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che si esprima nel contributo allo sviluppo in Sardegna di un turismo di
qualità.
La prima parte di questa tesi è orientata alla definizione delle linee
e delle problematiche dell’offerta e del mercato turistico in Sardegna,
mettendo in evidenza come la “vocazione al turismo” dei sardi di cui
spesso si è parlato, venga contraddetta nei fatti altrettanto spesso, con una
proposta molto esigua, carenze infrastrutturali e servizi inadeguati alle
aspettative ed esigenze del turista. Dopo un breve cenno alle politiche
turistiche attuate in Sardegna dal 1950, verranno esplicitati dati relativi
alla capacità ricettiva delle strutture alberghiere presenti, alla loro
dislocazione nell’isola, prevalentemente costiera e balneare, alle
presenze, che dopo il picco estivo registrano il crollo. A questo punto
verranno messe in evidenza alcune delle macroscopiche problematiche
del settore come la necessità di investire nella formazione di
professionalità adeguate, l’urgenza di favorire un turismo sostenibile che
si sostituisca a quello costiero, troppo spesso miope nei confronti di una
cementificazione che alla lunga priverebbe la regione delle sue stesse
attrattive, o ancora la possibilità di “allungare la stagione” puntando sulla
valorizzazione delle risorse presenti nell’entroterra. Si innesta su questa
analisi critica la riflessione sulla necessità per i sardi di mettere in
discussione le modalità consuete di gestire le potenzialità del settore e la
4
responsabilità di individuare nuovi possibili orizzonti e campi di azione,
ad esempio proponendo altri tipi di vacanza oltre a quella balneare,
puntando sempre di più sulla valorizzazione della propria identità, della
propria cultura e delle peculiarità del territorio.
Nel secondo capitolo di questo lavoro verranno proposti alcuni dati
relativi all’utilizzo di internet nel mondo, chiarendo come vi sia una
costante ed esponenziale scalata verso quote di utenti e di mercato
sempre più alte. In particolare per ciò che concerne il mercato turistico
verrà messo in luce come l’avvento del World Wide Web abbia costituito
una vera e propria rivoluzione, sia dal punto di vista del viaggiatore - che
ha la possibilità di valutare in maniera molto più diretta luoghi, tempi e
modalità per la propria vacanza - sia da quello dell’operatore turistico,
che per la prima volta ha la possibilità di rendere visibile la propria
offerta in tutto il mondo ad un costo decisamente contenuto. Non a caso,
dunque, il settore dei viaggi è uno tra quelli che ha avuto sulla rete
maggiore successo e i dati reperibili su tale argomento mostrano cifre
molto rilevanti.
Il terzo capitolo è orientato verso l’esplorazione di quella che è
l’offerta on-line per il turismo in Sardegna. Verrà esposto come
attraverso una semplice ricerca sulla rete sia possibile addentrarsi in una
ricca proposta di siti e verificare la consistenza non solo quantitativa ma
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anche qualitativa dell’offerta e la loro varietà. L’impressione generale
che si ricava visitando molti dei siti proposti è quella di una Sardegna in
grado di soddisfare ogni esigenza del turista, da quelle più strettamente
legate al relax della vacanza, a quelle sportive, a quelle culturali.
Selezionando alcuni di questi siti si è potuta sviluppare la parte più
importante del lavoro, quella relativa allo studio di alcune realtà che
operano nel settore turistico attraverso internet. Sono stati selezionati ed
intervistati quattro operatori:
1) il presidente di Portale Sardegna, una società formata da quattro
membri che attraverso il proprio sito vende pacchetti turistici on-line,
indirizzando gli utenti verso le strutture recettive ad essa affiliate;
2) il proprietario del B&B Capotesta presso Santa Teresa di Gallura:
un ex insegnante di storia e filosofia che ha fatto del suo nuovo lavoro
occasione di grande arricchimento umano e culturale;
3) i proprietari del Mandra Edera, un “Country Hotel” situato presso
Abbasanta, che offre un tipo di vacanza rurale a “quattro stelle” e che
ospita viaggiatori provenienti da tutto il mondo;
4) un giovane imprenditore, neolaureato in Economia del Turismo,
membro della società che gestisce l’hotel Punta Negra (struttura
rinomata ed esclusiva, situata ad Alghero.
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Queste interviste hanno costituito un importante contributo per
avvalorare l’idea della tesi: quella di internet come possibilità per la
Sardegna di avvicinamento ad un nuovo modello di turismo consapevole
e sostenibile, orientato non solo verso la vacanza balneare, ma amante
della cultura locale e relazioni con la popolazione, nella ricerca di una
sorta di complementarità tra il noto della costa e l’ignoto dell’entroterra.
Attraverso tali incontri è stato possibile approfondire, inoltre, alcune
delle problematiche del turismo sardo già espresse nella prima parte -
arricchendole del confronto con l’esperienza reale di chi opera nel settore
- e metterne in luce altre, attraverso un punto di vista interno alla realtà
turistica.
Da queste pagine si evince come la rete abbia svolto un ruolo
centrale nel successo dei progetti imprenditoriali degli intervistati e, più
in generale, come essa possa costituire per i sardi una nuova opportunità
per l’inserimento nel mercato turistico da cui erano spesso restati esclusi.
Attraverso internet è possibile, dunque, far conoscere al mondo la propria
sardità – cercando di preservarla nella sua autenticità – e coltivarla in
quanto risorsa per uno sviluppo responsabile, in armonia con l’ambiente,
la lingua, le forme sociali, la cultura.
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Capitolo 1 Il turismo in Sardegna
1.1 Cenni storici e portata del fenomeno
"La Sardegna, che è come il niente. La Sardegna che non ha
storia, date, razza, non offre nulla. Vada per la Sardegna. Si dice che né i
romani né i fenici, i greci o gli arabi abbiano mai sottomesso la
Sardegna. E’ fuori; fuori dal circuito della civiltà. E’ vero ora è italiana,
con le sue ferrovie e i suoi omnibus. Ma c’è ancora una Sardegna
indomita. Giace nella rete di questa civiltà europea, ma non è ancora
acchiappata. E la rete si sta facendo vecchia e lacera".
1
Chi verrebbe oggi in Sardegna con idee come queste? Forse ancora
qualcuno, ma quando David Herbert Lawrence le scriveva all'inizio degli
anni Venti, l’idea dell’isola era proprio questa. In ogni modo Lawrence
in Sardegna ci venne: una rapida corsa di un paio di settimane da Cagliari
a Terranova Pausania (come si chiamava allora Olbia) attraverso le
montagne del versante orientale, su trenini periclitanti ai bordi di piccoli
abissi e autobus zeppi di quella umanità aspra e selvaggia, così primitiva,
anzi primigenia, che all'autore dell'Amante di Lady Chatterley piaceva
moltissimo. Erano quegli uomini belli e “stupendamente maschi”, quelle
donne tutte avvolte in neri scialli, così simili alle antiche Madri
1
Cfr. D. H. Lawrence, Mare e Sardegna, Ilisso Edizioni, Nuoro, 2000, p. 33.
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Mediterranee che era venuto a cercare: il mondo appena creato, tutto
diverso dall'umanità illanguidita e svirilizzala dalla civiltà vittoriana che
aveva lasciato sul Continente.
Uno stereotipo, forse. Intanto Lawrence ci scrisse sopra un libro
straordinario che meglio di ogni altro potrebbe ancora fare da
introduzione alla Sardegna: Mare e Sardegna, appunto. Né è detto che lo
stereotipo non continui a funzionare.
Quando nei manifesti turistici si leggono slogan come “Sardegna, l'isola
del silenzio” oppure “La più vicina delle isole lontane”, si capisce che il
riferimento al carattere “barbarico” della Sardegna, quel suo essere fuori
del cerchio della civiltà ha un appello sicuro nell'immaginario dei turisti
che d'estate si rovesciano verso l'isola. In effetti, in quel 1921 in cui
Lawrence venne in Sardegna, l'aria selvaggia la Sardegna ce l'aveva
davvero. Lo stesso volume dedicato all'isola dalla Guida d'Italia del
Touring Club ltaliano, nel 1918, premetteva una serie di avvertenze sul
comportamento da tenere con gli indigeni e sulle scomodità del viaggiare
in Sardegna. “Il turista non sarà mai troppo cauto nell'esporre giudizi e
confronti”, ammoniva Luigi V. Bertarelli, e “quanto al dormire e al
mangiare, il trovare conforto è, purtroppo, praticamente impossibile,
salvo eccezioni”. L'organizzazione alberghiera in moltissimi luoghi non
esisteva neppure in embrione.
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In effetti il turismo, in Sardegna, nasce in questo secondo
dopoguerra, a partire dagli anni Cinquanta.
E’ esattamente il 1950 quando vengono emanate le leggi regionali per la
costituzione dell’ESIT (Ente Sardo per le Industrie Turistiche), ente che
avrà il compito di erogare contributi a favore dell’industria alberghiera e
promuovere l’immagine della Sardegna in Italia e all’estero. E’ in quegli
anni che nasce il turismo in Sardegna e gli interventi della regione
sembrano assecondare l’idea che il turismo possa essere il motore per lo
sviluppo economico della regione. Tali interventi, tuttavia, con il tempo
si riveleranno inadeguati, privi di una programmazione per lo sviluppo di
tutti i settori potenzialmente interessati: la politica dell’Esit si limita a
incrementare la capacità ricettiva, sia con la costruzione di alberghi sia
incentivando gli investimenti dei privati.
In una seconda fase, negli anni Sessanta – Settanta, la Regione sembra
precisare meglio i suoi obbiettivi, anche se questo periodo va ricordato
per la lottizzazione immobiliare sulle coste e le forti speculazioni che si
verificarono, arginate solo sul finire degli anni Settanta. Il turismo,
insieme allo sviluppo delle città e all’industria, è infatti considerato
modello di sviluppo alternativo a quello rurale, da superare rapidamente.
Gli interventi e le politiche adottati dalla Regione, dal Piano di Rinascita
(1962) al Rapporto sullo schema di assetto del territorio regionale (1982)
10
sono paradigmatici di questa visione. Le conseguenze di questi interventi,
dall’urbanizzazione di vaste aree costiere allo spopolamento e alla
depauperizzazione delle aree interne, appaiono ovvie e naturali.
2
Gli anni Ottanta e Novanta, infine, vedono l’amministrazione regionale
aprire una nuova fase, che pone l’attenzione sui problemi legati
all’ambiente e la necessità di allungare la stagione.
3
La Sardegna con i suoi 1849 chilometri di coste, i suoi 742
alberghi e 454 esercizi extralberghieri è una delle realtà riconosciute del
mercato turistico nazionale anche se, come i dati della tabella 1. mettono
in evidenza, i numeri sugli esercizi non sono paragonabili a quelli di altre
regioni come il Trentino-Alto Adige e l’Emilia Romagna. La Sardegna
però, come abbiamo, detto ha solo recentemente scoperto la sua
“vocazione turistica” ed è comprensibile come la differenza sia così
consistente. In Italia ci sono circa 33 mila esercizi alberghieri e 94 mila
extra alberghieri ma a questi numeri vanno sicuramente aggiunti quelli
sulle seconde case in affitto per le vacanze e il numero dei Bed and
Breakfast che sono sensibilmente aumentati negli ultimi anni ma che per
ora sfuggono ad una censimento preciso.
2
Cfr.: A. Mazzette (a cura di), Modelli di turismo in Sardegna. Tra sviluppo locale e processi di
globalizzazione, Franco Angeli, Milano, 2002, p. 16.
3
Cfr. A. Fadda, Sardegna: un mare di turismo. Identità, culture e rappresentazioni, Carocci, Roma
2001, pp. 99-104
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Tabella 1: Esercizi alberghieri in Italia.
Regione Numero esercizi Posti letto Camere Bagni
Piemonte 1.452 66.095 35.471 32.366
Valle d'Aosta 489 23.225 11.161 10.750
Lombardia 2.829 153.471 83.057 80.091
Trentino-Alto Adige 6.112 241.150 119.936 115.725
Veneto 3.206 189.175 102.933 103.027
Friuli-Venezia Giulia 720 35.938 18.063 17.630
Liguria 1.776 75.682 42.227 39.700
Emilia-Romagna 4.984 272.955 153.297 156.246
Toscana 2.930 163.068 79.138 76.918
Umbria 519 25.697 13.379 13.633
Marche 1.082 59.036 31.470 30.887
Lazio 1.786 136.331 68.594 66.923
Abruzzo 774 46.929 23.800 23.231
Molise 97 5.384 2.802 2.629
Campania 1.431 89.596 46.553 45.766
Puglia 743 59.603 27.867 27.541
Basilicata 205 16.859 6.568 6.429
Calabria 717 72.513 35.309 30.470
Sicilia 879 82.239 41.198 39.499
Sardegna 742 78.652 33.581 33.338
ITALIA 33.473 1.893.598 976.404 952.799
Fonte: nostra elaborazione su dati istat 2001 e dati Annuari EPT 2003
Analizzare l’offerta turistica sarda sotto il profilo dei dati è cosa
sicuramente interessante e utile per capire l’importanza che il turismo ha
per l’economia e lo sviluppo della regione, ma non è l’unico modo. E’
importante anche valutare, infatti, la dislocazione delle strutture turistiche
per meglio comprendere quale sia la portata del fenomeno e la sua
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incidenza nelle varie realtà. Conosciamo con sufficiente precisione la
mappa delle strutture ricettive (vedi figure 1-2) ed è chiaro che solo
alcune zone “beneficiano” di un importante sviluppo turistico.
4
Figura 1. Capacità ricettiva alberghiera nei comuni della Sardegna. Anno 2000.
Fonte: Mazzette (2002)
Nella figura 1. possiamo vedere la dislocazione delle strutture
alberghiere, mentre nella figura 2. vediamo quella delle strutture all’aria
aperta (campeggi e villaggi turistici).
4
Cfr. A. Mazzette (a cura di), op. cit., p. 76.