Premessa
L’inquinamento atmosferico è oggi un problema mondiale e costituisce un fenomeno i n
continua crescita soprattutto nelle grosse aree urban e. Negli ultimi decenni, infatti, lo
sviluppo industriale, in particolare dell'industri a chimica, la costituzione di agglomerati
urbani sempre più estesi, l'utilizzo di fonti di riscaldamento e l'incremento dell'emissione
dei prodotti della combus tione hanno causato un notevole aumento di tale fenomeno.
L’inquinamento atmosferico inci de in varia misura sulla salute della popolazione in
generale ed, in modo particolare, su quella di categorie a rischio come i bambini, gli
anziani ed i portatori di patologie croniche card io-respiratorie. Studi scientifici rivelano che
nei grossi agglomerati urbani industrializzati le malattie polmonari uccidono maggiormente
rispetto ai piccoli centri o alle zone di campagna.
L’inquinamento è la modificazi one della normale composizio ne dell'aria atmosferica ad
opera di fumi, gas, polveri, odori e di tutte quelle sostanze che, al terandone la salubrità,
pregiudicano lo stato di salute dei cittadini e danneggiano i beni pubblici e privati.
L'aria può, dunque, divenire i nquinata per l'incremento della concentrazione dei suoi vari
costituenti di base, oppure per la presenza di nuovi composti. Tale presenza dipende da
una serie di variabili, quali le modalità di produzione e liberazi one del contaminante
nell'ambiente, l’efficacia dei sistemi di rimo zione, la maggiore o minore distanza dalla
sorgente dell'emissione, i meccanismi anti nquinamento eventualme nte applicati, le
inversioni termiche.
Gli inquinanti atmosferici conosciuti sono, per lo più, il risu ltato di attività umane. Anche
eventi fisici naturali, come i terremoti e le eruzioni v ulcaniche, possono in vario modo
intervenire nel determinismo dell’inquinamento ambientale.
Gli inquinanti proveni enti da fonti esterne comprendono l'inquinamento da traffico
autoveicolare, industriale e da riscaldam ento - monossido (NO) e biossido (NO
2
) di azoto,
idrocarburi policiclici aromatici, monossido di carbonio (CO), fumi sulfurei, biossido (SO
2
) e
triossido di zolfo (SO
3
), formaldeide - le emissioni per eventi accidentali o episodici
(Seveso, Cernobil), l'esposizione professionale (silice, nickel, cloro, ammoniaca, uranio,
plutonio, ecc.).
Le sostanze inquinanti presenti nell'aria possono e ssere ancora suddivise in contaminanti
gassosi e contaminanti solidi . Tra i primi occorre ricordar e l'ossido di zolfo (SOx) che
deriva principalmente da proc essi di combustione del petrolio. E' generalmente
considerato indicatore generale di inquinament o e, in quanto tale, monitorato nei grossi
VII
centri urbani a più elevato tasso veicolare, in base a predeter minati valori soglia oltre i
quali si stabiliscono i livelli di allarme per l'impatto sulla salute pubblica. Un altro inquinante
è l'ossido di azoto (NOx), prodotto di comb ustione proveniente sia dagli impianti industriali
che dai veicoli a motore. L'inquinante quantit ativamente più important e è il monossido di
carbonio (CO), la cui produzione (90%) è princi palmente legata alle emissioni di gas di
scarico dei motori a benzina. Uno dei maggiori inquinanti atmosferici, soprattutto nei paesi
mediterranei, è rappresentato dall'ozono (O
3
) che si forma nell'atmosfera a partire da NOx
e dagli idrocarburi in presenza di radiazioni ultraviolette (e quindi di forti radiazioni solari).
I contaminanti solidi comprendono gli ossidi metallici ed i sali metallici di origine
industriale, le polveri nere da combustione e l'amianto.
L'entità dell'inquinam ento atmosferico dipende notevolm ente dal clima. E' superfluo
precisare che i venti, l'umidità e la temperatura giocano un ruolo importante in tal senso. E'
nota, ad esempio, la pericolosità dello sm og, risultato della commistione di fumi
(dall'inglese smoke) e nebbia (fog).
L'apparato respiratorio è sicuramente il sistema più esposto all'eff etto dannoso
dell'inquinamento ambientale. La distinzione relativa alle dimensioni delle particelle
inquinanti è essenziale per gli effetti che queste possono avere a livello respiratorio. Infatti,
le particelle con diametro maggiore di 10 micron, essendo di "dimensioni maggiori",
intaccano solo le vie aeree superiori (cavo orale e laringe); quelle con diametro compreso
tra 5 e 10 micron si fermano nel le prime vie aeree (trachea e bronchi), mentre quelle con
diametro inferiore a 5 micron, grazie alle loro ridotte dime nsioni, possono raggiungere la
zona più periferica del polmone (gli alveoli) e qui determinare il loro danno. Studi scientifici
hanno ormai dimostrato l'effettiva res ponsabilità dell'inquinamento atmosferico
nell'incremento della morbilità (induzione di mala ttie) e della mortalità nella popolazione. I
danni alla salute dell'uomo dovut i all'inquinamento sono molteplic i e di diversa natura. Si
va da quelli meno gravi, come le infiammazioni delle prime vi e aeree, le bronchiti, e le
allergie di vario tipo (che possono tuttavia croni cizzarsi nel tempo) fino ad arrivare a quelli
più gravi e purtroppo, a volte, letali, come le malattie card iovascolari, l'insufficienza
respiratoria, i tumori del polmone e delle altre vie aeree.
Sicuramente bisogna fare ancora molto in termi ni di educazione alla cura dell'ambiente.
Dobbiamo essere tutti più sensibili nei confr onti del problema e consapevoli del fatto che
l'aria è un elemento vitale appartenente a tutti.
Questo lavoro di ricerca nasce dall’interesse di ricavare informazioni di grande utilità nella
gestione della qualità dell’aria fa cendo riferimento alle varie re ti di monitoraggio presenti
VIII
nella città di Palermo e alla realizzazione di alcune campagne ecologiche che hanno reso
disponibile una grande quantità di dati sull’inquinamento atmosferico. Lo studio sul campo
ha avuto inizio in seguito ad un rapporto di collaborazione con i dirigenti dell’Ufficio Traffico
di Palermo. Lo scopo di tale studio è stato quello di raccogliere dati relativamente agli
eventi svoltisi nella città di Palermo negli ulti mi anni, al fine di trovare una qualche
relazione tra questi ed una possibile conseguent e variazione dell’in quinamento. I dati
raccolti riguardano gli anni 2000, 2001, 2002 e 2003; di questi, quelli relativi agli anni 2002
e 2003 sono stati immessi su elaboratore elettronico. Gli eventi sono stati raccolti
manualmente utilizzando una griglia prestampat a in excel, considerando le ordinanze
sindacali riguardanti le manifestaz ioni. Sono state visionate 14 35 ordinanze sindacali alle
quali corrispondono 3921 eventi. Sono stati utilizzati più di 100.000 dati dell’ AMIA relativi
alle concentrazioni medie orar ie, giornaliere, medie orarie massime, valori medi mensili
degli inquinanti CO, NO
2
, SO
2
, PTS, PM
10
, C
6
H
6
, O
3
; sono stati considerati anche
parametri fisici quali pressione, temperat ura, radiazione solare, quantità di pioggia,
umidità, direzione e velocità del vento.
Uno studio particolare ha riguardato l’iniziativa delle domeniche ecologiche dell’anno 2002.
Il Comune di Palermo ha aderito alla campagna domeniche ecologiche 2002 promossa
dal Ministero dell'Ambiente con il Decreto Ministeriale n. 1077 del 17 aprile 2002.
Le domeniche interessate sono state il 26 M aggio, il 16 Giugno, la giornata europea
senz'auto del 22 Settembre e il 24 novem bre 2002. Nelle suddette domeniche la
circolazione al traffico veicolare nella ZTL, zona a traffico limitato, (381 ettari) è stata
vietata dalle ore 10 alle ore 18.
Il traffico a Palermo è una priorità, una vera e propria emergenza c he condiziona
pesantemente la qualità della vita e lo sviluppo della città.
Durante le giornate dedicate alle domenic he ecologiche, vaste aree urbane sono state
destinate esclusivamente a pedoni, ciclisti, ve icoli elettrici o a ga s e mezzi pubblici, per
offrire ai cittadini la possibi lità di sperimentare s enza pericoli l’uso della bicicletta e di
veicoli elettrici o il piacere di passeggiare con le famiglie per le strade chiuse al traffico.
La domenica ecologica ,oltre a dare una risposta alla pressante richiesta di migliore qualità
della vita, intende favorire la sperimentazione di forme alternative di mobilità. In un periodo
di elevato costo dei carburant i, l’adozione di misure che contengano l’utilizzo delle auto
private consente anche un sia pur piccolo rispa rmio di energia; è stata un’ iniziativa del
Ministero dell'Ambiente che invita i cittadini a lasciare per un giorno l' automobile a casa e
riscoprire la propria città circolando a piedi, in bicicletta o sui mezzi pubblici.
IX
E’ anche un mezzo di sensibilizzazione di tutti i cittadini al grave problema
dell’inquinamento nelle città it aliane; serve anche a incoragg iare la fruizione dei beni
culturali e a organizzare eventi che possano rendere ancora più vivibile la città.
Per contenere l'uso delle auto private e ridurre cosi l’inquina mento, è necessario creare
una rete di infrastrutture capace di soddisfare la domanda di mobilità urbana.
Le domeniche ecologiche rappre senteranno un'occ asione per far vivere ai cittadini,
l'esperienza della città libera dalle automobili.
X
Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
Capitolo I
L’inquinamento atmosferico
I.1 Definizione e caratteri generali
Con il termine “inquinamento atmosferico” si intende quel complesso di effetti nocivi che si
ripercuotono sulla biosfera e sull’uomo, dipendenti dall’azione di fattori di alterazione
(inquinanti) degli equilibri esistenti, liberati per lo più come sottoprodotti dell’attività umana
nell’aria.
L’inquinamento atmosferico, pertanto, può essere definito come una variazione della
composizione chimica dell’aria tale da modificare le proprietà chimico-fisiche della stessa
e da essere potenzialmente nociva per chi vi si trova immerso.
Le sostanze inquinanti liberate nella biosfera sono generalmente prodotte dall’attività
umana nel suo vario svolgersi (inquinamento di origine antropica).
In natura sono sempre esistiti fenomeni che possono essere definiti sorgenti naturali
d’inquinamento; tuttavia, questi, pur alterando la composizione e le caratteristiche chimico-
fisiche dell’atmosfera stessa, non generano fenomeni acuti e localizzati d’inquinamento.
Le attività antropiche, invece, hanno introdotto nell’atmosfera inquinanti in quantità tale da
modificare il delicato e complesso equilibrio dell’aria e da produrre effetti dannosi non solo
per la salute degli uomini e degli animali, ma anche per la vegetazione, il suolo, le acque e
i materiali.
Molti degli inquinanti generati dalle sorgenti antropiche sono gli stessi di quelli prodotti da
eventi naturali, ma i fattori meteoclimatici, insieme alle caratteristiche morfologiche dei
centri urbani, ne favoriscono l’accumulo raggiungendo in alcuni casi livelli di
concentrazione elevati ed innescando la formazione di ulteriori inquinanti tramite
trasformazioni chimiche.
La porzione dell’atmosfera alla quale ci si riferisce quando si parla di inquinamento può
essere definita “troposfera”; essa si estende fino a un'altitudine di circa 11 km al di sopra
delle zone polari e di circa 16 km al di sopra delle regioni equatoriali. La troposfera
contiene l'80% della massa gassosa che costituisce l'atmosfera, e il 99% di tutto il vapore
acqueo. In essa, gli scambi di calore sono prodotti dalle turbolenze e dai venti, e gli
1
Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
scambi di acqua dall'evaporazione e dalle precipitazioni. L'intensità dei venti aumenta con
l'altitudine e le nubi più alte raggiungono una quota di 10 km.
Nella troposfera gli inquinanti, una volta immessi, permangono per un periodo di tempo
che può variare da pochi giorni ad alcuni anni, in funzione della loro reattività e delle
condizioni meteoclimatiche, dando origine a numerose reazioni chimiche.
Gli effetti di queste reazioni ed i tempi di rimozione degli inquinanti dipendono da diversi
fattori quali la temperatura, le radiazioni solari, le precipitazioni e la reattività dei singoli
inquinanti.
E’ necessario rilevare che alcuni inquinanti vengono immessi anche nella “stratosfera”,
cioè nello strato superiore dell'atmosfera terrestre che si estende approssimativamente fra
i 15 e i 50 km di altitudine, dove permangono causando effetti di varia natura sull’intero
globo (effetto serra, riduzione dello strato di ozono stratosferico, effetti sul clima).
La stratosfera è quasi completamente priva di nubi o di altri fenomeni meteorologici.
I.2 Gli inquinanti e la loro classificazione
Con il termine “inquinante” si intende qualunque sostanza già presente nella
composizione naturale dell’atmosfera o prodotta artificialmente dall’uomo che, per le
elevate concentrazioni raggiunte o per il suo grado di tossicità, altera l’equilibrio
dell’ambiente provocando effetti dannosi.
Gli inquinanti si possono dividere in due grandi classi: primari e secondari.
Vengono definiti “inquinanti primari” gli inquinanti direttamente emessi dalle sorgenti.
I principali inquinanti primari sono quelli emessi dai processi di combustione di qualunque
natura, ovvero gli idrocarburi incombusti, il monossido di carbonio, gli ossidi di azoto
(principalmente sotto forma di monossido) ed il materiale particellare. Nel caso in cui i
combustibili contengano zolfo, si ha inoltre anche emissione di anidride solforosa.
A seguito dell’emissione in atmosfera, gli inquinanti primari sono soggetti a processi di
diffusione, trasporto e deposizione, nonché a processi di trasformazione chimico-fisica che
possono portare alla formazione di nuove specie inquinanti, che in alcuni casi risultano più
tossici e di più vasto raggio d'azione degli inquinanti originari.
La dispersione degli inquinanti primari in atmosfera, come pure la loro rimozione, sono
strettamente dipendenti dal comportamento dinamico dei bassi strati dell’atmosfera. Ne
consegue che per lo studio di tali inquinanti è necessario conoscere sia il profilo
qualitativo, quantitativo e temporale delle emissioni, sia i processi meteorologici che
2
Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
regolano il comportamento dinamico della bassa troposfera (classi di stabilità, direzione ed
intensità del vento).
Vengono definiti “inquinanti secondari” quelle specie inquinanti che si formano a seguito di
trasformazioni chimico-fisiche degli inquinanti primari, ovvero delle specie chimiche
direttamente emesse in atmosfera dalle sorgenti. Gli inquinanti secondari sono i
responsabili dello smog fotochimico.
Lo “smog” è la combinazione di nebbia e particelle di fumo prodotte da reazioni di
combustione, che si accumula nell’aria in assenza di vento e in presenza di umidità. Il
termine deriva dalle parole inglesi smoke e fog, che significano rispettivamente “fumo” e
“nebbia”. In aree urbane densamente popolate, lo smog aumenta soprattutto quando
un’inversione termica produce un ristagno della circolazione atmosferica.
Lo smog, oltre a fornire i nuclei di condensazione necessari al vapore acqueo per passare
di stato e trasformarsi in acqua, favorisce le reazioni chimiche tra i gas presenti in
atmosfera. A seconda che tali reazioni rientrino nella categoria delle riduzioni o delle
ossidazioni, lo smog si dice riducente o ossidante. Quest’ultimo, detto anche “smog
fotochimico”, si forma quando gli ossidi di azoto presenti nell'atmosfera entrano in
reazione con gli idrocarburi per effetto della radiazione solare; particolarmente nocivo,
rappresenta una delle forme di inquinamento più dannose per l’ecosistema.
Dal momento che gli ossidi di azoto ed i composti organici volatili sono fra i componenti
principali delle emissioni nelle aree urbane, le città poste nelle aree geografiche
caratterizzate da radiazione solare intensa e temperatura elevata (es. aree mediterranee)
costituiscono dei candidati ideali allo sviluppo di episodi di inquinamento fotochimico
intenso.
Le conoscenze che è necessario acquisire per poter comprendere gli eventi di
inquinamento secondario riguardano i processi di trasformazione chimica e chimico-fisica
degli inquinanti, i processi dinamici della bassa atmosfera e l’intensità della radiazione
solare.
I.3 Aspetti meteorologici
La concentrazione degli inquinanti nell’atmosfera è determinata dal numero e dall'intensità
delle sorgenti di inquinamento, dalla distanza da tali sorgenti e dalle trasformazioni
chimico-fisiche cui vengono sottoposti, e soprattutto dalle condizioni meteorologiche locali
(per i fenomeni di inquinamento a scala locale) e a grande scala (per i fenomeni di
3
Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
inquinamento a grande distanza dalle sorgenti), che spesso costituiscono il parametro
chiave per la comprensione della genesi, dell’entità e dello sviluppo nel tempo di un
evento di inquinamento atmosferico.
Per i fenomeni di inquinamento a scala locale l'influenza maggiore sul trasporto e la
diffusione atmosferica degli inquinanti è dovuta all'intensità del vento, all'incanalamento
del vento in valli strette o nelle strade delle zone urbane, alle condizioni di turbolenza
(meccanica e termodinamica) dei bassi strati atmosferici ed ad effetti meteorologici
particolari quali le brezze di mare o di monte.
Per i fenomeni di inquinamento a grande scala, l'influenza maggiore sul trasporto e sulla
diffusione degli inquinanti è dovuta alle variazioni del vento con la quota (shear del vento)
e alla turbolenza determinata dalle aree cicloniche e anticicloniche. In genere, a parità di
emissione di inquinanti dalle sorgenti, le concentrazioni in aria a piccola scala (zone
urbane, zone industriali, ecc.) sono minori quando il vento è moderato o forte e l'atmosfera
è instabile nei bassi strati, oppure quando il vento è debole o assente ma vi è forte
insolazione con cielo sereno e sole alto sull'orizzonte. Viceversa, le concentrazioni
diventano elevate quando vi è inversione del gradiente termico verticale o in condizioni di
alta pressione di notte e con vento debole, oppure in condizioni di nebbia persistente che
provoca processi di accumulo.
I.3.1 Le inversioni termiche
Nei 10 km inferiori dell’atmosfera (troposfera) la temperatura dell’aria generalmente
decresce con l’altezza di circa 7 °C per Km; le masse d’aria più calde, vicine alla superficie
terrestre, a causa della loro minore densità tendono a salire verso l’alto e vengono
sostituite da masse d’aria più fredde provenienti dall’alto. La conseguenza di questo
processo è il rimescolamento degli strati inferiori della troposfera.
Tuttavia, quando uno strato di aria fredda si incunea al di sotto di uno strato di aria calda si
ha una situazione di inversione termica e l'aria fredda, essendo impossibilitata a salire,
ristagna in prossimità della superficie. In questo modo viene ostacolata la dispersione
delle sostanze inquinanti, la cui concentrazione, in condizioni di prolungati periodi di alta
pressione stazionaria associata all'assenza di venti, può aumentare fino a livelli pericolosi
per la salute. Questa zona, nota come “strato di inversione”, agisce come un ostacolo sugli
strati inferiori di aria più freddi che, a causa della loro maggiore densità, non possono
attraversarla. In queste condizioni, gli inquinanti prodotti al suolo non vengono
4
Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
rapidamente miscelati con l’intera troposfera, ma restano confinati nel volume di aria al di
sotto dello strato di inversione.
Un primo tipo di inversione termica che è spesso causa di eventi di inquinamento nei siti
urbani è l’inversione di tipo radiativo. L’inversione radiativa è generata dal rapido
raffreddamento sia della superficie terrestre che dello strato di aria immediatamente al di
sopra di questa, dovuto all’emissione di radiazione infrarossa subito dopo il tramonto. La
concentrazione di biossido di carbonio (CO
2
) nell'atmosfera ha la proprietà di influenzare il
cosiddetto bilancio radiativo della Terra, in quanto lascia passare la radiazione proveniente
dal Sole ma intrappola i raggi infrarossi riemessi dalla superficie terrestre.
Durante le notti limpide, in condizione di alta pressione, questo raffreddamento può essere
così rapido che lo strato d’aria adiacente alla superficie terrestre diviene più freddo dello
strato immediatamente superiore, con formazione di uno strato di inversione in genere a
quote piuttosto basse (50 metri). Questa condizione persiste fino a che il riscaldamento
mattutino della superficie e dell’aria al di sopra di essa risulta sufficiente a "rompere" lo
strato di inversione.
Un altro tipo di inversione termica è l’inversione generata dalla brezza di mare, ovvero
dallo spostamento orizzontale delle masse d’aria che si trovano al di sopra di una
superficie più calda, quale il mare nelle ore notturne, verso una massa d’aria o una
superficie più fredda, quale la terra. Questo tipo di inversione ha in genere un’altezza
maggiore di quella di tipo radiativo (poche centinaia di metri) e la sua intensità e
persistenza è spesso la causa dell’insorgere di fenomeni di inquinamento fotochimico di
notevole intensità. L’inversione ha termine quando il riscaldamento mattutino della
superficie terrestre è sufficientemente intenso per generare una efficace spinta verso l’alto
delle masse d’aria sovrastanti; in caso contrario, l’inversione può persistere in quota anche
per diversi giorni, innescando un fenomeno di smog fotochimico, che si prolunga, con
intensità crescente, per più giorni consecutivi (multi-day smog episode).
Altri parametri meteorologici che rivestono un’importanza notevole per i fenomeni di
inquinamento urbano sono i campi di vento, che favoriscono il trasporto orizzontale degli
inquinanti, e la temperatura ed intensità della radiazione solare, che hanno una
importanza fondamentale nella genesi degli episodi di inquinamento fotochimico.
I.3.2 Effetti sul clima
L'aumento del tenore di anidride carbonica CO
2
nella troposfera, in conseguenza
5
Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
dell'incremento del consumo di combustibili e del disboscamento attuato per far posto a
nuovi spazi agricoli, non è insignificante.
Dal momento che nella troposfera è soprattutto la presenza di anidride carbonica e di
vapore acqueo a regolare la temperatura del globo, trattenendo la maggior parte del flusso
di energia termica irradiata dal suolo in conseguenza del fenomeno noto come effetto
serra, una variazione sensibile della percentuale di anidride carbonica ha ripercussioni
climatiche.
Nonostante l'anidride carbonica continui ad essere immessa nell'atmosfera in quantità
sempre maggiori, la temperatura media mondiale ha mostrato una leggera diminuzione
che è interpretata come conseguenza dell'aumentato potere riflettente o “albedo” della
Terra, dovuto all'intensificarsi dell’intorbidamento atmosferico da parte dei fumi e delle
polveri prodotti da attività industriali e agricole e da eruzioni vulcaniche particolarmente
ricche di polveri. Le particelle di fumi e polveri, agendo da nuclei di condensazione per il
vapore acqueo, favoriscono la formazione di nubi che aumentano ulteriormente l'albedo.
Gli effetti della torbidità atmosferica si manifestano soprattutto negli strati più bassi e in
particolar modo nelle aree altamente industrializzate con notevole riduzione della visibilità
e aumento di foschie, nebbie, nuvolosità e precipitazioni, al punto che le città industriali
hanno un numero di giornate nuvolose e piovose superiore a quello delle campagne
circostanti.
A causa dei contrastanti effetti dovuti all'aumento del tenore di anidride carbonica da una
parte e alla nuvolosità e torbidità atmosferica dall'altra e inoltre delle attuali incomplete
conoscenze del ruolo dei numerosi fenomeni geofisici che intervengono nel bilancio di
radiazione della Terra, è impossibile stabilire con sicurezza quali siano le conseguenze a
lunga scadenza di questi mutamenti indotti dall'uomo sull'atmosfera.
Un'altra conseguenza dell'inquinamento è l'accumulo di calore di scarto liberato
nell'atmosfera dalle varie attività produttrici di calore; per alcuni la quantità di calore
somministrata all'ambiente è già superiore a quella smaltibile per irradiazione nello spazio
e quindi la temperatura è destinata a salire con profonda alterazione del clima nell'arco di
qualche decennio, per altri l'aumento di calore può essere compensato da attività che
elevino l'albedo come l'espandersi delle superfici di cemento e di asfalto delle aree urbane
o l'estendersi dei deserti.
In definitiva, non si sa molto né sul complesso meccanismo di interazioni che regola
l'ambiente fisico, né sulla portata delle interferenze climatiche prodotte dagli inquinamenti
atmosferici. Solo il controllo sistematico della dispersione e delle modalità di trasporto
degli inquinanti, delle variazioni dei valori di torbidità atmosferica, anidride carbonica e
6
Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
vapore acqueo, e di tutto ciò che ha effetti sull'albedo, condotto su scala mondiale con
l'aiuto di adatti satelliti meteorologici, potranno fornire più precise indicazioni sull'effettiva
portata dell'alterazione dell'ambiente fisico.
I.4 Gli inquinanti primari
Monossido di carbonio (CO)
Caratteristiche: il monossido di carbonio (CO) è un gas incolore, inodore e fortemente
tossico; si forma durante la combustione delle sostanze organiche, quando questa è
incompleta per difetto di ossigeno.
Sorgenti naturali: i processi di ossidazione del metano, gli incendi boschivi, i gas di
palude, le emissioni vulcaniche e le scariche elettriche nel corso di temporali.
Sorgenti antropiche: le raffinerie di petrolio, gli impianti di produzione dell’acciaio e della
ghisa, gli impianti termoelettrici ed, in ambiente urbano, soprattutto gli autoveicoli a
benzina. Le concentrazioni urbane variano fra 20 e 60 mg/m
3
, con picchi mattina-sera,
corrispondenti alle ore di punta del traffico.
Effetti sulla salute: trattandosi di un gas altamente tossico, ad elevate concentrazioni è
letale; esplica la sua azione sull’uomo formando con l’emoglobina un complesso
irreversibile che inibisce il trasporto di ossigeno nel sangue, causando problemi al sistema
respiratorio.
L’esposizione ad elevate concentrazioni di CO causa cefalea, affaticamento, incoscienza
ed infine morte.
Gli individui affetti da cardiopatie, malattie polmonari, anemie e le donne in gravidanza
sono i più sensibili.
Effetti sull’ambiente: il monossido di carbonio, dopo ossidazione ad anidride carbonica
(CO
2
), contribuisce all’incremento della temperatura nel globo terrestre (effetto serra);
inoltre, in presenza di elevate concentrazioni di CO, sono stati osservati effetti dannosi
nelle piante.
Ruolo in atmosfera: la concentrazione atmosferica di CO è di circa 120 ppb
1
nella
troposfera non inquinata e di 1-10 ppm
2
nell’aria inquinata di aree intensamente
urbanizzate.
1
ppb : parts per billion (parti per miliardo)
2
ppm : parts per million (parti per milione)
7
Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
Il tempo medio di residenza del CO in atmosfera è di circa quattro mesi, e quindi il
monossido di carbonio può essere utilizzato come tracciante dell’andamento temporale
degli inquinanti primari al livello del suolo.
Monossido di azoto (NO)
Caratteristiche: gli ossidi di azoto, monossido (NO) e biossido (NO
2
), essendo presenti
contemporaneamente nell’aria, sono comunemente indicati come NO
X
e si formano
durante le reazioni di combustione ad elevate temperature. Gli NO
X
sono la principale
fonte di O
3
troposferico; reagiscono con gli idrocarburi sotto l’ azione dei raggi UV. Il
monossido di azoto è un gas incolore ed inodore. L’ NO si produce in quantità maggiori
dell’NO
2
in dipendenza dalla temperatura di combustione e dalla quantità di ossigeno
libero.
Sorgenti naturali: comprendono i fulmini, gli incendi e le emissioni vulcaniche e dal suolo.
Sorgenti antropiche: l’origine antropica è da attribuire ai trasporti, all’uso di combustibili
per la produzione di elettricità e di calore ed, in misura minore, alle attività industriali. Forti
quantità sono prodotte dai motori delle automobili, dagli impianti termici e dalle industrie
che producono composti azotati.
Effetti sulla salute e sull’ambiente: il monossido di azoto non è causa di danni diretti
all’uomo e all’ambiente in generale.
Ruolo in atmosfera: la concentrazione atmosferica del monossido di azoto è di 10-50
ppt
1
nella troposfera non inquinata e di 50-750 ppb nell’aria inquinata. L’importanza del
ruolo del monossido d’azoto in atmosfera è legata alla reazione di ossidazione che
produce biossido d’azoto, fondamentale nei processi di inquinamento secondario ed in
particolare di smog fotochimico.
Biossido di zolfo (SO
2
)
Caratteristiche: è un gas pesante, incolore, dal caratteristico odore soffocante. Il biossido
di zolfo viene liberato nell'atmosfera durante la combustione di combustibili fossili, come il
gas naturale, il petrolio e il carbone, e costituisce uno dei più pericolosi inquinanti.
1
ppt : parts per thousand (parti per mille)
8
Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
Sorgenti naturali: le eruzioni vulcaniche, il fitoplancton marino, la fermentazione batterica
nelle zone paludose.
Sorgenti antropiche: sono costituite da centrali termoelettriche a carbone o olio
combustibile, industrie, riscaldamento domestico e traffico stradale.
Effetti sulla salute: a causa della sua elevata solubilità in H
2
O (per formare l’acido
solforico H
2
SO
4
, uno dei componenti responsabili delle piogge acide), viene facilmente
assorbito dalle mucose nasali; può causare costrizione dei bronchi in soggetti predisposti,
anche a concentrazioni dell’ordine delle centinaia di ppb. Asmatici, bronchiti cronici,
bambini ed anziani presentano maggiore suscettibilità.
Effetti sull’ ambiente: l’acido solforico riflette le radiazioni solari (albedo), producendo un
raffreddamento diretto della Terra e causa gravi danni ai laghi, alla vegetazione ed ai
materiali per acidificazione delle precipitazioni. Anche la corrosione di molti monumenti e
delle facciate degli edifici è provocata dalle piogge acide, o meglio dall'acido solforico in
esse contenuto, che trasforma il calcare della pietra da costruzione in gesso.
Ruolo in atmosfera: Il biossido di zolfo viene liberato nell'atmosfera durante la
combustione di combustibili fossili, come il gas naturale, il petrolio e il carbone, e
costituisce uno dei più pericolosi inquinanti. La concentrazione di biossido di zolfo nell'aria
può variare da 0,01 a molte parti per milione.
Idrocarburi
Caratteristiche: in chimica organica, termine che individua una famiglia di composti
costituiti interamente da atomi di carbonio e di idrogeno. Si tratta dei composti organici più
semplici, dai quali possono essere derivati tutti gli altri. Vengono per comodità distinti in
due grandi categorie, gli idrocarburi aciclici e gli idrocarburi ciclici. Nei primi, gli atomi di
carbonio sono legati in modo da formare una catena di varia lunghezza che può
presentare una o più ramificazioni laterali. Nei composti ciclici, invece, gli atomi di carbonio
sono disposti a formare uno o più anelli chiusi. All'interno di questa suddivisione, viene
definito saturo un legame semplice fra atomi di carbonio, insaturo un legame doppio o
triplo. La principale suddivisione viene fatta fra idrocarburi contenenti e non l’anello del
benzene, detti rispettivamente aromatici e alifatici.
Sorgenti naturali: prodotti finali della decomposizione della materia organica ovvero
immessi in atmosfera in seguito ad eruzioni vulcaniche o per combustione spontanea o
direttamente dalle piante.
9
Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
Sorgenti antropiche: generalmente sono gli impianti di riscaldamento ed industriali nei
quali si hanno processi di combustione incompleta e tutte le fasi di produzione,
lavorazione, immagazzinamento e trasporto dei prodotti contenenti idrocarburi in cui può
avere luogo l’evaporazione.
Effetti sulla salute: alcuni componenti (benzene, toluene, xilene, ecc.) sono altamente
cancerogeni. Altri, come gli idrocarburi aciclici ed aliciclici (se tutti gli atomi dell'anello sono
atomi di carbonio), rappresentano un pericolo per la salute dell’uomo a concentrazione
superiore a circa 500 ppm, provocando irritazione alle mucose ed asfissia.
Effetti sull’ ambiente: i mezzi di trasporto rappresentano la fonte principale
d’inquinamento da idrocarburi. Sulle piante si sono riscontrati effetti a carico dell’apparato
fogliare.
Ruolo in atmosfera: gli idrocarburi immessi in atmosfera permangono fino ad un periodo
di circa 3 anni. La modalità di rimozione avviene per effetto del rimescolamento
atmosferico al variare delle condizioni meteoclimatiche.
Benzene (C
6
H
6
)
Caratteristiche: il benzene è un liquido incolore, dall’odore caratteristico e molto forte; è il
composto aromatico più semplice, altamente volatile, insolubile in acqua. E’ facilmente
infiammabile e produce vapori esplosivi.
Sorgenti naturali: prodotto commercialmente da petrolio, gas naturale e carbone.
Sorgenti antropiche: le principali fonti sono dovute al traffico autoveicolare, ad alcuni
processi industriali ed all’ evaporazione dei carburanti.
Effetti sulla salute: se inalato in quantità elevate, è tossico e cancerogeno;
l’intossicazione acuta si manifesta con sintomi neurologici: cefalea, stordimento, senso di
costrizione al torace. Il benzene esercita un’ azione tossica sul midollo osseo con possibile
induzione di leucemia.
Effetti sull’ ambiente: la contaminazione dell’ambiente deriva principalmente dagli
autoveicoli (80-90%). I livelli aumentano nei periodi invernali, in concomitanza
dell’aumento del traffico, dell’accensione degli impianti di riscaldamento e dei fenomeni di
inversione termica.
Ruolo in atmosfera: il benzene è una molecola stabile e relativamente inerte; non ha un
ruolo significativo nei processi d’inquinamento secondario. Proprio per la sua stabilità e
per la prevalente antropicità delle sue sorgenti, questa specie può essere utilizzata come
10
Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
tracciante dell’ andamento temporale degli inquinanti primari al livello del suolo. La
concentrazione di benzene nelle aree urbane varia fra le poche unità e le poche decine di
ppb.
Particolato sospeso (PTS, PM
10
)
Caratteristiche: i PTS (particolato totale sospeso) sono particelle solide e liquide disperse
nell’atmosfera, il cui diametro varia tra 0,1 e 100 µm; quelle con diametro superiore a 10
µm sono scarse, fatta eccezione per località molto secche e ventose o in prossimità di una
specifica fonte, in quanto tendono a depositarsi velocemente. Le condizioni
meteorologiche come la temperatura, il vento, la pioggia, i fenomeni di inversione termica,
hanno una grande influenza sulla distribuzione e la chimica delle polveri.
Il particolato nell’aria può essere costituito da diverse sostanze: sabbia, ceneri, polveri,
fuliggine, sostanze silicee di varia natura, sostanze vegetali, composti metallici, fibre tessili
naturali e artificiali, sali, elementi come il carbonio o il piombo, ecc.
In base alla natura e alle dimensioni delle particelle possiamo distinguere:
- gli aerosol, costituiti da particelle solide o liquide sospese in aria e con un diametro
inferiore a 1 micron (1 µm);
- le foschie, date da goccioline con diametro inferiore a 2 micron;
- le esalazioni, costituite da particelle solide con diametro inferiore ad 1 micron e rilasciate
solitamente da processi chimici e metallurgici;
- il fumo, dato da particelle solide di solito con diametro inferiore ai 2 µm e trasportate da
miscele di gas;
- le polveri (vere e proprie), costituite da particelle solide con diametro fra 0,25 e 500
micron;
- le sabbie, date da particelle solide con diametro superiore ai 500 µm.
Le particelle primarie sono quelle che vengono emesse come tali dalle sorgenti naturali ed
antropiche, mentre le secondarie si originano da una serie di reazioni chimiche e fisiche in
atmosfera. Le particelle fini sono quelle che hanno un diametro inferiore a 2,5 µm, le altre
sono dette grossolane. Da notare che il particolato grossolano è costituito esclusivamente
da particelle primarie.
Le polveri PM
10
rappresentano il particolato che ha un diametro inferiore a 10 micron e
vengono anche dette polveri inalabili perché sono in grado di penetrare nel tratto superiore
dell’apparato respiratorio (dal naso alla laringe).
11
Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
Le polveri toraciche sono quelle in grado di raggiungere i polmoni. Le polveri PM
2,5
costituiscono circa il 60% delle PM
10
e rappresentano il particolato che ha un diametro
inferiore a 2,5 micron. Le PM
2,5
sono anche dette polveri respirabili perché possono
penetrare nel tratto inferiore dell’apparato respiratorio.
Sorgenti naturali: le eruzioni vulcaniche, l’erosione delle rocce da parte del vento, la
dispersione di materiali di origine vegetale.
Sorgenti antropiche: il traffico, gli impianti di riscaldamento, gli impianti industriali
(acciaierie, cementifici, inceneritori, ecc.) e più in generale qualsiasi processo di
combustione. Le polveri derivano sia da fenomeni di abrasione superficiale e di erosione
(dei manti stradali, dei pneumatici, ecc.) sia dai processi di combustione dei motori,
principalmente diesel e ciclomotori a due tempi.
Effetti sulla salute: la loro tossicità è dovuta alle caratteristiche chimico-fisiche e alle
dimensioni delle particelle; infatti la capacità di penetrazione nell’apparato respiratorio è
inversamente proporzionale alle loro dimensioni. Le polveri con diametro >10µm vengono
bloccate nei primi tratti dell’apparato respiratorio dell’uomo mentre, quelle con diametro
inferiore a 10µm (PM
10
) e a 2,5µm (PM
2,5
) raggiungono gli alveoli polmonari provocando
infiammazioni o intossicazioni. Esse, inoltre, veicolano gas irritanti (SO
2
, NO
X
, ecc.),
elementi tossici (ad es. il piombo) e sostanze cancerogene (idrocarburi policiclici aromatici,
nitrocomposti, ecc.).
Effetti sull’ ambiente: le polveri presenti nell'aria producono una nebbia densa e scura, il
cosiddetto smog, riducendo la visibilità. Inoltre, determinano l’annerimento degli edifici e
provocano un effetto corrosivo.
Ruolo in atmosfera: gli spostamenti aerei troposferici hanno la capacità di movimentare
con le polveri grandi quantità di inquinanti. Le polveri, se immesse direttamente nella
stratosfera, possono ruotare attorno al globo terrestre anche per diversi anni ed avere così
un consistente effetto sul clima. Il tempo di permanenza varia da pochi minuti a diversi
giorni in funzione delle loro dimensioni e dello strato atmosferico interessato; le particelle
più piccole, nel periodo freddo in cui si verificano fenomeni di inversione termica, possono
rimanere in sospensione aerea per molte settimane.
Piombo (Pb)
Caratteristiche: elemento metallico denso, con colore grigio-bluastro, di simbolo Pb e
numero atomico 82. Il piombo metallico è tenero, malleabile, duttile e, se riscaldato
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Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
leggermente, può essere fatto passare attraverso piccoli fori. È poco resistente alla
trazione ed è un cattivo conduttore di elettricità. Se esposto all'aria, varia rapidamente
aspetto e assume una colorazione blu-grigiastra piuttosto opaca, molto diversa dalla
consueta lucentezza metallica.
Sorgenti naturali: eruzioni vulcaniche, incendi, ecc. Il piombo è abbondantemente diffuso
in tutto il mondo sotto forma di solfuro, nel minerale chiamato galena e in minerali di
secondaria importanza come la cerussite e l'anglesite.
Sorgenti antropiche: inceneritori, combustibili per riscaldamento, materiali di scarto
recuperati da vari processi industriali e quindi fusi, emissioni da traffico autoveicolare,
consumo di pneumatici e freni, uso di anticrittogamici, ecc.
Effetti sulla salute: i composti del piombo sono velenosi, tanto più quanto maggiore e la
loro solubilità; la permanenza in ambienti contenenti polveri o vapori di piombo o suoi
composti produce fenomeni di avvelenamento cronico detto “saturnismo”. Tali
manifestazioni si verificano soltanto dopo che l’organismo ha accumulato una determinata
quantità di questo metallo, e comprendono anemia, aumento della pressione sanguigna,
debolezza, stipsi, coliche e, spesso, paralisi degli arti a livello dei polsi e delle caviglie. Il
piombo può inoltre provocare fenomeni di amnesia, ovvero di perdita della memoria; se
l’avvelenamento colpisce bambini, può ritardarne lo sviluppo motorio e causare problemi
all'udito e all'equilibrio.
Effetti sull’ ambiente: i composti del piombo esercitano un’attività tossica anche per le
piante e gli animali; infatti alcuni di essi vengono largamente usati come componenti di
anticrittogamici.
Ruolo in atmosfera: il piombo, pur essendo presente in atmosfera in basse
concentrazioni, per la sua elevata tossicità è altamente pericoloso.
I.5 Gli inquinanti secondari
Biossido di azoto (NO
2
)
Caratteristiche: gli ossidi di azoto, monossido (NO) e biossido (NO
2
), essendo presenti
contemporaneamente nell’aria, sono comunemente indicati come NO
X
e si formano
durante le reazioni di combustione ad elevate temperature. Il biossido di azoto ha un
colore rosso-bruno ed un odore pungente e soffocante. Viene prodotto sia durante la
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Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
combustione sia per reazioni fotochimiche secondarie che avvengono in atmosfera in
presenza di UV.
Sorgenti naturali: sono legate alla denitrificazione batterica ed, in misura minore,
all’attività vulcanica e ai fulmini.
Sorgenti antropiche: l’origine antropica è da attribuire agli impianti di riscaldamento ed ai
gas di scarico dei veicoli a motore (soprattutto diesel) in condizione di accelerazione ed a
velocità elevate.
Effetti sulla salute e sull’ambiente: il grado di tossicità dell’NO
2
è quattro volte più
elevato rispetto all’NO. Il biossido di azoto procura, a circa 13 ppm (24.400 ug/m
3
),
irritazione alle mucose degli occhi e del naso. L’NO
2
reagisce rapidamente con H
2
O per
formare acido nitrico (HNO
3
), sia a livello delle mucose respiratorie che dell’ambiente,
dove contribuisce alla formazione di piogge acide. Gli effetti sulle piante possono essere
diretti ed indiretti, in seguito all’acidificazione delle piogge.
Ruolo in atmosfera: il biossido di azoto gioca un ruolo centrale nei fenomeni di
inquinamento fotochimico in quanto è l’intermedio fondamentale per la produzione di
ozono, acido nitrico, acido nitroso e di tutta una serie di nitrocomposti tra cui gli idrocarburi
policiclici aromatici nitrati. La concentrazione atmosferica di biossido di azoto varia tra
alcune decine e circa 200 ppb.
Ozono (O
3
)
Caratteristiche: è un gas dall’odore pungente, molto reattivo e fortemente ossidante. Allo
stato gassoso è di colore blu pallido; allo stato liquido assume colorazione più intensa ed è
fortemente magnetico. E’ un inquinante secondario che ha origine dagli inquinanti primari
(NO
X
, idrocarburi, ecc.) per effetto di complesse reazioni fotochimiche causate dalla
radiazione solare. L'ozono è presente in piccole quantità in strati diversi dell’atmosfera.
Nella stratosfera, in cui forma uno strato detto ozonosfera (strato dell'atmosfera terrestre
compreso tra i 20 e i 30 km di quota), si forma per azione dei raggi ultravioletti emessi dal
Sole sulle molecole di ossigeno, e svolge un ruolo essenziale per la vita sulla Terra,
perché esercita un’azione filtrante nei confronti di queste radiazioni, fortemente penetranti
e capaci di danneggiare il DNA degli organismi. Nella troposfera, ovvero nella fascia
atmosferica più vicina alla superficie terrestre, la presenza dell’ozono è invece dovuta
all’inquinamento dell’aria ed è legata soprattutto alle emissioni degli autoveicoli e delle
industrie. Tipicamente l’ozono tende ad essere più elevato nelle aree suburbane nei giorni
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Capitolo I - L’ inquinamento atmosferico
seguenti a quelli di traffico intenso, poiché è necessario un certo tempo per la sua
formazione.
Sorgenti naturali: in natura si produce in seguito a scariche elettriche nel corso di
temporali e, soprattutto nel periodo estivo, per azione dell’irraggiamento solare.
Sorgenti antropiche: dovute ad alcune attività lavorative quali ad esempio la saldatura,
ed alla presenza di inquinanti primari che catalizzano la sua formazione.
Effetti sulla salute: gli effetti irritanti dell’ozono (bruciore agli occhi e irritazione alla gola)
si manifestano già alla concentrazione di 0,1 ppm. L’ozono in concentrazione superiore
agli 80 ppb ha effetti acuti sui polmoni, le cavità nasali e la gola (ma i soggetti sensibili, ad
esempio gli asmatici, risentono degli effetti dell’ozono anche a concentrazioni più basse.
Effetti sull’ ambiente: l’ozono provoca danni ai materiali ed ai monumenti, causando un
depauperamento de patrimonio culturale ed artistico, nonché ingenti perdite economiche.
Tra gli effetti dell’ozono troposferico sull’ecosistema bisogna anche annoverare il suo
contributo all’effetto serra, dovuto alla capacità di questa molecola di assorbire
nell’infrarosso.
Ruolo in atmosfera: la concentrazione di ozono può variare da qualche ppb a 200–
250ppb. La concentrazione di fondo di questo inquinante varia invece, alle nostre latitudini,
fra i 30 e i 70 ppb, a seconda del periodo dell’anno.
I.6 Le piogge acide
Si tratta di un fenomeno dovuto all’inquinamento dell'aria, che consiste nella
contaminazione dell’acqua piovana da parte delle sostanze tossiche presenti in atmosfera.
E’ l’attività umana che, immettendo grandi quantità di inquinanti in modo localizzato nei
centri urbani e nelle zone industriali, accentua il fenomeno delle piogge acide.
La combustione del carbone, del petrolio e degli altri idrocarburi nei motori delle
automobili, nelle centrali che producono energia termoelettrica o negli impianti di
riscaldamento, oltre a produrre anidride carbonica (CO
2
) dà luogo anche alla produzione di
altri agenti inquinanti, quali il piombo, l'anidride solforosa (SO
2
) e il biossido di azoto (NO
2
)
e altri ossidi dell’azoto (detti genericamente NO
X
). In particolare, i combustibili fossili
bruciando liberano ossidi (ovvero, composti in cui è presente l'ossigeno) non metallici che
chimicamente sono anidridi acide; queste, venendo a contatto con l'acqua presente
nell'atmosfera, producono diversi acidi quali l’acido solforoso (H
2
SO
3
), l’acido solforico
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