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1 INTRODUZIONE
A partire dalla metà degli anni ’80, il tema dell’indipendenza delle banche centrali, è
divenuto fulcro di accesi dibattiti che spaziano dall’ambito macroeconomico a quello
politico (Bade R. & Parkin M. 1984). I sostenitori dell’indipendenza della banca centrale si
basano sull’ipotesi che, se la politica monetaria fosse a discrezione esclusiva del potere
politico, verrebbero applicate logiche di breve periodo, volte ad un utilizzo non idoneo di
tale politica, il quale genererebbe inflazione (Grilli Masciandaro & Tabellini, 1991;
Cukierman, 1992, Eijffinder & De Hann, 1996). I politici, i quali difficilmente improntano le
loro scelte su di un'ottica di lungo periodo, sarebbero portati a coadiuvare il loro operato
tramite la produzione di moneta, che porterebbe ad un aumento spropositato del tasso di
inflazione, con conseguenze sulla stabilità dei prezzi. La posizione dei politici, nel caso la
politica monetaria fosse di competenza esclusiva del Governo, presenterebbe un conflitto
di interessi intrinseco, tale da portare a conseguenze potenzialmente dannose. Un politico,
al fine di garantire la propria carriera, tenderebbe a utilizzare la politica monetaria per
creare, sia nei cittadini che nelle lobbies, un livello di soddisfazione superiore. Esempio
sicuramente non esaustivo è quello del politico che mira a un più altro grado di popolarità,
abbattendo i tassi di interesse. Tale visione è indubbiamente miope: mutare nel verso
espansivo la politica monetaria senza reali motivazioni economiche, porterebbe nel tempo
alla creazione di inflazione. Si pensi al caso zimbabwano dove il Governo, rimborsando i
debiti pubblici con l’emissione di cartamoneta, produceva inflazione.
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La decisione di
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La situazione zimbabwana è una situazione patologica, esempio di un utilizzo errato della politica monetaria. Grossi
errori sono stati commessi non solo prendendo soluzioni macroeconomiche errate, ma anche tentando di arginare una
crisi di iperinflazione (la più elevata al mondo) con strumenti non adeguati e non appartenenti alla politica monetaria.
L’iniziale inflazione galoppante fu causata dal rimborso del debito pubblico mediante la produzione di moneta, sotto
impulso del Governo centrale, che tentava di riassestare i conti statali. Quando la situazione iniziava a uscire dal controllo
del Governo, lo stesso Governo prese delle contromisure totalmente errate, decidendo di non utilizzare strumenti
contemplati dalla macroeconomia e dalla politica monetaria. Il Governo approvò una legge la quale contrastava
l’inflazione, vietando (a livello penale) ai commercianti di alzare i prezzi dei propri prodotti. Tale assurda pretesa, fece
uscire dal mercato i commercianti (offerta), lasciando dunque dal lato dell’offerta solo ed esclusivamente persone che,
rialzando i prezzi, erano etichettate come criminali. L’offerta dunque crollò e si diffuse una sorta di “monopolio
criminale”, dove gli unici venditori erano persone che infrangevano la legge. Ovviamente, crollando l’offerta, i prezzi
aumentano a dismisura. In tal modo l’inflazione aumentò di circa mille volte in un mese.
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sottrarre dalla sfera di controllo del Governo la politica monetaria appare più che coerente.
L’estrusione dei poteri sulla politica monetaria in favore di un terzo soggetto (quale la BC),
avviene non solo per la volontà di tutelare la stabilità economica. Tale trasferimento non
potrebbe avvenire senza il benestare della classe politica. Esistono due ordini di ragioni
che spingono la classe politica a rinunciare a tale potere: il fatto che il politico è comunque
un cittadino e nel caso la politica monetaria venisse gestita in modo non adeguato le
conseguenze si ripercuoterebbero anche sullo stesso, e una sorta di “esclusione di
responsabilità” da parte dei politici che rinunciando, in modo più o meno marcato, alla
competenza in determinate materie particolarmente complesse ed importanti, tutelano la
propria posizione, potendo scaricare la responsabilità a soggetti terzi (Crowe, 2006).
Tale visione è soventemente sintetizzata nella frase “l’indipendenza della BC porta a un
minore tasso di inflazione”
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. Questa frase pienamente condivisibile, è fonte di opacità
(Zannini, 2009). Bisogna infatti riflettere su due importanti aspetti:
da chi la BC deve essere indipendente
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, e
in cosa dev’essere indipendente la BC e quali obiettivi e funzioni deve svolgere
nell’ambito della sorveglianza e della politica monetaria.
La necessità di individuare l’ambito di competenza della BC in tema di sorveglianza e
vigilanza non trova una soluzione unanimemente condivisa. Sia la dottrina che la realtà
pratica, attuata dai vari paesi, hanno elaborato molti sistemi di sorveglianza che
funzionano in modo pressoché differente l’uno dall’altro. Non è dunque agevole indicare
ogni sistema di sorveglianza. La dottrina (Quintyn & Masciandaro, 2007) ha elaborato una
riclassificazione che distingue i sistemi di sorveglianza in tre categorie di modelli
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:
Modello per mercati: per ogni mercato (bancario, assicurativo, mobiliare), esiste
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Occorre eccepire che il tasso di inflazione non è il solo elemento di studio in relazione all’indipendenza della BC.
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L’indipendenza dal punto di vista della composizione del Board della BC non è sufficiente per definire la stessa come
“indipendente”. Si pensi, in modo assolutamente non esaustivo, a quale grado di indipendenza una BC vanti nel caso
tutto il Board fosse nominato da enti indipendenti dal Governo latu sensu (es: sedi locali), ma fosse tenuta a rispettare
gli obiettivi impartiti dal Governo. In mancanza di una goal indipendence la BC non sarebbe indipendente.
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Oltre, ovviamente, ad una miriade di forme ibride di modelli di supervisione.
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(almeno) un’Autorità competente limitatamente per il proprio mercato, nel quale la
BC si occupa del mercato bancario,
Modello unico: l’Autorità ha competenze su tutti i mercati senza limiti;
Modello per funzioni: è creata un'apposita Autorità per tutelare un singolo interesse
(stabilità, trasparenza comportamentale, ecc…).
Da tempo la dottrina (Alesina, 1993) si sofferma su un’ampia gamma di variabili
macroeconomiche, sia reali
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che fiscali
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, al fine di individuare una correlazione positiva o
negativa con il grado di indipendenza della BC.
L’analisi condotta nel presente studio è volta a verificare o meno se, per il decennio 2000-
2009, è possibile affermare l'esista di una correlazione tra indipendenza della BC e variabili
macroeconomiche. Prima di procedere, bisogna chiarire importanti aspetti in merito a
come misurare e convertire in dato numerico il grado di indipendenza della BC.
2 INDIPENDENZA DELLA BANCA CENTRALE: PROBLEMATICHE DI
MISURAZIONE. INDICI DI MISURAZIONE.
Se la definizione della “indipendenza della BC” è tutt’altro che unanimemente accettata,
ancor più difficile sarà la sua misurazione. Aderendo pienamente a quanto sancito dalla
miglior dottrina (Grilli Masciandaro & Tabellini, 1991), è possibile dividere l’indipendenza
della BC in due sottoclassificazioni:
indipendenza politica, ovvero il grado di indipendenza che le cariche e le scelte
della BC vantano nei confronti del potere politico e delle relazioni stabilite con esso.
Tale indipendenza si manifesta in modo più marcato quante meno sono le relazioni
di potere tra membri della BC e politici: una BC i cui membri siano nominati
esclusivamente dal Governo e la quale politica monetaria debba essere ratificata
tramite un’apposita legge, godrà di un grado d’indipendenza politica basso;
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Es: tasso di crescita.
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Es: livello del debito pubblico.
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indipendenza economica, ovvero il grado di libertà che la BC vanta nei confronti
del potere politico, relativamente alle operazioni di finanziamento del Governo
(Direct Credit Facility - DCF), tasso ufficiale di sconto, obbligo della sottoscrizione
del debito pubblico in sede di emissione e sorveglianza bancaria.
L'indipendenza, non essendo una variabile quantitativa, non è misurabile in natura a livello
quantitativo. Si rende obbligatoria la costruzione di indici che, tramite passaggi logici,
rendano apprezzabile statisticamente l’indipendenza.
Il ragionamento basato su indici deve essere utilizzato con cautela
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e ogni indice deve
essere utilizzato in modo corretto. Trattandosi di indici che convertono in forma numerica
un fenomeno non quantitativo, molte operazioni sugli stessi sono precluse
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.
Fatte queste premesse, e aderendo alla prassi dottrinale (Grilli Masciandaro & Tabellini,
1991) si costruiscono tre indici, i quali misurano rispettivamente l’indipendenza politica,
l’indipendenza economica e l’indipendenza totale.
L’indice di indipendenza politica, di seguito anche PII, assume valori oscillanti tra 0 e 8
per ogni BC del paese di competenza. Il valore che assume l'indice PII è pari alla somma
ottenuta assegnando un punto per il soddisfacimento di una delle seguenti condizioni:
1. Il Governatore della BC non viene nominato dal Governo
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. Tale forma
d’indipendenza è del tutto lapalissiana. Se il Governatore della BC fosse nominato
dal Governo si avrebbe una forma di controllo indiretto sulla politica della BC,
7 La costruzione di un indice soggettivo non misura in maniera oggettiva un fenomeno per definizione. Per tale ragione
se un indice mostra un determinato grado di correlazione, non necessariamente tale correlazione è valida per tutti gli
indici costruibili in merito allo stesso fenomeno.
8 Se un fenomeno può assumere diverse modalità graduate per livello mano a mano crescente, come nel caso in
oggetto, ogni misurazione può essere sostituita da un numero in modo tale che a realizzazioni o situazioni man mano
migliori corrispondano numeri più elevati. Tale operazione è dal punto di vista matematico perfettamente lecita, se si
tiene in mente quale sia il vero significato di tali valori. In parole più semplici, determinate operazioni non sono logiche.
Affermare che nella carriera scolastica che a dieci esami superati con votazione pari a 18 corrispondono a sei esami
superati con 30, dato che 10*18=3*30=180 è un errore gravissimo. Pertanto operazioni azzardate quali vedere per ogni
abitante quale sia il livello “procapite” di indipendenza della BC sono più che inutili totalmente e concettualmente errate.
Per tal motivo, operazioni come il massimo, il minimo, i quantili e la media dei vari risultati sono inutili (non ha senso
misurare “l’indipendenza media mondiale delle BC”).
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L’espressione “Governo” non è del tutto corretta ma si è optato per la sua adozione a causa della sinteticità. Per
Governo si intende l’espressione pro tempore del potere politico, quale anche il Sovrano, il Ministro del Tesoro o il Primo
Ministro, il Parlamento, ecc…