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competenze, per gli psicologi clinici ancor di più internet può costituire un
nuovo strumento professionale.
Il seguente lavoro si apre con una presentazione generale di Internet e delle
attività che esso consente: informazione, comunicazione, relazione, per
arrivare a descriverne l’utilità e i possibili impieghi in psicologia clinica.
Nel primo capitolo viene presentato e spiegato Internet, ripercorrendo la
sua storia, dalla Rete militare all’odierno Web e descrivendo le sue
principali applicazioni: posta elettronica, chat, mailing list ecc. Il secondo
capitolo è dedicato all’analisi della comunicazione mediata dal computer, il
tipo di comunicazione quindi che si realizza in Rete, vengono presentati 3
modelli che ne hanno data una lettura diversa: il modello Rsc il modello
Side e il modello Hyperpersonal. Vengono poi descritte le dinamiche
relazionali che caratterizzano le interazioni online, inoltre nello stesso
capitolo trova spazio una riflessione sul linguaggio. Nel terzo capitolo
viene spiegato l’utilizzo di Internet per reperire informazioni, la tipologia e
la qualità delle informazioni disponibili; una parte specifica è dedicata alla
descrizione delle risorse relative alla psicologia clinica. Ancora paragrafi
sono dedicati alla rassegna delle riviste scientifiche presenti sul web e alla
presentazione delle mailing list e dei newsgroup
Il quarto capitolo descrive il panorama internet italiano elencando alcune
delle principali risorse dedicate alla psicologia e ripercorrendo la loro breve
storia. Il quinto capitolo si occupa del counseling online, cerca di spiegare
come e perché un attività come quella del counseling sia stata trasportata in
Rete. Non manca anche in questo caso il riferimento ai siti web che offrono
questo tipo di servizio. Inoltre vengono riportate le statistiche di utilizzo di
uno di questi servizi, la tipologia quindi di domande maggiormente
veicolate in Rete. Il sesto capitolo affronta la spinosa questione della
psicoterapia online, già nel titolo compare un punto di domanda perché la
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legittimità stessa della definizione appare dubbia. Vengono descritte le
varie modalità di intervento psicoterapico che possono essere realizzate in
Rete evidenziando vantaggi e svantaggi di ognuna, in particolare vengono
sottolineati i problemi e i rischi legati ad un tale approccio alla psicoterapia.
Riflessioni particolari sono dedicate alle questioni della relazione
terapeutica, dei meccanismi terapeutici, dell’assenza della dimensione
corporea che il lavoro in Rete comporta. Nel settimo capitolo viene
presentato un sito web di informazione e consulenza per adolescenti
“Psicogiovani” alla cui realizzazione il candidato ha personalmente
partecipato.
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CAPITOLO 1
LE FUNZIONI DI INTERNET
1.1 Che cos’è Internet?
La prima definizione ufficiale di Internet è stata data dal Federal
Networking Council, secondo la quale il termine Internet si riferisce al
sistema globale per telecomunicazioni che si basa sull’indirizzamento
logico e univoco, basato sul protocollo TCP/IP o su suoi possibili sviluppi;
è in grado di supportare comunicazioni basate sull’insieme dei protocolli
TCP/IP o su suoi possibili sviluppi; utilizza o fornisce accesso,
pubblicamente o privatamente, a servizi di alto livello, basati sulle
comunicazioni e collegati alle infrastrutture sopra descritte.
La rete è comunemente conosciuta come Rete di reti, si tratta infatti , di una
rete fisica di computer, connessi a vari livelli in tutto il mondo.
Da un punto di vista espressamente sociologico la definizione più diffusa è
quella di luogo non fisico entro il quale milioni d’utenti possono,
quotidianamente interagire a vari livelli e con modalità diverse. Esso
contiene, inoltre un’enorme, aggiornata e crescente quantità d’informazioni
di ogni tipo.
L’attenzione comune verso le reti di computer è molto recente, ma la
tecnologia alla base dell’odierna Internet ha una storia consolidata.
Secondo le ricostruzioni più accreditate questa storia si sviluppa nel
contesto sociale del secondo dopoguerra quando la Guerra Fredda e la
concorrenza scientifica con L’Unione Sovietica spingevano gli Stati Uniti a
grossi investimenti nei progetti di ricerca più vari. In quegli anni furono
finanziate moltissime ricerche su applicazioni anche non direttamente
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belliche ma di cui si poteva ipotizzare una qualche utilità almeno indiretta
per applicazioni militari future. In un clima storico pesantemente
condizionato dall’importanza di una supremaziona, anche tecnologica sulle
potenze avversarie alla fine degli anni 60 furono effettuati i primi
esperimenti per collegare tra loro computer remoti. La prima rete
telematica (neologismo derivato dall’incontro di informatica e
telecomunicazione, cioè comunicazione a distanza) comprendeva quattro
elaboratori elettronici situati in altrettanti centri universitari. Questa prima
rete antenata dell’odierna Internet fu conosciuta come Arpanet dal nome
dell’agenzia (Advanced Research Projects Agency) del Dipartimento della
difesa del governo americano che finanziò il progetto. Arpanet presentava
alcune caratteristiche tecniche che furono ereditate in seguito da Internet e
che sono importanti ancora oggi per comprendere le politiche di governo
della rete. Una di queste caratteristiche era la ridondanza: grazie a una
innovativa tecnologia di scambio dei dati due punti qualsiasi della rete
potevano essere messi in comunicazione tra di loro attraverso percorsi
diversi. Una seconda caratteristica era costituita da un’architettura
policefala cioè senza un unico nodo centrale incaricato di smistare i dati tra
tutti gli altri nodi. Il risultato fu una rete estremamente robusta e versatile in
grado di funzionare anche in presenza di guasti presso uno o più dei suoi
nodi. Ridondanza e assenza di un nodo centrale sono state interpretate, a
posteriori, come precise caratteristiche richieste dai militari per assicurare
la sopravvivenza della rete (ovvero della nascente infrastruttura
comunicativa informatica nazionale) anche in occasione di attacchi bellici e
di distruzione di più nodi. Nasce così il mito di Internet come creatura
sfuggita di mano ai militari indistruttibile e incontrollabile per sua stessa
natura. Come tutti i miti anche questo possiede radici storiche (i
finanziamenti effettivamente forniti dal Dipartimento della difesa) la cui
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reale importanza viene però messa in discussione dagli studi più recenti che
rivalutano l’autonomia della comunità scientifica e ridimensionano il ruolo
delle agenzie militari. Oggi l’importanza crescente delle reti telematiche
nelle nostre attività quotidiane sta moltiplicando i tentativi di comprenderne
la storia e l’evoluzione. La storia delle tecnologie d’uso comune dagli
elettrodomestici ai mezzi di comunicazione costituisce un terreno di studio
complesso: la relazione tra artefatti tecnologici bisogni individuali e
sistema socioculturale non è mai infatti di causalità lineare, ma si presenta
piuttosto come una relazione circolare e complessa. Alcune tappe
significative hanno condotto dall’Arpanet dei militari e delle università
all’Internet della multimedialità e del commercio elettronico. Nella prima
metà degli anni 70, pochi anni dopo i primi esperimenti, fu coniato il
termine Internet (da InterNetworking) per evidenziare la capacità della rete
di collegare sistemi informatici eterogenei situati anche a grande distanza
tra loro e in paesi diversi. Il merito di questa flessibilità è dovuto
all’elaborazione di un linguaggio comune in grado di essere “compreso”
dal maggior numero possibile di calcolatori: tale linguaggio chiamato in
termini tecnici “protocollo di comunicazione” è stato costruito a partire
dagli anni 1973-74 ha subito nel corso del tempo numerose integrazioni e
modifiche ed è ciò che ancora oggi definisce Internet. Internet è infatti
quell’insieme complesso di computer e reti, diffuse su scala mondiale
collegate tra loro attraverso canali trasmissivi diversi e unite dal gruppo di
protocolli denominato TCP/IP (Trasmission Control Protocol/Internet
Protocol). A partire dal 1971 fu sviluppato il primo sistema di posta
elettronica in grado di funzionare tra computer diversi con la sintassi degli
indirizzi ancora in uso oggi (user@computer) Si trattò di un passo
fondamentale:si passò infatti dalle reti di calcolo alle reti di comunicazione.
Nata per sfruttare il più possibile le risorse di calcolo di computer
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costosissimi e condivisi tra più utenti, con l’introduzione delle posta
elettronica la telematica si avviò a collegare tra loro non più solo macchine
ma anche e soprattutto persone. Ad Arpanet ha fatto seguito - nel 1986 –
Nsfnet: una struttura molto più estesa gestita dalla National Science
Foundation statunitense. Nsfnet introduce gli strumenti telematici e di
cooperazione a distanza negli ambienti universitari permette una
sperimentazione accurata delle reti di grandi dimensioni e stimola i primi
interessi da parte delle industrie private. La svolta definitiva verso la rete
telematica “di massa” si compie nei primi anni 90 nel 1991 Nsf toglie le
restrizioni sull’uso commerciale delle rete mentre al Cern (il Centro
europeo per la ricerca nucleare di Ginevra) vengono elaborati i fondamenti
del world wide web. E’ proprio quest’ultima tecnologia a mutare
profondamente la natura della rete:il web è nato per condividere
agevolmente dati e risultati sperimentali tra gli scienziati ma la sua
semplicità d’uso ne ha fatto uno strumento utilizabbile da chiunque. Da
questo momento in avanti la rete si orienta sempre più verso un uso
popolare con contenuti multimediali e itinerari semplici e intuitivi. Il web
diventa la tecnologia di elezione per il commercio elettronico essendo
molto adatto all’allestimento di vetrine virtuali in cui presentare e vendere
prodotti o servizi. Nella storia di Internet possono venire così descritti tre
passaggi successivi:da una rete sperimentale che coinvolge pochissimi
centri di consulenza del Dipartimento della Difesa americano a una
struttura pubblica comprendente numerose università e istituti di ricerca
negli Stati Uniti e in Europa a uno strumento di comunicazione
informazione in cui le attività commerciali giocano un ruolo sempre più
importante. Nel corso di queste profonde trasformazioni sono state
mantenute alcune caratteristiche iniziali: l’architettura aperta basata sulla
cooperazione, la gestione distribuita, l’organizzazione ridondante e in
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qualche misura caotica che nonostante tutto continua a sottrarsi a forme di
controllo rigido e centralizzato.
1.2 Gli strumenti e i servizi della Rete
Al Tcp/Ip, la lingua di Internet si accompagnano alcuni protocolli che
gestiscono i servizi comunicativi di base: invio e ricezione di posta
elettronica, navigazione ipertestuale sul world wide web (Http)
partecipazione a gruppi di discussione (Nntp) e altro ancora. I protocolli
permettono di accedere alle risorse della rete (per esempio un file,una
pagina web,un indirizzo a cui scrivere) la cui ubicazione è indicata con una
sintassi convenzionale conosciuta come Url (uniform resource location).
Per esempio:
http://www.uniurb.it
Il prefisso <http> (hyper-text transfer protocol) indica il protocollo con il
quale è raggiungibile la risorsa in questo caso si tratta del protocollo
utilizzato dalle pagine web. Grazie alle risorse che la rete mette a
disposizione è possibile realizzare diversi tipi di comunicazione. Si
possono distinguere anzitutto due grandi categorie: i sistemi di
comunicazione sincroni e i sistemi di comunicazione asincroni. Nel primo
caso la comunicazione avviene in tempo reale (o con un ritardo dato
unicamente dal grado di congestione della rete) è necessario che gli
interlocutori siano presenti e collegati alla rete nel medesimo istante. Nel
secondo caso invece lo scambio e l’aggiornamento dei messaggi avviene
con ritardi che vanno da pochi minuti a ore o giorni; gli interlocutori
possono partecipare alla discussione in tempi successivi secondo gli orari e
i momenti a loro più comodi. Un esempio di comunicazione telematica
sincrona è la chat, in questo caso la comunicazione è rapida e sintetica con
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scambi frequenti e con un registro linguistico simile a quello della
conversazione faccia a faccia o telefonica. L’interazione avviene digitando
il testo da trasmettere sulla tastiera del proprio computer facendo largo uso
di abbreviazioni acronimi ed espedienti paralinguistici specifici. Esempi di
comunicazione telematica asincrona sono invece la normale posta
elettronica (e-mail) le liste di distribuzione (mailing list) e le conferenze
elettroniche (newsgroup). Rispetto alla normale posta elettronica privata le
conferenze introducono una fondamentale dimensione sociale: il messaggio
che si riceve o che si invia non è un semplice messaggio diretto a una
singola persona, ma diventa invece un intervento pubblico posto
all’attenzione del gruppo di iscritti alla conferenza. In genere si tratta di
luoghi virtuali di discussione dedicati ad argomenti specifici, che finiscono
per riunire persone dagli interessi comuni.. Il contesto della comunicazione
asincrona consente interventi più articolati di quelli possibili attraverso
sistemi in tempo reale. La possibilità di scegliere liberamente i momenti in
cui partecipare alla discussione avvicina le conferenze elettroniche agli
scambi epistolari o, in certi casi, alle bacheche di annunci pubblici, con in
più una dimensione sociale collettiva e fortemente interattiva. Esistono
inoltre sistemi misti, come MUD (Multi user dungeon) e MOO (Mud
object oriented); si tratta di veri e propri ambienti virtuali di interazione
sviluppati originariamente solo su base testuale e ora dotati, sempre più
frequentemente anche di un interfaccia grafica che ne semplifica l’utilizzo.
Questi sistemi tentano di riprodurre uno spazio virtuale condiviso e offrono
diverse modalità comunicative: luoghi d’incontro in tempo reale, bacheche,
sistemi di posta, creati a scopo di divertimento sono attualmente oggetto di
sperimentazioni in ambito terapeutico. Infine il wolrd wide web la parte più
conosciuta di internet non costituisce una tecnologia di comunicazione
interpersonale vera e propria quanto piuttosto un sistema di interfaccia. Il
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cammino dalle reti di calcolo alle reti di comunicazione, la nascita di nuovi
strumenti e protocolli, la semplificazione tecnica introdotta dal web,
l’introduzione della multimedialità con il supporto di audio e video sono
tutti fattori che sempre più contribuiscono a diffondere questo tipo di
comunicazione. Le persone usano le reti telematiche non solo per ottenere
informazioni ma sempre più per conoscersi incontrarsi condurre esperienze
insieme ad altri.
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CAPITOLO 2
L’INTERAZIONE IN RETE
2.1 La comunicazione e le dinamiche relazionali in rete
La rete con la sua tecnologia permette una nuova modalità di interazione
che può essere studiata al pari dell'interazione che caratterizza altri sistemi
sociali. Di fatto, però, le interazioni proprie dei sistemi virtuali sono
diverse. La differenza principale sta nell'effetto del cambiamento di densità
della comunicazione, cioè dell' ampiezza di banda.
Per ampiezza di banda si intende, in questo contesto, la quantità di
informazione scambiata nell'unità di tempo. Stone (1997) sostiene che la
"realtà" ha un'ampiezza di banda larga, perché la gente che comunica vis-à-
vis in tempo reale adopera simultaneamente una pluralità di modi, discorsi,
gesti, espressioni del viso, insomma l'intero bagaglio semiotico.
Nel caso di un video, l'ampiezza di banda corrisponde alla risoluzione
dell'immagine, mentre per la comunicazione mediata dal computer
possiamo dire che ha un'ampiezza di banda ristretta, perché può limitarsi a
delle righe di testo sullo schermo.
In Pragmatica della comunicazione umana (Watzlavick, Beavin, Jackson,
1967) gli autori affermano che l'uomo è il solo organismo che si conosca
che usi moduli di comunicazione sia analogici che numerici.
Il linguaggio numerico, o digitale, è costituito da simboli che noi
solitamente utilizziamo nel parlare e nello scrivere ed ha una sintassi logica
assai complessa e di estrema efficacia.
Il linguaggio analogico è praticamente espresso in ogni comunicazione
non-verbale, ovvero il linguaggio del corpo inteso in tutte le sue
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manifestazioni: espressione del viso, inflessione della voce, sequenza,
ritmo e cadenza delle parole, esitazioni, irregolarità nella respirazione,
tensioni di muscoli involontari, e ogni altra espressione non-verbale di cui
l'organismo sia capace, come pure i segni di comunicazione
immancabilmente presenti in ogni contesto in cui ha luogo un'interazione.
In Internet, e in particolare nelle sue applicazioni più tipicamente
relazionali (chat, e-mail), la comunicazione manca di tutti gli indicatori
cinetici e para-linguistici sopra descritti e si affida al solo linguaggio
digitale scritto. E' in pratica un modo piuttosto austero di scambiarsi
informazioni che viene surrogato da un sistema pseudoespressivo che fa
ricorso alla procedura di combinare segni appartenenti a diversi sistemi, per
produrne uno nuovo.
Nel caso specifico, segni del sistema d'interpunzione (punto, due punti,
punto e virgola etc.) e segni del sistema alfabetico (lettere) formano un
sistema grafico ideogrammatico, in cui di solito i simboli hanno un
carattere pittogrammatico: essi raffigurano di solito vagamente delle
"faccine".
Lo scopo non è solo di rinforzo espressivo-appellativo, ma anche quello di
compattare, restringere al massimo gli elementi del discorso in nome di una
preoccupazione quasi ossessiva di ridurre all'osso i messaggi.
Alcuni possono trovare questa modalità comunicativa un po’ troppo arida,
disincarnata, alienata in un dialogo scorrevole silenzioso che produce
smarrimento e disorientamento.
Altri amano lo stile minimalista dell'interfaccia testuale, trovano creativo
esprimersi al di là delle limitazioni imposte, e intrigante immergersi in un
quieto fiume di parole che sembra fluire in modo più diretto, intimo, e che
dà l'impressione di attraversare le menti senza passare dalle labbra.
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Bateson, al quale gli Autori della scuola di Palo Alto si rifanno,
probabilmente direbbe che il linguaggio in Internet è digitale per
definizione (vista la natura dei dati trattati dal calcolatore), e che nella Rete
è difficile "metacomunicare", ovvero comunicare sulla comunicazione.
Il linguaggio analogico è quindi il linguaggio della relazione, le chat sono
frequentate e ricercate degli utenti che cercano relazioni, ma gli strumenti
comunicativi che essi hanno ha disposizione sono inadeguati o per lo meno
insufficienti; inoltre, lo scambio avviene in una situazione di vuoto sociale
in cui la identità dei soggetti coinvolti tende a sfumare fino a scomparire.
Si delinea frequentemente in questi casi un bisogno profondo di creare
immagini estremamente dettagliate del corpo assente e invisibile,
dell'interazione umana e degli artefatti portatori di simboli che fanno parte
dell'interazione. Ed è per questo che intervengono, nelle persone che
comunicano in Internet, dei processi compensativi dell'informazione
mancante che sono facilmente filtrati da meccanismi di proiezione e di
attribuzione di senso, e che gratificano inconsciamente le aspettative
dell'individuo.
Le relazioni virtuali in questi casi possono apparire seducenti perché
permettono alle nostre fantasie e ai nostri ideali di essere segretamente
soddisfatti. L'ampiezza di banda ristretta stimola le capacità interpretative
dei comunicanti, provocando degli effetti davvero sorprendenti: spesso le
impegna in maniera estrema, perfino ossessiva.
Alcuni utenti sono più o meno consapevoli dell'azione di filtraggio che
questi processi intrapsichici svolgono, il che spiegherebbe perché, quando
stabiliscono dei legami in Rete, non desiderano un incontro reale con
l'altro.