CAPITOLO 1
L’IMPRESA
1.1 L’impresa come sistema
L’impresa può essere definita come un sistema economico-sociale aperto. Secondo
una storica definizione, il sistema è un insieme di elementi collegati tra loro da relazioni
di interdipendenza e coordinazione, diretti allo svolgimento di una o più funzioni.
Possiamo sostenere la presenza di una relazione di interdipendenza quando ogni
elemento del sistema impresa non solo è in comunicazione con tutti gli altri elementi, ma
è anche in grado di influenzarne il funzionamento. Questa relazione determina un
maggior valore del sistema rispetto alla somma dei valori delle parti prese singolarmente:
è quella che viene definita “proprietà olistica”. Secondo tale proprietà “il sistema
costituisce una realtà originale rispetto agli elementi componenti e alla loro riunione
casuale”
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, proprio perché le relazione di interazione e di coordinamento attribuiscono al
sistema un maggior valore e delle maggiori, o comunque differenti, potenzialità. Inoltre,
le parti del sistema devono essere coordinate, cioè devono essere integrate e devono agire
insieme, in modo da partecipare tutte al raggiungimento di un unico risultato. L’impresa
è un sistema economico in quanto è diretto al soddisfacimento dei bisogni umani
attraverso l’utilizzo di risorse limitate; è sociale in quanto è costituito da soggetti umani
tra i quali si instaurano delle relazioni sociali. Abbiamo detto che l’impresa è un sistema
aperto, perché ha continue relazioni con l’ambiente esterno che la circonda, dal quale
riceve gli input necessari per lo svolgimento della sua attività (materie prime, forza
lavoro, conoscenze) e al quale cede degli output, intesi come prodotti o servizi. Infine,
possiamo definire il sistema azienda come un sistema probabilistico, in quanto dato
l’input non è possibile definire con stabilità e certezza quale sarà l’output finale. Esso
infatti presenta la caratteristica dell’equifinalità: determinati obiettivi possono essere
raggiunti ponendo in essere comportamenti differenti, ma è anche possibile che uno
stesso comportamento porti a obiettivi molto diversi tra loro.
Il sistema impresa può essere articolato in diversi sottosistemi, che possono essere
intesi come le quattro operazioni fondamentali delle imprese (finanziamento, impiego,
trasformazione e vendita) ovvero come le diverse aree funzionali, che raggruppano le
unità organizzative in relazione ai compiti omogenei da esse svolte (produzione,
commerciale, finanza, marketing). Per finanziamento intendiamo quell’attività diretta alla
dotazione di mezzi monetari necessari per lo svolgimento dell’attività propria
dell’impresa. L’impiego si realizza quando queste disponibilità monetarie sono utilizzate
per acquisire i beni e servizi necessari alla produzione. Con la trasformazione gli input
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A. PAVAN, L’amministrazione economica delle aziende, MILANO, GIUFFRE’, 2008
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acquistati vengono combinati tra loro in modo da realizzare un output idoneo al
soddisfacimento dei bisogni umani. Infine, con la vendita, si realizza il soddisfacimento
dei bisogni dei soggetti e il ritorno in forma monetaria di quanto utilizzato per la
produzione. È naturale che tutti i sottosistemi devono essere coordinati e tra loro
interdipendenti, affinché si verifichi il corretto funzionamento del sistema impresa.
1.2 L’impresa e il suo ambiente
Abbiamo definito l’impresa come un sistema aperto, che ha continue relazioni di
scambio con l’ambiente esterno, inteso come “il contesto di condizioni e circostanze in
cui si vive”
2
. Gli elementi caratterizzanti dall’ambiente possono riguardare la cultura e i
valori dei soggetti umani, la politica e il sistema di governo, la popolazione e i suoi
caratteri qualitativi e quantitativi, il territorio e le infrastrutture presenti, le imprese, la
scuola e la formazione, i centri di ricerca scientifica e tecnologica. Dall’ambiente
derivano, per l’impresa, “sia dei vincoli e dei condizionamenti che ne limitano
l’operatività sia dei fattori indispensabili per la sopravvivenza e lo sviluppo”
3
. I vincoli
possono derivare dalla legge o dal buon costume, e possono imporre all’impresa
l’osservanza di alcuni obblighi ma anche dei doveri, soprattutto nei confronti della
collettività. Possono fungere da esempio tutte le normative relative alla disciplina
lavoristica, all’imposizione fiscale, alla liceità dell’attività svolta ma anche
comportamenti inerenti all’inquinamento ambientale o acustico. I condizionamenti
invece sono inerenti alle modalità con cui l’ambiente generale nel quale l’impresa opera
riesce a condizionare le esigenze dell’azienda, anche attraverso processi di adattamento e
di mediazione. Naturalmente l’impresa trae dall’ambiente anche delle opportunità,
ricollegabili a tutti i vantaggi di carattere culturale, politico, economico, tecnologico
connessi con le caratteristiche dell’ambiente. Lo scambio però più caratteristico che
l’impresa ha con l’ambiente esterno è quello relativo ai beni e servizi prodotti che
vengono ceduti alle famiglie (o alle imprese) in cambio di capitale monetario.
L’ambiente è infatti il luogo in cui è inserito il “mercato”, di fondamentale importanza
per l’impresa in quanto è qui che si verifica l’incontro tra la domanda e l’offerta sia di
beni e servizi che di lavoro.
L’impresa opera in un contesto dinamico, dove tutte le condizioni economiche,
politiche, sociali, tecnologiche che intervengono nell’ambiente si evolvono
continuamente, determinando continui mutamenti nella società e nell’azienda stessa.
Essa cerca infatti di condizionare queste variabili esterne per volgerle a proprio
vantaggio; in questo modo interviene nell’ambiente con delle forze che facciano
assumere a questi elementi la configurazione desiderata. Essendo poi un sistema aperto,
l’impresa, deve essere in continua interazione e coordinamento con tutti gli elementi
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P. ORLANDINI, Rendicontazione e responsabilità sociale, TORINO, GIAPPICHELLI, 2008
3
G. USAI, Le imprese, MILANO, GIUFFRE’, 2007
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dell’ambiente esterno per risentire nel minor modo possibile della turbolenza ambientale.
Si parla in questo caso di contrastare “l’entropia”, ossia la perdita di ordine del sistema, e
di cercare di perseguire “l’omeostasi”, ossia l’equilibrio dinamico all’interno
dell’impresa. Nelle imprese l’equilibrio omeostatico viene mantenuto con il meccanismo
del feedback, uno strumento di autoregolazione che individua gli errori che generano
entropia e permette di pone in essere immediatamente le azioni correttive. Lo strumento
di feedback più utilizzato è il budget d’esercizio che definisce gli obiettivi da raggiungere
con le relative risorse occorrenti; in base all’andamento della gestione confronta i valori
previsti con quelli effettivamente realizzati, e pone in essere le azioni correttive
necessarie.
L’impresa è inserita nell’ambiente, ma è definita da un confine che separa l’interno
dall’esterno. Esso non è costituito dalla sede dell’impresa, ma dalle funzioni che il
confine svolge che sono una funzione di demarcazione, cioè di affermazione della
propria esistenza; una funzione di comunicazione, che consiste nello scambio di
informazioni e di messaggi con l’esterno; una funzione di filtro, che permette la
distinzione tra opportunità e minacce. Ogni impresa è sempre in relazione con due
diverse dimensioni di ambiente: l’ambiente generale e l’ambiente di primo riferimento.
L’ambiente generale (o macroambiente) è rilevante per l’impresa in relazione alle
caratteristiche geografiche, demografiche, etniche, sociali, economiche e politiche.
Possiamo infatti individuare un ambiente politico, che riguarda la forma di governo e gli
scopi degli interventi legislativi sui diversi attori, un ambiente economico, inerente alla
struttura del Paese, valutabile attraverso diversi indici quali il tasso di incremento del
Prodotto Nazionale Lordo, il reddito pro-capite, l’indice dei prezzi generali e quello per
settori, un ambiente tecnologico coordinato fondamentalmente con le innovazioni di
prodotto e di processo. L’ambiente di primo riferimento è quello direttamente in
relazione con l’impresa, e dal quale essa trae tutti i vincoli e i condizionamenti più
specifici e immediati. All’interno dell’ambiente di primo riferimento troviamo l’ambiente
operativo relativo agli input di risorse e agli output di beni e servizi, che comprende i
clienti, i fornitori, i concorrenti e gli enti di controllo.
1.3 I soggetti dell’impresa
L’impresa è costituita da una collettività di soggetti umani in relazione fra loro, che
rappresentano il suo elemento centrale. Le imprese dipendono infatti dalle caratteristiche
dei soggetti umani che la compongono e che sono in grado di influenzarne i risultati. Ma
non sono importanti solo i soggetti che partecipano attivamente nell’attività dell’impresa,
quali i proprietari e i dirigenti, ma anche tutti gli altri portatori di interessi esterni, definiti
stakeholder. Possiamo definire stakeholder tutti quei soggetti che sono in grado di
influenzare l’attività dell’organizzazione, e quindi clienti, fornitori, azionisti, concorrenti,
finanziatori, etc… La prima teoria al riguardo è quella dello studioso Freeman, definita
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