Nella seconda parte viene presentata la ricerca svolta: dopo qualche
precisazione di carattere metodologico, viene descritto il campione, il
metodo di raccolta dei dati ed infine, la presentazione e l’interpretazione
delle informazioni ricevute.
Tutto il lavoro è stato svolto secondo i criteri della ricerca qualitativa di
tipo etnografico, per cui s’intende analizzare una situazione reale rispetto
ad un determinato problema, senza, tuttavia, fornire conclusioni di carattere
statistico. Si tratta di individuare le linee di riflessione più rilevanti,
analizzarle per categorie di pensiero ed interpretarle alla luce del sistema
teorico prescelto.
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PARTE PRIMA
10
Capitolo primo
Infermieristica e teoria
“La teoria contribuisce allo sviluppo della conoscenza per migliorare la
pratica, spiegando, prevedendo e controllando i fenomeni. La conoscenza
teorica aumenta il potere dell’infermiere poiché i metodi sviluppati
sistematicamente hanno più probabilità di avere successo. Inoltre, se
l’infermiere pone in dubbio ciò che fa, ne diventa maggiormente
consapevole”.
1
Esistono numerose definizioni di cosa sia una teoria,
2
ma la
maggior parte di esse concorda nel dire che si tratta di un insieme logico e
coerente di proposizioni che danno un’immagine sistematica di un
fenomeno; sono, perciò, costituite da affermazioni scientifiche che
identificano e spiegano le relazioni esistenti fra due o più concetti. La
conoscenza di tali relazioni permette di prevedere gli eventi e, di
conseguenza, di poterli controllare, a patto, però, che siano organizzate e
rielaborate in una serie di leggi, assiomi e teoremi che le rendono concrete,
applicabili e gestibili.
Sono gli assiomi, appunto, che costituiscono, la struttura portante di una
teoria; essi forniscono i principi conoscitivi, ma anche metodologici per
l’applicazione. Nello stesso tempo rivelano le basi logiche, filosofiche e i
sistemi di valori sui quali la teoria stessa è costruita, e dai quali prende
corpo e significato.
1
MarrinerA. I teorici dell’infermieristica e le loro teorie, ed. Ambrosiana, Milano 1989, pag. 4
2
I principali autori cui si fa riferimento sono: Marriner A. Ibid; Calamandrei C, L’assistenza
infermieristica, storia, teoria, metodi, ed. Nuova Italia Scientifica, Roma 1993
12
Il modello è una rappresentazione schematica di una qualche realtà. Le
teorie sono modelli di un fenomeno, esemplificazioni di una realtà che
spesso non è direttamente osservabile. I modelli sono utili perché
permettono la selezione dei concetti rilevanti e la loro manipolazione sulla
carta prima della verifica nel mondo reale.
Un altro termine importante per comprendere cosa sia una teoria e quale
sia il suo scopo, è quello di paradigma. Il temine nasce con il filosofo T.S.
Kuhn
1
il quale ne da una definizione che riflette la sua convinzione che
paradigma sia sinonimo di comunità scientifica o di comunità degli
individui che si occupano della disciplina. Il temine si riferisce a ciò che i
membri di quella comunità hanno in comune. All’interno della motrice
condivisa dalla comunità scientifica troviamo la conoscenza, la filosofia, la
teoria, l’esperienza scolastica, l’orientamento della pratica, la metodologia
di ricerca. Il paradigma prevalente dirige le attività di una disciplina e, in
quanto tale, viene accettato dalla maggioranza degli individui, indica le
aree di studio e gli strumenti per condurre la ricerca.
Si ritiene oggi che l’infermieristica sia una disciplina professionale,
caratterizzata, dunque, da un preciso campo di indagine, un sistema di
valori e da un’attività rivolta alla risoluzione di specifici problemi.
Non staremo qui a discutere se l’infermieristica sia una scienza di base,
cioè che mira alla descrizione di fenomeni umani legati alla salute/malattia
e, perciò, tendente alla conoscenza pura, oppure una scienza applicata, cioè
che opera sulla base di conoscenze che le provengono da altre discipline.
Certo è che l’infermieristica si avvale, oltre che di conoscenze su base
scientifica propriamente detta, anche di tutto un bagaglio di esperienze, di
competenze acquisite, di capacità relazionale, di intuito, che sono
1
Kuhn T.S., The structure of scientific revaluation, University of Chicago Press Chicago, 1970
13
difficilmente classificabili e difficilmente separabili dalla personalità del
singolo infermiere.
Preferisco pensare all’infermieristica come una scienza pratica. In
quanto tale, essa ha il fine ultimo di ottenere risultati pratici, ma in base ad
una conoscenza di principi, cause, obiettivi e mezzi che essa stessa
fornisce. L’infermieristica ragiona, infatti, sulle cause e sui principi, ma
anche sui mezzi (procedure, strumenti) che, a maggior ragione, richiedono
buon senso, capacità d’utilizzo delle risorse, adattamento e creatività.
Questa definizione riesce a conciliare i due aspetti dell’infermieristica
come scienza e come arte.
I fondamenti del Paradigma
Dato per assunto, dunque, che l’infermieristica sia una scienza (per
quanto discutibile o discussi siano i termini entro i quali questa scienza
viene definita), è chiaro che debba avere un proprio paradigma, dal quale
prendono spunto e origine le diverse teorie.
Dico diverse poiché, in effetti, sono molte. La storia sociale, gli ambiti
lavorativi, la formazione, la ricerca hanno dato origine, nel corso
dell’ultimo secolo, a diverse teorie, ciascuna delle quali nasce in un
contesto specifico e dalla necessità di risolvere determinati problemi
piuttosto che altri. Ogni teoria porta in sé l’impronta di chi l’ha concepita,
con tutto il suo bagaglio culturale, formativo ed esperienziale (ecco perché
scienza e arte).
Tutte le teorie, però, hanno lo stesso scopo di fondo: quello di affrontare,
risolvere e gestire situazioni riguardanti la salute e la malattia dell’uomo.
Ciascuna con la propria particolarità, hanno tutte questa missione
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fondamentale che ruota attorno a quattro concetti di base: uomo, ambiente,
salute, assistenza.
Ecco il paradigma dell’infermieristica.
Esso non è nato a caso, e non è arbitrariamente che i teorici
dell’infermieristica lo abbiano assunto come riferimento; la sua origine sta
nella teoria di Florence Nightingale, capostipite e fondatrice
dell’infermieristica moderna.
Secondo la Nightingale, ciascuno di questi concetti interagisce con gli
altri, li influenza e ne è influenzato in una dinamica in cui l’infermiere
s’inserisce con un ruolo professionale che qui, per la prima volta, si tenta di
delineare. Nello stesso tempo anche l’infermiere è coinvolto in tale
dinamica all’interno della quale viene, in qualche modo, definito.
Un Paradigma per molte teorie
Florence Nightingale ha formulato le proprie definizioni, nate dalle sue
osservazioni e dalla sua esperienza. Anche se possono risultare ancora
incomplete o limitate in alcuni aspetti, va sottolineato come essa abbia
saputo individuare i punti nodali della professione con i quali, a tutt’oggi,
ogni teorico deve confrontarsi.
E’ chiaro che, trattandosi di concetti piuttosto generici e suscettibili di
diverse ed ampie interpretazioni, possono dare origine a costruzioni
teoriche anche molto differenti fra loro. Di volta in volta, il sistema
filosofico, i valori di riferimento, il contesto socio culturale e l’esperienza
del teorico, danno adito a differenti modi di intendere ciascuna delle quattro
categorie, nonché a differenti scale di priorità e all’individuazione di
relazioni diverse fra loro. Diversità di relazioni tra i concetti, dunque,
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significa diversità di leggi, teoremi e assiomi, in ultima analisi, diversità di
teorie.
A parere di alcuni sarebbe utile, a questo punto, arrivare ad una sola
teoria, o modello teorico alla quale tutti gli operatori possano ispirarsi.
Questo desiderio sembra, però, difficilmente realizzabile e, probabilmente,
discutibile. Il campo dell’infermieristica è, infatti, molto ampio ed esercita
in situazioni anche molto diversificate, sia come utenza, sia come ambiente
di vita, sia come risorse etc. Sembra, perciò, impossibile poter sintetizzare
un ambito tanto ampio e variegato in un unico sistema di riferimento.
In questo senso, la varietà e la differenziazione dei modelli teorici
potrebbe essere vista più come una ricchezza che come un limite, cioè,
come un insieme eterogeneo di proposte alle quali poter attingere in base
alle proprie necessità professionali.
Questo è possibile, naturalmente, se i modelli sono studiati a fondo.
Comunque sia, il lavoro di Florence Nightingale ha avuto ed ha il merito di
fornire agli infermieri un’identità professionale con un proprio specifico di
competenze e conoscenze; inoltre, ha definito la cornice all’interno della
quale organizzare la riflessione sui fenomeni di interesse infermieristico e
linee guida per organizzare le conoscenze le attività e la ricerca.
Madelaine Leininger e la teoria dell’Assistenza Transculturale
Madelaine Leininger fu la prima infermiera antropologa, fondatrice e
prima sostenitrice dell’assistenza transculturale.
Nata a Sutton, nel Nebrasca, ha iniziato la sua carriera diplomandosi alla
scuola si S. Antony a Denver. Nel 1950 ha ottenuto il diploma in Scienze
Biologiche al College Benedicine di Atchinson, nel Kansas. Nel 1954 la
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Leininger ha ottenuto la specializzazione in nursing psichiatrico infantile
presso l’Università Cattolica d’America a Washington D.C. ed ha iniziato
un programma d’assistenza specialistica in psichiatria infantile presso
l’Università di Cincinnati. Fu in questo periodo che, lavorando con bambini
disadattati, verificò l’incomprensione del personale dei fattori culturali che
influenzavano il comportamento dei suoi pazienti. Osservò e sperimentò tra
questi, sia differenze culturali, sia espressioni comuni. In un periodo in cui
le teorie psicoanalitiche non erano ancora in grado di spiegare queste
diversità, e per programmare interventi infermieristici, la Leininger divenne
sempre più preoccupata dal fatto che i suoi interventi sui comportamenti
dei bambini le sembrassero inadeguati.
Fu così che cominciò a studiare l’antropologia, fino ad arrivare al
dottorato nel 1965, con uno studio d’etno assistenza ed etno sanità sulle
popolazioni Gadsup della Nuova Guinea.
In questi anni Madelaine Leininger ha individuato molti punti di contatto
tra l’infermieristica e l’antropologia, dimostrando come le due discipline
possono essere complementari tra loro.
Ha quindi gettato le basi della sua teoria sull’assistenza transculturale,
che da allora ha espletato ed ampliato nelle sue innumerevoli pubblicazioni
e ha insegnato nel corso di una brillante carriera accademica
1
.
La Leininger ha definito il nursing transculturale come: “un’area
principale di Nursing che ha al suo centro uno studio comparato e l’analisi
di diverse culture in rapporto al nursing e alle pratiche d’assistenza
connesse con lo stato di salute/ malattia, alle credenze e ai valori, con lo
scopo di fornire alle persone assistenza infermieristica efficace e
significativa, in linea con i loro valori culturali ed il loro contesto”.
1
Cfr Marriner A, ibid, pag.145-147
17
La Leininger ha sviluppato la sua teoria in base all’idea che le culture
possono determinare la maggior parte dell’assistenza desiderata. Si può
considerare una teoria olistica perché prende in considerazione la struttura
sociale, la visione del mondo, i valori, l’ambiente, le espressioni del
linguaggio ed i sistemi professionali della gente, al fine di elaborare
conoscenze infermieristiche.
I principi della teoria dell’Assistenza Transculturale:
concetti fondamentali
1
La teoria di Madelaine Leininger è stata pubblicata per la prima volta nel
1985
2
e, successivamente ampliata, rimodellata ed approfondita in articoli
apparsi alla fine degli anni ottanta. In questi suoi lavori, l’autrice ha fornito
le definizioni di alcuni concetti fondamentali, di cui quelli più significativi
e nuovi sono la diversità ed universalità di assistenza, la visione del
mondo,sistema sanitario folk e assistenza culturale di conservazione,
adattamento e rimodellamento. A corredo di tali definizioni, presenta anche
alcuni presupposti che sostengono le sue affermazioni in base alle quali
culture diverse percepiscono, conoscono e praticano l’assistenza in maniera
diversa.
La cultura è “l’apprendimento di valori trasmessi e condivisi, di
credenze, di norme o pratiche di vita che guidano il pensiero, le decisioni e
le azioni di un determinato gruppo sociale, secondo determinati schemi di
1
I principali autori cui si fa riferimento in questa parte sono: Marriner Aibid; Weslei R. L. Modelli e
teorie infermieristiche. Strumento di studio e approfondimento, ed. Summa, Padova 1993 L. e Gorge J.B.
Le teorie del nursing, le basi dell’esercizio professionale, ed. Utet, Torino 1995
2
Leininger M. Transculturale care diversity and universality: a theory of nursing, Nursing and health
care, 1985
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