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- il conseguente mutamento degli equilibri politico – istituzionali come
effetto diretto del dissolversi del confronto politico – ideologico e
militare nel duopolio tra Stati Uniti d’America e URSS;
- un decadimento del sistema informativo e di sicurezza dovuto in parte
ad un’insufficienza strutturale di tali organizzazioni ed in parte ad una
delegittimazione morale (che oggi si sta cercando di riguadagnare
anche attraverso l’enfasi posta sulle operazioni e sui recenti e tragici
sacrifici di funzionari dell’intelligence);
Partendo dal presupposto che non esiste un sistema di intelligence migliore in
assoluto – anche se rispetto alle altre organizzazioni possiamo dire che i nostri Servizi
non sono sicuramente i meglio organizzati a livello legislativo – cercherò qui di
estrinsecare gli elementi positivi e negativi delle varie organizzazioni informative.
Prima di iniziare l’analisi che mi propongo, risulta indispensabile dare alcune
precisazioni nell’ambito della nostra trattazione. Molti oggi parlano di intelligence
soprattutto dopo gli eventi del 11 settembre 2001, spesso senza sapere esattamente
cosa sia o manifestando incertezza (in alcuni casi giustificata) nei confronti dei Servizi
informativi derivanti da episodi storici ritenuti, dai più, ambigui o magari rivivendo
mentalmente qualche film di James Bond. Sempre più persone sono pronte a
delegittimare i Servizi di intelligence colpevolizzandoli in caso di insuccessi ed in
merito alla segretezza di cui si circondano, trascurando che la segretezza è
fondamentale per il buon funzionamento di un sistema di intelligence.
I Servizi segreti di oggi (meglio definirli Servizi informativi) sono molto
differenti da quelli che hanno caratterizzato i periodi storici passati. L’intelligence,
riferita ai Servizi informativi, può essere definita come la raccolta e la successiva
analisi di informazioni e dati non altrimenti disponibili che risultino utili (e spesso
indispensabili) al processo decisionale dell’esecutivo in tema di sicurezza nazionale
ed alla prevenzione di attività destabilizzanti di qualsiasi natura (spionistica,
economica, eversiva, terroristica, criminale). La raccolta informativa si realizza tramite
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quello che viene definito il ciclo dell’informazione, il quale consta di diverse fasi che
generalmente si possono ricondurre alle seguenti:
1- Planning and Direction: nella quale gli organi esecutivi definiscono gli
obbiettivi informativi ritenuti necessari per le proprie decisioni per ciò che
riguarda la sicurezza nazionale e la politica estera;
2- Collection: nella quale vengono messe in atto tutte le attività di raccolta
informativa sugli obbiettivi definiti nella fase precedente;
3- Processing: nella quale l’enorme quantità informativa raccolta viene trattata in
modo da renderla utilizzabile, scartando eventualmente tutte le informazioni
ininfluenti;
4- Analysis and Production: può essere definita come la conversione delle
informazioni in intelligence. In tale fase le informazioni vengono analizzate,
integrate e valutate. In questa fase viene valutata anche l’attendibilità,
l’attinenza e l’incidenza delle informazioni trattate. La fase dell’analisi produce
l’intelligence informativa pura, nel senso che le singole informazioni vengono
connesse tra loro per poter fare valutazioni circa lo scenario analizzato;
5- Dissemination: l’ultima fase si ricollega alla prima in quanto è la divulgazione
dell’intelligence elaborata agli organi esecutivi, i quali avevano attivato il ciclo
informativo e, sulla base dei risultati, determineranno i nuovi obbiettivi
informativi.
Quando si parla di Servizi informativi, e più in generale di intelligence, ci si
riferisce a due concetti distinti: positive intelligence (o ricerca) e defensive
intelligence (o security). Col termine positive intelligence (intelligence positiva) si
indica la ricerca e raccolta attiva di informazioni utili al raggiungimento degli
obbiettivi informativi istituzionali; col termine defensive intelligence (intelligence
difensiva) si indica quella branca che si occupa di tutti i problemi di sicurezza interna
al territorio nazionale e della quale fanno parte il contro – terrorismo, la lotta alla
criminalità organizzata, il contro – spionaggio (con tale termine si intendono tutte
quelle attività, attive e passive, che un Servizio utilizza per neutralizzare le operazioni
di intelligence di altri Servizi ai danni del proprio paese).
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Già su questo punto, vedremo delle contraddizioni dei nostri Servizi rispetto a
quelli degli altri paesi. Il contro – spionaggio, di solito competenza del Servizio
interno, in Italia è seguito quasi esclusivamente dal Servizio esterno o militare (questo
affidamento di funzioni è una contraddizione, poiché il Servizio militare non dipende
dal Ministro dell’Interno il quale rappresenta la massima autorità nazionale in materia
di Pubblica Sicurezza).
Oggi poi, grazie all’evoluzione e lo sviluppo di nuove tecnologie, alla più
tradizionale Human Intelligence (HUMINT), cioè a tutte le informazioni acquisite e
raccolte da risorse umane che utilizzano varie forme di copertura per non essere
individuate, si sono aggiunti molti altri settori sfruttabili per le attività dei Servizi
informativi, i quali hanno reso necessaria una classificazione per tipo di fonte dei
diversi generi di intelligence:
- Comunications Intelligence (COMINT): così vengono classificate
tutte le informazioni acquisite tramite intercettazioni di comunicazioni
straniere;
- Electromagnetic Intelligence (ELINT): acquisizione e analisi di
segnali elettromagnetici di altri paesi intercettati da soggetti che non
siano i destinatari (come intercettazioni di segnali radio, radar,
telefonici e trasmissioni a microonde) mediante l’uso dei satelliti;
- Imagery Intelligence (IMINT): includono l’acquisizione delle
immagini fotografiche satellitari e qualsiasi altra immagine che venga
raccolta e analizzata a scopo di intelligence;
- Measurement and Signature Intelligence (MASINT): acquisizione di
informazioni ottenute da analisi quantitative e qualitative di dati
metrici, ottici, sismici, angolari, spaziali, acustici, di lunghezza d’onda,
di dipendenza di tempo, di modulazione, di plasma, captati da sensori
elettronici allo scopo di identificare e analizzare tutte le caratteristiche
peculiari connesse con la fonte d’emissione, o il mittente, e facilitare
l’identificazione e/o la misura successiva dello stesso evento e dei
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componenti degli elementi e delle radiofrequenze che lo compongono
in relazione ai settori nucleare, chimico, biologico, radioattivo;
- Signal Intelligence (SIGINT): rappresenta l’insieme delle
informazioni acquisite dall’intercettazione di qualsiasi segnale
elettronico e comprende tutti i dati raccolti attraverso il COMINT,
l’ELINT e il MASINT;
- Open Source: consistono nelle informazioni che sono di pubblico
dominio, come le notizie pubblicate dai periodici e le informazioni
raccolte su internet; tali informazioni non sono da trascurare, ma
bisogna sempre tenere presente il fatto che ciò che viene pubblicato,
rispecchia quello che si vuole far sapere;
Stati Uniti d’America
Breve storia dei Servizi segreti degli USA
Gli Stati Uniti, come molti altre nazioni, sono stati estremamente lenti nel
dotarsi di un apparato di intelligence autonomo e non legato a corpi militari. I Servizi
segreti statunitensi, per quanto possa essere difficile immaginare, si sono sempre
distinti per la loro, almeno iniziale debolezza, dovuta al timore che i padri fondatori
nutrivano nei confronti di qualsiasi forma di accentramento di potere e ciò li fece
optare sia per una dispersione tripartita dello stesso negli organismi della Presidenza,
del Congresso e della Corte Suprema, sia in quella geografica, di competenza degli
Stati federali. L’inconsistenza degli apparati di intelligence era quindi originata dalla
debolezza dell’esecutivo. Il ritardo americano nel campo dell’intelligence, poi
ampiamente superato, è dovuto anche al sostanziale isolamento e allo scarso
coinvolgimento negli affari internazionali e nelle dispute europee dell’800.
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L’istituzione di un primo organismo responsabile per l’intelligence nella storia
americana si ha durante la guerra di indipendenza (1776-1783). Fu il futuro primo
presidente degli Stati Uniti, George Washington, ad incaricare tale organismo di
condurre operazioni militari e di spionaggio ai danni degli inglesi. Le prime vere
strutture informative nascono a partire dal 1880, con la formazione di reparti ad hoc
all’interno della struttura dell’Esercito e della Marina. Fu, però, la prima guerra
mondiale che dette un fortissimo impulso all’evoluzione dei Servizi segreti (e non solo
a quelli americani) e che vide, più o meno, tutti i Servizi segreti dipendere dai
Dipartimenti, o Ministeri, della Guerra.
Nel periodo tra le due guerre mondiali, negli Stati Uniti, si ha uno
smantellamento degli apparati di intelligence militari che erano stati soggetti al
crescente controllo del Dipartimento di Stato il quale, al suo interno, istituì l’ufficio
denominato U-1 con la responsabilità per il coordinamento e la supervisione delle
attività di intelligence. L’U-1 fu sciolto nel 1927 ma, nel periodo che lo vide
protagonista, si affermarono due principi che caratterizzeranno la futura
organizzazione dell’intelligence americana: vale a dire il controllo centralizzato della
attività di intelligence e il predominio del potere civile su quello militari nella loro
gestione.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, gli Stati Uniti disponevano di un
sistema di raccolta d’informazioni del tutto inadeguato, risultato di una politica estera,
dell’amministrazione Roosevelt, isolazionista e troppo concentrata sui problemi
interni. Ruolo cruciale lo ebbe l’avvocato William J. Donovan, convinto che gli Stati
Uniti dovessero dotarsi di un Servizio segreto simile a quello britannico. Donovan
elaborò i progetti che prevedevano la creazione di un’agenzia civile
interdipartimentale che coordinasse e dirigesse l’attività di tutti i Servizi informativi
statunitensi e che raccogliesse informazioni con metodi clandestini. Nel luglio del
1941 nacque l’Office for the Coordinator of Information (COI) il primo Servizio
centralizzato d’intelligence della storia americana e Donovan fu nominato alla sua
direzione.
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Il 7 dicembre del 1941, con l’attacco a Pearl Harbor, l’America si vide
trascinata di forza nel conflitto mondiale. Pearl Harbor fu un esempio paradigmatico di
fallimento dell’intelligence. Tutte le successive riforme dei Servizi segreti americani
furono dettate dalla necessità di prevenire un nuovo attacco a sorpresa al popolo
statunitense (anche se come sappiamo, purtroppo, la storia si ripete – 11 settembre
2001). Quello che colpisce di Pearl Harbor, e che lo ha fatto diventare oggetto di
studio nel settore, è che Washington disponeva di tutte le informazioni che
preannunciavano l’attacco giapponese, ma non fu in grado di utilizzarle. Ciò che venne
meno fu il coordinamento tra i vari apparati informativi i quali erano soggetti solo ad
una debole ed inefficace supervisione da parte del COI.
Nel giungo del 1942, dalla volontà di riformare il Servizi informativi, nasce
l’Office of Strategic Service (OSS), una nuova struttura che andava a sostituire il
predecessore COI. La direzione dell’OSS fu lasciata a Donovan che, però, ora non
dipendeva più direttamente dal Presidente, ma dai capi di Stato Maggiore. Compiti
dell’OSS erano il vaglio, l’analisi delle informazioni e compiti operativi come quelli di
promuovere la propaganda, la guerra psicologica e di organizzare e dirigere le
operazioni clandestine. L’OSS conquistò un ruolo rilevante nelle operazioni in Europa
(grazie soprattutto alla capacità di Allen Dulles di stabilire ottimi rapporti con le
controparti militari). I tre anni di attività dell’OSS furono cruciali per l’intelligence
americana, condizionando l’organizzazione e le modalità con cui tutto l’apparato
informativo americano operò successivamente. L’OSS si trasformò in un’intera
generazione di professionisti dell’intelligence a cui la futura Agenzia avrebbe attinto
per formare i propri quadri (la maggior parte dei quali proveniva dalle prestigiose
università della Ivy League e rappresentava l’establishment democratico della East
Coast: questo sarà alla base dell’idiosincrasia del ceto politico più conservatore nei
confronti della futura agenzia, accusata di essere troppo liberale e tenera nei confronti
del comunismo).
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Dopo una brevissima parentesi durante la quale venne sciolto l’OSS e istituito il
Central Intelligence Group (CIG), il 26 luglio 1947 il Presidente Truman, con la
ratifica del National Security Act, istituì la Central Intelligence Agency (CIA)
all’interno di una più ampia riforma degli apparati di sicurezza degli Stati Uniti
adattandoli alle nuove esigenze imposte dalla guerra fredda. Col National Security Act
viene creato il Dipartimento della Difesa, il National Security Council (NSC), e la
CIA. La CIA era la prima struttura centrale di intelligence degli Stati Uniti in tempo di
pace. Il National Security Act prevedeva anche che la CIA operasse autonomamente
rispetto a tutti i dipartimenti e fosse sottoposta alla supervisione del NSC il Consiglio
di Sicurezza Nazionale. Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti vi era
l’istituzione di un agenzia centrale di intelligence legittimata dal voto del Congresso. Il
National Security Act non prevedeva nessun riferimento ad un possibile controllo
dell’attività dell’agenzia da parte del Congresso, riflettendo la convinzione che
l’attività di intelligence rappresentasse un ambito a competenza esclusiva della Casa
Bianca. Il National Security Act affidava all’Agenzia “quei compiti e quelle funzioni di
intelligence che il Consiglio di Sicurezza Nazionale avesse di volta in volta
individuato”. Questa parte dell’atto istitutivo della CIA fu lasciato volutamente vago e
generico per permettere all’Agenzia di intraprendere, in caso di necessità, una serie di
covert operations
1
per le quali per altro, stando al testo dello stesso, mancava qualsiasi
autorizzazione. Alla CIA, col passare del tempo e l’evolversi delle tecnologie, vennero
affiancate anche altre organizzazioni per potenziare l’intero l’apparato d’intelligence
americano. Nel 1952 viene istituita la National Security Agency (NSA), nel 1961 viene
creata la Defence Intelligence Agency (DIA) la quale dipende dal dipartimento della
Difesa e si occupa esclusivamente di intelligence estera nel settore militare. Nel
contempo, anche a causa degli scandali che hanno investito l’Agenzia (come le varie
covert operations quali quella in Iran, in Guatemala, lo sbarco alla Baia dei Porci etc.),
maturò l’idea dell’istituzione di un’apposita commissione di controllo sulle attività
della CIA. Vengono infatti istituite rispettivamente nel 1976 e nel 1977 la commissione
permanente sull’intelligence del Senato e della Camera dei Rappresentanti.
1
Covert Operation: anche covert – action, con questo termine il National Security Act indica una o più attività avviate dagli
Stati Uniti per influenzare una situazione politica, economica o militare estera, nel caso in cui non debba risultare l’intervento
degli Stati Uniti o comunque l’intervento non possa essere ammesso pubblicamente.
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I Servizi informativi statunitensi oggi
L’attività di intelligence, negli Stati Uniti d’America, è delegata principalmente
a due Agenzie, diventate oramai molto popolari anche grazie alla molteplicità di
produzioni cinematografiche che le hanno viste protagoniste: esse sono la CIA e il
Federal Bureau of Investigation (FBI), le quali vengono supportate, soprattutto dopo
gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, da altre Agenzie come la DIA, l’NSA e
la National Geospatioal – Intelligence Agency (NGA). Queste ultime due hanno
assunto sempre più importanza poiché sono rispettivamente responsabili della SIGINT
e della IMINT completando l’attività della HUMINT.
La CIA
La CIA viene istituita, col National Security Act, nel 1947 ed è un
organizzazione di intelligence senza alcuna funzione di polizia o sicurezza interna con
competenza esclusiva all’estero. Se autorizzata ed in collaborazione con l’FBI, le è
consentito di operare anche sul territorio americano. Al suo vertice è posto un
Direttore, il Director of Central Intelligence (DCI), il quale ha il compito di
coordinamento, raccordo, valutazione e divulgazione, dei contributi informativi
attinenti alla sicurezza nazionale acquisiti dalle diverse Agenzie ed organizzazioni. Il
DCI ha, altresì, la responsabilità della protezione dei metodi e delle fonti informative;
viene nominato dal Presidente degli Stai Uniti, sentito il parere del Senato.
Lo statuto del 1949 che ha perfezionato il sistema di coordinamento tra le
diverse agenzie, conteneva anche il regolamento per la segretezza del bilancio
dell'Agenzia, consentendo alla CIA di poter ricorrere a procedure fiscali e
amministrative riservate, esentandolo dalle numerose limitazioni previste sulla spesa
dei fondi federali. Al fine di proteggere le fonti e i metodi di intelligence da qualsiasi
divulgazione, la legge del 1949 ha altresì esentato la CIA dal rendere noti dati sulla sua
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organizzazione, funzioni, sigle, funzionari, incarichi, stipendi o sul numero del
personale impiegato. Tuttavia, solo il Presidente può ordinare all'Agenzia di condurre
una covert operation che viene solitamente proposta dal NSC, istituito anch’esso con il
National Security Act del 1947. Le covert operations sono prese in considerazione nel
momento in cui l'NSC ritiene che gli obiettivi di politica estera degli Stati Uniti,
ritenuti essenziali per la sicurezza nazionale, non possano essere conseguiti attraverso
le normali vie diplomatiche e quando l'intervento militare sia giudicato come ultima
opzione. Tali covert operations vengono perciò utilizzate per condurre speciali attività
all'estero, con finalità di sostegno alla politica estera, in modo che non siano
riconducibili al Governo statunitense.
Il NSC è presieduto dal Presidente degli Stati Uniti e ne fanno parte il Vice
Presidente, il Segretario di Stato e il Segretario alla Difesa. Il DCI e il Capo di Stato
Maggiore partecipano in veste di consiglieri. Altre autorità civili o militari od esperti
in determinati settori possono partecipare al NSC, se necessario, per apportare ulteriori
competenze. Il NSC ha funzione informativa e di consulenza al Presidente degli Stati
Uniti in materia di sicurezza nazionale e di politica estera.
Il DCI, oltre a dirigere la CIA presiedeva, fino al dicembre del 2004, altri
organismi quali l’Intelligence Community (IC). L’IC è un gruppo di 15 Agenzie
governative ed organizzazioni dell’Esecutivo, che conducono svariate attività
informative, coprendo l’intero settore dell’intelligence statunitense. I membri dell’IC
informavano costantemente il DCI attraverso relazioni presentate ai diversi comitati
specializzati e che trattano materie di intelligence di comune interesse. Fanno parte
dell’IC la CIA, l’NSA, la DIA, gli Uffici del Dipartimento della Difesa incaricati della
raccolta di intelligence estera, il Bureau di intelligence del Dipartimento di Stato,
l’FBI, il Dipartimento del Tesoro, dell’Energia etc.
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Come conseguenza degli attacchi terroristici a New York, è stata apportata una
notevole riforma all’apparato di intelligence americano. Tale riforma ha visto
interessato principalmente l’IC. Il 17 dicembre 2004, difatti, viene firmata dal
Presidente George W. Bush la riforma dell’intelligence, istituendo il Director of
National Intelligence (DNI), sancendo, in questo modo, la fine dell’egemonia del DCI
come capo dell’intelligence nazionale e primo consulente in tema di sicurezza
nazionale del Presidente degli Stati Uniti. Alla Direzione della National Intelligence è
stato nominato, il 17 febbraio 2005, l’Ambasciatore John D. Negroponte. Prima di tale
incarico, era l’Ambasciatore degli Stati Uniti in Iraq. Il DNI è oggi il principale
consulente in materia di intelligence interna ed estera e risponde direttamente al
Presidente degli Stati Uniti, quale responsabile della politica informativa e di sicurezza
nazionale, e al NSC. Il DNI ha l’autorità per ordinare nuove raccolte informative ed ha
il compito di assicurare una ottimale suddivisione dei compiti tra le varie agenzie ed
enti appartenenti all’IC, e di stabilire standard comuni relativi al personale della stessa
Comunità. Sempre al DNI, è attribuita la responsabilità di determinare i bilanci annuali
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