indicare il complesso delle industrie manifatturiere e dei servizi che operano nei
settori dell’informatica (IT), delle telecomunicazioni (TLC) e dei media
(editoria, televisione, cinema e musica registrata). Il rapporto poi tra IT e TLC
ha prodotto quella che è la variabile strategica dello sviluppo di questi anni e del
prossimo futuro, cioè Internet. Questo non vuol dire che con Internet si
esaurisce il campo delle ICT, ma che la rete ed il suo protocollo applicativo
diverranno il luogo e lo strumento privilegiato di convergenza delle tecnologie
dell’informatica, delle TLC e dei media, con forti implicazioni economiche e
sociali e profondi cambiamenti indotti nell’organizzazione delle imprese.
La prima parte della tesi, costituita dai primi due capitoli, fornisce uno
spaccato generale della situazione della rete elettronica e del suo utilizzo
soprattutto in Italia. In particolare viene proposta una introduzione alla realtà di
Internet che ne illustra la nascita, il funzionamento, i servizi che offre e qualche
dato sulla sua evoluzione. Si cercherà quindi di definire la popolazione
interessata a Internet, in Italia, e la sua fruizione anche nel mercato business. In
questi capitoli si può vedere come Internet ha rivoluzionato il computer e le
comunicazioni a livello mondiale come mai prima. L’invenzione del telegrafo,
del telefono, della radio e del computer ha prodotto la base per questa
incredibile integrazione di capacità. Internet è allo stesso tempo una rete
mondiale con capacità di trasmissione, un congegno per divulgare informazione
e un media per la collaborazione e l’interazione tra individui e i loro computer
senza tener conto del luogo geografico. La sua definizione di ragnatela è una
metafora della possibilità di espansione, della delicatezza e allo stesso tempo
della resistenza ai mezzi esterni come il vento o le intemperie. La sua struttura è
complessa: da una parte una trama concentrica, dall’altra un ordito radiale che
scatta al centro. Questo fà sì che possa crescere all’infinito essendo al contempo
molto flessibile e resistente, rimanendo integra anche quando alcuni punti
saltano. La rete è la ragnatela comunicativa che sta trasformando il mondo, la
cultura e noi stessi. Già le tecnologie sviluppatesi prima della grande guerra (es.
telefono, telegrafo) hanno contribuito in maniera determinante a superare le
barriere spazio-temporali sostituendo ad esse la logica e la realtà operativa della
simultaneità: il progresso tecnologico ha modificato sempre più la percezione
della dimensione spazio-tempo e la diffusione delle reti di comunicazione
elettronica ha decisamente cancellato le distanze. Tutto ciò ha dato vita sia a
nuovi tipi di azione (a distanza) sia a nuove forme di interazione che, nel caso
specifico di Internet, si traducono in nuove possibilità relazionali nell’ambito del
cosiddetto cyberspazio; esso esiste dovunque vi sono collegamenti telefonici, cavi
coassiali, linee di fibre ottiche o onde elettromagnetiche. Con l’avvento della
modernità lo spazio si separa sempre più dal luogo e anzi si perde il senso del
luogo, o meglio, si va «oltre il senso del luogo», espressione questa di Joshua
Meyrowitz
1
, che usa in riferimento ai media elettronici visti come strumenti che
fanno emergere un nuovo tipo di luogo sociale sganciato dalla copresenza. Il
tempo esplode in una miriade di simultaneità improbabili e, nello stesso tempo,
la comunicazione si segmenta secondo modalità asincroniche: nel fermo posta
multimediale ognuno manda e riceve all’ora in cui vuole farlo, non c’è
appuntamento, non c’è tempo condiviso.
La seconda parte, espone invece l’impatto della rete sull’interazione
sociale. In particolare viene sviluppato più specificamente il problema della sua
capacità di comunicazione, cercando di delineare i vantaggi e gli svantaggi sul
piano della comunicazione sociale soprattutto a livello di infrastruttura e di
diseguaglianza sociale. Internet oggi è una infrastruttura di informazione molto
diffusa, l’iniziale prototipo di quello che è spesso chiamato la Globale
Infrastruttura di Informazione. Alcune forme di comunicazione, rese possibili
grazie alle «protesi» della tecnologia comunicazionale, costituiscono una delle
principali cause di diffidenza nei confronti di Internet. Non bisogna però
dimenticare che il nuovo non si sostituisce al vecchio ma, semmai, lo integra: la
trasmissione orale della conoscenza, infatti, continua ad avere comunque un
suo fondamentale valore nella nostra società multimediale
2
e la stessa old
1
Meyrowitz J., Oltre il senso del luogo. L’impatto dei media elettronici sul comportamento sociale, Baskerville, Bologna, 1993.
2
Merton R.K., On the Oral Transmission of Knowledge, in Merton, Riley, 1980.
economy da un lato usa queste nuove tecnologie come utensili, dall’altro ne
costituisce un essenziale complemento. Come è successo con tutte le altre
tecnologie di comunicazione (telefono, radio ecc.), occorre prima apprendere la
nuova possibilità che irrompe nella nostra vita per poi adattarsi ad essa. La net
society è una società reticolare a maglie strette, poiché tende ad alimentare
meccanismi di esclusione piuttosto che di inclusione sociale. Diversi studi e
ricerche sottolineano il rischio che si crei un divorzio digitale – il c.d. digital divide
– uno spartiacque fra coloro che hanno accesso alle nuove tecnologie
dell’informazione e coloro che rimangono ai margini della rete. Una forma di
discriminazione che divide i ricchi dai poveri, fra le nazioni e al loro interno,
sulla base dell’accesso o dell’impossibilità di accesso alla nuova tecnologia
informatica. Riguardo il rapporto reti e occupazione si è detto che l’uso di una
rete può sia disperdere sia concentrare il potere, anche se poi come si vede nella
pratica vi è un limite particolare. E’ stato constatato come la globalizzazione
contemporanea di produzione, distribuzione e consumo sia un processo di
sviluppo diseguale e combinato; questo a partire dai centri di direzione delle
imprese multinazionali e degli stati sviluppati e come la divisione del lavoro sia
diventata più selettiva e più globale che in ogni altra epoca e come le reti dei
media sono l’infrastruttura più importante di questo processo. Si è visto i
quattro ostacoli che impediscono alle persone di usare i nuovi media, ostacoli
questi, raffigurabili come quattro barriere da superare in successione per entrare
nella società delle reti o dell’informazione, le quali costituiscono altrettante
articolazioni dello sfaccettato concetto di accesso ai nuovi media. Si può vedere
quindi, come la storia di Internet sia complessa e coinvolge molti aspetti
tecnologici, organizzativi e di comunità. La sua influenza si estende non solo
nel campo delle comunicazioni tecnologiche tramite computer ma attraverso le
società così come noi andiamo verso un crescente uso di strumenti on-line per
effettuare commercio elettronico, acquisizione di informazioni e operazioni in
comune.
Concludo questo lavoro, evidenziando un problema ricorrente nello
studio delle relazioni sociali mediate dal computer: quello di distinguere tra il
mondo delle reti e il mondo «normale»; alla fine, la soluzione che ho ritenuto
meno ambigua e più neutra è stata quella di utilizzare la coppia «on-line» e «off-
line». Voglio infine premettere che in generale, utilizzo il termine «la rete», al
singolare, per riferirmi genericamente al mondo on-line; il termine «reti», al
plurale, si riferisce con più precisione al fatto che esistono diverse reti
telematiche, ognuna con caratteristiche proprie; «Internet» è utilizzato in senso
stretto per indicare quell’insieme di reti geografiche interconnesse tra loro
attraverso il gruppo di protocolli TCP/IP.
Capitolo I
IL FENOMENO INTERNET
1.1 LA STORIA DI INTERNET
«La storia di Internet inizia nel 1969 in piena “Guerra Fredda” e
curiosamente nello stesso periodo in cui il primo essere umano mise piede sulla
Luna»
3
. Nacque quando il Dipartimento di Difesa americano manifestò
l’esigenza di potenziare la comunicazione militare. Fu così commissionato a un
gruppo di scienziati dell’Università della California la progettazione e la
costruzione di una rete di calcolatori che permettesse di scambiare informazioni
e messaggi anche a molti chilometri di distanza. Questa rete doveva essere
robusta, ovvero non dipendere da un’unica unità centrale (host) affinché, nel
caso di un attacco nucleare, questa rete di calcolatori, anche se in parte distrutta,
si potesse riconfigurare autonomamente senza far riferimento ad un host
particolare e quindi potesse continuare a funzionare anche quando uno qualsiasi
dei calcolatori fosse in avaria. Si richiedeva poi una certa flessibilità nei
collegamenti tra nodi, in modo da poter cambiare facilmente i tragitti di
trasmissione dei dati senza perdite di efficienza della rete; inoltre ogni
3
Di Nardo N., Zocchi Angela Maria, Internet, storia, tecnica, sociologia, UTET Libreria, Torino, 1999.
calcolatore doveva avere la possibilità di collegarsi con altri calcolatori, anche se
fabbricati da diversi produttori. Il risultato dei primi studi fu una prima rete di
quattro calcolatori (tre in California e uno in Utah) denominata ARPANET
(Advanced Research Project Agency) che utilizzava le linee telefoniche per
collegare i computer tra di loro. Arpanet collegava diversi computer degli
Atenei americani. Così, il primo network di packet–switching (tecnica di
“commutazione a pacchetto”), il nuovo sistema, il network ad ampia
estensione, fu progettato per coadiuvare la ricerca. «Arpanet è stato utilizzato
per la ricerca fino al 1990, poi ha continuato ad essere utilizzato solo in ambito
militare. Prima di essere ritirato, però, intorno al 1983, fu separato in due parti:
una parte rimase alla comunità di ricerca, e quella parte fu, alla fine, ritirata; e
l’altra parte andò all’esercito U.S.A.. Arpanet, dunque, continuò ad esistere sotto
un altro nome: MILNET. Quella rete servì per le operazioni militari per un po’
di tempo, successivamente è stata ritirata e rimpiazzata da una versione di
Internet per l’esercito U.S.A»
4
.
Infatti all’iniziale rete di quattro calcolatori, col passare del tempo si
aggiunsero altri host, nel ’72 viene resa pubblica la rete e il suo sistema di
funzionamento e sono già 50 i calcolatori che ne fanno parte; il traffico di dati
cresce: il primo sistema di trasmissione di dati si trova in difficoltà. Viene per
4
Ibidem.
questo preparato un protocollo che cura l’invio di piccoli packet di informazioni
tra le varie localizzazioni della rete, selezionando ogni volta il percorso più
vantaggioso, e che viene chiamato IP della rete (Internet Protocol). A fianco di
questo si presenta la necessità di affiancarne un altro che si occupi dello
smistamento finale dei vari pacchetti impiegando il protocollo IP: quest’ultimo
è il protocollo TCP (Transmission Control Protocol).
Vincent Cerf e Robert Khan, considerati i “padri” di Internet, insieme ad
altri collaboratori hanno scritto loro infatti il protocollo di Internet: il TCP/IP.
Questo protocollo ha creato uno standard comune, una sorta di esperanto
informatico in modo tale che ogni computer potesse “parlare” con qualsiasi
altro computer attraverso Internet. Gli standard permettono al computer di
comunicare, anche se non si sono mai “incontrati”. Tuttora questo protocollo
rappresenta lo standard di trasmissione dei dati più utilizzato della rete.
«Con la nascita ufficiale del protocollo TCP/IP vi è la necessità urgente
di definire una struttura in grado di assegnare ai diversi siti che si apprestano ad
entrare nella rete Internet il loro nome, e perciò il loro numero di
identificazione. Assolve a tale funzione InterNIC il centro ufficiale che assegna
gli indirizzi IP (il sistema di indirizzi numerici) e i nomi di dominio a livello
internazionale»
5
. Si associa così a ogni calcolatore una stringa di caratteri
5
Ibidem.
minuscoli Domain Name Server che rendono più facile l’individuazione delle
macchine.
Tuttavia, per fronteggiare le sempre nuove esigenze e problemi i
protocolli si sono evoluti nel tempo. Sono nate, così, una serie di reti collegate
ai sistemi di trasmissione televisiva via satellite e via cavo per rendere più
semplice e veloce la trasmissione video e audio. «Internet si è decisamente
sviluppata a livello tecnologico ma ciò ha coinciso con una parallela diffusione
sul territorio mondiale: si è passati dai quattro “nodi” o “host” iniziali del
lontano 1969 ai 159.000 nodi nel ottobre 1989 e ai 376.000 nodi del gennaio
1991; nel gennaio 2002 i nodi sono diventati oltre 150.000.000»
6
.
Grafico 1: Host di Internet 1969-2002 (www.zakon.org/robert/internet/timeline).
6
Robert H. Zakon, Hobbes’ Internet Timeline, 2002, http://www.zakon.org/robert/internet/timeline.
«Nei primi anni ’90 un gruppo di scienziati del CERN di Ginevra
progetta e realizza il World Wide Web (WWW) che, a seguito della diffusione di
“Mosaic” (il primo browser della storia dell’informatica), inizia la sua diffusione
capillare anche a livello aziendale e nelle famiglie»
7
. Possiamo affermare
attualmente che se si considera la connettività a livello internazionale, Internet è
pressoché diffusa nella totalità dell’America e dell’Europa, con piccole zone in
cui è presente soltanto Bitnet o è disponibile il solo servizio di posta elettronica
su UUCP o FidoNet; la mancanza totale di connettività si ha in molte regioni
centrali dell’Africa, e in alcune asiatiche (vedasi figura 1).
Figura 1: Connettività internazionale. Fonte:www.isoc.org.
7
Di Nardo N., Zocchi Angela Maria, Internet, storia, tecnica, sociologia, UTET Libreria, Torino, 1999.
1.2 RETE LOCALE, DIGITALIZZAZIONE E MODALITA’ DI
CONNESSIONE
«Il senso comune del termine rete è quello di una struttura complessa
costituita da un insieme di elementi (nodi) tipicamente paritetici, collegati tra loro
da relazioni di connessione (rami) flessibili in quanto ampiamente magliate.
Evocando la nostra esperienza giornaliera di utilizzo di queste reti e le immagini
mentali che si sono conseguentemente formate, possiamo riguardare in prima
approssimazione Internet come una rete di distribuzione di una risorsa
particolare, cioè l'informazione, in forma direttamente fruibile mediante
elaboratori elettronici»
8
.
Si potrebbe notare che anche la rete telefonica e, volendo comprendere
anche il buon vecchio etere come sostegno trasmissivo delle onde
elettromagnetiche, anche le reti radiotelevisive distribuiscono la risorsa
informazione. La peculiarità di Internet sta dunque proprio nel fatto che
l'energia informazione da essa distribuita ha una «struttura» tale da essere
direttamente gestibile (leggasi «leggibile», ma anche «modificabile» ecc.)
mediante un elaboratore elettronico. E poiché sappiamo che un elaboratore
tratta solo con numeri binari, cioè con «0» e «1», Internet può essere
8
Lorenzi A., Il computer nella gestione aziendale, ATLAS, 1998.
immaginata come una rete di tubi per numeri binari, ovvero ottimizzata per il
trasporto di informazioni «nativamente digitali».
L’informazione è per noi tutto ciò che riduce l'incertezza delle
conoscenze su un certo argomento: ad esempio quanto fa caldo, quale
argomento ha spiegato l'insegnante ecc.. In ogni tipologia di informazione esiste
una qualche grandezza fisica che varia e che in tal modo ci fornisce «per
differenza» appunto l’informazione. In base alle caratteristiche e più in
particolare al numero di possibili stati o valori del fenomeno o della grandezza a
cui si riferisce l'informazione, è possibile distinguere due categorie di modalità
di variazione, e cioè:
™ analogica, se la grandezza può assumere, all'interno di un certo
intervallo, tutti i possibili valori con continuità
9
(ad esempio la
temperatura, l'intensità della voce);
™ digitale (o numerica) se la grandezza assume, in un certo intervallo, dei
valori distanti («discreti») l'uno dall'altro, cioè un numero finito di
valori ciascuno separato dagli adiacenti (ad esempio i valori ottenuti dal
lancio di un dado, il punteggio di un incontro sportivo).
Troviamo anche in questo caso una nostra metafora. Per superare - in
salita o in discesa - un dislivello (laddove quindi la grandezza che varia è
9
In termini matematici la «continuità» significa che la variabile può essere messa in corrispondenza biunivoca
con l'insieme dei numeri «reali».
l'altitudine), si può ricorrere a due differenti modalità. Posso aver bisogno di un
percorso continuo: ad esempio per far salire un'automobile, o per scivolare con
un toboga in un parco acquatico. Ovvero posso aver bisogno di gradini, cioè di
«piani» che distano di un'altezza «discreta» l'uno dall'altro. Nella prima modalità
l'altezza varia analogicamente; nella seconda digitalmente.
Se l'informazione è tutto ciò che riduce l'incertezza su un determinato
argomento, si può intuitivamente affermare che la quantità minima di
informazione è associata alla scelta tra due soli casi possibili ed equiprobabili: in
altri termini la situazione che richiede il minimo bisogno di informazione è
quella in cui la grandezza associata può assumere due soli valori, ciascuno dei
quali ha la stessa probabilità dell'altro di verificarsi (ad esempio acceso/spento,
presente/assente ecc.). Tale quantità di informazione minima che viene assunta
come unità di misura è detta bit, come contrazione di binary digit (cifra digitale).
Il bit, unità di misura dell'informazione, è dunque la quantità di informazione
necessaria e sufficiente per discriminare e decidere tra due soli eventi
equiprobabili.
Ma come immaginare un bit? «Un bit non ha colore, dimensioni o peso,
e può viaggiare alla velocità della luce. È il più piccolo elemento atomico del
DNA dell'informazione. Per praticità noi diciamo che un bit è 1 o 0»
10
. I bit
10
Negroponte N., Essere digitali, Sperling & Kupfer, Milano, 1997, pp. 3-4.
sono sempre stati alla base della elaborazione numerica in forma elettronica in
quanto direttamente «materializzabili» dai componenti più elementari costituenti
tutti i blocchi funzionali di un qualsiasi computer, gli «interruttori», dispositivi
appunto con due soli stati, aperto o chiuso. Tali interruttori, realizzati in passato
mediante valvole e successivamente mediante transistor, sono presenti oggi a
milioni in un singolo chip, frammento di silicio in cui sono sovrapposti materiali
diversi secondo geometrie opportune. In tal senso il segnale binario è dunque il
segnale digitale «nativo» di un computer: le operazioni fondamentali su cui si
basa il funzionamento di un qualsiasi elaboratore elettronico sono in ultima
analisi (ma sempre a livello macroscopico) «aggregazioni e disaggregazioni di
combinazioni di 0 e 1»
11
. Dal momento che un computer può essere pensato
come un insieme comunque grande di interruttori, è evidente che la sua velocità
di funzionamento è strettamente correlata alla velocità di commutazione
dell'interruttore, ossia alla sua capacità di passare da uno stato all’altro nel più
breve tempo possibile, nonché al numero di interruttori operanti in parallelo. Di
fatto l'evoluzione storica dell'elaborazione elettronica si fonda appunto sulla
possibilità di realizzare interruttori sempre più veloci, affidabili, soprattutto
piccoli e dunque in quanto tali con minore dissipazione e meglio aggregabili.
11
Nell'algebra booleana si dimostra in particolare che una funzione logica comunque complessa può essere sempre espressa
mediante tre soli tipi di operatori logici elementari, precisamente la «congiunzione» (AND), la «disgiunzione» (OR) e la
«negazione» (NOT).