“il medium è il messaggio”
2
, dall’altra l’ elaborazione teorica di
Goffman sul concetto dell’organizzazione della vita attraverso la
metafora del palcoscenico.
3
Sulla base di queste considerazioni vorrei analizzare quale sia stato
l’impatto dell’avvento di Internet quale nuovo media, focalizzando
l’attenzione sugli scenari di guerra.
Cercare di comprendere se Internet ha ulteriormente indebolito il
rapporto tra accesso all’informazione e accesso ai luoghi fisici e creato
nuove possibilità di interazione fra gli individui.
Tentare di comprendere come questo sia stato utilizzato nell’economia
di guerra e quali cambiamenti ha favorito.
2
McLuhan M.(1986) Gli strumenti del comunicare Garzanti Milano
3
Goffman E. (1969) La vita quotidiana come rappresentazione Il Mulino Bologna
5
1. Principi generali nel rapporto tra media, situazioni e
comportamento.
Comportamenti da “retroscena” e da “ribalta”
La vita sociale degli individui si organizza attraverso una suddivisione
degli spazi fisici nei quali avvengono le interazioni con le persone.
Utilizzando la metafora del palcoscenico teorizzata da Goffman
sappiamo che la vita delle persone si sviluppa utilizzando ambienti che
servono per “rilassarsi” e per preparare i ruoli che ognuno dovrà
“recitare” negli spazi di ribalta. In qualsiasi situazione ci troviamo, in
ambito lavorativo, a casa , in luoghi ricreativi e quant’altro, abbiamo
spazi adibiti alla ribalta e spazi adibiti al retroscena. Se pensiamo alla
nostra casa sappiamo bene che il soggiorno e la sala da pranzo sono i
luoghi deputati a ricevere gli ospiti. Al contrario la camera da letto , lo
studio, il bagno sono ambienti che generalmente precludiamo agli
ospiti, quelli in cui ci prepariamo, ci riposiamo, il retroscena insomma
dell’ambiente domestico. Lo stesso può dirsi tra la sala da pranzo e la
cucina in un ristorante, tra l’ufficio e l’ambiente produttivo in una
azienda.
Meyrowitz sostiene che l’avvento della televisione ha forzato la
distinzione tra queste separazioni e proprio le caratteristiche implicite
di questo media hanno favorito una visione da palcoscenico laterale,
cioè sempre più luoghi adibiti a retroscena sono diventati luoghi visitati
dalla televisione, costringendo gli attori a modificare le proprie
rappresentazioni. Pensiamo ad esempio all’esposizioni recenti dei
leaders politici, che non sono più visibili unicamente nelle arene
classiche del dibattito politico, ma vengono seguiti nei loro spazi
privati, mentre fanno sport o sono in compagnia del proprio cane nel
giardino di casa, oppure seduti comodamente di fronte al caminetto
con le foto di famiglia alle spalle. Luoghi da retroscena che oggi
6
diventano, grazie a media elettronici come la tv, spazi di ribalta,
obbligando gli attori sociali a modificare il proprio comportamento. Per
Meyrowitz questo cambiamento è dovuto al passaggio dai media a
stampa ai media elettronici .Ai primi corrisponde l’informazione da
ribalta , ai secondi quella da retroscena, questo non in relazione ai
temi trattati ma per le peculiarità specifiche del linguaggio che
utilizzano, per il passaggio cioè, da messaggi astratti e impersonali a
messaggi concreti e personali.
I messaggi comunicativi-discorsivi-digitali della stampa si
contrappongono ai messaggi espressivi-rappresentativi-analogici della
televisione. I primi tendono ad elaborare un’informazione più astratta, a
sviluppare concetti utilizzando simboli digitali ( le parole ) e anche
quando i messaggi sono intimi, tendono ad una forma più impersonale.
La stampa insomma rivela abbastanza poco sulla persona in carne ed
ossa. Al contrario la televisione utilizza un linguaggio analogico
principalmente basato sull’immagine, permette di vedere le espressioni
non verbali di chi sta comunicando, registra il tono della voce, il
comportamento gestuale del soggetto. Anche una pausa o addirittura
un silenzio possono essere altamente comunicativi in televisione. È
una comunicazione dunque che ha a che fare con la personalità del
comunicatore, trasmette un profilo ricco e personale, ecco perché una
reazione comune davanti ai discorsi televisivi è quella di concentrarsi
sull’oratore invece che sulle sue parole.
4
Detto questo, dobbiamo ancora riflettere su un’altra differenza tra i due
sistemi comunicativi, cioè la velocità dei messaggi. La forma scritta di
un messaggio tende ovviamente ad essere più lenta, riflessiva,
maggiormente adatta ad essere controllata e filtrata. Il contenuto video
è immediato, diretto e nonostante sia spesso accuratamente vagliato
prima di essere trasmesso non è altrettanto manipolabile. Al di là dell’
argomento di un discorso, difficilmente potremmo censurare un gesto
di rabbia di un soggetto in video senza eliminare il soggetto stesso.
4
Meyrowitz J.(1985 )
7
Ecco perché la diffusione dei media elettronici ha “spinto”
l’esposizione di atteggiamenti da retroscena in uno spazio da ribalta,
spostando i confini tra pubblico e privato, riducendo lo spazio in
profondo retroscena e aumentando la ribalta in primissimo piano.
Credo che oggi abbiamo le prove concrete di quanto siano state
lungimiranti queste considerazioni di Meyrowitz con l’esplosione del
fenomeno dei reality show. Il successo di queste trasmissioni si basa
proprio sul fatto che (quasi) tutto lo spazio di retroscena è diventato
ribalta. Pianti, litigi, confessioni, sesso, ecc. in diretta sono la chiave
della grande attrazione del pubblico.
1.1 Identità e spazio condiviso:oltre il senso del luogo
Un tempo il legame tra luogo fisico e luogo sociale era fortemente
integrato, per far parte di un gruppo e condividere esperienze e
informazioni bisognava essere in uno spazio fisico preciso. Pareti,
porte, edifici erano dei veri e propri confini che escludevano o
includevano i membri di un gruppo. L’apprendimento delle informazioni
a cui si partecipava accedendo a questi luoghi favoriva una
condivisione di ruoli e una medesima rappresentazione verso
l’esterno. Essere in uno stesso posto voleva dire conoscere gli stessi
segreti informativi e far parte di uno stesso gruppo, differenziandosi
dagli esterni. Il rapporto tra identità e spazio condiviso era legato
all’accesso alle informazioni. Entrare nel territorio era quindi
indispensabile per potersi integrare al gruppo stesso.
Oggi i media elettronici hanno modificato completamente questo
rapporto. Riunendo tanti gruppi diversi di persone in uno stesso “luogo”
informativo hanno favorito la confusione di molti ruoli sociali un tempo
divisi. La televisione ha reso informativamente partecipe milioni di
persone su determinati argomenti, disintegrando così le barriere fisiche
che si opponevano allo scambio di conoscenze.
La socializzazione è il processo del divenire, il passaggio da un ruolo
ad un altro avviene attraverso l’accesso controllato alle informazioni di
8
gruppo. Una persona in procinto di integrarsi ad altre ha un accesso
limitato rispetto al complesso dei dati. L’identità di gruppo, spiega
sempre Meyrowitz, si fonda su sistemi informativi “condivisi ma
particolari”. Dunque la fusione attraverso i media elettronici di molte
situazioni un tempo separate produce un omogeneizzazione delle
identità di gruppo. A seguito della diffusione del media televisivo le
notizie accessibili alle famiglie “povere” ora sono più simili a quelle
delle famiglie di ceto medio. Oggi le donne possono accedere a
informazioni affini a quelle disponibili per gli uomini. I gruppi un tempo
separati non sono solamente più informati sulla società in generale,
ma dispongono anche di un maggior numero di informazioni
reciproche che un tempo distinguevano gli “interni” dagli “esterni”.
L’integrazione delle conoscenze fa sembrare più probabile e
auspicabile l’integrazione sociale. Le distinzioni di status in genere
esigono distinzioni di accesso alle situazioni. Più le persone
condividono sistemi informativi simili maggiore è la richiesta di
trattamento paritario.
Se un tempo l’accesso agli apprendimenti sociali da parte di molte
categorie (donne, abitanti dei ghetti, detenuti ecc.) era limitato proprio
dal luogo fisico in cui vivevano, oggi i messaggi elettronici televisivi,
radiofonici, telefonici permettono agli individui di interagire con altri
individui e di fare esperienza della “presenza reciproca” nonostante
l’isolamento fisico. I media elettronici cominciano a sovrapporsi alle
identità di gruppo basate su “co-presenza” e creano molte nuove forme
di associazione che hanno poco a vedere con la collocazione fisica. I
media elettronici spingono gli individui verso lo stesso “luogo”.
La teoria di Meyerowitz ci suggerisce che molte disgregazioni e
movimenti sociali nati alla fine degli anni Cinquanta possono essere
scaturiti dal bisogno di adeguamento degli individui ai nuovi scenari
sociali. Il nuovo e “strano” comportamento di molti soggetti o classi di
persone è probabilmente il risultato di una fusione duratura di ambienti
sociali precedentemente separati. Ogni persona interpreta nuovi ruoli
in nuovi teatri (navigazioni in Internet, partecipazione a forum,
9
discussione nei newsgroup, blog, videoconferenze ecc.) che esigono
nuovi stili di rappresentazione ( ad esempio far conoscere se stessi in
Internet attraverso il solo uso della tastiera annullando la presenza
fisica e quindi il linguaggio corporeo).
Anche Alberto Marinelli nel suo saggio intitolato Connessioni, proprio
rifacendosi alle teorie di Meyrowitz sostiene che queste trasformazioni
brevemente delineate definiscono i contorni di un nuovo “paesaggio
sociale”, fortemente permeato dalle interazioni con i media,
tendenzialmente omogeneo rispetto alla distribuzione e all’accesso
dei flussi informativi, sempre meno dipendente dai confini e dalle
appartenenze di territorio e di gruppo, caratterizzato da un orizzonte
aperto rispetto al quale correlare, con dosi di crescente autonomia, il
proprio destino individuale. L’ambiente informativo fortemente integrato
può dare luogo a fenomeni di omologazione (nelle abitudini, negli stili
di vita) e favorisce in alcuni casi processi di identificazione rispetto a
materiali simbolici che vengono incorporati e possono trasformarsi in
fini in sè, in costruzioni simboliche rigorosamente strutturate attorno
alle quali l’individuo organizza la sua intera esistenza.
5
J.B. Thompson in The Media and Modernity sostiene che nella
complessa organizzazione della società contemporanea vi è un
crescente dissequestro dell’esperienza, che in virtù della sua forma
mediatizzata, diviene complementare e sempre più preponderante sul
piano quantitativo rispetto a quanto viene esperito nei contesti pratici
della vita quotidiana.
La “comunanza despazializzata” dell’ambiente comunicativo consente
esperienze mediatizzate simili a individui che vivono in contesti e
condizioni di vita fortemente differenziate.
6
5
Marinelli A. (2004) Connessioni Nuovi media ,nuove relazioni sociali.
Alfanet, Guerini Studio
6
Thompson J.B. The Media and Modernity
10
2. Internet, analisi di un nuovo media
Prima di addentrarmi nell’analisi dello scenario di guerra iracheno
vorrei cercare di formulare alcune ipotesi su come internet ,quale
nuovo media , si inserisca nelle considerazioni appena fatte.
Innanzi tutto come si colloca l’uso della rete nella prospettiva
goffmaniana di ribalta e retroscena?
Se consideriamo i messaggi che vengono veicolati sulle pagine web
possiamo intanto dire che il mezzo ha ulteriormente amplificato lo
spazio di ribalta in quanto in rete troviamo notizie e immagini un
tempo relegate al retroscena. Cito un esempio su quale tornerò nei
prossimi capitoli: i filmati della decapitazione di ostaggi nella guerra in
Iraq divulgati su internet e resi così di pubblico dominio; non era mai
successo che contenuti così violenti venissero diffusi e fossero alla
portata di chiunque senza possibilità di censura. Ma gli esempi
possono andare in qualsiasi direzione, dalla pornografia alla violenza.
Il fatto che la rete sia così accessibile e difficilmente controllabile ha
permesso l’inserimento di qualsiasi contenuto, anche il più intimo e
personale.
Sul piano della tipologia del linguaggio Internet si rivela essere un
media che tende ad integrare sempre più le caratteristiche sia della
stampa che della televisione. Aprendo una pagina web possiamo
trovare fotografie, filmati e notizie scritte, un insieme di peculiarità
espressive e formali, tipiche della televisione e della carta stampata.
Questa commistione di linguaggi ha originato una nuova modalità
comunicativa che è sempre più specifica della rete. Alla lettura che
definiamo progressiva e lineare tipica dei media a stampa e alla
fruizione espressiva e analogica della televisione si sostituisce un
modello di utilizzo circolare. Non c’è più un ordine preciso e
immodificabile voluto dall’emittente (sia a stampa che televisivo) ma la
11
“lettura” è personalizzata senza criteri preimpostati, basata
sull’ipertestualità (cit. ipertesti), ovvero si serve di link, cioè
collegamenti che servono per gli approfondimenti. Ed il concetto di
Rete si basa proprio sulla perdita di un fulcro centrale a favore di un
consumo a “maglia”, in cui tutti i nodi sono possibili strade da
percorrere. L’altra caratteristica fondamentale è quella dell’open
source. E’ la modalità secondo la quale chiunque può partecipare alla
produzione di informazioni non soltanto commentando ciò che è già in
rete, ma pubblicando propri contenuti, fenomeno che si sta
moltiplicando in maniera esponenziale con l’avvento dei blog.
La possibilità di comunicazione tra milioni di utenti che possono
essere informati su qualsiasi argomento in qualunque parte del mondo,
sembrerebbe sancire la definitiva distruzione di qualsiasi limitazione
fisica alla conoscenza di fatti e situazioni. D’altra parte però, l’attualità
del nuovo media e le continue trasformazioni in un’ottica di sempre
maggiore integrazione con gli altri media elettronici (televisione,
telefonia portatile ecc.) suggeriscono una certa cautela nel fare
affermazioni perentorie. Abbiamo visto che la televisione ha spinto
milioni di persone verso la globalizzazione dei contenuti e alla
partecipazione ad eventi mediatici collettivi permettendo di essere
emotivamente partecipi agli stessi eventi.
7
Internet sembra però attivare anche un ritorno al particolarismo. Infatti
la logica dei gruppi di discussione, i cosiddetti forum, hanno creato
aggregazioni intorno ad argomenti specifici (di qualsiasi tipo, sportivi,
hobbistici, culturali, politici, religiosi, pornografici ecc.) che esaltano
una forma di interazione assolutamente particolare. Si formano così in
rete delle comunità di esperti o appassionati che stabiliscano dei
legami molto stretti fuori dai canali tradizionali dell’interazione.
7
-Dayan D. Katz Elihu (1993)Le grandi cerimonie dei media Bologna Baskerville
12
2.1New media e società
La diffusione delle nuove tecnologie di comunicazione ha
probabilmente favorito cambiamenti sociali e culturali riconducibili
grosso modo a tre fenomeni tra loro interrelati:
ξ la diffusione dei personal media (miniaturizzazione e riduzione
costi)
ξ la digitalizzazione delle reti e dei contenuti (ubiquità di Internet e
banda larga)
ξ il sapere comunicativo diffuso (civic journalism, mediattivismo,
social networking)
Elementi che a loro volta hanno determinato profondi cambiamenti
nello stile di vita delle persone e quindi degli stili di fruizione mediale
dando vita a una nuova alba dei media fatta di partecipazione e
condivisione. Secondo una recente ricerca del Gartner Group, entro
cinque anni Internet supererà la carta stampata e raggiungerà la
televisione come mezzo d'informazione. I lettori di notizie on-line
continueranno a crescere: nel 2000 erano il 19%, oggi sono il 29%, nel
2010 saranno il 46% della popolazione italiana. Sempre secondo la
ricerca, nel 2010 coloro che useranno il telefono per informarsi sarà
del 17%.
8
E infatti i giornali stessi mutuano sempre più il linguaggio
grafico dagli altri media e si attrezzano alla sfida tramite i loro
equivalenti on-line e i blog degli editorialisti di punta. Non solo, creano
delle radio, le mettono su Internet e spesso le uniscono in network.
Altri stanno valutando la proiezione dei loro contenuti nel Digitale
terrestre e nell'Internet Tv (IpTv). Uno degli effetti di Internet sul mondo
dell'informazione è che essa ha influenzato non solo il veicolo, in un
processo noto agli studiosi come “rimediazione”
9
, il processo per cui un
medium ne veicola un altro, sia esso testuale o audiovisivo (i quotidiani
8
www.gartner.com
9
Bolter J.D., Grusin R. (2002) Remediation Guerini, Milano
13