machine, pubblicata nel 1948, egli sostiene che la macchina
calcolatrice ideale dovrebbe in una prima fase (input) ricevere tutti i
dati necessari per l’elaborazione richiesta, dunque grazie all’intervento
umano, e in una seconda fase (output) procedere all’elaborazione
stessa senza interferenze esterne. Ne consegue che nella prima fase
dovrebbero essere inseriti non solo i dati numerici, ma anche le regole
per la loro combinazione, sotto forma di istruzioni idonee a coprire
qualsiasi situazione che potrebbe verificarsi nello svolgimento del
calcolo. La macchina calcolatrice, pertanto, deve essere al contempo
una macchina logica ed aritmetica e deve combinare le alternative
secondo un algoritmo sistematico
3
, utilizzando la logica booleana
4
, la
quale è caratterizzata da una rigida dicotomia, ossia dalla scelta fra
due condizioni antitetiche, come il vero e il falso o l’appartenere ad
una classe e il non appartenervi. Sul punto vi è un parallelismo fra il
3
Con riferimento a tale aspetto è doveroso menzionare TURING, A. M., Calcolatori e
intelligenza, Milano, 1985, pp. 61-74.
4
BOOLE, G., (Lincoln 1815 - Cork 1864), logico e matematico britannico che elaborò
l'algebra di Boole. Formatosi principalmente come autodidatta, nel 1854 Boole delineò un
sistema algebrico che venne successivamente denominato algebra booleana, nella quale le
proposizioni vengono formalizzate con una notazione simbolica e le procedure di calcolo
si possono condurre grazie a operatori matematici corrispondenti alle leggi della logica.
L'algebra booleana è di primaria importanza per lo studio della matematica pura e nella
progettazione degli odierni computer. Nota bibliografica in Enciclopedia Microsoft
Encarta, 2007.
2
sistema nervoso animale e le macchine calcolatrici, esso è dato dalla
necessarietà della memoria, ossia della capacità di conservare i
risultati di operazione già fatte per adoperarle in quelle da farsi.
Wiener evidenzia la molteplicità di usi cui si presta la memoria: così
in alcuni casi sarà necessaria la presenza di una memoria che
costituisce la base per il comportamento futuro della macchina
(potrebbero farsi rientrare in questa categoria il BIOS ed il sistema
operativo dei computer
5
); in altri occorrerà una grande rapidità in
lettura, scrittura e cancellazione di dati (come oggi avviene con la
memoria volatile dei computer, ossia la RAM); ovviamente sullo
sfondo si pone il problema dei sistemi di immagazzinamento dei dati,
negli anni quaranta senza ombra di dubbio diversi da quelli odierni. Il
sistema nervoso animale e le macchine si differenziano, comunque,
per un aspetto fondamentale: il primo non può autonomamente
cancellare le proprie registrazioni (ciò può avvenire solo in seguito a
determinate patologie o a forti traumi), mentre nelle seconde ogni
ciclo operativo può essere totalmente autonomo, per cui il
5
Le informazioni del BIOS sono assolutamente necessarie per l’avvio di ciascun
elaboratore, poiché forniscono quelle funzioni di base che coordinano le varie periferiche
presenti nel computer e ne consentono il funzionamento. Tali informazioni sono
contenute in una tipologia di memoria detta ROM (Read Only Memory), vengono lette ad
ogni avvio dell’elaboratore e permangono anche dopo lo spegnimento del computer, al
contrario di quelle contenute nella RAM (Random Access Memory).
3
funzionamento del sistema nervoso risulta paragonabile ad un unico
ciclo operativo di una macchina.
Un altro punto centrale della riflessione cibernetica è poi il concetti di
retroazione (feedback), in base al quale il soggetto adatta il proprio
comportamento all’ambiente circostante ed agisce anche in base alle
modificazioni cagionate dalle proprie azioni, per cui l’azione non è
vista in sé per sé ma è analizzata anche alla luce delle conseguenze da
essa provocate. L’interazione con l’ambiente e la modificazione
dinamica del comportamento in base alle circostanze fattuali non è
assolutamente semplice da realizzare e non è alla portata delle
tecnologie attuali, che al riguardo sono ancora ad uno stato
primordiale. La percezione e l’analisi dell’infinita varietà delle
situazioni concrete costituiscono attività assai complesse, ma, secondo
Ettore Giannantonio “il «robot» del futuro sarà una macchina
incredibile, capace di fare cose che l’uomo non è in grado di fare o,
addirittura, di concepire. Sarà in grado di captare suoni che l’orecchio
umano non può sentire e luci che l’occhio umano non è in grado di
vedere; riprodurrà la complessità del sistema nervoso umano; sarà in
grado di comportarsi come se vedesse o sentisse, «come se» pensasse.
Ma non sarà in grado di pensare, di compiere cioè, quell’atto naturale
4
ed elementare, proprio del genere umano, pel quale solamente
possediamo il mondo, anzi pel quale solamente il mondo è”
6
.
La considerazione dell’attuale livello tecnologico dell’informatica
consente, a mio avviso, di accertare quanto sostenuto da
Giannantonio, né sembra che nei prossimi anni si possa giungere alla
costruzione di un sistema dotato di una intelligenza artificiale
paragonabile a quella biologica dell'uomo, per quanto già oggi gli
elaboratori elettronici riescano a svolgere molte operazioni, come
1'esecuzione di calcoli complessi, in maniera di gran lunga più
efficiente di quanto non possa fare 1'uomo. Più specificatamente,
"l’intelligenza artificiale (artificial intelligence) è usualmente definita
come la scienza intesa a sviluppare modelli computazionali del
comportamento intelligente, e quindi a far sì che gli elaboratori
possano eseguire compiti che richiederebbero intelligenza da parte
dell'uomo
7
". La complessità della mente umana rappresenta però la
6
GIANNANTONIO, E., Introduzione all’informatica giuridica, Milano, 1984, p. 6.
7
SARTOR, G., Intelligenza artificiale e diritto. Un'introduzione, Milano, 1996, p. 9. In
materia si e progressivamente affermato anche un "paradigma ispirato al tentativo di
rappresentare formalmente, e trasferire in sistemi di elaborazione, entità capaci di
comportarsi in modo intelligente, anziché teorie del contesto e degli scopi dell’attività
intelligente. Un'entità siffatta viene normalmente ottenuta costruendo un modello astratto
di alcune caratteristiche del cervello umano. Cosi, una rete neurale (neural network) e
composta di unità, chiamate neuroni, il cui comportamento è specificato da funzioni
statistiche e matematiche. Ogni neurone è connesso con altri neuroni e interagisce con
5
conseguenza di una lunghissima evoluzione e difficilmente potrà
essere imitata da un computer, che invece coadiuverà l'uomo in un
sempre crescente numero di attività. Anzi, lo sviluppo dell'intelligenza
artificiale quale supporto all’intelligenza biologica consentirà una
crescente interconnessione tra la stessa mente umana e gli apparati
elettronici, con risultati eccezionali ed oggi inimmaginabili
8
.
Probabilmente gli studi sull'intelligenza artificiale dovrebbero essere
finalisticamente orientati ed incentrati non tanto sull’imitazione del
pensiero umano, ma piuttosto sulla ricerca di nuove metodologie che
consentano la creazione di sistemi finalizzati al supporto delle attività
umane.
Da un altro punto di vista, Pierre Levy afferma che, "di fatto, il punto
di fuga ideale dell’informatica non è più l'intelligenza artificiale
questi: riceve segnali (valori numerici) dai neuroni collegati o dal mondo esterno, applica
una funzione di attivazione, e, eventualmente (se viene superata la soglia che caratterizza
il neurone), invia il risultato della funzione ad altri neuroni o all'esterno.
8
VITERBO, A., L'informazione e l'informatica nella società della conoscenza, in Dir.
inf., 2002, 1, p. 8. Autorevole dottrina ha poi osservato che "l'enorme difficoltà del
progetto di «meccanizzare» l'intelligenza - e l'ambiguità dello stesso concetto di
intelligenza - ha fatto dell'intelligenza artificiale il campo di battaglia tra programmi di
ricerca alternativi, spesso ispirati da opposte «filosofie», da contrastanti concezioni del
comportamento e della mente umana. Questa discussione vivace e continua, nel ricordare
la natura sempre provvisoria e problematica dei risultati dell'intelligenza artificiale, fa si
che questa disciplina non sia un settore tecnologico isolato e asettico, ma l'ambito nel
quale vengono discusse tematiche fondamentali di natura scientifica, epistemologica,
etica, e sociale, spesso in relazione a problemi concreti e a quesiti formulati con
precisione".
6
(rendere una macchina altrettanto, anzi, più intelligente dell’uomo),
ma l’intelligenza collettiva, vale a dire la valorizzazione,
l’utilizzazione ottimale e la messa in sinergia delle competenze, delle
immaginazioni e delle energie intellettuali, qualunque sia la loro
diversità qualitativa e ovunque si attui. Questo ideale d'intelligenza
collettiva passa evidentemente attraverso una messa in comune della
memoria, dell’immaginazione e dell'esperienza, attraverso una pratica
semplificata dello scambio di conoscenze, attraverso nuove forme di
organizzazione e coordinamento flessibile in tempo reale"
9
.
Come afferma Giannantonio, del resto, le teorie cibernetiche volte alla
creazione di sistemi che si comportino come l'uomo mostrano la loro
fragilità nel preconcetto che tutta l’attività dell'uomo, ed in particolare
il pensiero, sia algoritmizzabile. Per algoritmo si intende "la
prescrizione precisa dell'esecuzione in un certo ordine di un certo
sistema di operazioni per la soluzione di tutti i problemi di un certo
tipo. A questo fine, un problema complesso viene analizzato nelle sue
diverse componenti più semplici, che vengono a loro volta analizzate
sinché non vengano ridotte alle componenti elementari. La soluzione
del problema originario può venire allora raggiunta per mezzo di una
9
LEVY, P., Cybercultura. Gli usi sociali della nuova tecnologia, Milano, 2001, p. 163.
7
serie di operazioni in fasi successive. Per ogni fase, il sottoproblema
consiste nello scegliere una fra due sole alternative possibili, cioè a
dire, la risposta può essere solo «si» o «no», «più» o «meno», «zero»
o «uno». L'esecuzione di ogni fase successiva è determinata dai
risultati di quella precedente. Lo svolgimento degli algoritmi
appropriati è la condizione decisiva per ottenere la trasposizione in
forma di automazione di un dato tipo di attività mentale umana,
compresa la giurisprudenza. Si tratta cioè di una riduzione di ogni
problema in termini binari, conforme all'esigenza base del
meccanismo di ogni calcolatore elettronico"
10
.
L'algoritmo non può avere ad oggetto l’infinita varietà dei singoli atti
di conoscenza, ma solo gli schemi concettuali, le classi o le categorie
create arbitrariamente dall’uomo, i fatti o gli atti già raggruppati e
distinti ai quali va riservato il nome di dati. "Se è vero quindi che
l’elaboratore può fare tutto ciò che fa 1'uomo purché algoritmizzabile,
ne consegue che l’elaboratore non potrà pensare, ma soltanto
"elaborare", ossia confrontare i dati per rilevarne le somiglianze e le
differenze e trasformarli da una classe in un'altra. Il dato da elaborare,
10
FROSINI, V., Cibernetica diritto e società, ora in ID., Informatica diritto e società,
Milano, 1988, pp. 20-21.
8
così come il dato elaborato, non sarà costituito mai dal concreto atto di
conoscenza, ma da un atto di conoscenza strutturato. E l'elaboratore
permette il confronto e lo scambio dei dati entro le strutture; non
conosce, ma stabilisce formule di eguaglianza e non serve a
conoscere, ma a elaborare, ossia, contare, confrontare, trasformare il
già conosciuto. L'elaborazione può, pertanto, essere definita come la
trasformazione di certi dati (detti dati di ingresso) in altri dati (detti
dati di uscita) che costituiscono i risultati dell'elaborazione. Per fare
ciò l'elaboratore procede, in sostanza, ad un confronto tra dati diversi
per affermarne l'identità. Di qui l'importanza dell'elaboratore in tutti i
campi nei quali vi siano notevoli masse di dati da elaborare; e, al
contrario, gli insuccessi dei tentativi di far compiere all'elaboratore
anche i più banali atti concreti e particolari di conoscenza o di
giudizio".
Bisogna infatti considerare che il vero pensiero, che è attività
percettiva della realtà, non è mai algoritmizzabile perché ogni atto di
pensiero è diverso da qualsiasi altro. Difatti, l'atto di conoscenza
avente ad oggetto una medesima cosa varia non solo da persona a
persona, ma anche da un periodo all'altro da parte della stessa persona.
Dunque, non è 1'attività umana di conoscenza ad essere
9
algoritmizzabile, ma lo è quell'altra, pratica e successiva, con la quale
l'uomo ordina l'infinita varietà degli atti di conoscenza in gruppi o
categorie o classi, raggruppando sotto una sola denominazione tutti gli
atti di conoscenza simili e distinguendoli da quelli dissimili. Tuttavia,
dal momento che qualunque atto di conoscenza è per sua natura
diverso da ogni altro, per potere considerare simili, raggruppando
sotto un solo concetto atti diversi, bisogna prescindere dalle
differenze, seppur esistenti, e tenere fermi solo i caratteri comuni.
La creazione di un «giudice elettronico», dunque, non sembra
possibile con le attuali tecnologie, perchè nessuna macchina
elettronica si avvicina, oggi, alla capacita di pensare dell’uomo, e, del
resto, un elaboratore applica una determinata regola seguendo una
rigida consequenzialità, ma non può cogliere le infinite sfumature
della realtà. La regola, inoltre, è stabilita a priori dall'uomo, per cui si
porrebbe l'ulteriore problema di giungere alla fissazione di regole
oggettivamente certe. Come afferma Vittorio Frosini, "il vero
problema è se il ricorso alla regola sia sempre necessario, o se non
convenga talora invece commisurare il giudizio alla situazione
concreta; e vera disumanità non è quella della macchina, che esegue
senza sentire e capire, bensì quella di integerrimi magistrati e di
10
zelanti funzionari, che conoscono e praticano il rispetto della legge,
costi quel che costi"
11
.
L'applicazione automatica delle leggi ha, in ogni caso, destato
1'interesse degli studiosi del diritto ed ha costituito uno dei tre punti
principali di una disciplina che si è sviluppata a partire dal 1949,
quando sulle pagine del Minnesota Law Review viene pubblicato un
saggio di Lee Loevinger intitolato Jurimetrics. The Next Step
Forward
12
, nel quale per la prima volta si parla di giurimetria. L'autore
evidenzia, primariamente, un grave paradosso dell'epoca moderna: la
legge, che dovrebbe costituire il modello di condotta dei consociati, è
divenuta un così recondito mistero da risultare normalmente
incomprensibile. La crescente complessità della legge confonde,
dunque, i cittadini e la società diventa meno coesa, con l’ulteriore
conseguenza che i primi non rispettano leggi che non comprendono e
che non vengono attuate, mentre i giuristi lamentano la mancanza di
considerazione nei loro confronti e nei confronti della professione che
svolgono. Sul punto, qualsiasi rimedio astrattamente proponibile si
11
FROSINI, V., Cibernetica diritto e società, ora in ID., Informatica diritto e società,
Milano, 1988, p. 55.
12
LOEVINGER, L., Jurimetrics. The Next Step Forward, in Minnesota Law Review,
1949, 33, pp. 455-493
11
dimostra viziato già in partenza, ove non si tenga presente che è
necessaria una evoluzione che porti al cambiamento del diritto stesso,
il cui principale problema non è dato dai cittadini ma dai giuristi
13
.
Secondo Loevinger, che riprende il pensiero di Julius Stone
14
, i
principi di diritto possono incorrere in cinque logical fallacies,
riassumibili nelle seguenti categorie:
a) meaningless reference, quando i principi non rispondono alla
logica;
b) concelead multiple reference, quando i concetti sembrano
univoci nella loro espressione, ma in realtà si applicano a
numerose fattispecie che hanno ben pochi elementi in comune;
13
Come afferma Loevinger, "Many remedies are proposed: We must have better law
enforcement — that is, more policemen to make the people obey the laws they do not
understand. We must have a great moral renascence — presumably some sort of mystical
process which will enable people intuitevely to apprehend the mysteries of law. We need
better education — catch'em young, and teach them to respect the law while they're still
credulous and uncritical. We ought to pass a new law to make people respect the old laws
— ignorance of the law is no excuse, even for the lawyers. We need better "public
relations" between the lawyers and the public — which simply means that the lawyers
want to advertise like everybody else. There is a school of support for every proposal
except the one that is the law itself which needs to be changed". LOEVINGER, L.,
Jurimetrics. The Next Step Forward, in Minnesota Law Review, 1949, 33, p. 455.
14
Cfr. STONE, J., Social dimension of law and justice, Holmes beach FL, 1971, p. 930
12
c) competing reference, quando ad un singolo caso concreto
risultano applicabili più norme che tuttavia portano a
conseguenze diverse;
d) concelead circuitous reference, quando la definizione di un
principio è data dalla presupposizione dello stesso concetto che
si intende definire;
e) indeterminate reference, quando un termine giuridico è tanto
ambiguo da poter significare tutto o niente .
Gli sviluppi della cibernetica potrebbero consentire il superamento di
tali fallacie, dal momento che possono essere costruiti dispositivi che,
imitando il pensiero umano, riescono a risolvere equazioni con
qualsiasi numero di variabili. Al riguardo si pongono però difficoltà di
ordine pratico, poiché, a differenza dei numeri e dei simboli utilizzati
dagli scienziati, caratterizzati da univocità, i termini legali
costituiscono per lo più vaghe verbalizzazioni che hanno solo un
significato ritualistico e che rappresentano la conseguenza della
mancata evoluzione del diritto, nel cui ambito non sono stati elaborati
nuovi metodi significativi nel corso di venti secoli di storia.
13
Tale evoluzione potrebbe essere possibile passando dalla
giurisprudenza alla giurimetria, ossia all'investigazione scientifica dei
problemi giuridici, utilizzando quegli stessi approcci e quelle stesse
metodologie di carattere scientifico che hanno portato al progresso
attraverso l'ampliamento della conoscenze in tutti i campi dello scibile
umano.
In particolare, Loevinger individua alcuni problemi oggetto d'indagine
da parte della giurimetria
15
, fra i quali bisogna primariamente
menzionare la questione dell'analisi del comportamento del legislatore
e dei giudici, prendendo pertanto in considerazione la legge sia nella
fase della sua creazione che in quella della sua applicazione; tali
momenti, comunque, presuppongono anche le ulteriori questioni della
terminologia utilizzata nell'ambito giuridico nonché delle procedure
da seguirsi in caso di lite giudiziaria.
Giurisprudenza e giurimetria non sono, comunque, concetti
coincidenti; i problemi della prima non hanno un fine ultimo, perche
possono essere oggetto di dibattito ma mai risolti ne investigati, al
15
Essi consistono in: A. The behaviour of witnesses; B. The behaviour of judges; C. The
behaviour of legislators; D. Legal language and communication; E. Legal procedure and
recordation; F. Non-aberrant personal maladjustments; G. Aberrations of behaviour; H.
Unintentional personal injury; I. Macrolegal techniques of investigation.
14