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INTRODUZIONE
L’obiettivo della mia tesi è stato quello di comprendere l’evoluzione del sistema
gestionale e di controllo delle aziende, in seguito alla loro attivazione del processo
di industrializzazione che da qualche anno si è sviluppato in Europa e in Italia.
Nel primo capitolo, infatti, ho descritto l’avanzamento del fenomeno della quarta
rivoluzione industriale ripercorrendo le prime tre rivoluzioni dalla seconda metà
del Settecento ad oggi e ho descritto il “Piano Nazionale Industria 4.0” del
Governo con le sue caratteristiche ed i suoi obiettivi. Al termine del capitolo, ho
riportato alcuni dati statistici circa l’adesione delle aziende al piano governativo.
Interessanti sono, in particolare, i primi risultati ottenuti dopo gli investimenti in
tecnologie ed attrezzature 4.0, che ho estrapolato da un’indagine campionaria
realizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con la Met,
un centro studi che effettua indagini e ricerche nel campo dell’economia. Nel
secondo capitolo ho perseguito il mio studio spostando il focus su un caso
aziendale del territorio locale: l’azienda Cordivari S.r.l. che rappresenta un
testimone privilegiato di come l’industrializzazione sta evolvendo nelle regioni
centrali dell’Italia, che ha attuato un continuo aggiornamento dei propri sistemi
organizzativi aziendali e che ha, da un anno, avviato dei progetti di investimento
nell’ambito dell’Industria 4.0. Dopo aver descritto la sua mission, i suoi obiettivi,
il suo sistema dei costi, nonché la sua situazione finanziaria e patrimoniale, ho
presentato nel terzo capitolo i suoi progetti già attuati, e in parte ancora da
concretizzare, i quali sono stati oggetto di studio per comprendere non solo i
benefici che ha ottenuto ma anche i cambiamenti che l’azienda ha dovuto
affrontare per poterli realizzare e renderli operativi. In ultima analisi, ho illustrato
il fenomeno della servitizzazione con i relativi vantaggi che un’azienda può
riscontrare adottandolo come business model e l’ho confrontato con l’esperienza
dell’azienda, caso di studio, la quale da qualche anno ha deciso di offrire un
valore aggiunto ai suoi clienti attraverso la proposta di soluzioni integrate che
soddisfano al meglio le loro esigenze. Nell’elaborazione di questa tesi è stata
fondamentale la disponibilità del mio relatore prof. Alessandro Marelli che mi ha
dato la possibilità di intraprendere questa ricerca di studio nel suo insegnamento,
il controllo di gestione, e mi ha fornito i suggerimenti e i consigli più opportuni
durante i mesi di studio e di stesura. L’azienda Cordivari S.r.l. è stata altresì la
risorsa principale e ringrazio in particolare il dott. Renzo Cordivari che, sin
dall’inizio, ha mostrato la piena disponibilità nell’offrirmi tutte le informazioni di
cui avevo bisogno tramite cinque interviste dettagliate da cui ho attinto la maggior
parte dei dati presenti nella dissertazione.
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CAPITOLO 1
LA NUOVA RIVOLUZIONE : INDUSTRIA 4.0
1.1 Industria 4.0 : le origini
Il termine Industria 4.0 è stato coniato per la prima volta nel 2011 durante la fiera
di Hannover, in Germania, da un gruppo di lavoro per parlare di un progetto
riguardante lo sviluppo del settore manifatturiero tedesco. Il termine si è diffuso
rapidamente a livello internazionale per identificare il fenomeno della quarta
rivoluzione industriale che negli ultimi anni ha invaso l’intero sistema industriale
mondiale e che ha lo scopo di rendere più efficienti i processi produttivi
all’interno delle aziende attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali.
Nell’arco di circa quattro secoli abbiamo assistito ad un’importante evoluzione
industriale che ci ha permesso di sperimentare, con grandi risultati, diverse
innovazioni nel campo produttivo e non. Ricordiamo infatti la prima rivoluzione
industriale del XVIII secolo con l’introduzione della macchina a vapore
all’interno della fabbrica grazie alla quale il sistema di produzione è mutato
totalmente passando da una produzione artigianale ad una industriale.
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Il secolo successivo, coincidente con la seconda rivoluzione industriale, fu
caratterizzato da numerose invenzioni ed innovazioni tecniche, quali ad esempio
la prima centrale elettrica e il rinnovamento della produzione di acciaio, che
migliorarono il sistema industriale, già avviato precedentemente. Questo periodo
di scoperte durò fino ai primi anni del ‘900, anni in cui si verificò un particolare
cambiamento a livello produttivo riguardo l’organizzazione del lavoro. Dagli Stati
Uniti, infatti, emerse uno studio circa l’“organizzazione scientifica” del lavoro,
teorizzata dall’ingegnere F.W. Taylor, il quale pubblicò nel 1911 un manuale
intitolato “The principles of scientific management” in cui suggeriva i principi che
consentivano di realizzare un prodotto nel modo più efficiente possibile: l’idea era
quella di suddividere il ciclo produttivo in più fasi elementari programmate
assegnando ad ogni operaio una funzione ben precisa. Questo studio fu ben presto
adottato da Henry Ford nella sua industria automobilistica di Detroit, dove creò
una vera e propria catena di montaggio
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che consentì di ridurre i tempi e i costi
unitari di produzione. Si sviluppò, quindi, un modello produttivo chiamato
1
https://www.randstad.it/knowledge360/archives/guida-allindustria-40-
definizione-origine-del-nome-e-soluzioni-tecnologiche_732/
2
Sistema di produzione costituito da un nastro trasportatore sul quale scorrono
parti componenti o semilavorati secondo dei tempi prefissati ed organizzati. Vedi
Enciclopedia Treccani, Dizionario Economia e Finanza.
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Taylor-Fordista basato sulla razionalizzazione del ciclo produttivo che mutò
definitivamente l’organizzazione del lavoro in tutte le fabbriche.
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Qualche decennio successivo, intorno agli anni settanta del ‘900, ebbe inizio la
terza rivoluzione industriale, con l’introduzione delle tecnologie informatiche ed
elettroniche quali il computer ed il robot ed in seguito la rete internet. Fu proprio
grazie a queste che si diffusero, nelle fabbriche, l’automazione e la
diversificazione della produzione che tolsero spazio alla mano d’opera facendo
prevalere il lavoro intellettuale. Si trattava, infatti, di una produzione più leggera
rispetto a quella precedente, basata sulla catena di montaggio. Essa cedeva il
passo alla lean production, nota come “Toyotismo” dal nome della multinazionale
automobilistica giapponese Toyota, che funzionava su delle isole di produzione
composte da tecnici ed operai che insieme collaboravano per una migliore
realizzazione del prodotto. Questo nuovo sistema produttivo si incentrava su due
principi: il just in time
4
, ossia produrre solo quanto richiesto dai clienti e la qualità
totale
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, cioè garantire miglioramenti del prodotto in linea con le esigenze della
clientela.
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Oggi, invece, ci relazioniamo con una nuova rivoluzione che pone le basi per uno
sviluppo industriale all’insegna dell’alta tecnologia attraverso l’utilizzo di
macchine intelligenti, interconnesse e collegate ad Internet.
3
http://www.treccani.it/export/sites/default/scuola/lezioni/storia/SECONDA_RIV
OLUZIONE_INDUSTRIALE_lezione.pdf
4
Just in time(JIT): insieme delle tecniche industriali di derivazione giapponese
applicato alla gestione della produzione, delle scorte e della catena di fornitura.
Vedi Enciclopedia Treccani, Dizionario Economia e Finanza.
5
Qualità totale (Total Quality Management): un approccio produttivo basato
sulla partecipazione di tutti i membri di un’organizzazione al fine di ottenere un
vantaggio nel lungo periodo. Vedi
http://www.qualitiamo.com/approfondimento/20101018_Total_Quality_Manag
ement.html
6
http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/geografia-economica/Il-
pianeta-uomo-e-la-tecnosfera/Il-sistema-industriale/La-terza-rivoluzione-
industriale-.html
4
Figura 1.1 Evoluzione dell’industria: dalla prima alla quarta rivoluzione industriale
(www.digital4.biz)
1.2 Le fabbriche smart e le tecnologie abilitanti
Il concetto di Industria 4.0 diffusosi negli ultimi anni equivale alla cosiddetta
“rivoluzione digitale” ed ingloba tutte quelle tecnologie che consentono
un’interazione delle risorse sia umane sia produttive al fine di rendere sempre più
“smart” le fabbriche e i relativi sistemi di gestione.
Al centro della nuova industria ci sono i cosiddetti “big data” che rappresentano
un’opportunità di business e di interessi economici. Essi sono facilmente reperibili
ed utilizzabili grazie alla connessione diffusa e consentono, dopo un attenta fase
di analytics, ossia di analisi dei dati, di sviluppare strategie ad hoc aumentando in
tal modo l’efficienza dell’intero sistema produttivo aziendale. Queste analisi,
infatti, permettono di creare valore ottenendo vantaggi a livello competitivo
poiché, grazie ad esse, è possibile compiere modifiche e correzioni in tempo reale
all’interno dei cicli produttivi. Il terzo pilastro di questa rivoluzione è l’interazione
diretta tra uomo e macchina che si esplica nella creazione di nuovi linguaggi di
programmazione ed interfacce attraverso le quali l’uomo può interagire con la
macchina stessa. In ultima analisi, è prevista una maggiore convergenza tra il
digitale e il fisico grazie all’utilizzo di strumenti, come ad esempio la stampante
3D, che a partire dai dati digitali innescano processi per modificare o creare
oggetti fisici.
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Tra le tecnologie, definite “abilitanti”, che consentono la creazione
di questo valore aggiunto, possiamo elencare:
Big Data and Analytics: analisi di una grande mole di dati per ottimizzare
prodotti e processi produttivi;
Cloud: gestione dei dati su server aperti in modo da renderli disponibili a
chiunque;
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http://www.venistar.com/blog/posts/i-quattro-pilastri-della-rivoluzione/