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Le prime notizie sulle attivit� sportive risalgono alle antichissime civilt� cinesi
ed egiziane. Tuttavia lo sport diventa una rilevante attivit� sociale nella Grecia
classica con la nascita delle Olimpiadi. Con la tarda et� imperiale di Roma si rileva
un�importante discontinuit� nella storia sportiva. Lo sport moderno nasce con la
rivoluzione industriale inglese. Le Olimpiadi moderne e le grandi competizione
mondiali caratterizzano la nostra epoca.
Il matrimonio fra sport e mass media si rivela subito basato su una grande
affinit� elettiva, dove lo sport trova la possibilit� di democratizzarsi e intraprendere la
strada della globalizzazione ed i mass media scoprono una nuova sintassi e una nuova
semantica.
Il motore economico nell'attivit� sportiva sembra essere un propulsore
moderno. Ma anche nelle Olimpiadi greche le finalit� sportive non erano solo di
carattere ideale. Poi lo sport moderno, fin dal suo emergere, si dibatte fra una
manifestazione da �gentlemen� ed una attivit� imprenditoriale. Oggi la dimensione
economica sta diventando talmente preponderante che in alcuni sport, a cominciare
dal calcio, si rischia di fare la fine dell�ingordo re Mida.
Le tecnologie dell�informazione sono ormai diventate connaturate all�attivit�
sportiva, tanto che la Coppa America di vela perderebbe gran parte del suo fascino
senza la grafica computerizzata.
Nel terzo capitolo si parla delle prospettive di Infosport nel futuro prossimo. Ci
sono alcuni aspetti che sono allo stesso tempo affascinanti e angoscianti. Il caso del
doping � emblematico come anticipazione di quella che potr� essere l�evoluzione
dell�atleta verso l�uomo bionico. La tecnologia dell�informazione sembra essere in
procinto di sfornare delle novit� di grandissimo impatto, dalla visione tridimensionale
all�introduzione di odori che ricostruiscono in maniera molto pi� impressionante il
teatro delle gare.
Nel quarto capitolo si esamina il caso dell�Italia. Molti aspetti sono del tutto
specifici nel nostro paese. � il caso del gioco del calcio, che pu� essere addirittura lo
specchio della nostra storia degli ultimi 50 anni. Se ne esaminano le radice storiche e
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si espongono gli ultimi preoccupanti sviluppi; le conclusioni sono affidate al ministro
dei beni culturali e dello sport Giovanna Melandri.
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I. Infosport
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1. La storia: da Olimpia a Nike
C�era una volta lo Sport, circa 3000 anni fa. Lo inventarono i Greci nell�VIII
secolo a.C., con le Olimpiadi. Si svolgevano ogni quattro anni presso i santuari di
Olimpia; si trattava di gare atletiche inserite in un chiaro contesto religioso.
La forza fisica era la prima e pi� percepibile manifestazione che permetteva
all�uomo di svincolarsi dai limiti e dalla caducit� della natura e di salire il primo
gradino verso la perfezione e l�immortalit�, cio� verso l�Olimpo degli dei. Sullo
sfondo mitologico c�era gi� un modello ampiamente sedimentato nel subconscio
collettivo della Grecia (Omero XI-VIII sec a.C.) : Achille. La sua straordinaria
prestanza fisica era il segno rivelatore della sua natura semi-divina e, allo stesso
tempo, testimoniava la possibilit� della (quasi) immortalit�. Insomma, l�atleta come
primo anello di una possibile catena che collega la natura umana alla natura divina.
Ad Olimpia, quindi, la prestazione fisica non era limitata in se stessa, ma
acquistava senso in una visione profonda e complessiva dell�esistenza, dove non
c�era da una parte l�atleta e dall�altra parte lo spettatore, ma c�era l�uomo con tutte le
sue pulsioni e le sue sublimazioni. Lo sport non solo come contenuto, ma soprattutto
come mezzo.
Questa pienezza di senso delle Olimpiadi fu inequivocabilmente attestato dal
propagarsi vittorioso di questa istituzione-rito nello spazio e nel tempo. Infatti ad
Olimpia accorrevano insieme da tutta la Grecia, nonostante il tratto caratterizzante
delle Polis fosse la loro eterna e mutua conflittualit�. Inoltre i giochi di Olimpia
durarono nel tempo per ben 1170 anni. Ma fu proprio il motivo della straordinaria
permanenza spazio-temporale che ne decret� la fine.
Fu infatti l�imperatore romano Teodosio nel 393 d.C. ad imporre la fine di
giochi di Olimpia, con l�accusa di �paganesimo�, e cio� con il pi� alto
riconoscimento della loro sacralit�.
Finisce cos� senza lasciare apparentemente pi� tracce la prima epopea dello
Sport. Lo sport moderno non ha pi� nulla della sacralit� del mondo antico che lo vide
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nascere e che costituiva la ragione d�essere.
Se proprio si deve cercare qualche radice nel mondo antico dello sport oggi
praticato, non � al tempo di Olimpia che si deve guardare ma a ci� che succedeva e si
rappresentava nell'anfiteatro Flavio di Roma. Nel mondo romano si consuma la
rottura di quel senso globale della vita che, partendo da Olimpia, aveva rappresentato
un arricchimento ed un progresso per l�umanit�. A Roma c�� una regressione ad
istituti pi� primordiali. Non c�� pi� l�anelito verso un mondo superiore, ma c�� la
lotta per sopravvivere; non c�� pi� la fusione ideale tra atleta e spettatore per un rito
comune, ma c�� l�eccitazione belluina della massa alla vista del degrado dello
sconfitto e c�� la lotta all�ultimo sangue del lottatore per sopraffare con ogni mezzo
l�avversario e conservare il diritto a sopravvivere.
C�� qualche buon motivo per ritenere che le violenze degli hooligans, i cori
razzisti negli stadi, il doping, l�agonismo esasperato abbiano una diretta parentela con
l�ambiente ed il senso degli stadi romani.
Oggi lo sport � una cosa diversa in un mondo diverso. � una storia altra e di
modesto profilo. Vediamone l�evoluzione.
Lo sport moderno al posto del vuoto lasciato dalla sacralit� ha profuso a pieni
mani la spettacolarit�. Dallo sport per gli dei si � passati allo sport per gli uomini.
Forse � possibile rintracciare solo un pallidissimo ricordo di Olimpia nel gesto di farsi
la croce che alcuni calciatori eseguono prima di entrare in campo.
Nel mondo moderno la spettacolarit� � talmente pervasiva che uno sport senza
spettatori viene declassato al rango di attivit� di �fitness�.
L'evoluzione dello sport moderno pu� essere schematizzata in tre tappe.
La prima � costituita dall�incontro dello sport con i mass media. Si � stabilita
subito una simbiosi molto funzionale: lo sport ha fornito ai mass media la materia
prima con cui confezionare i propri prodotti da vendere al pubblico. Ed i mass media
hanno alimentato la crescita degli spettatori. Si � avviata cos� una spirale crescente. Il
connubio � diventato talmente solido e fecondo che � stato coniato il termine
identificativo di �MediaSport�(1).
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Il travolgente successo di �MediaSport� pu� essere testimoniato da alcune
cifre. Nei mondiali di calcio di Francia�98, le reti televisive provenienti da ogni
continente erano 180, la somma dei telespettatori di tutte le partite del torneo supera i
37 miliardi, e per la sola finale tra Francia e Brasile gli spettatori in diretta sono stati
quasi 3 miliardi, numero che rappresenta il record di tutti i tempi, e comunque molti
di pi� del record precedente, i 2 miliardi di telespettatori che avevano seguito i
funerali della principessa Diana.
La seconda tappa evolutiva � costituita dalla penetrazione pervasiva
dell�economia nell'universo sportivo, che aveva gi� incorporato la dimensione
mediatica. Si crea cos� un nuovo circuito auto-propulsivo che agisce sia utilizzando lo
sport come propellente dell�economia, sia utilizzando l�economia per l�espansione
del mondo sportivo. In particolare lo sport spinge l�economia con un duplice
meccanismo. Il primo meccanismo � l�uso dello sport come strumento commerciale.
Infatti un fenomeno cos� massivo diventa la miniera ideale per estrarre testimonial di
ogni tipo, adatti praticamente ad ogni prodotto. Il secondo meccanismo si basa sulla
stessa esistenza della immensa platea di �Mediasport�; essa infatti � il terreno di
coltura ideale per la nascita di nuovi prodotti che favoriscono la diffusione della
pratica dello sport (abbigliamento ed attrezzi) e per la sua rappresentazione
(magliette, cappelli, gadgets). Nascono cos� delle potentissime multinazionali quali
l�americana Nike e la tedesca Adidas che vivono esclusivamente per e dentro la
dimensione sportiva. A sua volta l�economia, che trae beneficio dallo sport, ha tutto
l�interesse a finanziarlo, riversando una vera e propria cascata d�oro su atleti, squadre
ed eventi sportivi. Il successo del connubio triangolare tra sport, media ed economia �
chiaramente leggibile nei fatti. La Nike fattura oltre 20 mila miliardi l�anno; il
campionato di calcio italiano muove un giro d�affari di 8 mila miliardi e risulta la
tredicesima industria italiana, senza considerare l�indotto; la barca italiana all�ultima
Coppa America, Luna Rossa, � costata oltre 100 miliardi, che, per�, � la cifra annua
che ha guadagnato il campione americano di basket Michael Jordan nel solo 1998.
Ma l�evoluzione dello sport non si ferma qui perch� oggi siamo chiaramente in
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presenza della terza tappa. Sta emergendo una nuova spirale virtuosa che promette
sviluppi dirompenti. Essa deriva dall�incontro fra lo sport, i media e l�economia, e ci�
che sta alla base del nuovo sviluppo economico e tecnologico, cio� la tecnologia
dell�informazione (�information technology�).
La tecnologia dell�informazione penetra nel profondo dell�evento sportivo
reale e lo contamina con elementi assolutamente virtuali, tanto da renderne
irriconoscibili i confini. Un�azione su un campo di calcio viene, in tempo reale,
scomposta, analizzata, ricostruita con elementi esterni all�evento, fornendo al
telespettatore un prodotto in cui la prestazione fisica e l�elaborazione tecnologica
tendono a diventare indistinguibili.
Ma c�� un�altra frontiera primordiale che sta per essere infranta dalla
tecnologia dell�informazione. La separazione fra atleta e spettatore, comincia a
ridursi per merito dell�interattivit�. Si avvia cos� il recupero di un valore
fondamentale, che � la re-identificazione fra atleta e spettatore. Per ora si tratta di
scegliere fra i sempre pi� ricchi men� offerti dalle televisioni digitali quella
elaborazione che pi� interessa il singolo spettatore. In un altro fronte, per�, c��
l�avanzata dei videogiochi, che hanno cominciato a contaminare il mondo dello sport
reale. A Roma si stanno gi� utilizzando programmi di videogiochi per definire e
mettere a punto la tattica di squadre di calcio.(2) Non � difficile immaginare un
prossimo punto d�incontro fra un videogioco che si sviluppa su un evento reale ed un
evento reale che si modella sempre pi� su un videogioco. In fondo, in altri campi,
l�incontro sta gi� avvenendo. I piloti di aereo vengono istruiti con simulatori di volo
che sono sempre meno distinguibili dai videogiochi, mentre gli aerei e gli aeroporti
vengono progettati per essere sempre pi� gestiti come elementi di una realt� virtuale,
dove il pilota � sempre pi� simile ad un esperto di videogiochi.
Siamo cos� alla terza tappa evolutiva dello sport moderno, dove esso si fonde
con i media, con l�economia e, soprattutto, con la tecnologia dell�informazione.
Tuttavia quest�ultimo cambiamento � talmente profondo e dalle prospettive
talmente dirompenti da far pensare alla nascita di una nuova epoca. Per questo �
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lecito proporre un nuovo nome per un nuovo mondo che si sta formando. Il nome �
�Infosport�.
La Nike ce ne anticipa i contorni nella sua ultima pubblicit�.
Innanzi tutto c�� l�uso integrale dei mass media: si inizia con i cartelloni pubblicitari
stradali e con avvisi-civetta sui giornali, abbastanza accattivanti: si promettono
ricompense per ritrovare il pallone di nuova invenzione, riconoscibile per essere
perfettamente rotondo. Si passa successivamente ad un filmato trasmesso alla
televisione. Questo filmato, a sua volta, rimanda ad una fase finale il cui teatro �
Internet.
I protagonisti dello spot sono calciatori di fama mondiale. Si possono
riconoscere Davids, olandese di colore originario del Suriname, con le immancabili
treccine e i famosi occhiali che lo rendono inconfondibile, Bierhoff, idolo tedesco
attualmente al Milan, Totti, simbolo della Roma, Thuram, francese di colore
originario della Guadalupe e Nakata, giapponese, attualmente l�unica stella del calcio
proveniente dall�Oriente, dove per� tra due anni si svolgeranno i mondiali di calcio.
Quando questi campioni, tutti eroi positivi e rappresentanti di tutte le razze,
entrano in un palazzo dall�architettura metafisica, che rappresenta probabilmente la
casa del male, dove si trova il pallone rubato (il sacro Graal?) si trovano davanti i
�cattivi�, i robot che hanno rubato il pallone. Ma, nonostante tutti i sistemi
fantascientifici di sicurezza, grazie alla loro abilit� e al loro coraggio, i campioni
riescono a riconquistare il pallone e a distruggere gli avversari-robot e con essi
l�intero palazzo del male. (3)
Alla fine del filmato la multinazionale americana non si firma esplicitamente
con il suo nome, ma si rende presente solo con il suo logo, nella convinzione, o
presunzione, che sia gi� in atto un processo di fidelizzazione che lega gli ideali e i
prodotti della multinazionale con una platea planetaria di spettatori. Il legame
permanente � affidato ad un apposito sito internet, dove ogni visitatore, attratto da
giochi interattivi e da una rete di connessione diretta con i propri beniamini, diventa
parte integrante di una grande famiglia. Si realizza infine una integrale interazione-
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identificazione fra gli spettatori-navigatori e gli attori-campioni, fra gli interessi della
Nike e le aspirazione del pubblico, fra gli ideali planetari e la gratificazione
personale.
Ci sono grandi valori di prestazioni psico-fisiche, di multirazzialit�, di lotta
metafisica contro il male. Ma c�� anche una multinazionale planetaria che non ritiene
pi� necessario firmarsi, tanto � profonda la presa sul subconscio di miliardi di
persone sparse in tutto il mondo. Pi� forti, pi� coraggiosi, pi� leali, pi� fraterni, ma,
forse, con un Grande Fratello tra di noi. Ma non � l�unica ipotesi.
La Nike � una grande multinazionale; il suo sostegno allo sport non parte da
valori ideali ma, al contrario, � la sola sua ragione d�essere, essendo fabbricante di
articoli sportivi. E tuttavia i valori che essa veicola sono fra le pi� alte conquiste della
nostra epoca. L�efficacia della sua comunicazione nell'abolizione di ogni forma di
razzismo � decisa, profonda e convinta. In questo modo lo sport, oltre che contenuto
diventa uno straordinario mezzo di comunicazione. Il messaggio, inoltre, attraverso le
forme pi� sofisticate dei mass media, � in grado di arrivare in ogni angolo della terra,
dall�Australia allo Zaire. Infine, l�ultimo e decisivo elemento � che, tramite Internet,
tutti i ragazzini del pianeta possono dialogare, giocare, imitare e anche diventare i
futuri campioni dello sport, uno sport nuovamente pulito ed unificante.
Con uno spirito pi� ottimistico, possiamo pensare che sta nascendo una nuova
unit� tra attore e spettatore, che si sta ricreando una nuova fusione fra reale ed ideale,
che sta risorgendo una nuova Olimpia.
Se ci� avverr� non sar� pi� grazie allo sport, ma sar� per merito di �InfoSport�.
Pu� esserci un filo rosso da Olimpia a Nike.
Se questa �, per sommi capi, la storia filogenetica dello sport, vediamo ora quale pu�
essere il quadro teorico interpretativo.
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NOTE
(1) L. Wenner, MediaSport, London, Routledge, 1989
(2) L�idea di introdurre i videogame negli allenamenti � stata utilizzata con successo da Fabrizio Proietti, allenatore del
Primavalle, formazione di Prima categoria della periferia nord di Roma.
(3) La sede del male � in realt� il palazzo della civilt� e del lavoro.
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2. L�interpretazione: l�evoluzione globale
Per proporre un�interpretazione complessiva di �InfoSport� conviene
considerarlo non un punto di arrivo ma un punto di partenza.
L�InfoSport pu� entrare da protagonista in un dibattito ben pi� ampio ed
impegnativo come � quello delle nuove frontiere tra il reale ed il virtuale. Anzi, forse
inconsapevolmente, � una cavia sulla quale si sta gi� sperimentando un nuovo mondo
dove tutto interagisce e dove il reale ed il virtuale convivono armoniosamente senza
pi� frontiere. Per descrivere la nascita e lo sviluppo di Infosport non � sufficiente
ricorrere ad un modello evolutivo classico darwiniano. In tale modello, l�elemento
evolutivo, cio� l�essere vivente � il prodotto dell�adattamento ad un quadro di
riferimento fisso e prestabilito, che � l�ambiente esterno. Nel nostro caso invece tutti
gli elementi sono plastici e sono interattivi tra loro. Ne deriva uno scambio continuo
fra cause ed effetti che ha come risultato finale e percepibile una crescita globale.
Solo per citarne alcuni aspetti, si pu� osservare il passaggio del medium
televisivo da mera cornice dell�evento a �gran cerimoniere�; che ha portato ad
incidere profondamente sulla natura organizzativa e semantica del gioco. Esso,
infatti, ha visto mettere sempre pi� vigorosamente in discussione la propria natura di
centro della cerimonia mediale, fungendo pi� spesso da pre-testo per le piccole e
grandi narrazioni televisive e/o per la vendita di spazi pubblicitari e di altre attivit� a
contenuto economico. Seguendo questo percorso si pu� notare, passo dopo passo,
come la televisione, l�economia e, oggi, la tecnologia dell�informazione stiano
cambiando lo sport. E lo stanno cambiando a tal punto, nelle regole, nelle finalit�,
nell'immaginario collettivo, che oggi un campione di calcio di qualche anno fa, se
potesse tornare a giocare, non troverebbe posto neppure in una squadra di dilettanti. �
lecito quindi parlare di un �nuovo� sport, che � legato al vecchio solo da un tenue
rapporto filogenetico.
Ma questa affermazione � da intendersi in senso circolare. Infatti, cos� come la
televisione ha cambiato lo sport, cos� lo sport sta inducendo profonde modificazioni
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nella televisione, innovandone la sintassi e la semantica. Nei pi� recenti campionati
del mondo di calcio (Francia�98), la televisione � riuscita a diventare l�artefice
creativo di valori nuovi e, oltretutto, in antitesi tra loro, quali la globalizzazione degli
eventi e l�esaltazione dell�eroe sportivo. Ancora pi� dirompente si dimostra la
capacit� creativa del mezzo televisivo nella versione potenziata dall�apporto
tecnologico. Ne abbiamo avuto qualche timido assaggio durante l�ultima Coppa
America di vela. Senza le interpretazioni della grafica digitalizzata ed in tempo reale,
l�evento avrebbe perso gran parte della sua comprensibilit� e quindi del suo pathos
agonistico, essendo la sola comunicazione linguistica risultato un veicolo del tutto
inadeguato. Si pu� anticipare inoltre che nuove e pi� spettacolari tecniche
informatiche stanno per irrompere in altri sport, a cominciare dal calcio. Tanto che
nei santuari dove oggi si sta progettando il futuro informatico, come il �Media-lab�
del Mit a Boston o i molti laboratori di punta della Silicon Valley, sono sempre pi�
numerosi i team di ricercatori che si stanno dedicando alle applicazioni da utilizzare
per il mondo degli entertainment, e in particolare per gli eventi sportivi.
L�applicazione sempre pi� spinta delle tecnologie dell�informazione sta portando
all�emergere di eventi mediatici dove un atleta reale pu� essere messo in condizione
di gareggiare con un atleta virtuale o dove una squadra di calcio si allena sempre di
pi� in sala giochi piuttosto che sul campo perch� gli schemi sono pi� comprensibili,
pi� elaborati e pi� interattivi rispetto agli schemi disegnati su un foglio o su una
lavagna.
Quindi si deve ricorrere ad un modello evolutivo pi� complesso, che pu� essere
definito il modello dell�evoluzione globale.
Alla luce di questo modello, va oggi rivisto il principio generale di McLuhan: il
mezzo � il messaggio. Questo principio innovativo e, per alcuni versi, estremistico,
non � pi� sufficiente per interpretare InfoSport. In esso non c�� prevalenza del mezzo
sul messaggio, n� dell�economia sulla tecnologia. La partita di calcio non � certo solo
ci� che avviene sul campo ma, a maggior ragione, non � fatta solo dagli elettroni del
tubo catodico del nostro televisore. La realt� di oggi non si presta pi� a
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schematizzazioni nette. In InfoSport c�� una circolarit� evolutiva dove l�evento, il
mezzo, l�economia e la tecnologia sono svincolati da ogni gerarchia e dove ogni
componente � mutuamente indispensabile per creare un nuovo gioco di squadra,
affascinante per le prospettive ma, per certi versi, inquietante per le potenzialit� di
manipolazione a livello planetario.
L�interpretazione di sintesi di �InfoSport� � che esso rappresenta l�ultima e pi�
pregnante svolta evolutiva dello sport moderno e, allo stesso tempo, getta un ponte
ideale per la riscoperta dell�epopea originaria di Olimpia, cio� di uno sport pulito al
servizio di valori ideali.
Ma �InfoSport� � molto altro di pi�. Esso � una finestra sul futuro prossimo
della stessa storia dell�uomo. E ci permette di gettare uno sguardo verso un mondo
che sta nascendo e dove non vi sono pi� frontiere fra il reale e il virtuale, fra il
materiale ed il mentale. Non essendoci pi� pareti divisorie, � possibile un�interazione
totale fra spettatore e attore, fra creato e creatore. Il risultato � un�evoluzione globale
in cui per� non riusciamo ancora a distinguere chiaramente i contorni di nuovi valori
etici.