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Introduzione
L'idea centrale di affrontare il tema della genitorialità è emersa durante il mio percorso di
formazione professionale e grazie all'esperienza sul campo. Negli anni, ho osservato come
le teorie pedagogiche di fine Ottocento e Novecento, che pongono il bambino al centro del
processo educativo, siano certamente valide e condivisibili. Tuttavia, ho anche notato che
l'educazione del bambino non può essere pienamente efficace senza un investimento
preliminare nella formazione dell'adulto e, in particolare, del genitore.
La società contemporanea è diventata sempre più complessa e richiede un'attenzione
costante alla formazione lungo tutto l'arco della vita. È essenziale sviluppare un pensiero
critico che permetta di affrontare le sfide attuali con consapevolezza e competenza.
In questo contesto, emerge una tendenza preoccupante, particolarmente evidente in Italia:
dalle istituzioni alle famiglie, si assiste a un crescente trasferimento di responsabilità
educativa alla scuola. Questo fenomeno non riguarda solo la trasmissione delle
conoscenze, ma si estende anche all'educazione delle autonomie personali e alla
dimensione emotiva del bambino e si manifesta già nei gradi inferiori del sistema
scolastico.
La famiglia e la scuola rappresentano due poli fondamentali dell'educazione, che, pur
differenti nelle loro strutture interne e nelle dinamiche operative, condividono la stessa
responsabilità educativa. È cruciale che queste due istituzioni collaborino in modo
sinergico per garantire un percorso educativo completo e armonioso per il bambino.
La decisione di esplorare il tema dell'innovazione educativa e della genitorialità nasce dal
desiderio di guidare istituzioni e professionisti dell'educazione nell'identificazione degli
elementi di innovazione presenti nella società contemporanea, coinvolgendo le famiglie in
un lavoro collaborativo volto alla progettazione di interventi specifici a sostegno della
genitorialità.
In un mondo in continua evoluzione, le famiglie si trovano ad affrontare sfide sempre più
complesse. Tra queste, l'educazione alla parità di genere, l'educazione affettiva e
l'educazione al digitale emergono come temi cruciali. Sensibilizzare su tali questioni è
fondamentale per comprendere le dinamiche attuali e per esplorare le strategie più efficaci
che permettano di affrontare questi nuovi problemi.
La ricerca dell’innovazione educativa non può tuttavia prescindere da un’analisi critica del
passato, di come cioè la famiglia, nucleo fondamentale della società, ha subito profonde
6
trasformazioni nel corso della storia, influenzata da contesti culturali, sociali ed economici
mutevoli. Queste trasformazioni hanno plasmato nuove dinamiche familiari e hanno posto
nuove domande e sfide riguardanti il ruolo dei genitori nell'educazione dei propri figli.
Il presente lavoro si propone di esplorare l'interconnessione tra innovazione educativa e
genitorialità attraversando le trasformazioni della famiglia nel corso del tempo ed
esaminando i nuovi approcci educativi applicati in contesto familiare. Attraverso una
panoramica storica e un'analisi approfondita delle dinamiche familiari attuali, si cercherà di
comprendere come i genitori possano affrontare le sfide educative del XXI secolo e
promuovere lo sviluppo sano e armonioso dei propri figli.
Il primo capitolo si concentrerà sulla storia della famiglia dal XIX al XX secolo,
esaminando le trasformazioni della struttura familiare e del ruolo dei genitori
nell'educazione dei figli. Attraverso un'analisi delle origini dell'idea di famiglia e delle
trasformazioni avvenute in Italia, si cercherà di contestualizzare le sfide attuali legate alla
genitorialità e all'innovazione educativa.
Nel secondo capitolo, ci si soffermerà sull'attualità della famiglia, esaminando le nuove
strutture e dinamiche familiari, nonché il ruolo della figura paterna e materna nella società
contemporanea. Si esploreranno inoltre nuovi approcci educativi applicati in contesto
familiare, con un'attenzione particolare alle sfide e alle opportunità che essi presentano per
i genitori.
Il terzo capitolo affronterà il tema dell'educazione alla parità di genere nell'Italia di oggi,
esaminando il ruolo dei genitori nella trasmissione dei modelli di genere e analizzando le
sfide e le opportunità legate all'educazione alla parità di genere in famiglia. Si discuteranno
inoltre le strategie e gli approcci educativi per promuovere la parità di genere all'interno del
contesto familiare.
Nel quarto capitolo, ci si concentrerà sull'importanza dell'educazione all'affettività,
esaminando il ruolo della comunicazione emotiva tra genitori e figli, la promozione
dell'empatia e delle competenze relazionali tra i bambini e le strategie per favorire un
ambiente emotivamente sano in famiglia.
Infine, nel quinto capitolo, si esplorerà il ruolo delle tecnologie digitali nell'educazione
genitoriale, analizzando l'impatto delle tecnologie digitali sulle relazioni familiari e sociali,
nonché gli effetti negativi e positivi dell'uso di tali tecnologie nell'ambito della
genitorialità. Si discuteranno inoltre le strategie per promuovere un uso responsabile delle
tecnologie digitali in famiglia, al fine di favorire uno sviluppo equilibrato e armonioso dei
figli nella società digitale contemporanea.
7
Questo lavoro si propone di esplorare la storia della famiglia e alcuni elementi della cultura
del patriarcato in Italia, analizzare i ruoli contemporanei di madre e padre e affrontare temi
cruciali come l'educazione alla parità di genere e alla dimensione emotiva. Solo attraverso
una riflessione approfondita su questi aspetti sarà possibile comprendere appieno le nuove
sfide della genitorialità nella società odierna e individuare strategie efficaci per affrontarle.
Il mio invito ai genitori è quello di non rinunciare mai al loro ruolo di guida
nell'educazione dei figli. In un contesto sociale sempre più complesso e in continua
evoluzione, è fondamentale che i genitori riflettano costantemente e criticamente su questi
temi.
Analizzando in profondità le dinamiche familiari, intendo mettere in evidenza l'importanza
di una collaborazione sinergica tra famiglie, scuole, istituzioni e professionisti
dell'educazione. Questi attori devono lavorare insieme per costruire una comunità educante
capace di promuovere una società più giusta ed equa.
8
Cap. I
La storia della famiglia tra Ottocento e Novecento
1. Alle origini dell’idea di famiglia
La famiglia ha acquisito una centralità in campo pedagogico a partire dalle riflessioni di
Rousseau contenute nell’Emilio, il quale, seppur individuando nella figura del padre il
ruolo dominante, sottolineava l’importanza della cura per la formazione fisica, intellettuale
e morale dei figli
1
.
Definire il concetto di famiglia risulta tuttavia un’operazione tutt’altro che semplice poiché
non è possibile individuare una linearità nella sua struttura sia rispetto alla dimensione del
tempo, sia rispetto al luogo in cui essa decide di stabilirsi, pertanto deve necessariamente
“legarsi al contesto nel quale essa appartiene”
2
.
La storia della famiglia ci ha dimostrato che esisteva un’ampia gamma di modelli familiari
già prima della rivoluzione industriale, varietà che si evince dall’esame delle differenze
presenti nei diversi ceti sociali così come a ragioni di tipo culturale.
La stessa divisione dei ruoli non è mai stata la stessa con il trascorrere degli anni, ma è
mutata dinanzi a motivazioni di ordine culturale e sociale. La famiglia ha dimostrato, di
fatto, una grande capacità di adattarsi agli eventi della vita e la causa di questa adattabilità
è da ricercare in impulsi biologici
3
.
Gli studi sulle trasformazioni della famiglia iniziati a partire dalla metà dell’Ottocento dai
sociologi per poi essere sviluppati successivamente dagli storici alla fine degli anni ’60,
hanno evidenziato, secondo le riflessioni del sociologo Barbagli, due limiti principali: da
un lato, hanno analizzato tale costrutto in maniera parziale focalizzandosi solo su un
aspetto della vita e dell’organizzazione familiare, dall’altro hanno attribuito un’importanza
gerarchica ritenendo che i risultati delle ricerche di uno di questi potessero
automaticamente spiegare anche altri aspetti legati al costrutto di famiglia
4
.
1
Cfr. Rousseau J. J., L’Emilio o dell’educazione, Milano, Mondadori, 1997.
2
Cambi F., Certini R., Nesti R., Dimensioni della pedagogia sociale Struttura, percorsi, funzione, Roma,
Carocci, 2010, p. 83.
3
Cfr. Melograni P., La famiglia italiana dall’Ottocento a oggi, Roma-Bari, Laterza, 1988, p. VI.
4
Cfr. Barbagli M., Sotto lo stesso tetto Mutamenti della famiglia in Italia dal XV al XX secolo, Bologna, Il
Mulino, 1996, pp. 13-16.
9
Secondo il sociologo, la famiglia va distinta in base a tre diverse realtà:
le strutture familiari, intese come le regole a cui un gruppo di persone che vivono
insieme sotto lo stesso tetto fanno riferimento e di come queste si trasformano nel
tempo;
le relazioni familiari, che pongono l’accento sui rapporti di autorità e di affetto
esistenti tra i componenti di questo gruppo;
i rapporti di parentela, ossia i legami di parentela esistenti tra gruppi distinti di
coresidenti
5
.
Le ricerche svolte da Barbagli verso la fine degli anni’80 sui mutamenti della famiglia,
descritte nei due paragrafi successivi, si concentrano sulle strutture e sulle relazioni
familiari nell’Italia centro-settentrionale e dimostrano come famiglie con una stessa
struttura possano in alcuni casi avere relazioni familiari profondamente diverse.
Per presentare le strutture familiari, il sociologo utilizza una classificazione delle tipologie
di famiglia di Peter Laslett, qui sono indicate le più significative per l’oggetto di indagine
della ricerca
6
:
le famiglie nucleari, formate da una sola unità coniugale (marito e moglie con o
senza figli oppure un genitore vedovo con figli);
le famiglie estese, composte da una sola unità coniugale e uno o più parenti
conviventi;
le famiglie multiple, nelle quali troviamo due o più unità coniugali;
le famiglie complesse, nelle quali consideriamo allo stesso tempo sia le estese sia le
multiple.
È essenziale inoltre dedicare una parte della riflessione per spiegare come abbiamo
assistito nella storia della famiglia italiana ad importanti trasformazioni rispetto alle
relazioni familiari, facendo riferimento al passaggio da una famiglia patriarcale
(caratterizzata da rapporti fortemente asimmetrici tra i membri, soprattutto tra i coniugi e
da una rigida divisione dei ruoli), ad una coniugale intima, più vicina ai modelli della
società attuale, caratterizzata da un sistema di ruoli più flessibile
7
.
5
Cfr. Ivi, pp. 15-16.
6
Cfr. Ivi, pp. 18-19.
7
Cfr. Ivi, p. 19.
10
Rispetto alla ripartizione dei ruoli all’interno della famiglia, nel corso dell’Ottocento, gli
studi storico-pedagogici di Cavallera evidenziano come i positivisti considerassero ancora
centrale il ruolo della figura maschile emersa con lo spiritualismo, discostandosi tuttavia da
una dimensione religiosa della famiglia
8
.
Alla base della concezione di famiglia, secondo i principi di fine Ottocento e inizio
Novecento, ciò che mantiene saldi i rapporti tra genitori e figli è “un amore dalla natura
morale che si esprime nel matrimonio”
9
.
Dopo la seconda guerra mondiale, l’idea di famiglia assume caratteristiche più complesse e
si sviluppa in una pluralità di forme anche se il modello tradizionale di impostazione
cattolica e il patriarcato faticano ancora ad essere abbandonate del tutto.
Per mettere in discussione il modello tradizionale occorre attendere gli anni settanta del
Novecento, nei quali le rivoluzioni sul piano pedagogico avviate precedentemente (a
partire da Dewey), i movimenti culturali e nuove riforme del diritto di famiglia,
restituiscono un’immagine di famiglia che si apre a modelli alternativi nei quali la cura, il
sostegno e l’emancipazione assumono un’importanza significativa sul piano educativo.
Le informazioni fornite dalla ricerca scientifica dimostrano quindi come, fin dall’antichità,
esistano molteplici forme di famiglia e di conseguenza diversi modi di educare, come
evidenziano Donati e Di Nicola:
“è evidente a tutti che il concetto di “famiglia”, allorché è usato in modo
generico o generalizzato (come quando si parla de “la famiglia”), sia come
simbolo di una tradizione culturale sia come modello di una precisa struttura
sociale, non ha referenti empirici univoci e neppure modelli dominanti
chiaramente individuabili”
10
.
Il modello familiare di tipo normativo, fatto di regole fisse e non negoziabili, unito alla
crisi dell’autorità paterna, è stato sostituito con un modello affettivo-relazionale, in cui il
sistema di regole si presenta complessivamente più allentato e in nome dell’amore si tende
a soddisfare ogni bisogno affettivo, economico e sociale
11
.
8
Cfr. Cavallera H.A., Storia dell’idea di famiglia in Italia. Dagli inizi dell’Ottocento alla fine della
monarchia, Brescia, Editrice La Scuola, 2003, pp.101-102.
9
Ivi, p. 250.
10
Di Nicola P., “La famiglia nelle diverse formazioni storico-sociali”, in Donati P. & P. Di Nicola,
Lineamenti di sociologia della famiglia. Un approccio relazionale all’indagine sociologica, Roma, Carocci,
2002, p. 13.
11
A differenza del passato, oggi diventare genitori rappresenta, nella maggior parte dei casi,
una scelta che richiama una presa di responsabilità nei confronti dei figli e una maggiore
attenzione al mondo in cui si costruiscono le relazioni tra i componenti della famiglia.
Il modo in cui il genitore vive l’esperienza della genitorialità dipende dalla capacità di
riflettere sulle caratteristiche presenti nelle diverse fasi evolutive dei figli, sui significati
che attribuiamo agli eventi della vita e sulle strategie che mettiamo in campo per affrontare
i conflitti
12
.
La genitorialità richiama quindi il modo in cui si decide di “stare” all’interno della
relazione e, in questa prospettiva, l’educazione alle relazioni inizia a partire dalla vita di
coppia, dalla capacità di negoziare per affrontare i conflitti e le sfide della quotidianità in
maniera costruttiva, a partire dalla riflessione critica sui modelli ricevuti dalla famiglia
d’origine
13
.
Nonostante ci sia una diffusa esigenza di educare alle relazioni soprattutto da giovani, nel
corso del Novecento, in Italia, le politiche a sostegno della genitorialità sono state carenti,
per lo più circoscritte agli ambienti cattolici e visto il diffondersi negli ultimi anni di
matrimoni civili e convivenze, hanno trovato un coinvolgimento parziale
14
.
Da qui la necessità di strutturare interventi sistematici di educazione familiare, per
contribuire a creare in famiglia un ambiente significativo per la crescita di bambini e
ragazzi, a partire da un impegno che coinvolga, indistintamente, istituzioni, scuole e altri
enti del terzo settore
15
.
2. La trasformazione della famiglia italiana da inizio Ottocento alla fine della
monarchia
La famiglia e la concezione di matrimonio in Italia hanno subito importanti cambiamenti
già a partire dall’Ottocento.
È importante sottolineare che la famiglia nel corso del XIX e XX secolo ha assunto
molteplici strutture sociali a seconda del ceto sociale di appartenenza: la popolazione
11
Cfr. Gambini P., Adolescenti e famiglia affettiva. Percorsi di emancipazione, Milano, FrancoAngeli, 2011,
p. 30.
12
Cfr. Mazzoncini B., Musatti L., Genitori sotto scacco. La relazione con i figli nel rischio evolutivo e nei
disturbi del neurosviluppo, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2019, p. 18.
13
Cfr. Catarsi E., Pedagogia della famiglia, Roma, Carocci, 2008, p. 23.
14
Cfr. Ivi, pp. 15-25.
15
Cfr. Ivi, p. 22.
12
agricola presentava una struttura più complessa, formata da una o più unità coniugali con
altri parenti conviventi per poi tendere alla nuclearizzazione
16
fino alla prima guerra
mondiale grazie alla spinta dell’urbanizzazione per poi ritornare alla sua forma originale a
cavallo tra le due guerre mondiali; le famiglie dei ceti più elevati, al contrario,
presentavano una struttura nucleare
17
.
Le relazioni familiari invece hanno seguito trasformazioni parzialmente diverse rispetto a
quelle che coinvolsero le strutture familiari, con caratteristiche comuni a tutti i ceti sociali.
Nelle strutture familiari finora presentate prevaleva un modello familiare di tipo
patriarcale, con una rigida gerarchia di posizione e di ruolo a seconda dell’età, del sesso e
dell’ordine di nascita: tutte le decisioni importanti erano nelle mani del maschio
capofamiglia
18
.
L’età in cui ci si sposava rappresentava, soprattutto per i maschi, una variabile che
riconduceva al modello di residenza previsto dopo le nozze: la popolazione urbana si
sposava un po’ più tardi ma viveva da subito in modo indipendente rispetto alla famiglia di
origine; la popolazione agricola si sposava presto ma seguiva un modello patrilocale, per
cui la nuova coppia si trasferiva presso la famiglia del marito, il quale diveniva
capofamiglia solo alla morte del padre
19
.
Nella popolazione agricola è possibile distinguere tre principali formazioni familiari che a
seconda del loro funzionamento interno ne determinano i rapporti con la terra e i vincoli
familiari: la mezzadria, i braccianti e i piccoli proprietari coltivatori
20
.
Nella forma familiare mezzadrile possiamo individuare da un lato, il padrone del terreno,
che raccoglie secondo una certa percentuale i frutti dell’unità produttiva e dall’altro il
padrone della famiglia mezzadrile, che rappresenta l’unità lavoratrice
21
.
Il termine mezzadro indica infatti un particolare accordo tra le parti che consiste nel
dividere a mezzo i frutti ma anche le fatiche e il patrimonio con i figli e i nipoti maschi
secondo un peso attribuito ad ogni componente della parentela (alle donne ad esempio non
spettava il patrimonio in quanto avevano già ricevuto la dote necessaria al momento delle
nozze)
22
.
16
Nuclearizzazione: processo in cui la famiglia assume una struttura familiare composta da una sola unità
coniugale (marito e moglie con o senza figli o genitore vedovo con figli).
17
Cfr. Barbagli M., Sotto lo stesso tetto Mutamenti della famiglia in Italia dal XV al XX secolo, Bologna, Il
Mulino, 1996, pp. 24-25.
18
Cfr. Ivi, p. 25.
19
Cfr. Ibidem.
20
Cfr. Melograni P., La famiglia italiana dall’Ottocento a oggi, Roma-Bari, Laterza, 1988, pp. 25-26.
21
Cfr. Ivi, p. 26.
22
Cfr. Ivi, p. 27.