7
Nonostante lo sviluppo impressionante che Internet e di conseguenza l’e-commerce ha 
avuto negli ultimi anni in paesi come USA e Inghilterra, la cultura su questo 
argomento, soprattutto in Italia rimane alquanto limitata facendo perdere così alle 
aziende italiane una quantità innumerevole di opportunità offerte dal nuovo canale 
commerciale. In questa tesi ho cercato di analizzare in maniera esauriente le 
potenzialità di Internet sotto il profilo del marketing basandomi sull’indagine 
campionaria fornitami da Optimedia Italia. Questa indagine considera svariati fattori 
come ad esempio il contenuto del sito web, le caratteristiche e le prospettive delle 
aziende, il livello di investimenti ed in particolare le motivazioni che hanno spinto le 
imprese ad entrate in Internet. Da una velocissima lettura delle risposte alla prima e 
seconda domanda del questionario si può notare immediatamente che le aziende 
utilizzano il loro sito web soprattutto per ottenere nuovi clienti e vendere prodotti o 
servizi ai consumatori. Con questo lavoro ho pensato così di analizzare le variazioni 
dei processi aziendali, l’individuazione dei potenziali businnes partners, le valutazioni 
delle opzioni tecnologiche e metodi di individuazione dei target di consumatori che 
consentono alle aziende di costituire la base per il successo del commercio elettronico.  
 8
 
 
 
 
 
 Parte prima 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
INTERNET 
 
 
 
 9
 
 
 
CAPITOLO 1 
 
 
 
 
 
Internet 
 
 
 
 
1.1 Che cos’è Internet 
 
Per poter fornire un concetto chiaro di come avvengono i diversi “miracoli” 
tecnologici è basilare ampliare la nostra conoscenza riguardo al concetto di rete. 
L’obiettivo fondamentale di una rete è quello di offrire una interconnessione affidabile 
tra sistemi, minimizzando i costi e rendendo veloce il trasferimento dei dati. In 
particolare la tecnica di comunicazione di Internet è detta comunicazione di pacchetto. 
E’ appurato che l’invio di dati tramite questo procedimento comporta una maggior 
attendibilità, una velocizzazione nella ricerca del percorso per trasportare i dati e la 
possibilità di attivare simultaneamente molte connessioni su un unico filo. Tradotto in 
termini pratici, quando si usufruisce di particolari tool ( come ad esempio Netscape ) si 
possiede il dono dell’ubiquità, attivando più collegamenti con, ad esempio, la Borsa di 
New York, quella di Londra, etc. Con il termine Internet s’intende una rete formata da 
nodi-computer collegati tra loro in modo tale da consentire la trasmissione dei dati ( 
testo, grafica, suono, video ) anche se alcuni nodi non dovessero essere accessibili o 
funzionanti. 
 10
1.2 Nascita di Internet  
 
La nascita di questa rete è molto particolare, in quanto non trova origine in nessuna 
operazione commerciale prestabilita. Internet, infatti trova le sue origini in un progetto 
militare degli anni Sessanta finanziato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, 
il DARPA ( Defence Advanced Research Projects Agency ). Precisamente nel 1969 il 
DOD ( Departement of Defence ) diede vita alla realizzazione della rete Arpanet, 
basata sulla tecnica della commutazione di pacchetto ( l’architettura predisposta 
consentiva di inviare i diversi pacchetti in cui i documenti venivano suddivisi 
scegliendo volta per volta, per ciascuno di essi, il percorso più efficiente per l loro 
destinazione ), per scopi militari e scientifici. In poco tempo questo nucleo si espanse 
attraverso ulteriori progetti realizzati alla Stanford University, alla BBN ( Bolt, 
Beranek e Newman ) e all’University College di Londra. Negli anni Settanta, con la 
crescita di Arpanet si diede origine a decine di sottoreti, all’Interworking e ad una 
nuova serie di protocolli destinati all’incremento dell’affidabilità nonché 
all’indirizzamento diretto delle risorse di rete. In questo contesto venne sviluppato il 
protocollo TCP ( Trasmission Control Protocol ) che divenne lo standard miitare MIL- 
STD- 1778. Da ciò nacque l’insieme di protocolli TCP/IP ( Trasmission Control 
Protocol/ Internet Protocol ) per fornire le basi dell’Interworking. Negli anni Ottanta 
Internet si rese accessibile ancor più agli enti governativi, alla ricerca e agli ambienti 
universitari per consentire il trasferimento di file e posta elettronica. Successivamente 
si espanse notevolmente, sino a consentire una rete mondiale unica, composta da un 
enorme numero di ramificazioni e da decine di migliaia di computer client. In quel 
periodo l’ambiente era costituito prevalentemente da server Unix e terminali a 
carattere basati sullo standard VT52. Si deve attendere fino agli anni Novanta, per 
scoprire nuove finalità commerciali, favorite dalla disponibilità di potenti server e 
client, dalla diffusione di sistemi operativi ad interfaccia intuitiva e da una nuova 
generazione di elaboratori adatti alla navigazione tramite ipertesto, linguaggio 
sviluppato nel 1991 da Tim Berners-Lee ( scienziato del CERN ), che costituisce lo 
strumento più innovativo per individuare informazioni in Internet e che ha favorito lo 
sviluppo delle attività commerciali. Berners-Lee realizzò un’interfaccia grafica in 
grado di visualizzare i dati trasmessi in rete, i quali sino ad allora venivano presentati 
solo in forma testuale.  
 11
Questa interfaccia, antenato dei moderni browser, consentiva l’implementazione 
dell’ipertesto e fu lo strumento che diede vita a quello che oggi è chiamato World-
Wide Web. La notevole diffusione ( oggi si contano decine di migliaia di server HTTP, 
Hyper Text Transport Protocol, distribuiti sul globo, e ogni anno il numero tende a 
raddoppiare ) che questo strumento sta avendo nel mondo ha indotto le aziende a 
considerare Internet come una rete orientata soprattutto al businnes. I server HTTP 
trattano informazioni di ogni genere, dai file audio, alle immagini, ai file video nonché 
link ad altri siti. Un grande passo in avanti è stata la possibilità dell’accesso ad Internet 
tramite le più svariate piattaforme, che ha permesso a diversi tipi di utenti di usare 
strutture differenti, ma altrettanto diffuse come Windows e Macintosh. La spinta in 
questo senso è favorita da diversi fattori fra cui l’evoluzione e il continuo 
rinnovamento dei sistemi operativi, dell’elettronica e delle reti di telecomunicazione. 
Queste basi hanno perciò permesso l’introduzione di una cultura network-oriented che 
si estende oltre i confini aziendali, e che costituisce il riferimento per lo sviluppo 
futuro.    
 12
1.3 Internet: un universo in espansione 
 
L’apertura di Internet al commercio elettronico si è rivelata importantissima, fornendo 
opportunità di businnes non solo a chi utilizza la rete per affari ma anche ai produttori 
di hardware, software e gestori di linee telefoniche. In Internet l’azienda si trova 
davanti a un potenziale enorme di utenti, senza barriere e con la capacità di 
penetrazione di mercati lontani o verticali a un costo molto contenuto, irrisorio se 
paragonato ai normali costi per la comunicazione diffusa. La gran parte 
dell’espansione di Internet è dovuta alla proliferazione delle aziende; in particolare, per 
le piccole e medie imprese sono nate ultimamente aggregazioni e associazioni di 
categoria come le camere di commercio, l’unione degli industriali, l’unione degli 
artigiani, le associazioni di liberi professionisti ed altre di valido supporto. Un 
eloquente fattore che chiarisce come Internet ha avuto un enorme sviluppo negli ultimi 
anni è il proliferare delle risorse host
1
 a livello mondiale. 
 
In Europa il fenomeno Internet ha fatto il suo ingresso con un certo ritardo rispetto agli 
USA, sia per la mancata partecipazione alla nascita del progetto, sia per le diverse 
condizioni geografiche ( le distanze all’interno dell’America sono enormi  e quindi la 
cultura del network è molto accentuata ). Tuttavia la curva che rappresenta la crescita 
europea riprende gli stessi incrementi della nazione tecnologicamente più evoluta. 
                                                          
1
 Host: computer dalla rete che permette la comunicazione con altri computer. Può ospitare più siti, basti pensare agli host 
degli Internet Provider, che possono contenere siti di più imprese. 
Figura 1.1 Numero di host nel mondo
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Feb. 1993 Feb.1994 Feb.1995 Feb.1996 Feb.1997 Feb.1998 Feb.1999
v
a
l
o
r
i
 
i
n
 
m
i
l
i
o
n
i
 13
1.4 Internet in Italia 
 
Come si può notare dalla tabella 1.1, l’Italia nella graduatoria di numero di host occupa 
una posizione centrale. Se consideriamo uno studio condotto da Databank Consulting 
in collaborazione con Altavista
2
 che riguarda il numero di pagine web pubblicate nei 
server dei paesi europei, l’Italia risulta nelle prime posizioni. Ciò è dovuto al fatto che 
la struttura industriale italiana è costituita prevalentemente de piccole e medie imprese, 
le quali sono solite delegare ad un Internet Provider ( ISP ) la creazione, lo sviluppo e 
la gestione tecnica del sito. 
 
                          Tabella 1.1 – Numero di host nei principali paesi dell’Unione Europea 
 
Paese Numero  di host 
Regno Unito 878.255 
Germania 875.631
Olanda 341.560
Finlandia 335.965 
Francia 292.096
Svezia 284.478
Italia 
211.966 
Norvegia 209.034
Spagna 121.823
Austria 87.407 
Belgio 86.117
Irlanda 33.031
Grecia 19.711 
 
                                                                            Fonte: MIDS 
 
Una indagine condotta dal RIPE
3
 ( vedi figura 1.2 ) esamina la percentuale nel corso 
degli anni della quota dei server
4
 presenti in Italia rispetto alla globalità dei server 
presenti nei 13 paesi europei riportati in tabella 1.1. Non è difficile affermare che i 
metodi usati per individuare host o server, possono portare a risultati a volte molto 
differenti. Un’ulteriore rilevazione per stimare il numero di aziende italiane aventi un 
sito è stata condotta dalla A.C. Nielsen.  
                                                          
2
 I dati relativi all’indagine sono tratti da un articolo di G.Caravita pubblicato su “Informatica”, il supplemento 
settimanale de Il Sole 24 Ore 
3
 Istituto di ricerca costituito in collaborazione tra gli Internet Provider europei. 
4
 Risorsa della rete a disposizione dei clienti per offrire servizi di vario genere, ad esempio file server, database server, 
print server etc. 
 14
Questa indagine è stata condotta ricercando in Internet i domini con estensione .it e 
.com aventi caratteristiche commerciali, ma in questo modo non si conteggiavano i siti 
delle aziende che delegano la creazione e la gestione ad un Internet Provider. 
Fonte: Ripe, 1999 
  
La crescita smisurata del fenomeno Internet crea però alcuni problemi. Uno dei più 
importanti riguarda il traffico in rete. La crescita del businnes sfortunatamente ha 
sottoposto la rete a forti sollecitazioni, e queste cresceranno ulteriormente nei prossimi 
anni. Nonostante non sia quantificabile il traffico in Internet, si può stimare che la 
crescita di quest'ultimo è esponenziale e dipende senza dubbio ala crescita di utenti, di 
server e dall’incremento di potenza elaborativa di ciascun server. Nel 1993, in rete 
viaggiavano dati e informazioni per un valore di circa 1-10 terabyte ( migliaia di 
gigabyte ) al mese. Nel 1997 si è passati ad un valore di circa 1000 terabyte. E’ 
evidente che le tendenze richiedono necessariamente dei provvedimenti per evitare il 
collasso della rete. Da un lato sono quindi state introdotte le nuove reti satellitari e 
quelle a fibra ottica, che offrono una larghezza di banda superiore a quella disponibile 
attualmente e tale da ridurre l’attesa dei dati in rete, dall’altro sono nate nuove 
architetture di rete dette Intranet che fruiscono di Internet senza eccedere nell’uso della 
sua architettura. Intranet è l’uso della tecnologia di Internet nella rete interna di una 
compagnia o di un insieme di imprese. In sostanza si ha l’uso dello stesso software e 
della stessa tipologia di rete ma solo su un network privato e nascosto agli esterni 
grazie ai firewall
5
.  
                                                          
5
  Dispositivo interposto tra la rete aziendale ed Internet per evitare le intrusioni dall’esterno. 
Figura 1.2 Percentuale di host italiani
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999
 15
Intranet è un sistema molto flessibile che può portare le aziende sia a condividere le 
informazioni che necessitano in quel momento, sia alla collaborazione su progetti, con 
costo molto basso e in modo molto semplice rispetto ai sistemi tradizionali. Tramite 
Intranet si hanno diversi punti di forza rispetto al passato e allo stesso Internet. Ad 
esempio si ha un bilanciamento tra il flusso di dati della rete interna aziendale e il 
flusso esterno; si possono avere informazioni in tempo reale e processi talmente 
automatizzati da aggiornare istantaneamente una lista di centinaia di utenti interni. A 
questo si aggiunge la possibilità di ricerca nel database aziendale sfruttando la 
tecnologia web, o la lettura di dati con rapidità, ad esempio di quotazioni di prodotti 
durante una conversazione con un cliente. 
 16
1.5 Internet nelle imprese italiane 
 
Nel 1996 il 25% degli host Internet ( all’epoca 9,5 milioni ) era europeo. Nel febbraio 
1999 questa quota si è ridotta al 18,9% ( su 43,2 milioni di host censiti ). Sei punti di 
peso in meno, quindi, andati a vantaggio innanzitutto degli USA e poi ( ma in maniera 
minore ) della diffusione di Internet in Asia e nel resto del mondo. L’Italia era solo al 
3,7% degli host europei nel 1996; oggi è al 5%. Un leggero recupero, ma rispetto alla 
media europea è ancora due anni indietro ( vedi figura 1.3 ). Vi sono però anche aspetti 
positivi: il 1998 è stato il primo autentico anno di crescita rapida e massiccia della rete 
nell’Europa occidentale. In un anno, la popolazione degli utenti web è raddoppiata ( da 
20 a 40 milioni ). In particolare, il commercio elettronico che nel 1998 contava 5,6 
miliardi di dollari di transazioni, vedrà moltiplicare gli acquirenti on-line dagli attuali 4 
a 34 milioni in soli 4 anni, con una stima globale, in quella data, di 223 miliardi di 
dollari. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Figura 1.3 Ritardo italiano su Internet
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
543210-1-2-3-4
Anni indietro ( o avanti ) rispetto alla media europea
P
e
n
e
t
r
a
z
i
o
n
e
 
c
o
r
r
e
n
t
e
 
d
i
 
I
n
t
e
r
n
e
t
   Italia 
 17
Nel 1998, l’Idc stima circa 3 milioni di utenti italiani quasi esattamente divisi a metà 
tra consumatori ( 1,5 milioni ) e organizzazioni ( le imprese con 1,2 milioni di utenti, 
la Pubblica Amministrazione con altri 300 mila ). Nell’area delle aziende, l’analisi di 
Idc è però piuttosto cauta. Il boom del 1998, che ha visto tassi di crescita dell’80% ( in 
termini di abbonamenti ), quest’anno dovrebbe decelerare al 55,4% e poi al 43% nel 
2000. Sono cifre che nascono dai sondaggi presso le imprese. E queste ultime sono 
tuttavia incerte sulla decisione di investimento in tema di Internet soprattutto per una 
questione di ritorni attesi. Nel 1998, infatti solo un utente web italiano su 10 ha 
proceduto almeno a un acquisto sulla rete, per un ammontare medio annuo, 
considerando il segmento “consumer”, di sole 127 mila lire. Si viene a creare così una 
autentica massa critica, tale da determinare dubbi sugli eventuali profitti derivanti dalla 
vendita on-line. Secondo le previsioni Idc tra quattro anni gli acquirenti “consumer” 
supereranno i 3 milioni per almeno 400 mila lire medie annue. Ma le imprese 
utilizzeranno Internet anche per le abituali transazioni “di processo” ( materie prime, 
semilavorati, servizi ) per una cifra che già nel 1998 venne stimata in 250 miliardi di 
lire, e che tra quattro anni dovrebbe salire a ben 13.700 miliardi, fino a rappresentare la 
schiacciante maggioranza ( 87% ) del commercio elettronico in Italia. Ecco quindi, la 
sostanza della previsione: su Internet, almeno in Italia, quelle che conteranno saranno 
le applicazioni per integrare i sistemi gestionali d’azienda in “catene del valore”, per 
avviare “pool d’acquisto”, per ottenere “al meglio” transazioni e subforniture. E’ 
necessario però distinguere le medie e grandi imprese, che in questi ultimi mesi stanno 
guidando gli investimenti, con la grande maggioranza delle aziende italiane ancora 
molto incerte in tema di strategia Internet. Al 1998 circa 56 mila aziende italiane 
avevano un sito web, ma di questi circa il 30%, (assicurazioni, distribuzione, piccola 
industria )erano costituiti da una sola pagina web. Quali sono i punti critici, nel sistema 
italiano, che nel 1998 è cresciuto del 58% quanto ad aziende con pagine web? Mentre 
si assiste alla rincorsa del commercio, ala dinamica allineata di servizi e industrie, e 
anche al buon ritmo della Pubblica Amministrazione e Istruzione ( + 45% ), il fanalino 
di coda appaiono le banche, e nel suo complesso, il settore finanziario che rappresenta 
solo l’1,7% dei soggetti con siti web e che cresce dieci punti percentuali in meno 
rispetto alla media nazionale. Il ritardo delle banche italiane appare tanto più sensibile 
se si pensa che quelle che stanno connotandosi con “applicazioni killer” su Internet 
appaiono essere proprio nell’area finanziaria e nelle transazioni azionarie, nelle 
informazioni e nei servizi agli investitori.   
 18
 
 
 
 
 
                                                                                                                                                                Parte seconda 
 
 
 
 
 
                                                                            
 
 
 
 
 
                                                                                    SHOPPING ELETTRONICO 
               ED E-COMMERCE 
 19
 
CAPITOLO 2 
 
Un progetto razionale di commercio elettronico 
 
 
2.1 Metodologia di progetto di commercio elettronico 
 
Il commercio elettronico è diffuso da molto più tempo di quanto pensiamo, ma in 
passato veniva utilizzato in modo mascherato, tramite l’uso di un telefono, di un fax o 
lo scambio di dati su nastro. Attualmente alcune tecnologie vengono usate in maniera 
innovativa mentre altre stanno rapidamente diventando valide opzioni di commercio 
elettronico. L’influenza e il progresso della tecnologia sono elevati, le esigenze dei 
clienti sono in continua crescita e tutto ciò rende indispensabile lo sviluppo di una 
metodologia per pianificare una strategia di commercio elettronico. I tre principali 
elementi di una metodologia di progetto di commercio elettronico sono: l’analisi dei 
processi aziendali, l’individuazione di business partner adatti e la valutazione della 
tecnologia necessaria. Tuttavia una valida metodologia passa anche attraverso molti 
passi intermedi più piccoli; analizziamoli brevemente. 
L’identificazione degli obiettivi aziendali 
Prima di avviare un progetto di commercio elettronico bisogna definire chiaramente gli 
obiettivi aziendali e i traguardi da raggiungere per migliorare le funzioni commerciali. 
Un risultato fondamentale di questa fase è l’identificazione dei target e delle 
condizioni di progetto. Ciascun obiettivo può avere uno specifico e misurabile effetto 
finanziaro ed è importante quantificare il probabile risparmio o la potenziale perdita di 
ricavi nel corso di questo passo. 
La definizione dei fattori critici di successo 
Come seconda azione bisogna definire i propri fattori di successo, stabilendoli in base 
a degli indicatori misurabili oggettivamente. L’insieme dei criteri dovrebbe definire 
completamente ciò che in azienda si intende per “successo” e dovrebbe elencare tutti i 
requisiti che occorre possedere per completare con successo il progetto. Per esempio, 
si potrebbe definire l’adozione e l’uso di una specifica tecnologia come uno dei criteri. 
Un altro potrebbe essere l’informatizzazione di specifici processi aziendali o la 
completa informatizzazione e l’integrazione con un determinato numero di partner 
commerciali. 
 20
La valutazione delle procedure aziendali 
Nel corso di questa fase, è necessario esaminare le principali procedure aziendali 
interne, concentrandosi sull’identificazione dei processi interaziendali, cioè quelli tra 
l’azienda ed i partner commerciali. Dopo aver preparato un elenco di domande da 
usare nell’intervistare il personale chiave di ciascuna area funzionale dell’azienda, con 
un diagramma di flusso del processo si documentano i risultati delle interviste, 
identificando le attività aziendali, i tipi di dati e di informazioni scambiate, le fonti di 
acquisizione usate ( telefono, fax, e-mail ), il volume e la frequenza dei dati scambiati. 
Questo è il modello “esistente”. Poiché il commercio elettronico richiede uno stretto 
coordinamento con i partner commerciali, è prematuro sviluppare un piano basato solo 
sulla valutazione delle proprie esigenze. Tuttavia, questa fase consente di sviluppare 
un elenco preliminare dei processi aziendali fondamentali che possono essere 
informatizzati. 
L’esame delle esigenze e delle capacità dei partner aziendali 
Il commercio elettronico comporta un’integrazione stretta dei processi aziendali di 
fornitori e clienti. I partner commerciali devono pertanto lavorare assieme in modo 
molto ravvicinato nel corso dell’automazione dei loro processi. E’ essenziale 
comunicare le necessità ed i piani di entrambi in modo aperto e chiaro. Un primo punto 
consiste nell’effettuare un’indagine generale di selezione di fornitori e clienti. Nello 
scegliere questo gruppo, si possono prendere in considerazione il volume dei dati e 
delle transazioni, il valore economico delle transazioni, o l’importanza del fattore 
tempo nei processi aziendali. L’indagine dovrebbe affrontare problemi tecnici, ma 
anche mettere a fuoco i problemi aziendali. Gli argomenti su cui investigare 
comprendono l’aspetto dell’attuale ambiente di commercio elettronico dei partner 
commerciali: 
 ξ  Da quanto tempo utilizzano il commercio elettronico? 
 ξ  Quali tecnologie usano? 
 ξ  Quali procedure aziendali sono state informatizzate? 
 ξ  Con quanti operatori svolgono scambi commerciali? 
 ξ  Che grado di successo hanno raggiunto con ciascuno strumento e processo 
aziendale? 
 ξ  Qual è la dimensione e l’ambito dei progetti in corso?