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PRESENTAZIONE DELL’ELABORATO
In un mercato in continua evoluzione come quello appartenente al settore Life Science, è necessario
un costante studio delle dinamiche interne aziendali e dell’ambiente esterno competitivo, in modo
da modificare al meglio la propria strategia di business ed adattarla in base alle variazioni e agli
andamenti dell’industria. Queste strategie permettono l’ottenimento di una posizione di vantaggio
rispetto alla concorrenza e sono la chiave di successo in un settore dalle dinamiche estremamente
complesse.
L’analisi dell’ambiente competitivo in cui agisce un’azienda nasce dall’esigenza di un costante
monitoraggio delle variabili che governano l’industria; solo conoscendo in modo approfondito le
dinamiche industriali è possibile creare una strategia ad hoc che permetta l’ottenimento di una
posizione competitiva di successo rispetto ai propri competitori diretti. La complessità di queste
tematiche obbliga il neofita a crearsi in primis un background di base approfondendo studi su
modifiche ed andamenti che hanno caratterizzato l’industria negli anni passati, per poi, una volta
acquisita dimestichezza nell’individuazione di fattori che possono essere considerati driver di
cambiamento, approcciarsi ad un’analisi contemporanea per estrapolare dei dati significativi che
saranno indici di evoluzione nei prossimi anni. La capacità di prevedere gli andamenti industriali
non è quindi solo frutto di una semplice osservazione di ciò che l’industria offre in chiaro, ma bensì
prevede una capacità notevole nell’estrapolare segnali non eclatanti ma che potranno essere fattori
chiave di sviluppo in futuro.
Durante l’esperienza di tirocinio all’interno della società privata Neuro-Zone s.r.l., ho potuto
ampliare la mia visione del settore scientifico da un punto di vista focalizzato verso il trasferimento
tecnologico della ricerca, rivolto quindi verso la sua applicazione mediante offerte di prodotti e
servizi sul mercato. Grazie alle competenti indicazioni in ambito scientifico/tecnologico fornitemi
dal CEO Fabio Bianco, ed approfondite nozioni di economia gestionale ed analisi di mercato
dispensatemi dall’Ing. Sirio Vurro, corroborate da un approfondito studio su numerosi testi di
carattere economico-strategico-gestionale, mi è stato possibile sviluppare autonomamente un’analisi
delle dinamiche che governano l’ambiente macroeconomico industriale. Il lavoro è stato svolto
utilizzando metodologie comprovate in letteratura ed arricchito da spunti innovativi personali che
ne garantiscono l’utilità e l’unicità.
Nell’elaborato, dopo una dettagliata introduzione teorica incentrata sulla definizione ”Porteriana”
delle forze che governano l’industria e delle principali strategie di business sviluppabili, ho
concentrato i miei sforzi nell’analisi macroeconomica del settore Life Science seguendo due
approcci differenti ma accorpabili per fornire maggior robustezza significativa ai dati ottenuti:
- Il primo è incentrato sulla suddivisione dell’industria in macro settori specifici organizzati in
base alla principale attività di business dei player al loro interno, con consecutiva
definizione degli andamenti e driver caratteristici del mercato, e successiva analisi di due
delle classi principali mediante utili parametri quantitativi inerenti alla loro attività
- Il secondo approccio è invece incentrato su una visione globale dei biocluster in cui si
sviluppano i player citati sopra. Si evince la presenza di cluster dominanti, ben affermati
leader dell’industria, e cluster nascenti, protagonisti di un futuro sviluppo. Il tutto
completato da dati relativi all’attrattività e al possibile loro sviluppo nei prossimi anni.
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INTRODUZIONE
Elementi caratteristici del settore industriale
Analizzando l’industria in generale, il primo determinante fondamentale del successo ottenibile da
un’azienda è proprio l’attrattività stessa dell’industria che si va a valutare. La valutazione
dell’attrattività di un’industria viene effettuata procedendo con un’analisi delle forze che la
governano. Si parla delle cinque forze di Porter ovvero:
ᴒ Minaccia d’ingresso di nuovi concorrenti
ᴒ Minaccia di prodotti o servizi sostitutivi
ᴒ Rivalità tra aziende esistenti
ᴒ Potere negoziale dei clienti
ᴒ Potere negoziale dei fornitori
Queste forze tendono a far variare il modo di porsi di un’azienda sul mercato e quindi anche il suo
approccio verso l’industria in generale, ovvero la propria strategia di business. La loro forza varia
da industria ad industria ma in generale la loro somma determina quanto potrà guadagnare
un’azienda che si inserisce in quel mercato. Esse influenzano la profittabilità in quanto modificano i
Figura 1 - Schema delle Forze di Porter (Porter, Competitive Strategy: Techniques for Analyzing
Industries and Competitors, 1980)
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prezzi, i costi, e gli investimenti richiesti alle aziende nell’industria; quindi si può affermare che
queste cinque forze influenzano tutte le variabili che forniscono i ROI (Return On Investments).
Per cui clienti, fornitori, sostituti e potenziali entranti sono tutti possibili concorrenti dell’azienda e
potranno essere più o meno importanti a seconda delle circostanze. La percentuale di importanza di
queste forze non è mai costante ma varia a seconda dell’industria o del mercato in analisi (Porter,
Competitive Strategy: Techniques for Analyzing Industries and Competitors, 1980).
LE FORZE DI PORTER NEL DETTAGLIO
1- Minaccia di entrata
I nuovi entranti in un mercato possono portare nuove tecniche, capacità, risorse e desiderio di
guadagnare quote di mercato all’interno dell’industria; ciò può avere come risultato un
abbassamento dei prezzi ed una successiva inflazione sui costi, riducendo di conseguenza i profitti
delle aziende. La minaccia d’entrata dipende dalle barriere d’ingresso, ovvero delle limitazioni
(dipendenti dalla tipologia dell’industria) che rendono più difficile l’entrata di nuove aziende in
quel mercato. La minaccia sarà ovviamente maggiore se queste barriere all’ingresso saranno basse,
mentre sarà minore al contrario. Vi sono 7 maggiori fonti di barriere d’ingresso:
ᴒ Economie di Scala: rappresentano la situazione in cui l’aumento del volume assoluto di
produzione è accompagnato dalla diminuzione del costo unitario del prodotto/servizio.
Forzano le nuove aziende ad entrare in larga scala dovendo far fronte ad un alto rischio di
forti reazioni da parte delle aziende esistenti oppure ad entrare in bassa scala accettando uno
svantaggio sui costi. Le economie di scala come barriere d’ingresso presentano dei limiti:
larga scala e quindi bassi costi possono compromette altre barriere d’ingresso come
la differenziazione dei prodotti o lo sviluppo rapido di proprietà tecnologiche.
Cambiamenti delle tecnologie possono penalizzare le aziende su larga scala se la loro
organizzazione si basa su una struttura fissa e poco flessibile verso l’adattamento a
nuove tecnologie
L’impegno di sviluppare le economie di scala usando tecnologie esistenti può
precludere la percezione di nuove possibilità tecnologiche e quindi nuove vie di
competizione.
ᴒ Differenziazione dei prodotti: le aziende presenti hanno il proprio marchio identificativo e
dispongono della fedeltà della clientela, quindi forzano gli entranti a spendere maggiori cifre
per poter superare la fedeltà dei clienti esistenti utilizzando strategie per conquistarli.
ᴒ Requisiti patrimoniali: la necessità di investire una grande quantità di risorse per poter
competere crea una barriera di ingresso, soprattutto se questo capitale è necessario per far
fronte a pubblicità o ricerche e sviluppi molto rischiosi che lo renderebbero difficilmente
recuperabile
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ᴒ Costi di conversione: una barriera d’ingresso è creata dalla presenza di questi costi,
affrontabili dal compratore quando sostituisce il prodotto di un fornitore a quello di un altro
fornitore. Questi costi includono costi di riaddestramento degli impiegati, costi per valutare
o qualificare nuove fonti, costi per prodotti ausiliari e così via.
ᴒ Accesso ai canali di distribuzione: una barriera può essere creata dalla necessità dei nuovi
entranti di assicurarsi un buon canale di distribuzione dei propri prodotti. Siccome tutti i
canali di distribuzione sono occupati dalle aziende esistenti, le nuove devo convincere ad
accettare i loro prodotti mediante un abbattimento dei prezzi. La situazione può essere molto
complicata vista la possibile presenza di relazioni consolidate, basate sulla qualità del
servizio, tra aziende esistenti.
ᴒ Svantaggi sui costi indipendenti dalla scala: le aziende consolidate possono avere dei
vantaggi sui costi che non sono replicabili dai nuovi entranti, indipendentemente dalla loro
grandezza e dalle economie di scala. Questi vantaggi possono aver luogo quando vi è:
Proprietà tecnologica su un prodotto
Accesso favorevole a materie prime
Posizione geografica favorevole
Sussidi governativi
Curva di esperienza: in molti casi si è notato come l’esperienza riesca ad abbattere i
costi di produzione. Se la diminuzione dei costi dipende dall’esperienza, e questa
esperienza è di proprietà delle aziende consolidate, questa situazione può portare ad
una barriera di entrata molto alta. Le nuove entranti, senza esperienza devono far
fronte a molte perdite in partenza per poter raggiungere, col tempo, l’esperienza delle
aziende consolidate. Anche l’esperienza risulta essere una barriera molto eterea in
quanto deve essere assolutamente presente un brevetto per poter precludere ai nuovi
entranti la possibilità di utilizzarla. Inoltre può essere totalmente azzerata in caso di:
Innovazioni tecnologiche
Compromissione di altre barriere d’entrata
Più aziende utilizzano la curva di esperienza come strategia, le conseguenze
per una o più possono essere fatali
ᴒ Politica di Governo: il Governo può limitare o addirittura precludere l’ingresso in industrie
tramite il controllo con licenze e limitazioni sull’utilizzo delle materie prime.
Nelle minacce di entrata si dovrà far fronte anche alle possibili ritorsioni da parte delle aziende
consolidate e ad un possibile prezzo per scoraggiare l’entrata; l’analisi quindi dovrà prevedere un
bilanciamento dei potenziali guadagni dall’ingresso contro i costi per il superamento delle barriere
d’ingresso e dei rischi di ritorsione. Se il livello dei prezzi è più alto di questo prezzo previsto allora
l’azienda che ha fatto la previsione sarà invogliata ad entrare (Porter, Competitive Strategy:
Techniques for Analyzing Industries and Competitors, 1980).
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2- Intensità di rivalità tra concorrenti esistenti
La rivalità si sviluppa quando uno o più concorrenti sente la pressione o intravede la possibilità di
migliorare la propria posizione. In molte industrie, azioni effettuate da un’azienda possono avere un
effetto più o meno apprezzabile anche sul comportamento di altri concorrenti, i quali a loro volta
possono sviluppare ritorsioni o impegnarsi in contromosse.
Quando i concorrenti in un’industria sono pochi, e nel caso in cui siano relativamente bilanciati in
termini di grandezza e ricavi, si potrebbero pensare che qualsiasi azione da loro intrapresa possa
passare inosservata agli occhi degli altri competitori; ciò causa una forte instabilità che può
trasformarsi in vigorose ritorsioni ed ostilità.. Nel caso in cui le aziende siano tante e controllate da
pochi, essi possono permettersi di giocare un ruolo di coordinatore tramite strategie come la
leadership sui prezzi.
Altre cause di rivalità sono ad esempio:
ᴒ La crescita lenta dell’industria
ᴒ Costi fissi o di stoccaggio alti: combattimenti al ribasso
ᴒ Mancanza di differenziazione o alti costi di conversione
ᴒ Diversità tra concorrenti
ᴒ Barriere in uscita alte: sono fattori economici, strategici ed emozionali che mantengono le
aziende all’interno di un’industria nonostante le loro entrate siano basse o quasi negative. Più
alte sono le barriere in uscita, più difficilmente le aziende usciranno dal mercato. Le più
importanti sono:
o Assetto specializzato: una specializzazione troppo alta delle tecnologie aziendali
utilizzate per soddisfare il mercato in cui si compete, possono ritorcersi contro le stesse
aziende nel caso in cui esse vogliano entrare in un altro mercato.
o Costi fissi d’uscita: situazione in cui l’azienda si trova a dover pagare un prezzo alto per
il riassetto delle strutture per la riconversione del proprio business verso un altro
mercato.
o Relazioni strategiche: aziende che collaborano da lunghi periodi in un determinato
mercato saranno meno prone ad entrare in un altro e perdere così i vantaggi della
relazione strategica precedente.
o Restrizioni governative e sociali: a volte il governo impedisce l’uscita da un mercato per
via di motivazioni sociali o situazioni governative particolari (Porter, Competitive
Strategy: Techniques for Analyzing Industries and Competitors, 1980).