienza di praticante di judo, dal suo interesse per il
Rosacrocianesimo, dalla sua Fascinazione per l'era atomica, Klein ha creato