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CAPITOLO 1: INTRODUZIONE ALL’INNOVAZIONE
L’innovazione non è da considerarsi come un fenomeno nuovo. Questa, in realtà, ha origini ben più
remote.
Tuttavia, solo negli ultimi 30-40 anni l’innovazione ha cominciato ad attirare la giusta attenzione che
meritava. Notiamo infatti come la ricerca nell’innovazione stia iniziando a prosperare solo in questi
ultimi anni.
Senza l’innovazione, il mondo in cui viviamo sarebbe profondamente diverso.
Da qui ne deriva la grande importanza: l’innovazione ci porta a pensare a nuovi e migliori modi per
fare le cose.
Tale importanza, tuttavia, non sempre è risultata evidente in passato. Quantomeno fino ad oggi, in cui
gli studi e le divulgazioni sull’innovazione hanno assunto un ruolo di spicco nell’ambito della ricerca.
Infatti, grazie alle numerose pubblicazioni di articoli scientifici a riguardo, possiamo affermare che le
nostre conoscenze in materia sono notevolmente migliorate.
Nello studio sull’innovazione viene normalmente adottato un approccio interdisciplinare: si vuole
analizzare l’innovazione da diverse prospettive. Ciò è motivato dal fatto che nessuna disciplina riesce
singolarmente a spiegare tutti gli aspetti caratteristici dell’innovazione.
Per ottenere una panoramica completa, è necessario combinare studi provenienti da diverse discipline.
L’innovazione, inoltre, non va considerata come un fenomeno isolato dagli altri.
1.1. Concetto di innovazione
1.1.1. Invenzione o Innovazione?
Distinguiamo i concetti di invenzione e di innovazione:
• invenzione: è la prima manifestazione di un’idea per un nuovo prodotto o processo;
• innovazione: è la prima commercializzazione dell’idea sopracitata.
Talvolta i concetti di invenzione e innovazione risultano essere talmente sovrapposti che è difficile
scindere tra l’uno e l’altro.
Normalmente, però, tra le due fasi intercorre un lasso temporale molto ampio, anche nell’ordine dei
decenni (Rogers, 1995). Tale ritardo è dovuto al fatto che al momento dell’invenzione si potrebbe non
essere in possesso di tutti i requisiti necessari per mettere in pratica le idee scaturite.
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Teniamo in considerazione che, mentre le invenzioni possono originarsi ovunque, le innovazioni
avvengono nell’ambito delle aziende. Quest’ultime, per convertire le invenzioni in innovazioni,
dovranno disporre di una serie di competenze, conoscenze e risorse.
È importante distinguere tra l’inventore (che da origine all’invenzione) e l’imprenditore (che mette in
atto l’invenzione, convertendola in innovazione).
Tutte le innovazioni nascono in una versione “archetipica”, per evolversi successivamente con
l’apporto di nuove invenzioni, le quali ne andranno a migliorare le funzionalità, l’aspetto, la qualità,
ecc.
Klyne e Rosenberg (1986, p. 283), a tal proposito, affermano che: “I successivi miglioramenti
applicati ad una invenzione a seguito della sua prima introduzione, potrebbero essere vastamente più
importanti (economicamente) della disponibilità iniziale di tale invenzione nella sua forma originale”
1.1.2. Tipi di innovazione
1.1.2.a. Innovazione in base all’oggetto
Schumpeter ha distinto 5 tipologie di innovazioni in base all’oggetto di quest’ultime:
1) nuovi prodotti;
2) nuovi metodi di produzione (processi aziendali);
3) nuovi fonti di approvvigionamento;
4) sfruttamento di nuovi mercati;
5) nuovi modi di organizzare il business (modelli di business).
In ambito economico, l’attenzione è principalmente focalizzata sui primi due punti.
Tuttavia, anche le altre tipologie di innovazione precedentemente elencate svolgono un ruolo
fondamentale nello sviluppo dell’economia. Pensiamo, ad esempio, che uno dei motori trainanti
principali per lo sviluppo dell’economia americana sono state le innovazioni di tipo organizzativo.
Infatti, ad oggi, vige la distinzione tra “innovazioni di processo” ed “innovazioni di processo
organizzativo”: le prime si riferiscono a nuove tipologie di macchinari, le seconde si riferiscono a
nuovi modi di organizzare il lavoro.
Innovazioni di prodotto: con il termine prodotto intendiamo sia beni che servizi. Il prodotto è il
risultato dell’attività di produzione. I singoli prodotti possono fungere da input per le imprese per la
produzione di altri beni, o come output per il consumatore finale.
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Come riportato nell’OSLO Manual (OECD/Eurostat, 2018), l’innovazione di prodotto riguarda: “un
nuovo o migliorato bene o servizio che si differenzia in modo significativo dai precedenti beni o
servizi presenti all’interno dell’assortimento dell’impresa”.
Un’innovazione di prodotto deve includere l’aggiunta di nuove funzioni o miglioramenti di funzioni
esistenti. Tra tali miglioramenti possiamo citare quelli riguardanti: “qualità, specifiche tecniche,
affidabilità, durata, efficienza economica durante l’uso, convenienza, usabilità e facilità d’uso” (Oslo
Manual, 2018). Non necessariamente un’innovazione di prodotto deve apportare miglioramenti a tutte
queste funzioni.
Distinguiamo allora cosa intendiamo per:
• beni: oggetti tangibili sui quali è possibile stabilire un diritto di proprietà e la cui titolarità può
essere trasferita tramite operazioni di mercato.
• servizi: attività immateriali la cui produzione e il cui consumo coincidono, avvengono
simultaneamente. Tali servizi permettono di influenzare le “condizioni” degli utenti. Talvolta,
tali servizi vengono influenzati anche dalle percezioni e dai comportamenti degli utenti che ne
fruiscono.
Talvolta, la netta separazione che vi è tra beni e servizi sfuma, e non risulta più facile quindi
classificare il prodotto nell’una o nell’altra categoria.
Innovazioni dei processi aziendali: i processi aziendali includono le funzioni principali svolte
all’interno di un’azienda, quali: produzione di beni e servizi e supporto alle funzioni distributive, di
marketing, di vendita e post-vendita. Potremo quindi vedere i processi aziendali come servizi che
l’impresa destina a sé stessa.
L’innovazione dei processi aziendali viene definita nell’OSLO Manual (OECD/Eurostat, 2018) come:
“un nuovo o migliorato processo (destinato ad una o più funzioni aziendali) il quale differisce
significativamente dai processi precedentemente attuati all’interno dell’impresa”.
Le funzioni aziendali possono essere tradizionalmente distinte in attività fondamentali ed attività di
supporto. Elenchiamo quelle che sono le funzioni tipicamente svolte all’interno di un’azienda (Brown,
2008):
1) produzione di beni e servizi;
2) distribuzione e logistica;
3) marketing e vendite;
4) sistemi di informazione e di comunicazione;
5) amministrazione e management;
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6) sviluppo di prodotti e processi aziendali.
Tra queste, possiamo classificare la funzione di produzione di beni e servizi come una funzione
aziendale, mentre le altre cinque rientrano nella categoria di funzioni di supporto.
Innovazioni del modello di business: definiamo un modello di business come tutti i processi
fondamentali (produzione, logistica, marketing, ecc.) e tutti i prodotti venduti dall’azienda (o che
venderà in futuro), funzionali al conseguimento degli obiettivi di quest’ultima.
Un’azienda può decidere se adottare un unico modello di business, o utilizzarne più d’uno
contemporaneamente (come nel caso in cui l’impresa operi su più linee di prodotti).
Le innovazioni del modello di business possono riguardare o i prodotti o i processi disgiuntamente
(innovazione parziale del modello di business), oppure possono coinvolgere entrambi congiuntamente
(innovazione completa del modello di business).
1.1.2.b. Innovazioni incrementali vs. Innovazioni radicali
Altro modo per classificare le innovazioni (sempre elaborato da Schumpeter) si basa sul considerare
quanto queste siano radicali rispetto all’assetto di partenza dell’impresa (Freeman e Soete, 1997).
In merito, distingueremo quindi le “innovazioni incrementali” dalle “innovazioni radicali”. Mentre
normalmente l’attenzione si pone su quest’ultime, non è comunque da sottovalutare l’effetto che nel
tempo si genera a seguito del cumularsi delle innovazioni incrementali (Lundvall, 1992).
1.1.2.c. Innovatori o Imitatori?
L’impresa che per prima introduce un’innovazione viene definita “innovatrice”; tutte le imprese che
successivamente andranno a replicare tale innovazione verranno definite “imitatrici”.
Tuttavia, per Schumpeter, se tale innovazione viene replicata in un contesto diverso, l’impresa artefice
di ciò potrebbe essere considerata a pari meriti un’“innovatrice”.
1.2. Innovazioni in divenire
Ci chiediamo allora “come nascono” le innovazioni.
In passato l’innovazione veniva considerata come un fenomeno casuale, impossibile da realizzare
intenzionalmente.
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Schumpeter ha invece dimostrato come l’innovazione viene tradizionalmente ricercata dalle imprese,
identificando tre elementi fondamentali che riguardavano (e riguardano tuttora) le innovazioni:
1) ogni innovazione è caratterizzata da un’ “incertezza fondamentale”;
2) è necessario adoperarsi prima degli altri se si vuole sfruttare il potenziale di ricompensa
economica derivante dallo sviluppo di un’innovazione;
3) la società tende ad opporre resistenza, in generale, alle innovazioni.
Quindi, per Schumpeter, l’innovazione è il risultato di una continua lotta in tempo storico tra gli
imprenditori e l’inerzia sociale.
Per quanto riguarda il secondo elemento fondamentale precedentemente citato, ad oggi la Ricerca è
arrivata a risultati diversi: si crede che prima di “buttarsi” sulla prima innovazione emergente, si
debbano valutare quelle che sono le alternative a disposizione, in quanto una di queste potrebbe essere
più conveniente della prima emersa (Arthur, 1994).
In riferimento a ciò, Fagerberg (2003) ha fornito una definizione alternativa di innovazione:
“l’innovazione consiste in una nuova combinazione di idee, capacità, abilità, risorse esistenti, ecc.”
Quindi, maggiore è il numero di tali fattori di cui disponiamo, maggiori saranno le probabilità di
sviluppare nuove combinazioni di questi; e, quindi, maggiore sarà il numero (e la complessità) di
innovazioni che conseguiremo.
1.2.1 Ambiente interno, ambiente esterno
Normalmente, ci si aspetterebbe che le grandi imprese siano più efficienti nello sviluppo delle
innovazioni rispetto alle imprese di minori dimensioni. Ciò non sempre risulta vero.
Una determinante fondamentale nello sviluppo delle innovazioni risulta essere anche la capacità delle
imprese di interagire con il mondo esterno.
Secondo Cohen e Levinthal (1990), un’abilità fondamentale che deve essere posseduta dalle imprese
innovative è quella di “assorbire conoscenze e capacità al di fuori dell’impresa”.
Internamente all’azienda, invece, questa dovrà essere in grado di permettere la comunicazione su tutti i
livelli, in modo che le conoscenze interne vengano condivise nella maniera più efficiente possibile
(Nonaka e Takeuchi, 1995).
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1.3. La natura sistematica dell’innovazione
L’innovazione di un’impresa, normalmente, è fortemente influenzata da fonti esterne.
Possiamo quindi vedere l’innovazione come un “risultato collettivo” (Fagerberg, 2003).
1.3.1. I sistemi
Cosa intendiamo per sistema? I sistemi sono reti composte da un insieme di attività e attori tra loro
interconnessi (Fagerberg, 2003).
Ci chiediamo quindi come gestire tali interconnessioni in modo da rendere tali sistemi più redditizi e
in modo che i soggetti possano interagire tra di loro.
All’interno del sistema possiamo ricomprendere tecnologie, caratteristiche industriali o settoriali, le
istituzioni (es. leggi e regolamenti), la politica, la ricerca pubblica (es. università, istituti di ricerca), le
istituzioni finanziarie e le competenze (ovvero, la forza lavoro).
La struttura di un sistema agevolerà determinati modelli di interazione e determinati risultati. Talvolta,
però, i sistemi possono vincolare la nostra attività in uno specifico percorso di sviluppo. Ciò può
rappresentare sia un vantaggio che uno svantaggio, nel caso in cui tale rigidità porti le organizzazioni a
non sfruttare particolari opportunità ritenute più vantaggiose.
Tutto dipende dal grado di apertura del sistema nei confronti dell’ambiente: “se un sistema è aperto nei
confronti dell’ambiente, saranno minori le probabilità di essere esclusi dal perseguire nuove strade di
sviluppo emergenti al di fuori del sistema” (Fagerberg, 2003).
L’eccessiva rigidità della struttura del sistema è la causa per cui esiste solitamente un importante gap
temporale tra invenzione e sua applicazione (innovazione).
1.4. Come differisce l’innovazione
Le forme di innovazione variano molto nello spazio e nel tempo.
Osserviamo come infatti i principali centri innovativi siano passati dall’essere collocati nel Regno
Unito, alla Germania, fino agli Stati Uniti, i quali rappresentano ad oggi la principale fonte di
innovazione a livello mondiale. L’ascesa degli Stati Uniti si è principalmente basata sulla loro
leadership tecnologica mondiale, la quale è stata associata alla crescita di nuove industrie incentrate
sullo sfruttamento delle economie di scala, di ambito (Chandler, 1962) di produzione e distribuzione di
massa.