4
particolare a Padova, partendo da una definizione sociologica del problema per arrivare
ad un’analisi dell’effettiva utilità sociale e della qualità dei servizi assistenziali, sociali e
socio-assistenziali forniti fin’ora dal Comune. Sta diventando essenziale la diffusione di
una cultura innovativa che renda più flessibile il sistema sociale e che, attraverso
strutturati processi di desocializzazione e risocializzazione, favorisca l’accesso degli
anziani a ruoli significativi, e la realizzazione della loro integrazione sociale. Socialmente
l’invecchiamento è considerato patologico e questa percezione porta l’anziano ad isolarsi,
accentuando il senso di inadeguatezza che tenta di arginare attraverso l’elaborazione di
strategie di difesa, fondate molto spesso su ruoli nuovi, senza storia, scelti sulla base dei
propri interessi, la cui presenza è presupposto primario contro l’emarginazione e il
perpetuarsi di un modello culturale di anziano relegato al riposo. Gli anziani d’oggi sono
cresciuti durante la guerra, hanno dovuto affrontare i problemi della ricostruzione del
paese, sono stati protagonisti del boom economico italiano e tra le prime generazioni a
godere del benessere diffuso. Una generazione, dunque, che per le peculiarità del periodo
storico in cui ha vissuto, il tipo di socializzazione avuta e la cultura assimilata, ha poco in
comune con gli anziani di domani.
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CAPITOLO I
INTRODUZIONE ALLA CONDIZIONE ANZIANA OGGI
1.1. Cosa significa invecchiare?
Come i termini “sviluppo”, “accrescimento”, “maturazione”, anche il termine
“invecchiamento” si riferisce a quel processo attraverso il quale ci si modifica in funzione
del tempo che trascorre. Rispetto agli altri termini, esso, tuttavia, ha connotati negativi, in
quanto richiama non tanto i processi che portano dalla nascita alla piena maturità, quanto
quelli che insorgono dopo di essa e che portano alla morte.
Dove inizia l’accrescimento e dove l’invecchiamento?
Non è semplice dare una risposta, se non altro perché i ritmi di sviluppo sono
diversi secondo le funzioni a cui ci si riferisce. Ora, in ogni caso, questo termine assume
di solito un significato negativo perché simboleggia la perdita: basti pensare
all’inevitabile decadimento delle funzioni organiche e mentali, alla cessazione del lavoro,
ai cambiamenti delle relazioni familiari e sociali. Tutto ciò provoca nell’anziano delle
reazioni, che possono sfociare in vere e proprie crisi esistenziali.
L’invecchiamento umano si svolge, in ogni caso, con modalità, ritmi e conseguenze
estremamente variabili da individuo ad individuo, in relazione a fatti e condizioni
contingenti.
E’ possibile distinguere diverse età, collegate tra loro
1
:
ξ L’età cronologica e l’età biologica: la prima indica il numero di anni del
soggetto, mentre la seconda riguarda il declino corporeo.
ξ L’età personale: è il momento nel corso della vita di un individuo che esso
pensa di avere raggiunto.
ξ L’età sociale: è l’età pubblica vale a dire quella che è attribuita ad un
individuo da amici, famigliari e conoscenti.
1
M. CESA BIANCHI, “Psicologia dell’invecchiamento: caratteristiche e problemi”, Carocci 1998.
6
ξ L’età soggettiva: non può essere calcolata con il calendario, essa è una
successione di avvenimenti non legata necessariamente al passare del tempo.
I mutamenti demografici ed economici, ma anche quelli legati alla vita culturale ed
intellettuale, ci hanno permesso di comprendere che l’inizio della terza età fosse legato
all’età personale, cioè quella che un individuo si autoattribuisce in base alla proprie
personali percezioni. In ogni caso, fino a qualche tempo fa l’età dei sessanta anni veniva
considerata convenzionalmente l’inizio del periodo senile. Attualmente si tende non solo
a spostare tale età ai sessantacinque anni, ma anche a ricercare una suddivisione
terminologica che evidenzi un primo periodo con caratteristiche diverse dal successivo,
cioè con segni negativi di invecchiamento meno marcati.
Gli inglesi hanno cercato di suddividere l’età della vecchiaia in sottocategorie:
ξ Pre-old (pre/vecchi) dai 55 ai 59 anni;
ξ Young-old (i giovani/vecchi) dai 60 ai 70;
ξ Middle-old (i mezzo/vecchi) dai 70 ai 74;
ξ Old-old (i vecchi/vecchi) oltre i 75 anni.
Queste sono età anagrafiche da tenere in considerazione per comprendere la
presenza degli anziani nella società e poterli classificare.
1.2. Fattori che influenzano l’invecchiamento
Con il passare del tempo si operano in noi cambiamenti sia fisici sia psichici.
Sicuramente invecchiare bene presuppone la comprensione e l’accettazione di tali
cambiamenti e in pratica decidere di partecipare attivamente a questi mutamenti anziché
subirli. Per questo è fondamentale conoscere le cause dell’invecchiamento.
La “Commissione americana di studi geriatrici” ha elencato alcuni fattori che
possono determinare l’invecchiamento
2
:
Inattività: l’attività fisica è molto importante in ogni età della vita, ma sicuramente
fondamentale nella vecchiaia. Essa è utile per arrestare le modificazioni dei muscoli con
l’avanzare dell’età e limitare la riduzione della loro forza. L’esercizio fisico migliora la
2
M. TRABUCCHI, “Invecchiamento della specie e vecchiaia della persona”, Franco Angeli 1992.
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funzione polmonare e cardiaca; associato ad una dieta corretta favorisce la perdita di peso
o il mantenimento di quello ideale; l’esercizio favorisce il sonno e il rilassamento,
migliora l’autostima e la partecipazione alla vita sociale. L’inattività produce malattie e
malessere, mentre il movimento produce benessere.
Depressione: essa è uno stato di sofferenza psichica che si manifesta con:
indifferenza affettiva, tristezza profonda, riduzione di iniziativa e creatività, perdita di
autostima, paure non motivate, crisi di pianto, disturbi del sonno e dell’appetito. Questo
problema compare più spesso nell’età adulta e negli anziani. In questi ultimi, la
depressione si manifesta con problematiche fisiche, quindi non appare un problema
primario da affrontare. Anche l’ambiente può provocare lo stato depressivo, la scarsa
salute fisica, la morte del coniuge, la solitudine, l’incapacità di utilizzare il tempo in
modo utile e soddisfacente, la condizione abitativa e i problemi economici.
Stress: costituisce la risposta dell’organismo a diverse condizioni e situazioni che
impongono di adattarsi ad una novità dolorosa. L’individuo deve avere la capacità di
trasformare queste situazioni dolorose in un’esperienza superata, altrimenti, in caso di
non soluzione, subentra uno stato di frustrazione continua. Questi sono eventi che
provocano ansia e angoscia, che a loro volta facilitano disturbi e malattie. Negli anziani le
situazioni stressanti si manifestano con il pensionamento e la riduzione del potere
economico, la perdita del coniuge, il ricovero e la malattia. La sindrome del
pensionamento è sicuramente quella che determina lo stress maggiore perché l’attività
lavorativa è sostituita da una routine ripetitiva e poco interessante. Per affrontare lo stress
della vecchiaia è importante poter contare su di una famiglia coesa, che sostenga
materialmente ed affettivamente l’anziano e lo incoraggi a partecipare alla vita dei gruppi
sociali.
Povertà affettiva: anche l’anziano, come in altre età della vita, ha bisogno di
sentirsi amato, di essere oggetto di attenzione e affetto. Nella coppia anziana, che ha
condiviso tutta la vita, si è istaurata una forte integrazione, che se si rompe con la morte
di un coniuge può provocare enormi difficoltà biologiche, psicologiche ed ambientali.
Povertà economica e di rapporti sociali: la condizione di isolamento capita sia a
chi vive solo che a chi vive in famiglia; questa induce alla deprivazione sensoriale, che è
8
la conseguenza della solitudine e porta l’anziano ad avere mancanza di stimoli motori e
sensoriali. La solitudine provoca sia malattia che difficoltà nei compiti quotidiani. Un
altro fattore di rischio per la perdita della salute dell’anziano è la povertà economica, che
anche nell’ultima parte della vita determina differenze sociali. Studi psicologici e
sociologici, che analizzano gli effetti della povertà sulla salute mentale, hanno notato che
le persone povere e che hanno subito grossi stress possiedono più vulnerabilità psichica.
Tossicità dell’ambiente: negli ultimi anni gli studi di biomedica hanno permesso di
analizzare ciò che è tossico, per cercare di trovare una soluzione che migliori la qualità
della vita dell’uomo. L’effetto di varie sostanze dell’ambiente sull’encefalo umano
possono generare problemi neuro-vegetativi come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson.
La scoperta che esiste un legame tra l’esposizione a sostanze chimiche e le manifestazioni
neurologiche ha permesso di far progredire la ricerca delle sostanze tossiche a cui si è
esposti tramite gli alimenti.
Rapporto errato con il sistema sanitario: l’anziano, essendo fragile, ha bisogno di
assistenza e i servizi inadeguati peggiorano fortemente il suo stato di salute. La medicina
deve preoccuparsi di fare prevenzione, sia nei confronti di malattie, che richiedono
interventi tradizionali, che di problemi organici o psicologici, che sono trascurati
frequentemente, ma che devono suscitare particolare interesse. Vi sono inoltre situazioni
provocate da interventi medico/terapeutici inadeguati o anche comportamenti personali o
collettivi, che possono produrre effetti benefici o negativi sullo stato di salute. Il sistema
sanitario deve tenere conto che la sede naturale dell’anziano autosufficiente è la famiglia,
quindi bisogna ridurre l’ospedalizzazione e permettere all’anziano di avere assistenza
sanitaria, anche domiciliare, per non toglierlo dai suoi affetti.
Dopo avere analizzato i fattori che influenzano l’invecchiamento, si possono fare
riflessioni più approfondite su questo tema. Nella nostra società, invecchiare non può
considerarsi l’allungamento della vecchiaia del passato, ma un’età ricca di nuovi
contenuti. Per questo gli anziani richiedono una nuova posizione culturale. La vecchiaia è
un’età che viene vissuta a seconda di come le persone hanno inteso quel periodo nell’arco
della vita e del modo in cui l’hanno immaginata e caricata emotivamente.
Lo stereotipo di vecchiaia che fa da sfondo e condiziona ogni riflessione può così
9
sintetizzarsi: la vecchiaia è vista più come una condizione che come un processo e i
modelli adulti e giovanilistici tendono ad “allungarsi” oltre le età di riferimento; non si
valorizza l’anzianità come fase di passaggio e preparazione all’invecchiare; si tende a
medicalizzare anche il più piccolo problema dell’anziano; la non-autosufficienza correlata
all’invecchiamento rimane il principale oggetto di attenzione sociale. L’invecchiare
rimane comunque un processo individuale e non la semplice attuazione dello stereotipo,
ma l’una e l’altro saranno costretti a un continuo confronto.
1.3. Quanti sono e quanti saranno gli anziani
La demografia fissa la vita media degli anziani italiani intorno ai 77,8 anni per i
maschi e 83,7 per le femmine, che è la più alta dei paesi della Comunità Europea e dei
paesi in via di sviluppo. Per misurare la vecchiaia non ci si serve solo dell’età media,
definita a partire dalla frequenza dei morti relativamente a ogni età, ma si utilizza anche il
concetto di longevità tramite l’età modale che comprende l’età media ma anche la
frequenza dei morti di ogni età
3
.
Il peso degli anziani sulla società è talmente alto che si può affermare che la società
invecchia a ritmi sostenuti. In Italia diminuiscono le nascite e aumenta il numero degli anziani.
Ciò è determinato dal miglioramento delle condizioni di vita e dal progresso scientifico.
Le condizioni di vita sono migliorate grazie alla maggiore disponibilità di risorse
spendibili per vivere: l’alimentazione, la cura della persona, l’igiene, la casa più sicura, i
migliori stili di vita. A ciò si possono aggiungere le migliori condizioni igienico/sanitarie
di vita collettiva, la scomparsa di epidemie e la maggior tutela dell’ambiente. I risultati
delle ricerche scientifiche e tecnologiche in campo biologico e medico permettono quindi
di aggredire la malattia in modo più efficace. Inoltre lo sviluppo tecnologico provoca
importanti modifiche nell’organizzazione del lavoro e dell’economia.
Il territorio di Padova segue il trend nazionale e perciò si sta assistendo negli ultimi anni
ad un invecchiamento della popolazione, che coinvolge un po’ tutti i comuni del territorio.
Nel 1997 gli anziani con più di sessantacinque anni residenti a Padova erano il 17,3%
3
R. SCORTEGAGNA, “Invecchiare”, Il Mulino 2005.
10
della popolazione totale; a fine 2000 il 18,4%; nel 2003 erano il 19,2% e nel 2005 erano il
19,8%. Se il trend sarà confermato, nel 2008 la popolazione ultrasessantacinquenne supererà
il 20% della popolazione. Questo è già avvenuto nel 1994 per il solo Comune di Padova, nel
quale la popolazione ultrasessantacinquenne rappresenta il 23,1% della popolazione, mentre
nei comuni limitrofi il 16,3% della popolazione
4
. Se si mantiene l’andamento demografico
attuale, nel 2009 la popolazione ultrasessantacinquenne rappresenterà nel comune di Padova
un quarto della popolazione residente (Figura 1). I comuni con maggior presenza di anziani
sono, dopo Padova, Abano Terme e Montegrotto Terme oltre a Teolo e Cadoneghe. Un
incremento ancora più significativo si avrà per la popolazione di età superiore o uguale a 75
anni (Figura 2). L’indice di vecchiaia conferma tale situazione, infatti, considerando l’intero
territorio, ogni 1.000 giovani di età 0-14 anni, ci sono 1.548 anziani, di cui 1.984 a Padova e
1.154 nei restanti Comuni, con punte più alte nei Comuni di Abano, Montegrotto e Torreglia.
Analizzando l’indice di vecchiaia per sesso, si nota che le donne anziane sono decisamente
più numerose rispetto ai maschi. Considerata la maggiore sopravvivenza delle donne, le classi
di età più anziane risultano maggiormente “femminili”, infatti nell’ULSS 16 le donne con più
di 65 anni sono circa 149 ogni 100 maschi e quelle con più di 75 anni sono quasi il doppio
degli uomini della stessa età (188 femmine ogni 100 maschi).
4
Fonte ISTAT, “Rapporto sulla popolazione a Padova”, 2005.
Fonte: Azienda Ulss16 Padova, 2007
Fonte: Azienda Ulss 16 Padova, 2007
0
2
4
6
8
10
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91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10
% ULSS 16
% Comune di Padova
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25
30
91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10
% ULSS 16
% Comune di Padova
Figura 1: % popolazione anziana di età 65+ nel
Comune di Padova
Figura 2: % popolazione anziana di età 75+ nel
Comune di Padova