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cani randagi, di cui la maggior parte distribuiti lungo la dorsale
appenninica delle regioni meridionali.
L�incremento del fenomeno si � avuto soprattutto a partire dagli
anni �70 in seguito all�eradicazione della rabbia urbana ( ultimi tre
casi noti, segnalati in Calabria nel 1973 ). Negli anni precedenti,
infatti, per limitare il pericolo di infezione per l�uomo, di cui i cani
erano ritenuti a ragione i maggiori responsabili della trasmissione,
venivano eliminati annualmente in media 100.000 cani ( Prosperi,
1977 ).
Con la scomparsa della rabbia urbana e la cessazione delle
campagne di educazione si � avuta una riduzione notevole
dell�attenzione verso il randagismo e verso i problemi, che
rimangono pure importanti per la salute umana, ad esso legati.
A questo si deve aggiungere la diffusione sempre maggiore delle
associazioni animaliste, formate da persone che pur dichiarandosi
amanti degli animali, tendono a considerare il benessere degli
animali domestici, da un punto di vista esclusivamente emotivo,
senza tener conto delle complesse relazioni che si hanno con gli
altri componenti degli ecosistemi e rifiutando qualsiasi ipotesi di
gestione e l�attuale legislazione (cfr. Legge 281/91) � influenzata
pi� dalle idee delle associazioni animaliste che di esperti.
L�ampiezza e la diffusione del fenomeno, che interessa tutto il
territorio nazionale in maniera continua, � tale da rendere inutili e
inadeguate le misure legislative che tendono ad eliminarlo in
ambito strettamente locale.
3
D�altra parte � indispensabile ricercare soluzioni volte a diminuirne
l�incidenza.
Scopo di questa indagine � di valutare l�ampiezza e la
composizione della popolazione di cani vaganti presenti nell�area
di Arcavacata di Rende (CS), cercando di trarne informazioni utili
per la messa a punto di un progetto per la gestione del problema
�randagismo canino�.
Questo censimento, infatti, rappresenta la prima fase di un
progetto integrato, di cui esiste un protocollo di intesa, fra Comune
di Rende, A.S.L. n� 4 di Cosenza e Centro Residenziale
dell�Universit� della Calabria.
4
2 LE POPOLAZIONI CANINE
2.1 Il cane: la forma domestica del Lupo
Circa l�origine filetica e la posizione tassonomica del Cane sono
state avanzate molte ipotesi anche contrastanti tra loro. Per lungo
tempo, ad esempio, si � ritenuto che il progenitore del Cane, da
considerare una specie distinta (Canis familiaris), fosse il Lupo
(Canis lupus) o lo Sciacallo (Canis aureus) o il Coyote (Canis
latrans) o, addirittura, tutte e tre le specie. Si riteneva, insomma,
che tutte queste specie fossero state addomesticate in differenti
aree geografiche e, successivamente incrociate tra loro, avrebbero
dato origine alle diverse razza canine, in cui si riteneva di poter
riconoscere il differente apporto delle specie progenitrici.
D�altra parte, in linea teorica l�ipotesi pu� apparire verosimile,
infatti, � pur vero che in natura il Cane si incrocia, dando origine a
prole fertile, con altre specie di Canidi selvatici oltre che con il
Lupo: il Coyote Canis latrans, lo Sciacalo C.aureus, il Lupo del
Simen C.simensis (cfr. Wayne, 1993); cos� com�� vero che specie
diverse di Canidi selvatici si incrociano naturalmente tra loro (il
Lupo ed il Coyote in Nord America si ibridano diffusamente e il
Lupo rosso Canis rufus sembra essersi originato proprio da questa
ibridazione � Wayne, 1993).
Attualmente, per�, le numerose ricerche a livello morfologico,
etologico, paleontologico, e soprattutto genetico (Wayne, 1993;
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Vila et al. 1997), sebbene non abbiano portato a certezze assolute
in tutti gli aspetti del problema, tuttavia concordano nel ritenere il
Lupo Canis lupus quale unico progenitore nonch� conspecifico del
Cane Canis lupus familiaris. Insomma ��. I cani sono lupi, a
dispetto della loro diversit� in taglia e proporzioni�� (Wayne,
1993) o, forse meglio, sono solo la forma domestica del Lupo.
Per quanto � noto, il Lupo � la prima specie animale ad essere
stata addomesticata dall�Uomo e l�unico animale domestico
presente gi� nel Paleolitico. L�addomesticamento del Lupo,
peraltro, ha avuto luogo, pi� o meno contemporaneamente e in
maniera del tutto indipendente, in punti diversi del suo areale e i
diversi gruppi di cani si sono originati da differenti popolazioni di
Lupo (Azzaroli, 1984; Vila et al. 1997).
I dati genetici fanno risalire la domesticazione del Cane a circa
100.000 anni fa (Vila et al. 1997) e prove certe dell�associazione
fra lupi e Ominidi risalgono a pi� di 400.000 anni fa (Clutton-Brock,
1995). Tuttavia le pi� antice tracce fossili attribuibili con sicurezza
a un cane risalgono a circa 14.000 anni fa, provenienti da varie
localit�: in una sepoltura umana nei pressi di Bonn, nel Kurdistan
irakeno, nella valle del Giordano ed in Cina (Azzaroli, 1984).
La discordanza dei dati genetici e paleontologici potrebbe trovare
una spiegazione nell�ipotesi che per lungo tempo il Cane non sia
stato morfologicamente distinto dalla sua forma selvatica, il Lupo,
almeno nella parte scheletrica che fossilizza. E� probabile, inoltre,
che quando, tra 10.000 e 15.000 anni fa, le societ� umane si
trasformarono da nomadi cacciatori-raccoglitori a sedentarie
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agricole, si sia imposta la necessit� funzionale di selezionare
forme differenziate da quelle selvatiche (Morey, 1994).
Resti fossili di poco pi� recenti (10.000-6.500 a.C.) sono noti per
la Germania orientale, lo Yorkshire, la Danimarca e la valle
dell�Indo.
Alcuni rilievi del 7.500 a.C. in Anatolia meridionale documentano
con certezza gi� l�uso del cane da caccia. Nel Neolitico il Cane �
sempre presente negli insediamenti umani e gi� si possono
riconoscere pi� tipi razziali sia dai resti scheletrici, che mostrano
una notevole variabilit� di statura e di forme, sia dalle
raffigurazioni, che evidenziano nuovi caratteri morfologici che non
lasciano traccia fossile: orecchie cadenti, coda ritorta, differenti
tipi di pelame e di mantelli (Azzaroli, 1984).
I motivi e le modalit� con cui ha avuto inizio la domesticazione del
lupo ovviamente sono ignoti. E� possibile che branchi di lupi
abbiano iniziato a seguire da vicino e/o si siano uniti
spontaneamente alle trib� nomadi di cacciatori per sfruttare i resti
delle loro cacce, o che qualche cucciolo raccolto ed allevato si sia
imprintato sull�Uomo riconoscendo in esso un proprio simile e
abbia iniziato a integrarsi nel nuovo �branco�.
Certamente gli antichi cacciatori, cominciarono a utilizzarlo e a
sfruttare le capacit� predatorie di un animale che, come loro,
cacciava in gruppo le grandi prede.
Quello di cui dovettero rendersi conto in fretta questi primi
allevatori, fu di avere a che fare con una specie incredibilmente
plastica dal punto di vista sia morfologico sia comportamentale
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che, nel corso di poche migliaia di anni di domesticazione e
selezione, � stato possibile differenziare e adattare alle diverse
esigenze.
Attualmente, oltre alla infinita variet� di cani meticci, esistono pi�
di 350 razze di cani domestici ufficialmente riconosciute (cio� che
rispondono a precisi standard), raggruppate secondo le loro
funzioni: da caccia, da compagnia, da pastore, di utilit� da guardia
da difesa ecc.
Come per tutte le specie domestiche o con popolazioni anche
domestiche, siano esse animali o vegetali, il rapporto con l�Uomo �
di reciproco vantaggio.
Infatti, unicamente perch� domestico, Canis lupus ha avuto
l�opportunit�, al seguito e sotto la protezione dell�Uomo, di
diffondersi in tutto il mondo e colonizzare e sfruttare nuovi
ambienti, a volte addirittura ritornando ad essere un animale
selvatico (ad esempio il Dingo, in Australia) o semiselvatico.
Il successo dell�addomesticamento di Canis lupus da parte
dell�uomo sembra sia stato dovuto principalmente alle
caratteristiche comportamentali di questo predatore, in quanto :
- vive in un branco organizzato in una rigida struttura gerarchica
lineare il cui capo � anche il progenitore della maggior parte dei
suoi componenti per cui riconosce nel padrone il capobranco a
cui si sottomette ed ubbidisce
- � fortemente territoriale pertanto difende il territorio
dall�intrusione di estranei, per cui � utilizzato come animale da
guardia;
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- � estremamente eurifago e si nutre di resti di animali uccisi da
altri predatori, nel caso specifico l�Uomo.
Inoltre poich� i cuccioli di questa specie fra il primo ed il secondo
mese di vita attraversano un periodo di estrema socializzazione
durante il quale attribuiscono agli individui che stanno loro intorno,
le caratteristiche che riterranno poi tipiche dei membri del loro
branco, diviene comprensibile che i primi lupi, raccolti da cuccioli,
siano stati facilmente addomesticati.
2.2 Classificazione dei cani
I cani che sono liberi di vagare vengono comunemente chiamati
�vaganti�. Per il controllo di questi animali � indispensabile
conoscere il tipo di rapporto che hanno con l�uomo.
Per questo motivo l�OMS (Organizzazione Mondiale della Sanit�)
ha proposto una classificazione che poggia su due parametri
fondamentali per la sopravvivenza di una popolazione canina: la
dipendenza degli animali dall�uomo per il cibo ed i rifugi ed il grado
di controllo esercitato dall�uomo sui loro movimenti e la loro
riproduzione (WHO/FAO,1990).
Per quanto riguarda la dipendenza dall�uomo per il cibo una
popolazione canina sar� formata da:
- cani completamente dipendenti in quanto tutto ci� di cui
necessitano viene fornito loro dall�uomo intenzionalmente
- cani semidipendenti che ricevono dall�uomo intenzionalmente
solo una parte di ci� di cui necessitano
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- cani non dipendenti cio� quegli animali che si procurano ci�
di cui necessitano autonomamente
Per quanto riguarda il grado di controllo che l�uomo esercita si
avranno (Fico, 1995):
- cani sempre controllati, in quanto il padrone esercita una
stretta sorveglianza sui loro rapporti con gli altri cani o le
persone
- cani parzialmente controllati, che subiscono solo
saltuariamente il controllo del padrone
- cani non controllati che sono sempre liberi di vagabondare
L�interazione fra questi due parametri determina diverse tipologie
di cani presenti in una determinate area.
Questi, in base al tipo di rapporto che li lega all�Uomo, vengono
raggruppati in tre categorie: cani padronali, cani randagi e cani
inselvatichiti.
Le tre categorie, sebbene distinte, sono notevolmente dinamiche e,
nella realt�, costituiscono un continuum (vedi schema in fondo);
ogni singolo animale, infatti, nel corso della propria esistenza pu�
condurre un tipo di vita tale da essere incluso in una differente
categoria.
- Cani padronali: in questa categoria sono inclusi quei cani che,
pur avendo un padrone e una casa a cui fanno riferimento per
l�alimentazione e il riparo, vengono comunque lasciati incustoditi
ed hanno, quindi, la possibilit� di muoversi liberamente
nell�ambiente. Spesso questi cani si uniscono, soprattutto di
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notte,ai branchi di cani randagi. Tale situazione � pi� frequente
in ambiente rurale o nei piccoli centri urbani.
- Cani randagi: sono cani senza padrone che vivono solitamente
nei centri urbani o nelle immediate vicinanze. In genere,
dipendono, per l�alimentazione, dall�Uomo di cui peraltro
ricercano la compagnia.
Soprattutto di notte si riuniscono in branchi anche molto
numerosi e possono allontanarsi notevolmente dai centri urbani.
Questi cani possono incrementare la schiera dei cani
inselvatichiti ai quali si uniscono. Spesso sono da attribuire a
questi cani i danni al bestiame che, invece, vengono addebitati al
Lupo.
Proprio questa categoria, non fosse altro che per motivi di
ampiezza della popolazione, pone i pi� seri problemi igienico-
sanitari per l�Uomo e il maggiore impatto sull�ambiente naturale.
- Cani inselvatichiti: sono cani senza padrone che nascono e
vivono in natura e che non avendo conosciuto l�Uomo nella
prima parte della loro vita, non solo non ne ricercano la
compagnia ma anzi lo temono e tendono ad evitarlo e, quindi,
non ne dipendono direttamente in nessun modo. Vivendo in un
cotesto selvatico, sono sottoposti alla pressione selettiva
dell�ambiente naturale che favorisce solo gli esemplari pi� forti,
di dimensioni medie e grandi. I cani inselvatichiti sono da
considerare veri e propri predatori selvatici, al pari del Lupo al
quale, peraltro, sono molto simili nel comportamento. Come il
Lupo, infatti, sono notturni e formano gruppi sociali che, per�,
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pare non siano regolati da ferrei meccanismi di gerarchia nel
branco.
Relazioni funzionali fra le diverse categorie di cani e principali
parametri che ne determinano le consistenze (da Boitani et
al.,1995; modificato)
Mortalit� naturale Mortalit� naturale Mortalit� naturale
Controllo dell�Uomo Controllo dell�Uomo
Fuga
Abbandono Disturbo
Non controllo Cooptazione
Adozione
Riproduzione Riproduzione Riproduzione
Cani
padronali
controllati
Randagi
Inselvatichiti
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2.3 Concetti ecologici per il controllo delle popolazioni canine
La densit� della popolazione canina varia in relazione ai diversi
habitat, alle diverse culture, ai differenti strati sociali della
popolazione umana sia rurale che urbana.
Generalmente i paesi Europei ed il Nord America hanno un
rapporto cane/uomo variabile da 1:10 a 1:6 (WHO/FAO,1990).
La struttura ed il ricambio della popolazione canina sono
determinate da numerosi fattori differenti fra di loro.
La loro analisi dipende da statistiche sui parametri vitali, come il
rapporto fra i sessi e le et�, la mortalit� e la potenzialit� di
sopravvivenza dei cuccioli, il rapporto fra la natalit� e la mortalit�.
Si consideri che in una popolazione canina in condizioni ottimali,
ogni cane raggiunge l�et� di sei anni, il rapporto fra i sessi � di
1:1, i cani diventano sessualmente maturi a 10 mesi di et� ed ogni
cagna alleva con successo mediamente 4 cuccioli all�anno.
Permanendo tali condizioni una popolazione di questo tipo in linea
teorica si triplicherebbe quasi ogni anno, seguendo una curva di
crescita esponenziale.
Nella realt�, in una popolazione, dopo un periodo di crescita
esponenziale cominciano a diminuire le nascite e ad aumentare la
mortalit�.
Quando una popolazione canina raggiunge una certa densit� i
tassi di natalit� e mortalit� si eguagliano, la popolazione
raggiunge un equilibrio e non cresce pi�.
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Questo tipo di crescita della popolazione � denominata crescita
logistica. Il limite superiore al quale si ferma � chiamato capacit�
portante dell�ambiente.
Ogni habitat ha una capacit� portante specifica per ogni specie.
Questa capacit� specifica dipende essenzialmente dalla
disponibilit� delle risorse (siti riproduttivi, rifugi, cibo, acqua) per
le specie in questione.
La densit� di una popolazione di vertebrati superiori (compresi i
cani) � sempre molto vicina alla capacit� portante dell�ambiente.
Ogni diminuzione nella densit� della popolazione causata da una
mortalit� eccessiva � rapidamente compensata da pi� alti indici di
natalit� e sopravvivenza. In altri termini, quando i cani vengono
eliminati, la speranza di vita dei sopravvissuti aumenta perch�
possono accedere pi� facilmente e con meno competizione alle
risorse dell�ambiente e, conseguentemente, si ha un incremento
delle natalit� e soprattutto della sopravvivenza dei cuccioli.