5
La rivisitazione dei testi attraverso il recupero del milieu
culturale, sociale e politico ad essi sotteso, quindi l’affermarsi degli
studi culturali, ha articolato ed esteso i percorsi di ricerca, mettendo
in discussione, in area anglofona, l’autorità egemonica della
Englishness e degli stereotipi sui quali essa si fonda, in relazione
alle letterature in lingua inglese, formatesi prima e dopo la
disgregazione dell’impero coloniale.
L’affermarsi degli studi postcoloniali, che indagano sui
discorsi della rappresentazione dell’alterità e dell’identità nazionale
nei contesti coloniali, è il punto di partenza per introdurre, nel
secondo capitolo, il “caso Irlanda”, che, nella devoluzione degli
studi anglofoni, occupa un posto particolare date le complessità e le
ambiguità di una cultura “hyphenated”, quindi anglo-irlandese, che
trova coesione solo nella sintesi finale del rapporto complementare
e opposto con l’Inghilterra.
Tali difficoltà emergono in relazione alle possibili definizioni di
una produzione letteraria irlandese in lingua inglese e, dal punto di
vista storiografico, dalle diverse indicazioni circa l’origine di un
corpus di testi e di autori, identificabile come letteratura nazionale,
ma non limitato dall’uso esclusivo della lingua gaelica.
6
Considerando la fase di transizione da una letteratura di tipo
coloniale ad una più propriamente nazionale, segnata dal recupero
romantico delle origini e dalla conseguente formazione di
un’identità culturale nazionale, si è discusso il rapporto di alterità e
reciprocità tra Inghilterra e Irlanda, alla luce delle relazioni tra
storia e letteratura nella narrativa irlandese in lingua inglese del
XIX secolo.
In particolare l’analisi del primo national tale di Sydney
Owenson, Lady Morgan, The Wild Irish Girl, propone, nell’ultimo
capitolo, una riflessione sulla definizione delle categorie di
Irishness e Englishness, rappresentate, a livello letterario e
narrativo, dal ricco apparato metaforico e allegorico su cui si
articola il romanzo.
L’opera della scrittrice irlandese offre una possibilità valida, e
per certi aspetti ancora inesplorata, per conoscere il modo in cui
venne creata l’immagine idealizzata della nazione e inventato il
mito culturale e politico dell’Irlanda, attraverso la storicità dei testi
e la testualità della storia.
Tutte le traduzioni sono a cura della candidata.
7
CAPITOLO I
ITINERARIO TEORICO TRA MODELLI E IPOTESI
PER UNA STORIA LETTERARIA “APERTA”.
I.1. Introduzione.
Attraverso un excursus delle principali teorie estetiche e delle
ipotesi storiografiche avanzate nel corso del plurisecolare dibattito
sulla letteratura, le sue funzioni e la sua ontologia storica, è
possibile ricostruire una rete di riferimenti e definizioni estetico–
strutturali che lungi dal rappresentare un mero tentativo di labelling
del concetto di letteratura ne evidenziano la polisemia intrinseca e
la complessità dei rapporti con le discipline altre.
Relativizzate le pretese di una riflessione monistica sul
discorso letterario e negata l’idea di letteratura come corpus sterile e
asettico di opere dal valore indiscusso e inalterato, le posizioni
assunte in merito al problema della validità scientifica e dello
strutturarsi della storia letteraria tendono, nel dibattito
contemporaneo, a concepire la letteratura come prodotto dinamico,
8
internamente dialettico, espressione di molteplici interrelazioni
culturali, sociali e politiche.
La letteratura, secondo Terry Eagleton, si costituisce come entità
concreta e vitale, in quanto “vitally engaged with the living
situations of men and women: it is concrete rather than abstract, it
displays life in all its rich variousness”
1
; essa vive di tensioni e
contraddizioni interne, di sovrapposizioni con altri generi e forme,
assumendo essa stessa infinite forme potenziali in rapporto ad ogni
singola età e nel corso del processo storico. Sintesi perfetta di
interdisciplinarietà e specificità, si costruisce autonomamente e in
rapporto con tutte le altre attività: sovrastrutturali e strutturali.
2
Secoli di critica letteraria tendono a delineare due aspetti
fondamentali della letteratura intesa come fenomeno “universale”,
le cui manifestazioni rappresentative si individuano universalmente
in ogni periodo storico e in qualsiasi società, e d’altra parte, come
fenomeno “sintomatico”, relativo cioè ad un contesto storico ben
definito.
1
T. Eagleton, Literary Theory. An Introduction, Oxford, Basil Blackwell, 2
nd
edition, 1988,
p.171.[trad.: “profondamente coinvolta nella vita reale di uomini e donne: concreta piuttosto
che astratta, essa mostra la vita in tutta la sua ricchezza e varietà”].
2
Cfr. G. Petronio, “L’attività Letteraria in Italia. Premessa”, in Teorie e Realtà della
Storiografia Letteraria: Guida Storica e Critica, Bari, Laterza, 1981, p.189.
9
Sono infatti le differenze che emergono all’interno delle suddette
manifestazioni a definirle come “symptoms of different types of
totality”,
3
a creare legami inscindibili tra storia e letteratura e a
concepire la storia letteraria come parte, frammento, componente
essenziale della Storia totale.
Ai fini di uno studio critico nel quale sia possibile pensare una
storia della letteratura come descrizione attendibile di un sistema
letterario nazionale o plurinazionale, aperta a nuovi percorsi
poliprospettici e pluristratificati, organizzata in prospettive
diacroniche o sincroniche, risulterà necessario avvalersi dei
contributi teorici ereditati dalla tradizione storiografica, nata nel
fermento culturale del tardo Settecento e sviluppatasi a fasi alterne,
tra declino e risveglio, nel corso dei secoli.
3
H. U. Gumbrecht, “History of Literature – Fragment of a Vanished Totality”, in New Literary
History, XVI, 3, 1985, p.468. [ trad.: “sintomi dei diversi aspetti della totalità”].
10
I.2. Tra Illuminismo e Romanticismo: genesi e sviluppo della
storiografia letteraria.
La concezione antidogmatica del sapere e il rifiuto di un
sistema epistemologico assoluto e aprioristico, riassunti nella
lapidaria esortazione kantiana “sapere audi”, caratterizzano la
cultura europea settecentesca. Con le sue complesse articolazioni
interne, tra impulsi innovatori, tendenze riformatrici e istanze
ideologiche rivoluzionarie, l’Illuminismo rappresenta un evento
fondamentale nello sviluppo storico e culturale delle civiltà
occidentali e, altresì, costante punto di riferimento nell’individuare
le origini di gran parte delle moderne discipline gnoseologiche.
Alla luce dell’idea di progresso e della maturata
consapevolezza delle potenzialità e dei limiti della ragione umana,
il sapere dei philosophes, dei letterati e dei lumières tutti, non
risulta più ancorato alla verità antropocentrica dell’Umanesimo, ma
vincolato alle leggi di quel continuo divenire di forme della natura e
della vita di cui la storia si nutre. I contributi ereditati dalle
precedenti esperienze culturali, in particolare gli apporti del
pensiero empirista inglese e delle scienze sperimentali, intrecciati
alle nuove componenti filosofiche del sensismo, del materialismo
11
meccanicistico e dello storicismo, confluiscono in discussioni
teoriche sul divenire della terra e della storia dell’uomo e in primis
stimolano la riflessione sul senso ontologico e teleologico della
storia.
A matrici illuministe fa riferimento il diffondersi di studi
eruditi di indagine storiografica e l’esigenza di un discorso storico
sulle arti, sull’operare poetico e su ciò che conformandosi a precisi
criteri etici ed estetici rientra nella categoria di letteratura. La storia
letteraria, in particolare, diviene una delle storie “collettive” di
maggiore interesse:
The collective singular history becomes one of those
concepts whereby European thought of the seventeenth
and eighteenth centuries, in developing a teleological
picture of history, was able to free itself from the
authority of antiquity […].
4
La compilazione di monumentali storie letterarie come “bisogno di
stendere storicamente cioè organicamente la vicenda della
4
Ivi, p. 467. [ trad.: “la singola storia collettiva diviene uno dei concetti attraverso cui il
pensiero europeo del XVII e del XVIII secolo, nell’elaborare una visione teleologica della
storia, riuscì a liberarsi dall’autorità dell’antichità”].
12
letteratura di un popolo”
5
s’inserisce nel fermento culturale, politico
e sociale in cui la borghesia in ascesa auspica e trova piena
legittimazione, prendendo coscienza del suo ruolo storico.
Si pongono le basi per la nascita di un nuovo genere storico e
letterario che trascenda l’analisi retorica e tecnica, quindi
scientifica, dell’opera e privilegi l’aspetto storico dell’esperienza
artistica. Il metodo storico incomincia a penetrare nello studio
letterario attraverso i primi tentativi dei moderni di scrivere delle
cronache letterarie, nelle prime tendenze nazionalistiche a
riconsiderare certi secoli e a catalogare autori e manoscritti
nell’ambizioso progetto di formare una coscienza storica attraverso
un recupero sistematico della storia poetica nazionale. Nell’Europa
borghese di Napoleone e delle nazioni non ancora giunte a
unificazione statale ma impegnate a ripercorrere e rivalutare il
proprio passato nazionale, la riflessione sulla letteratura diviene un
aspetto fondamentale della nascente cultura romantica.
Secondo Jauss, la storia letteraria si presenta come “una parabola in
costante declino”
6
, i cui capolavori risalgono al XIX secolo, quando
5
G. Petronio, cit., p. XIII.
6
H.R.Jauss, Perché la Storia della Letteratura, trad. di Alberto Vàrvaro, Napoli, Guida, 1983,
p.11.
13
le storie letterarie, “coronamento della carriera di uno studioso”, si
configurano come un potente strumento di autolegittimazione della
classe borghese e di celebrazione dell’individualità nazionale.
La storiografia letteraria romantica interpreta e decodifica
nella storia della poesia il corso stesso dell’umanità in un processo
di “umanizzazione” della storia e di “universalizzazione” della
poesia; essa contribuisce alla scoperta di una poesia immersa nella
storia, che si fa e diviene nella storia. Non più Musa confinata sul
Parnaso delle arti ma spirito che attraversa i secoli, la poesia vive e
si materializza nella grandi personalità poetiche da Dante a Milton,
da Omero a Shakespeare. Ai livelli più alti della speculazione, la
poesia riconcilia il particolare con l’universale, il mondo
contingente della storia con il sistema trascendente delle idee: “it
[poetry] is at once the centre and circumference of knowledge”
7
.
L’entusiasmo dei romantici per il recupero dei testi del passato
è direttamente connesso alla nuova idea di letteratura della società
borghese; nel tentativo di proporre una nuova cosmologia, una
visione totalizzante, la letteratura assume il ruolo della religione.
8
7
P. B. Shelley, “A Defence of Poetry”, in The Oxford Anthology of English Literature, II, New
York, Oxford University Press, 1973, p.758. [trad.: “essa - la poesia - è contemporaneamente
il centro e la circonferenza della conoscenza”].
8
H. U. Gumbrecht, cit., p. 469.
14
The texts of the past were no longer a part of an ideal
world and not yet a symptom of a past world. In that
they were esteemed as media opening a view of
historical totality to the reader, their cognitive value
was hypostatized to an unsurpassable degree, and their
reception was privileged over all other forms of the
endeavour to grasp totality.
9
Nelle forme nazionalistiche che tale idea di totalità assume nel
Romanticismo, la letteratura del passato è punto di riferimento per
valorizzare l’articolarsi della storia nazionale. L’esperienza poetica,
dunque, non più prodotto retorico o semplicemente un modo
tecnico di scrivere, è “manifestazione suprema di un momento di
civiltà, espressione dei caratteri e dello spirito di una nazione”
10
e
veicola in sé profonde implicazioni sociali, politiche e filosofiche;
la critica letteraria, dunque, recupera da un lato il retroterra
speculativo della sua attività esegetica, dall’altro contribuisce ad
una più precisa coscienza storica e sociale del fatto letterario.
9
Ibidem. [ trad.: “I testi del passato non erano più parte di un mondo ideale, né sintomo di un
mondo passato. Essendo considerati strumenti attraverso i quali si apriva al lettore una visione
totalizzante della storia, il loro valore cognitivo fu ipostatizzato ad un livello insuperabile, e la
loro fruizione fu privilegiata su tutti gli altri tentativi di afferrare la totalità”].
10
G. Petronio, cit., p. XXV.
15
Appaiono sintomatiche a tal proposito le diverse prospettive
storiografiche che emergono nel panorama europeo tra il XVIII e la
fine del XIX secolo.
In Germania, nel 1815, Friedrich Schlegel raccoglie nella
Storia della Letteratura Antica e Moderna un ciclo di lezioni tenute
a Vienna nel 1812 nelle quali si propone di:
abbozzare un quadro generale dello sviluppo della
letteratura presso le più illustri nazioni antiche e
moderne, rappresentando innanzi tutto la letteratura nei
suoi effetti sopra la vita reale, sopra il destino delle
nazioni e sul procedimento dei tempi.
11
Passato e presente, spirito e nazione, la letteratura nel tempo che
diviene: risuona, tra le parole di Schlegel, l’eco della storia culturale
europea, tutta intrisa dello storicismo romantico e di una nuova idea
di poesia che matura “nel grembo dell’idea di nazione, e si
disviluppa da essa e le si accampa accanto quasi come un suo
11
F. Schlegel, Storia della Letteratura Antica e Moderna, a cura di R. Assunto, Torino,
Paravia, 1974, pp. 3.
16
complemento necessario, nel fuoco della presa di coscienza che i
popoli acquistano del loro essere nazione”
12
.
In Italia, giunto a compimento il processo storico iniziato con
la caduta di Napoleone e conclusosi con il Risorgimento, Francesco
De Sanctis realizza un modello di storia letteraria che presupponga:
una storia esatta della vita nazionale, pensieri, opinioni
passioni costumi, caratteri, tendenze, una storia della
critica, e lavori parziali sulle diverse epoche e sui
diversi scrittori.
13
Il disegno complessivo della Storia della letteratura italiana (1870-
71), successivo alla realizzazione settecentesca del Tiraboschi, che
mirava ad uno studio cronologico della letteratura e non dei letterati
italiani, in termini di “origine e de’ progressi delle Scienze tutte in
Italia”
14
, è un esito della tendenza romantica a considerare la storia
letteraria come storia dell’intera civiltà nazionale; una tendenza in
ampio senso storicistica rielaborata nella formula della letteratura
12
G. Petronio, cit., p. XVI.
13
F. De Sanctis, “Settembrini e i Suoi Critici”, in Saggi Critici, Napoli, Morano, 1930, p. 56.
14
G. Tiraboschi, Storia della Letteratura Italiana, Modena, p. ix.
17
come espressione della società, come documento essenziale della
vita di un popolo e del suo evolversi nel tempo.
In Francia è Gustave Lanson a proporre una Histoire de la
litterature Fraçaice (1894) che possa offrire un quadro complessivo
della produzione letteraria della nazione e sia, romanticamente,
espressione della storia della civiltà, “un aspetto della vita nazionale
che nello stile, nell’arte registri il movimento delle idee e della
vita”.
15
Eppure la storia letteraria di Lanson va oltre, stabilendo una
perfetta sintonia con le principali tendenze storico-filosofiche
dell’epoca: essa concilia la volontà di “sentir historiquement” con
un metodo di analisi più scientifico, un approccio alla letteratura più
tecnico che consideri il rapporto con il pubblico, l’effetto artistico e
gli elementi di letterarietà, su cui punteranno, successivamente, i
formalisti russi.
Risultano fondamentali nell’analisi di Lanson l’importanza
data alla contestualizzazione storica dell’opera letteraria, ai fini di
una precisa teoria del gusto e dell’estetica e, altresì, il bisogno di
15
G. Lanson, “La Méthode de l’Histoire Littéraire”, in Essais de Méthode de critique et
d’Histoire littéraire, Paris, Hachette, 1965, p. 34. Traduzione a cura di Graziano Benelli.
18
“seguire l’influenza dello scrittore nella vita letteraria e sociale”,
essendo lo scrittore “un collettore di movimenti contemporanei”
16
.
Scrive Lanson
Per ritrovarlo [lo scrittore] veramente, […] bisogna
conoscere quel passato che si è prolungato in lui, quel
presente che in lui si è infiltrato: solo allora potremo
liberare la sua originalità reale, misurarla, definirla.
17
Si ricorderà, tra l’altro, che l’esigenza di collocare il fenomeno
letterario, qualunque esso sia, e il suo autore all’interno di una
prospettiva storica ben definita era stata teorizzata in precedenza
nella Storia della letteratura inglese di Taine (1864), secondo cui,
lo scopo della letteratura risiede nella scoperta dei fattori ambientali
che influenzano la produzione letteraria, distinti nelle categorie
positiviste di race, milieu e moment.
18
La storiografia letteraria romantica e i suoi esiti realizzati
durante gli ultimi decenni dell’Ottocento si fanno tendenzialmente
interpretativi dello sviluppo integrale della vita della nazione, della
16
Ivi, p. 35.
17
Ivi, p. 36.
18
Cfr. Wimsatt, Brooks, “Il Metodo Storico: Uno Sguardo Retrospettivo”, in Breve storia della
Idea di Letteratura in Occidente, 3 voll., Torino, Paravia, 1973 –1975, p. 232.