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rapporti familiari e questa spinta innovativa colpisce anche la ginnastica tradizionale,
nascono così le ginnastiche dolci da diversi Capiscuola come Gerda Alexander con
l’Eutonia, il metodo Feldenkrais e l’antiginnastica di Thérèse Bertherat (che verranno
descritti al paragrafo 2.4). Tutte queste tecniche hanno in comune alcuni fondamentali
principi.
2.2 I principi delle ginnastiche dolci
I principi fondamentali che accomunano queste tecniche sono:
▪ Prendere coscienza dei propri movimenti: imparare a conoscere il proprio corpo
attraverso la percezione e l’interiorizzazione del movimento; inutile è infatti la
ripetizione meccanica del movimento proposto che non coinvolga la nostra
psiche. Non conta tanto ciò che si fa ma la coscienza che si ha nel momento di
fare. A poco a poco la percezione e le sensazioni diventeranno sempre più acute e
aiuteranno nella modifica e nella correzione dei movimenti, atteggiamenti e
posizioni abituali scorretti.
▪ Lavorare nella distensione e nella sensazione: le ginnastiche dolci non
richiedono grandi sforzi ma molta attenzione e partecipazione, una sottile
mobilizzazione delle fibre muscolari delle articolazioni per andare a toccare la
sensibilità profonda. Lo sforzo deve essere quindi di sensazione non di
imitazione.
Una volta provata la sensazione di benessere provocata dallo stiramento, il corpo
stesso senza il bisogno di pensarvi reclamerà il nuovo atteggiamento piacevole;
infatti il corpo ha una memoria migliore della mente e se ha possibilità di fare
esperienze piacevoli e di provare sensazioni di benessere cercherà di riprodurle in
ogni situazione della vita quotidiana.
▪ Il corpo è un tutto unico: il corpo è considerato come unità psico-fisica infatti vi
è una forte interdipendenza di ogni movimento; le cause dei dolori muscolari non
vanno cercate nella sede in cui le avvertiamo ma altrove. Per questo si possono
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avvertire i risultati di un lavoro su un certo distretto muscolare anche in
articolazioni e muscoli lontani dalla sede del lavoro, perché ogni squilibrio
comporta reazioni a catena.
Noi dobbiamo soprattutto percepire ed individuare le tensioni, le contrazioni, le
compensazioni muscolari errate e la funzione che deve svolgere ogni muscolo.
Per fare un piccolo esempio: le emicranie dovute al blocco delle vene giugulari
possono cessare se si lavora sulla distensione dei muscoli della nuca e delle
spalle; una compressione eccessiva delle vertebre cervicali provoca dolore a
spalla, braccio e a volte anche al mignolo della mano e come appena detto non
serve massaggiare la spalla ma si deve lavorare a livello delle vertebre cervicali
che sono in relazione con le vertebre dorsali e lombari.
▪ Prestare particolare attenzione alla colonna vertebrale: questo principio
suggerisce di consolidare la nostra trave maestra, ovvero la colonna vertebrale che
è costituita da un sistema osseo e da uno muscolare; quest’ultimo comprende la
muscolatura superficiale che ha un ruolo dinamico ed è la responsabile dei
movimenti e degli spostamenti, e la muscolatura profonda costituita dai muscoli
corti e non visibili responsabili della stazione eretta. La ginnastica tradizionale si
è limitata fino ad ora ad utilizzare e quindi ipersviluppare solo la muscolatura
superficiale rendendo perciò la colonna vertebrale instabile e creando contratture
dolorose a livello lombare cervicale e dorsale.
Noi con le ginnastiche dolci andremo a lavorare sulla distensione dei muscoli
superficiali ipersviluppati, che quindi si presentano corti e contratti, e anche sulla
tonificazione dei muscoli profondi, che ci permetterà di ottenere una postura
corretta (allungando i muscoli superficiali si fanno lavorare anche i muscoli
profondi).
La colonna vertebrale e tutta la muscolatura posteriore rispecchia le nostre
emotività, infatti essa è la sede di tensioni e contratture dolorose che si
ripercuotono sulla psiche e viceversa. Un esempio sono le spalle rialzate verso le
orecchie per proteggersi, quasi come per nascondersi; e migliorando la
distensione c’è una conseguente modifica della sfera affettiva.
▪ Adottare un ritmo proprio evitando gli eccessi: l’unico che può trovare il proprio
ritmo e la giusta dose di lavoro è il soggetto stesso; durante l’esecuzione degli
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esercizi non si deve mai forzare la situazione e provare quel sentimento del ‘non
riuscire a seguire e a star dietro alle altre persone’. Vanno evitate quindi le
condizioni di affanno fisico e psicologico.
Sono invece normali manifestazioni come senso di fame, di sonno, di freddo, la
comparsa di chiazze su mani e viso all’inizio e al termine di una seduta; queste
manifestazioni stanno a significare la reazione del sistema nervoso simpatico (che
fa parte del sistema nervoso centrale e regola la vita vegetativa e comanda in
modo involontario la dilatazione delle pupille, il meccanismo degli sfinteri e il
sistema vascolare)
▪ Rilassare i muscoli posteriori superficiali: prima di tonificare i muscoli della
parte anteriore del corpo come pettorali, addominali è necessario far scomparire la
rigidità e l’ipertono dei muscoli posteriori superficiali (dalla nuca ai talloni)
allungandoli; questa ristrutturazione deve essere seguita da un ulteriore modifica
che faccia intervenire in tutte le parti del corpo la sensazione profonda.
Perciò l’approccio ideale è: allungamento dei muscoli posteriori superficiali,
ristrutturazione di quelli profondi e presa di coscienza delle diverse articolazioni e
dell’interdipendenza delle singole parti del corpo.
▪ Prendere coscienza e migliorare la propria respirazione: il nostro respiro varia
al variare della nostra condizione fisica ed emotiva, da quando siamo spaventati,
interessati o quando compiamo uno sforzo e quindi può diventare rapido,
irregolare, leggero o arrivare anche ad una condizione di apnea. La respirazione
ideale è ampia e regolare e deve essere in grado di coinvolgere non solo le parti
deputate all’atto respiratorio (diaframma, gabbia toracica e addome) ma il corpo
nella sua totalità, favorendo così l’ossigenazione e il metabolismo generale
dell’organismo, e ottenendo benefici sugli organi interni, come cuore, stomaco e
fegato, attraverso un massaggio effettuato dal movimento del diaframma.
Quindi le ginnastiche dolci insegnano a respirare in maniera più profonda e
regolare per aumentare la vitalità di noi stessi.
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2.3 Benefici delle ginnastiche dolci
I benefici ottenuti dalla pratica delle ginnastiche dolci in generale sono il benessere
psico-fisico dell’anziano perché vengono eliminate le tensioni fisiche e psichiche; si
ha la riattivazione psicofisica e sociale; un miglioramento della qualità di vita degli
anziani e prevenzione della perdita di indipendenza e autonomia nelle attività
quotidiane; un rilassamento di corpo e mente e lo slancio nella comunicazione con gli
altri.
Una maggiore consapevolezza del proprio corpo, nelle sue limitazioni, ma anche nelle
sue possibilità e potenzialità nascoste, può fare scoprire un nuovo piacere di muoversi
e ritrovare la fiducia nel proprio corpo ed in se stessi. Il lavoro di gruppo e “in”
gruppo svolge importanti funzioni infatti, è anche un modo per “socializzare”
un’esperienza e la solitudine e le varie problematiche, cioè per condividere con altri,
che hanno gli stessi problemi, un tempo, uno spazio e finalità comuni: per non essere
soli.
Nello specifico possiamo classificare i benefici fisici e psico-sociali.
Benefici fisici:
▪ Eliminazione delle tensioni muscolari e delle contratture dolorose
▪ Favorisce il rilassamento sia fisico che mentale
▪ Migliore coordinazione dei movimenti
▪ miglior controllo posturale e motorio ed allineamento posturale corretto
▪ miglioramento dell’equilibrio
▪ miglioramento della funzionalità respiratoria perché ci insegnano la giusta
sincronizzazione tra movimento e respirazione
▪ migliore percezione del proprio corpo
▪ rilassamento di ogni distretto del corpo e della mente
▪ aumento mobilità articolare generale e della colonna vertebrale in particolare
▪ aumento potenzialità propriocettive
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Benefici psico – sociali:
▪ Riappropriazione delle proprie abilità psicofisiche
▪ Contrastare fenomeni di abbandono affettivo e/o psicologico
▪ Combatte la solitudine
▪ Stimolazione alla socializzazione, offrendo occasioni di rapporti sociali che
proseguono anche al di fuori della palestra, del centro
▪ Incremento della sensazione di benessere e riduzione del rischio di depressione
▪ Prevenzione della perdita dell’autonomia nelle attività quotidiane contrastando
il declino delle capacità funzionali dell’anziano
▪ Riscoperta del piacere del “mettersi in gioco”
▪ Incremento delle occasioni e della capacità di comunicare con gli altri
▪ Ricreare un tessuto di rapporti tra l’anziano e “il mondo”
▪ Riattivare e migliorare l’equilibrio, la forza, la coordinazione, anche in
soggetti molto anziani
2.4 Vari metodi di ginnastica dolce: Feldenkrais, Gerda Alexander, Thérèse
Bertherat
I principali metodi utilizzati nelle ginnastiche dolci creati dai rispettivi Capiscuola
sono: il metodo Feldenkrais, l’Eutonia di Gerda Alexander e l’Antiginnastica di
Thérèse Bertherat.
Di seguito descriverò in breve ciascun metodo citato sopra.