Introduzione
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
ii
modalità attraverso le quali è misurabile l’inflazione, le metodologie
utilizzate nonché ai soggetti preposti a questo scopo; in tale ambito si
vedrà come il problema socio-economico tocca il suo apice in
considerazione del dibattito mai sopito sull’esattezza dei metodi di
rilevazione in considerazione soprattutto della sempre attuale discrasia
tra inflazione misurata e inflazione percepita.
Con la seconda parte inizierà una lavoro che si propone come
obbiettivo un’analisi a livello locale; l’ambito di studi preso come
riferimento, è stato il comune di Aprilia (LT), cittadina Pontina dove è
possibile contare circa 70.000 abitanti, situata geograficamente a
ridosso dei maggiori centri economici dell’area centro-laziale. Partendo
da una ricerca dell’Eurispes (Istituto di studi politici economici e sociali)
relativa all’anno 2004, che cercava di analizzare l’inflazione in termini
di potere di acquisto dei redditi da lavoro, si è voluto procedere
attraverso un’analisi campionaria delle famiglie del comune, al fine di
riuscire a definire un profilo della situazione che, si vedrà, alla luce dei
risultati, evidenzierà una situazione tutt’altro che rosea.
L’ultima parte del lavoro trarrà sempre spunto dall’analisi
campionaria. Attraverso una metodologia sperimentale si tenterà
definire un profilo di comportamento, inerente ai consumi delle stesse
famiglie alla luce dei loro redditi da lavoro, sia in ottica statica, tenendo
conto delle possibilità attuali, sia dal punto di vista dinamico, vale a
dire nell’ipotesi esclusivamente “scolastica” di un aumento improvviso
del reddito disponibile.
Introduzione
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
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La ricerca sul campione, pur senza la pretesa di risultare
generalizzabile su larga scala, in ogni modo renderà disponibile delle
informazioni le quali, in chiave sia attuale che prospettica, potranno
essere oggetto di serie ed opportune valutazioni.
Capitolo1 – L’inflazione; componenti e determinanti
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
1
CAPITOLO 1
L’INFLAZIONE; COMPONENTI E DETERMINANTI
Il termine inflazione, dal latino inflatio-onis, gonfiore, indica una
crescita nell'utilizzo di un determinato oggetto o comportamento,
precedentemente di uso sporadico. Senza dubbio l’accezione
maggiormente utilizzata è legata al contesto economico. Secondo la
definizione fornita dall’Istat (Istituto Nazionale di Statistica)
“L'inflazione è un processo di aumento del livello generale dei prezzi
dell'insieme dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie”.
Indicando con p(t) il livello generale dei prezzi, l'inflazione è la sua
derivata prima rispetto al tempo, ovvero la velocità con cui il livello
medio dei prezzi cresce:
La derivata può essere positiva, negativa, raramente nulla.
L'opposto dell'inflazione, cioè la diminuzione continuativa del livello
generale dei prezzi, prende il nome di deflazione.
Capitolo1 – L’inflazione; componenti e determinanti
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
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L'incremento del livello generale dei prezzi espresso in termini
percentuali è il tasso d'inflazione.
1.1 - GLI EFFETTI DELL’INFLAZIONE
L’ascesa dei prezzi nel corso del tempo che caratterizza la nostra
economia assume un risvolto particolarmente importante sia da un
punto di vista economico che sociale; quest’ultima accezione viene
riscontrata nel fatto che l’impoverimento della popolazione deve essere
imputato maggiormente alla perdita di potere di acquisto del cittadino,
nel momento in cui l’aumento nominale salari non coincide molto
spesso con quello reale. Un problema associato a questo fenomeno è
senza dubbio il fatto che i beni di cui prezzi sono i primi ad essere
maggiormente influenzati sono quelli che toccano più da vicino la
collettività; beni ritenuti essenziali per le famiglie.
Altro elemento decisamente influente a scapito della collettività è
il fatto che in termini pratici l’inflazione non comporta sostanzialmente
una riduzione del livello di ricchezza per il paese bensì una
redistribuzione del reddito in capo ai diversi soggetti; qualcuno
diventerà più ricco a discapito di qualcun altro che diventerà più
povero. Potranno riscontrare un svantaggio tutti quei soggetti che
percepiscono un reddito fisso (lavoratori dipendenti, pensionati)
secondo quanto ricordato in precedenza in relazione alla diminuzione
Capitolo1 – L’inflazione; componenti e determinanti
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
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del reddito reale e alla perdita di potere d’acquisto in virtù
dell’aumento dei prezzi; stessa sorte toccherà ai creditori in quanto la
moneta che verrà restituita a coloro che hanno concesso prestiti sarà
decurtata di una porzione di potere di acquisto derivante proprio
dall’inflazione.
Viene scoraggiato anche il risparmio perché questo equivarrebbe
a privarsi oggi di una quantità di consumi per usufruire domani di una
quantità minore di moneta da destinare alla spesa. L’incremento dei
consumi in questa direzione non farà altro che aumentare i prezzi
contribuendo notevolmente al processo inflazionistico.
Al contrario coloro che usufruiranno di redditi variabili
(commercianti, industriali, liberi professionisti, speculatori) riusciranno
a reagire diversamente all’aumento dei prezzi. Ad un primo periodo, in
cui l’adeguamento dei prezzi di vendita anticipa quello dell’aumento del
costo dei fattori della produzione, potranno usufruire di un vantaggio;
nel lungo periodo però la situazione cambia in quanto, diminuendo i
risparmi della clientela bancaria le banche a fronte di una riduzione
della domanda non faranno altro che aumentare i tassi di interesse
attivi e passivi, processo che, se da una parte, potrebbe portare nel
lungo periodo ad un aumento della raccolta, avrà risvolti negativi in
merito al numero e all’onerosità degli investimenti e dei finanziamenti
alle imprese, riducendo prima e annullando poi, a lungo andare il
vantaggio ottenuto in fase iniziale.
L’aumento dei prezzi in ogni caso favorisce i debitori in quanto al
momento dell’estinzione del debito si troveranno nella condizione di
Capitolo1 – L’inflazione; componenti e determinanti
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
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dover restituire un importo decurtato del proprio valore in misura pari
proprio del tasso di inflazione.
Occorre altresì considerare l’effetto sulle relazioni internazionali.
A farne le spese in questo caso sarà la competitività del paese; i prezzi
dei prodotti nazionali risulteranno più alti rispetto ai beni esteri.
Conseguenze di ciò saranno riscontrabili nel saldo della bilancia dei
pagamenti che vedrà prevalere le importazioni, che tenderanno ad
aumentare nel tempo, sulle esportazioni che di contro si muoveranno
nella direzione opposta.
In generala l’effetto principale dell’inflazione è da ricondurre
all’inefficienza indotta di tipo macroeconomico; l’inefficienza influisce
sui mercati e sul modus operandi degli operatori con relativa perdita di
benessere in capo a quest’ultimi. L’inefficienza è un male che emerge
sotto forma di costi che ricadono sulla stessa collettività, che vanno
altresì eliminati e che è possibile ricondurre alle seguenti categorie:
Costi comportati dall’Inflazione prevista: in questo caso è possibile
limitare gli effetti negativi in quanto la possibilità di prevedere le
dinamiche dell’inflazione pongono gli individui nella condizione di
potersi tutelare preventivamente.
Costi comportati dall’inflazione non prevista: siamo di fronte ad una
situazione in cui gli operatori si trovano lontani dal punto di ottimo,
il che ha un risvolto sulla significatività dei prezzi in termini di valore
informativo.
Allocazione dei consumi non ottimale: a fronte di un informazione
non completa, si ha ogni qual volta che a fronte dell’aumento del
Capitolo1 – L’inflazione; componenti e determinanti
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
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prezzo di un singolo bene la non conoscenza dell’andamento
generale dei prezzi rende l’operatore non in grado di stabilire il
prezzo reale del singolo bene.
Tutti questi fattori mettono in evidenza la delicatezza di questo
fenomeno e pongono governi ed economisti nella condizione di dover
valutare attentamente le dinamiche influenti. È importante innanzi
tutto definire quelle che sono, secondo le diverse teorie economiche le
cause del processo inflativo, gli effetti che si manifestano in
conseguenza dello stesso e non ultimo i vari rimedi proponibili al fine di
gestire al meglio questo fenomeno.
1.2 - LE FORME DELL’INFLAZIONE E LE POLITICHE DI CONTROLLO
Le cause che stanno alla base del processo inflazionistico sono
molteplici e sono state analizzate nel corso degli anni da diverse scuole
di pensiero che ne hanno studiato le determinanti e hanno proposto i
rimedi del caso. I governi odierni si trovano di fronte ad una situazione
complessa e di non facile soluzione. Occorre infatti tener conto che
ogni qualvolta si tenta di condizionare attraverso le diverse manovre la
dinamica inflazionistica si incide contemporaneamente su altre variabili
macroeconomiche quali l’occupazione o le imposte. Le azioni da
intraprendere vanno pertanto selezionate e integrate tra loro in base ai
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Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
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risultati che si vogliono raggiungere ma soprattutto in relazione alle
dinamiche che ci si appresta a combattere.
1.2.1 - LA TEORIA QUANTITATIVA DELLA MONETA – L’INFLAZIONE PER
ECCESSO DI LIQUIDITÀ
Sin dall’inizio del XX secolo, la spiegazione dei fenomeni
inflazionistici derivava dalla “teoria quantitativa della moneta” che offre
una spiegazione dell’inflazione molto semplice; l’aumento generale dei
prezzi è da attribuire al fatto che la massa di moneta cresce più
velocemente della crescita della produzione reale; è proprio la crescita
eccessiva della moneta che genera inflazione. La teoria dei monetaristi
parte da un’identità, “l’equazione degli scambi”, che definisce che
all’interno di un arco temporale, il valore degli acquisti è pari al valore
delle vendite ed entrambi sono pari al valore degli scambi.
Mv = Py
M = Quantità di Moneta
v = Velocità di circolazione
P = Livello generale dei Prezzi
y = Produzione in termini reali
se si interpreta la funzione in termini comportamentali si arriva alla
funzione della domanda di moneta:
M = 1/v x Py
Capitolo1 – L’inflazione; componenti e determinanti
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
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prendendo in considerazione per ciascuna variabile il tasso di
variazione percentuale nel tempo mantenendo fissa la variabile “v”
(nell’ipotesi di velocità di circolazione costante della moneta), si avrà
l’equazione:
∆P=∆M∆y
Dalla formulazione appena descritta si evince come:
Se il reddito reale è costante nel tempo (∆y=0), si avrà ∆P=∆M il
che evidenzia come vi è inflazione qualora in caso di aumento della
quantità di moneta vi sarà un aumento dei prezzi e quindi si avrà
inflazione
Se ∆P=0 allora ∆M=∆y vale a dire che non vi è inflazione nel caso
in cui l’aumento della moneta coincide con l’aumento della
produzione.
1.2.2 - LA SCUOLA KEYNESIANA
1
– L’INFLAZIONE DA DOMANDA
L’inflazione da domanda proposta da keynes scaturisce dal fatto
che la domanda di beni e servizi è in eccesso rispetto alle risorse del
sistema economico (Offerta). Il meccanismo in esame pertanto può
essere messo in moto indifferentemente da un dei diversi componenti
della domanda aggregata quali consumi, investimenti piuttosto che
spesa pubblica o esportazioni. Un aumento esemplificativo dei redditi
1
John Maynard Keynes “Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della
moneta” (The general theory of employment, interest and money, 1936)
Capitolo1 – L’inflazione; componenti e determinanti
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
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dei consumatori potrebbe avere effetti proprio sul livello dell’inflazione
in ragione della maggiore domanda di beni se questa non viene
accompagnata da un aumento di pari entità dell’offerta (Grafico 1).
Grafico 1
AD = Domanda Aggregata
AS = Offerta aggregata
Nel corso del tempo l’idea proposta da keynes è stata sempre
fortemente contestata dai monetaristi che rimangono fermi nel ritenere
che l’offerta di moneta rimane la vera e propria causa dell’inflazione.
Un esempio in questo senso è dato provando ad aumentare una delle
componenti che influenzano la domanda aggregata quale è la spesa
pubblica; se l’aumento avviene in deficit vale a dire senza l’emissione
di moneta, senza quindi far corrispondere l’aumento dell’offerta di
quest’ultima in contropartita all’incremento della spesa pubblica, si
avrà una compensazione di pari importo ma di segno opposto di
un’altra componente, quale ad esempio gli investimenti, determinata
P
Y
AD
AD’
AS
∆prezzi
Capitolo1 – L’inflazione; componenti e determinanti
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
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dalla variazione dei tassi di interesse. Il tutto porta alla posizione della
AD invariata rispetto alla posizione iniziale. Caso opposto nel caso in
cui a fronte dell’aumento di spesa pubblica si abbia un corrispondente
aumento dell’offerta di base monetaria (finanziamento della spesa
pubblica); in questo caso la AD si sposterà verso destra provocando
spinte inflazionistiche.
1.2.3 - LA SCUOLA DELLA SPINTA DA COSTI
Secondo la scuola della spinta da costi le cause principali
dell’inflazione sono riconducibili a due fattori fondamentali: il primo si
avrà qualora le imprese decidano di aumentare i margini di profitto.
L’aumento del margine si riverserà sui prezzi determinando a tal
proposito l’aumento degli stessi. I teorici della spinta da costi
consideravano altresì importante la situazione scaturita dall’aumento
del costo medio dei fattori produttivi. Si avranno risvolti sui prezzi nel
caso in cui ad aumentare siano i prezzi delle materie prime; la
situazione potrà verificarsi anche qualora si operi in situazione di cambi
fissi, e le autorità decidano di fissare un tasso di cambio tale da
rendere maggiormente onerosi i beni e le materie prime importate
dall’estero.
In questo caso sarà importante il costo del fattore lavoro
Capitolo1 – L’inflazione; componenti e determinanti
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
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CLUP = WL/y
che sarà dato dalla spesa per retribuire i lavoratori diviso il volume di
produzione. Se si vogliono considerare i tassi di variazione delle
diverse variabili avremo che:
∆P = g*+W*-π*
∆P = Variazione dei prezzi
G* = Variazione del margine di profitto
W* = Tasso di crescita dei salari
π* = Tasso di crescita della produttività media del lavoro
dalla quale discende la regola aurea della politica economica secondo la
quale, nel caso in cui i margini di profitto rimangano costanti (g*=0)
non ci sarà inflazione nel caso in cui i salari nominali cresceranno allo
stesso tasso al quale cresce la produttività media del lavoro
∆P = W*-π* → se W*=π* → ∆P=0
il problema è particolarmente sentito nella trattative sui rinnovi
contrattuali, dove, l’elemento determinante è senza dubbio la relazione
tra la dinamica dei salari nominali alla produttività del lavoro. Un’altra
conseguenza della regola aurea della politica economica discende dal
fatto che se i margini di profitto delle imprese non variano (g
*
=0) e se
Capitolo1 – L’inflazione; componenti e determinanti
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
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il salario nominale cresce allo stesso tasso della produttività media del
lavoro (W
*
=π
*
), allora la quota di reddito che va al fattore lavoro
rimane inalterata (S
L
=0)
S
L
= W/ Pπ
Anche qualora si consideri la variazione percentuale:
S
L*
= W
*
-P
*
-π
*
1.2.4 - L’INFLAZIONE STRUTTURALE E IL MORBO DI BAUMOL
Il problema dell’inflazione strutturale è riconducibile al fatto che
la produttività nei diversi settori sia caratterizzata da tassi di crescita
differenti; la dinamica degli aumenti salariali diffusi alla totalità dei
settori produttivi non tenendo conto della dinamica della crescita della
produttività non omogenea porta, per le cause evidenziate nel
paragrafo precedente, all’aumento dei prezzi e all’aumento
dell’inflazione. Strettamente collegato all’inflazione strutturale è il
cosiddetto Morbo dei costi di Baumol; Baumol e Bowen
2
per primi
2
Baumol H. e Bowen W.J. “The Future of the Theater and the Cost Disesase of the
Arts, in the Bach and the Box: The impact of Television on the Performing Arts”, a
cura di M.A. Hendon, J.F. Richardson e W.S. Hendon, Akron, Association for Cultural
economics, 1936.
Capitolo1 – L’inflazione; componenti e determinanti
Inflazione, redditi e consumi; un’analisi del territorio di Aprilia
12
hanno cercato di analizzare i problemi economici del settore culturale
nel 1965. Il fulcro dell’analisi sono gli spettacoli dal vivo – concerti,
balletto, opera, teatro, le Performing Arts in generale – caratterizzati
dall’interazione tra gli artisti e il loro pubblico. Il risultato principale
dell’analisi è che gli spettacoli dal vivo sono afflitti da una “malattia”: la
tendenza all’aumento inarrestabile dei costi, che solo raramente sono
coperti dai ricavi. Secondo i due studiosi la spiegazione si può
esprimere come segue: partendo dalla distinzione fra settori
progressivi e stagnanti, possiamo asserire che il primo comprende la
maggior parte dei settori economici, dunque quello agricolo, e
l’industriale, anche se Baumol e Bowen prendono come esempio quello
manifatturiero. In questi settori l’adozione di nuove tecnologie
consente rendimenti di scala crescenti: all’aumentare dei fattori
produttivi impiegati la quantità prodotta aumenta più che
proporzionalmente.
Il costo medio di lungo periodo decresce al crescere della
quantità prodotta (economie di scala); un ruolo importante é dunque
ricoperto dalla tecnologia. Il settore stagnante invece non presenta tali
caratteristiche; è un settore dove è difficile sostituire il fattore lavoro
con il capitale, proprio per le caratteristiche che esso presenta. Ne
fanno parte di questo, l’istruzione, le attività governative e lo
spettacolo dal vivo.
Lo spettacolo dal vivo è poco sensibile al progresso tecnologico e
agli aumenti di produttività che questo comporta.