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eliotiana ha avuto inizio con la scrittura di versi risalenti al 1909 e da questi
è ora necessario partire per comprendere l’artista e l’uomo.
Le ‘prime’
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poesie di T. S. Eliot, facenti parte di una raccolta dal titolo
Inventions of the March Hare, sono state pubblicate solo il 9 aprile del
1996. Un avvenimento importantissimo perché i versi contenuti in
quest’opera non erano mai stati dati alla stampa precedentemente e tutti i
lettori eliotiani, perfino i seguaci più entusiasti e fedeli, ignoravano la loro
esistenza. La pubblicazione di questi componimenti, avvenuta ben 41 anni
dopo la morte del poeta, ha costituito, e rappresenta tuttora, un sentiero
nuovo e ricchissimo, che si congiunge con tutti gli altri percorsi che
attraversano la sua poesia. Un avvenimento dunque fondamentale in campo
letterario e storico, un avvenimento che il “New York Times” ha definito
«Perhaps the most significant event in Eliot scholarship in the past 25
years» e questo, perché gli “early poems” permettono di aprire nuovamente
il capitolo del giovane Eliot e comprenderne ancora meglio lo sviluppo. Un
punto di vista che, la giornalista e scrittrice Suzanne Cassidy ha voluto
sottolineare nella sua recensione per il “New York Times”, riportando le
parole di Christopher Ricks: «Still, he said, the poems do represent a ‘whole
cache’ of Eliot’s work and were written at a crucial point in the poet’s
career».
Versi, dunque, unici, osceni, ironici e visionari, scritti dal giovane
Thomas in un periodo che è sempre stato descritto in modo abbastanza
lacunoso dagli studiosi per mancanza di notizie attendibili. Solo oggi, a
distanza di circa novanta anni dal loro concepimento, possiamo finalmente
colmare tali lacune e riaprire il cantiere del primo Eliot.
Innanzitutto, per capire le ragioni di quello che è rimasto per così
tanto tempo un vero e proprio mistero, è necessario “fare un salto indietro”
e iniziare il nostro studio laddove esso coincide con quello del giovane
5
Come vedremo successivamente, Eliot aveva già scritto e addirittura pubblicato altre poesie, ma
siamo autorizzati a utilizzare l’aggettivo “early” per tutti i componimenti del Notebook, perché è in
questi e non nei precedenti che è possibile rintracciare i primi germi della poetica eliotiana.
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Thomas. Dopo il conferimento della laurea in lettere all’Università di
Harvard (giugno 1909), ebbe inizio per il neo dottore americano uno dei
periodi più intensi e faticosi forse di tutta la sua vita. Furono mesi di
profondo studio e di isolamento da compagni e amici: imperativo unico era
divenuto trovare una strada, la sua strada. Le poesie scritte durante gli anni
trascorsi alla Smith Academy, nonché quelle del periodo universitario
(precedenti alla laurea), mostrano sì il talento poetico del giovane studente,
ma sono per lo più riproduzioni mimetiche dello stile di poeti famosi.
Inoltre, tali poesie non contengono ancora quelle costanti tematiche,
immaginifiche e modali che avrebbero invece percorso e unito gran parte
dei suoi componimenti successivi. Le radici della poetica eliotiana sono
infatti rintracciabili in alcune poesie contenute nella raccolta oggetto di
questa tesi, Inventions of the March Hare, curata da Christopher Ricks
(professore di inglese all’Università di Boston)
6
e commissionata da Valerie
Eliot, proprietaria dei diritti di tutte le opere del marito. Questa raccolta,
non solo permette di scoprire la nascita del poeta, ma anche di delineare le
fasi dei suoi successivi sviluppi, sebbene ogni studio ed ogni ricerca non
potranno che essere condotti ‘à rebours’, avendo ammirato prima le sue
opere successive e soltanto ora le primissime.
I versi, inclusi in questa raccolta, risalgono appunto agli anni che
seguirono la laurea (1909-1914). Fu, infatti, durante l’estate del 1910
(trascorsa come sempre con i genitori a Gloucester) che Eliot iniziò a
trascrivere le poesie che aveva fino ad allora composte su una sorta di
taccuino o Notebook:
During his summer vacation in East Gloucester in 1910 Eliot
decided to collect his unpublished poems. He bought a
marbled notebook from the Old Corner Bookstore, inscribed
his title – INVENTIONS OF THE MARCH HARE – and
copied in the more experimental poems he had been writing
6
T. S. Eliot. Inventions of the March Hare. Poems 1909-1917, Edited by Christopher Ricks, Faber
and Faber, London, 1996.
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since November 1909. (…) He continued to use the Notebook
during the following year in Paris, on his return to Harvard
and, finally, on arrival in London in 1914.
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A questo punto appare però legittimo chiedersi perché la
pubblicazione degli “early poems” sia avvenuta soltanto nel 1996. La
scomparsa delle prime poesie eliotiane e il loro successivo ritrovamento a
distanza di così tanti anni sono legati a quella che fu una sua volontà
irremovibile. Eliot non volle mai pubblicarle ritenendole «unpublished and
unpublishable»
8
, come testimoniano le sue parole in una lettera del 1965 ad
un amico: «the unpublished poems were not worth publishing». Egli decise
tuttavia di vendere il Notebook all’avvocato newyorchese John Quinn, che
lo acquistò nel 1922 per circa 140 dollari. In realtà, Quinn voleva comprare
la copia manoscritta di The Waste Land, ma Eliot insistette perché la
ricevesse in dono, «in recognition of what you have done for me lately and
in the past, (…)»
9
. Quinn alla fine si arrese, a patto però di poter acquistare
almeno Inventions of the March Hare, che aveva sentito nominare da Eliot
precedentemente.
Il manoscritto degli “early poems”, insieme all’originale di The Waste
Land, fu dunque ricevuto dal famoso avvocato nel 1922, accompagnato
però da una richiesta: Eliot pregò l’amico e mecenate di non consegnarlo
alla stampa. Quinn rispettò tale desiderio e in molti credettero (Eliot
compreso) che avesse nascosto l’archetipo in modo tanto accurato da
renderne impossibile il ritrovamento, perfino dopo la sua morte. In effetti,
Quinn morì nel 1924 e nessuno riuscì a ritrovare l’opera. Eliot stesso non
seppe mai se fosse andata perduta o se qualcuno, facente ad esempio parte
della famiglia del defunto, se ne fosse appropriato. In realtà, era stato lo
7
L. Gordon, T. S. Eliot. An Imperfect Life, Vintage, London, 1998, p. 33.
8
B. L. Reid, The Man from New York: John Quinn and His Friends, Oxford University Press,
New York, 1968, p. 540.
9
The Waste Land: A Facsimile and Transcript of the Original Drafts, Edited by V. Eliot, Faber
and Faber, London, 1971, pp. xxiii-iv. The Letters of T. S. Eliot, volume I: 1898-1922, Edited by
V. Eliot, Faber and Faber, London, 1988, pp. 563-564 (d’ora in poi queste due volumi saranno
citati come The Waste Land MS e The Letters of T. S. Eliot).
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stesso Quinn a lasciarla in eredità a sua sorella, la quale poi la donò a sua
figlia, la signora Thomas F. Conroy.
Attualmente, il Notebook eliotiano, che contiene le poesie presenti
nell’edizione di Christopher Ricks, fa parte della “Berg Collection” della
New York Public Library, che lo acquistò nel 1958 dalla signora Conroy
senza però renderne noto il ritrovamento (B. L. Reid aveva scritto una
biografia su Quinn dalla quale era probabilmente emersa la volontà di Eliot
di lasciare le sue prime poesie «(…) unpublished»). L’annuncio dell’ormai
insperato ritrovamento si ebbe il 25 ottobre 1968 da New York. Il
manoscritto fu quindi esposto al pubblico nelle sale della biblioteca
americana, ma solo Donald Gallup del “Times Literary Supplement” ebbe il
permesso di consultare tutti i fogli. Il 7 novembre del 1968, dopo ben tre
anni dalla morte del suo ideatore, il taccuino su cui Eliot aveva dato forma
concreta alla sua giovanile ‘Weltanschauung’ ricevette un primo
riconoscimento ufficiale, nonché una dettagliata descrizione, a cura di
Gallup, considerato anche il maggior biografo di Eliot. La sua recensione,
dal titolo The ‘Lost’ Manuscripts of T. S. Eliot, fu pubblicata prima sul
“Times Literary Supplement” (7 novembre 1968) e poi sul “Bulletin of the
New York Public Library” (lxxii, dicembre 1968, 641- 52)
10
. Nel 1971 i
manoscritti e i dattiloscritti originali di The Waste Land ricevettero la prima
pubblicazione in volume a cura della seconda moglie del poeta, Valerie
Eliot. Una pubblicazione, quest’ultima, piuttosto laboriosa perché
«realizzata attraverso copie fotografiche di tutti i fogli, con a fianco delle
trascrizioni tipografiche che, mediante l’uso di un colore diverso (il rosso,
per le annotazioni di Pound) e di altri accorgimenti (una linea intermittente
cancellata, per quella di Vivien Eliot, la prima moglie), permettono di
distinguere le correzioni e i commenti dello stesso Eliot da quelli dei suoi
primi lettori»
11
.
10
C. Ricks, Prefazione a Inventions of The March Hare (IMC), cit., p. xiii.
11
A. Serpieri, cit., p. 127.
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Grazie al resoconto del dottor Gallup, oggi sappiamo che le poesie,
«included in a brown, leather-bound notebook»
12
, furono acquistate dalla
biblioteca della Berg Collection insieme al manoscritto originale di The
Waste Land.
Siamo inoltre a conoscenza del fatto che il manoscritto del Notebook
non era rimasto inalterato nel tempo: quando Eliot lo acquistò nel 1909 a
Gloucester era costituito da 72 fogli di carta bianca; oggi invece ne contiene
60, e delle altre 12 pagine non fu trovata alcuna traccia quando il
manoscritto tornò alla luce. Il dottor Gallup fu il primo, e probabilmente
l’unico, a notare che i 12 fogli mancanti erano stati strappati o meglio,
tagliati con molta precisione, e poiché non risulta che i vari proprietari del
Notebook si siano arrogati il diritto di eliminare queste pagine, ne segue che
il vero “colpevole” doveva essere stato lo stesso Eliot.
Continuando nella descrizione del manoscritto, Donald Gallup notava
che, tra i 60 fogli, 8 erano stati scritti sul recto, solo 2 sul verso e 22 sia sul
recto che sul verso, mentre 28 erano rimasti bianchi; 2 fogli, inoltre, erano
diversi dagli altri perché Eliot vi aveva scritto poesie con il quaderno
capovolto; infine, 4 dei 5 fogli iniziali e 2 di quelli finali presentavano il
verso bianco. La firma del poeta in inchiostro blu, il titolo “Complete
Poems of”, e la dedica «added in blank ink not before 1915» si trovano
sulla prima pagina, mentre su un altro dei primi fogli compare il titolo in
inchiostro nero e con un frego sopra, Inventions of the March Hare.
Il dottor Gallup ritenne che il taccuino doveva essere stato iniziato da
Eliot dopo il gennaio del 1910, e che egli aveva scritto prima solo sul recto
delle pagine per poi riempire, con poesie successive, anche il verso,
cosicché la numerazione da 1 a 52, delle pagine che aveva scritto, sarebbe
avvenuta solo in un secondo tempo.
12
S. Cassidy, A Book of Early Poems by Eliot, “The New York Times”, London, 10 agosto 1993,
p. 1.
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Al 1968 risale un’altra importante scoperta relativa agli “early
poems”: in tale anno sono state infatti ritrovate, tra le carte di Ezra Pound,
le 12 pagine mancanti alle quali si è precedentemente accennato e che Eliot
aveva in effetti eliminate dal Notebook. Esse erano contenute all’interno di
un inserto sul quale Pound aveva scritto a lapis: “T. S. Chançons
ithyphallique”. Tali carte si trovano oggi nella Biblioteca Beinecke
dell’Università di Yale. Queste ultime poesie sono le uniche, tra gli “early
poems”, in cui compare il personaggio di King Bolo; sono versi che
avevano destato l’ammirazione di Pound e successivamente anche quella
del dottor Gallup, il quale li definì: «… vigorously scatological…»
13
.
Queste ultime poesie hanno il merito di mostrarci un lato del poeta che
pochi potevano sospettare e conoscere:
He continued to write ribald verses for the entertainment of
Harvard friends (…). Grown-ups will find this Eliot puerile
and unexpectedly tedious in his obsession with ‘big hairy
balls’, a black ‘knotty penis’, ‘assholes’, and quantities of
‘shit’. (…) There’s a sick fury here, an obsessional hatred of
women and sex, punitive in its virulence.
14
Ma il loro ritrovamento è stato oltremodo importante, non solo perché
da questi versi emerge una comicità quasi boccaccesca che in Eliot non era
mai apparsa, ma anche per la loro disposizione: alcune pagine contengono
da un lato, una poesia appartenente alla serie di Bolo e, dall’altro, i versi
finali di componimenti rimasti incompleti all’interno del taccuino.
Nell’edizione di Inventions of the March Hare a cura di Ricks, i “Columbo
and Bolo verses” sono stati inseriti in un’appendice successiva alle
cinquanta poesie che riproducono il manoscritto del Notebook.
Infine, tornando alla recensione di Donald Gallup, egli inserì nella sua
analisi del Notebook anche la descrizione di alcuni fogli facenti parte, in
13
C. Ricks, Prefazione a IMH, cit., p. xv.
14
L. Gordon, cit., pp. 76-77.
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origine, della raccolta (le poesie presenti in questi fogli sono state inserite
da Ricks in due appendici distinte) e che hanno successivamente dato vita
ad alcuni componimenti più tardi:
These leaves were divided apparently by John Quinn or one of
his clerks into two groups: those for poems included in Poems
(1920), and miscellaneous poems mostly unpublished. The
first group contained 28 leaves, the second, 29, when the
manuscripts were received, but since the Library’s press
release [October 1968] two leaves have been transferred from
the second to the first group, and one leaf from the second
group has been laid in the notebook. The poems are in various
states and versions, with corrections, and are written on a
variety of papers, most of them showing traces of having been
folded and some much worn at the folds.
15
In conclusione del suo dettagliato rapporto sul manoscritto eliotiano, il
dottor Gallup affrontò anche il complicato problema della datazione delle
poesie. A tale riguardo le uniche notizie attendibili ci giungono dallo stesso
Eliot, il quale, in una famosa lettera a Eudo C. Mason del 1936, sottolineava
(parlando di Prufrock and Other Observations), che «…all of the more
important poems in the volume are earlier than Prufrock…»
16
, e poiché tali
poesie provengono quasi tutte dal Notebook (eccetto The Boston Evening
Transcript, Aunt Helen, Cousin Nancy, Hysteria e La Figlia Che Piange),
ne segue che sono tutte antecedenti al 1911 oppure di tale anno, «except
(…) two or three short pieces written in 1914 or ‘15»
17
. Sappiamo, inoltre,
che tra le poesie contenute nel Notebook, solo sei erano state date alla
stampa prima dell’edizione del Ricks (eccetto ovviamente quelle pubblicate
in Prufrock and Other Observations, nei Poems 1919 e 1920 e in Ara Vos
Prec): Humouresque (After J. Laforgue) era stata pubblicata dallo stesso
Eliot, insieme ad altre sette poesie non facenti parte di questa raccolta, sullo
15
D. Gallup, The ‘Lost’ Manuscripts of T. S. Eliot, “Bulletin of the New York Public Library”,
lxxii, dicembre 1968, pp. 641-52.
16
C. Ricks, Prefazione a IMC, cit., p. xv.
17
Ibidem, p. xv.
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“Harvard Advocate” del 12 gennaio 1910
18
; Afternoon, Suppressed
Complex, The Love Song of St. Sebastian e Oh little voices of the throats of
men furono pubblicate in The Letters of T. S. Eliot, volume I: 1898-1922
(edite da Valerie Eliot); Easter: Sensations of April fu pubblicata
nell’edizione limitata (1989) del volume I delle “Letters”.
Tuttavia, nonostante tutte queste notizie, stabilire l’ordine delle poesie
all’interno del Notebook si è rivelato un compito alquanto arduo poiché,
com’è già stato sottolineato, Eliot iniziò a scrivere prima sul recto delle
pagine per poi riempire anche il verso, cosicché la loro disposizione non
segue un ordine cronologico. Lo stesso Gallup ammetteva di non poter
stabilire con esattezza l’ordine e le date delle poesie, anche se, osservando
che alcuni componimenti erano stati scritti con inchiostro blu, altri con
inchiostro nero e altri ancora a lapis, arrivò alla conclusione che i
componimenti scritti con l’inchiostro blu dovevano essere precedenti a
quelli scritti con l’inchiostro nero, in quanto Eliot scrisse con il primo fino
al 1910 e solo dopo utilizzò l’inchiostro nero, o il lapis. Infatti, come
sostiene Lyndall Gordon: «The first poems in the Notebook were copied at
the same time, i.e. in the same hand and blue ink. The latest is dated August
1910. The poems were later revised in pencil and dates added”
19
. E ancora:
Eliot’s handwriting changed during the year he was in Paris.
From about November 1910 his neat small hand became large
and spiky, with few loops, tall capitals, and long tails. After
November 1911 he reverted to a smaller, rounder hand. These
changes make it possible to align the undated with the dated
holographs.
20
18
Le otto poesie pubblicate nella raccolta Poems Written in Early Youth (1967) sono: Song: When
we came home across the hill (24 maggio 1907); Before Morning (13 novembre 1908); Circe’s
Palace (25 novembre 1908); Song: The moonflower opens to the moth (26 gennaio 1909); On a
Portrait (26 gennaio 1910); e Ode (24 giugno 1910).
19
L. Gordon, cit., p. 33.
20
Ibidem, p. 55.