INTRODUZIONE
Sono sempre più numerose le imprese che scelgono di entrare nei mercati esteri.
Queste si trovano ad operare in un contesto competitivo ed istituzionale complesso,
caratterizzato da una estesa rete di relazioni commerciali, produttive, finanziarie e
comunicazionali.
Tale scenario rende difficile le scelte di internazionalizzazione, soprattutto per le
imprese di piccola e media dimensione che hanno necessità di estendere la propria
dimensione oltre i confini del mercato locale.
Le imprese italiane al fine di rafforzare la loro presenza sul mercato mondiale e
attuare le strategie e le politiche di sviluppo, hanno fatto leva sui fattori strettamente
legati al territorio nazionale nonché su quelli che sono in grado di valorizzare l’identità
italiana.
In ambienti complessi come quelli fronteggiati dal made in Italy all’estero, in cui le
condizioni mutano rapidamente richiedendo un continuo processo di interpretazione del
sapere precedente, le agglomerazioni di PMI distrettuali
1
possono raggiungere vantaggi
competitivi in virtù del fatto che costituiscono forme organizzative flessibili in grado di
fondare la propria capacità competitiva interagendo con territori di riferimento dove si
intrecciano società, cultura e storia.
Il consolidamento del made in Italy, ha fatto in modo che le PMI, nell’intraprendere
il processo di internazionalizzazione, al fine di difendere la tipicità locale, abbiano
dovuto attivare forme di collaborazione con altri territori, esternalizzando le attività a
minor valore aggiunto e preservando le funzioni (core business) che caratterizzano il
prodotto come prodotto italiano di qualità.
Il primo capitolo del presente lavoro, è dedicato al Processo di
internazionalizzazione. Si è cercato di descrivere i motivi che inducono le imprese ad
operare oltre i confini del mercato locale. Questi sono rappresentati principalmente
dalla necessità di dare una ulteriore spinta alla crescita della domanda, che nel mercato
domestico o nei mercati esteri, in cui un’impresa è già presente, ha subìto un
rallentamento. In relazione ai motivi che spingono le imprese ad operare al di fuori del
mercato locale, si sono descritte le modalità di presenza delle stesse nei mercati esteri.
Le piccole e medie imprese che caratterizzano il sistema italiano, privilegiano la forma
di presenza più semplice costituita dalle esportazioni. Solo dopo aver raggiunto una
posizione competitiva soddisfacente, e rielaborando le conoscenze e competenze
acquisite, arrivano a mettere a punto altre modalità di presenza più articolate come
quelle basate su accordi contrattuali o su investimenti diretti esteri.
1
Becattini, 1998.
6
Il secondo paragrafo è dedicato al processo di internazionalizzazione delle PMI, e
presenta una descrizione delle fonti interne ed esterne che influiscono sulle scelte
strategiche da adottare al fine di entrare nei mercati esteri. Viene, infine, fatto
riferimento ai tre principali approcci interpretativi del processo di espansione estera
delle PMI. Infine, il capitolo, termina con il riferimento alle reti e ai distretti che
costituiscono la base per il successo delle PMI nel territorio internazionale.
Il secondo capitolo è dedicato al Made in Italy, emblema dell’industria italiana,
che si è imposto per la sua specializzazione produttiva, per la dimensione dell’impresa e
che ha contribuito ad esaltare, nel tempo un’immagine del Sistema Italia, in grado di
riflettere le abilità e le capacità del modello di specializzazione. La prima parte del
capitolo è dedicata alla descrizione del concetto di made in Italy; si propone quindi
un’esplorazione di tale fenomeno che spesso viene identificato in modo riduttivo
considerando solo il comparto della moda. Segue una analisi dei punti di debolezza che
non consentono al made in Italy di incrementare il proprio successo sul territorio
internazionale. Infine, sono stati descritti i fattori di successo, con particolare
riferimento alle modalità attraverso le quali le imprese hanno sfruttato antiche tradizioni
produttive al fine di creare prodotti di qualità e più innovativi in grado di soddisfare i
bisogni dei consumatori. Ancora, si è osservato come il fattore internet dagli anni ’90 ad
oggi abbia consentito a numerose imprese di raggiungere un elevato livello di visibilità
oltre i confini nazionali.
Il terzo capitolo è dedicato alla Cantina Argiolas Spa. Dopo una breve disamina
della storia dell’impresa a partire dalla sua nascita ad oggi, si è descritta la strategia di
internazionalizzazione. Segue l’analisi delle motivazioni che hanno indotto l’impresa a
varcare i confini nazionali, e della modalità di presenza nei mercati esteri adottata. La
cantina Argiolas sostiene di aver avuto successo per merito della professionalità che
contraddistingue l’impresa, della passione e del rispetto della tradizione del territorio,
che li ha spinti alla continua ricerca per il miglioramento della qualità dei prodotti.
7
CAPITOLO PRIMO: L’INTERNAZIONALIZZAZIONE
1.1 Motivi, modalità e strategie di internazionalizzazione
Quando si parla di internazionalizzazione di un’impresa si fa riferimento allo
sviluppo di un sistema per favorire gli scambi con l'estero attraverso la ricerca di nuovi
mercati per le attività di tipo commerciale, economico e produttivo. Nella maggior parte
dei casi la spinta più forte verso l’internazionalizzazione delle imprese è data dal
rallentamento della domanda nel mercato domestico, e, parimenti, per un’impresa già
internazionale, la spinta verso nuovi mercati, è il rallentamento della crescita in quelli in
cui l'impresa è già presente.
2
Esistono poi altre motivazioni, alcune legate alla situazione
del settore, come la crescita della concorrenza, altre connesse a fattori inerenti l’impresa
stessa, come la necessità di ridurre la dipendenza da un unico mercato, altre ancora,
infine, derivano dalle opportunità di maggiori profitti che si vengono a creare nei
mercati esteri, le quali spesso diventano il fattore determinante per dare inizio al
processo di internazionalizzazione delle imprese.
Al fine di comprendere le motivazione che inducono un’impresa
all’internazionalizzazione, è necessario distinguere, da un lato, l’impresa che intende
sfruttare nel territorio internazionale un vantaggio competitivo già acquisito, e dall’altro,
l’impresa che vuole invece ottenerlo operando all’estero. Nel primo caso,
l’internazionalizzazione ha lo scopo di cogliere nuove opportunità di mercato,
sfruttando un prodotto vincente, ovvero competenze distintive possedute. Nel caso
dell’impresa che affacciandosi nel territorio internazionale mira a ottenere un vantaggio
competitivo, invece, l’internazionalizzazione ha la funzione di ricercare fattori di
maggiore competitività che garantiscano una riduzione dei costi di produzione e un
accesso più facilitato alle materie prime.
3
Un altro fattore che può indurre un’impresa ad internazionalizzarsi è rappresentato
dalla possibilità di ridurre i rischi operativi e di mercato attraverso strategie di
diversificazione degli sbocchi e degli approvvigionamenti.
Vi sono casi in cui, il processo di internazionalizzazione costituisce la via obbligata
da seguire al fine di raggiungere mercati che impongono una certa quota di local
content
4
nelle produzioni offerte.
L’internazionalizzazione può essere vissuta dall’impresa come strategia per
difendere la posizione competitiva, nonché per costruire percorsi di crescita
dimensionale e di massimizzazione dei profitti.
Le modalità tecnico-organizzative che consentono la presenza sui mercati esteri,
comportano una scelta tra una presenza occasionale, o una presenza indiretta, o ancora
2
CAROLI M., LIPPARINI A. “Piccole imprese oltre il confine. Competenze e processi di
internazionalizzazione” Carocci 2002. p. 20.
3
Teoria eclettica (Dunning, 1981,1988; Buckley, Casson, 1993), che spiega come l’impresa ottimizza la
sua struttura produttiva in termini di efficienza.
4
Con tale formula si intende un insieme di azioni – reclutamento locale, formazione, acquisti di beni e
servizi locali – che sono progettate per sviluppare le infrastrutture industriali e le competenze delle
persone.
8
una presenza rilevante e diretta. Tali alternative, sono distinte in base alle seguenti
condizioni
1. Dimensione dell’investimento, che dipende dalle risorse umane e finanziarie
disponibili nell’impresa. Vengono così ad identificarsi un livello di basso
coinvolgimento delle risorse in questione ed un livello di elevato
coinvolgimento. Queste comporteranno scelte strategiche differenti a seconda
del tipo di presenza che si vuole avere nel mercato;
2. Forze che spingono un’impresa ad internazionalizzarsi, che dipendono dalle
opportunità di sfruttare le varie occasioni che si presentano di volta in volta e
dalle possibilità di conseguire posizioni competitive rilevanti.
Quando un’impresa vuole portare i propri prodotti nei mercati internazionali, deve
decidere quali attività esportare all’estero
5
e se controllarle direttamente ovvero
affidarne il controllo e la gestione a terzi.
Un ulteriore fattore che si utilizza al fine di distinguere le modalità di ingresso nei
mercati internazionali si basa sul ruolo del controllo strategico.
6
Anche a questo
proposito vi sono modalità di ingresso con un livello di controllo strategico alto, medio
e basso. Le modalità di ingresso ad elevato controllo presentano un profilo di
rischio/rendimento elevato, mentre le modalità di ingresso a basso controllo tendono a
minimizzare l’impegno delle risorse e anche il rischio.
Le modalità di presenza delle imprese nei mercati possono distinguersi in:
1. Modalità di presenza basate sull’esportazione, mediante la quale si
trasferiscono i prodotti;
2. Modalità di presenza basate su accordi contrattuali, con la quale si
trasferiscono le conoscenze e le competenze tecnologiche;
3. Modalità di presenza basate su investimenti diretti esteri,con la quale si
trasferisce l’intera impresa.
Modalità di presenza basate sull’esportazione. L’esportazione è definibile come il
trasferimento di beni e servizi oltre i confini nazionali attraverso metodi diretti e
indiretti. Essa, costituisce la modalità principale di internazionalizzazione utilizzata
dalle piccole e medie imprese poiché implica una limitazione dei rischi e un basso
coinvolgimento delle risorse.
7
Il primo passo verso l’internazionalizzazione è costituito
dalla esportazione pura che costituisce la condizione per un progresso verso altre forme
di internazionalizzazione come il contratto di licesing
8
, la costituzione di joint venture o
ancora l’impiego di investimenti diretti esteri (IDE).
L’esportazione indiretta è attuata con l’ausilio di intermediari che conoscono il
mercato in cui si vuole entrare, o in quanto operatori locali di quel mercato o perché
attori nazionali che operano nel mercato estero e che attuano esportazioni in nome
5
Attività di marketing, comunicazione, vendita all’ingrosso o al dettaglio, il servizio post-vendita.
6
Il controllo può essere definito come la capacità di influenzare sistemi, metodi e decisioni degli attori
locali e svolge un ruolo critico sul futuro di un’attività estera (Anderson e Gatignon, 1986).
7
Cit. Young. Hamill, Wheeler e Davies, 1989.
8
Contratto con il quale il licenziante concede al licenziatario il diritto di produrre o distribuire un
prodotto o servizio dietro pagamento di royalties. DEMATTÈ, PERRETTI “Strategie di
internazionalizzazione” Egea 2003. p. 59
9