3
INTRODUZIONE
Quante volte abbiamo sentito parlare di Cineturismo? Ma sappiamo che cos’è
veramente? Il film può davvero spingere un turista a visitare un determinato luogo?
Con quale forza e fino a che punto? Quanti film o fiction tv hanno influenzato i nostri
viaggi, la nostra sete di cultura, di conoscenza di popoli e stili di vita? Il modo in cui il
cinema racconta il territorio non può che avere una ricaduta sul modo in cui lo
spettatore si accosta emotivamente a quel territorio lasciandosi magari incuriosire fino
al desiderio di conoscerlo personalmente. La cinematografia non ha come obiettivo
primario di promuovere il turismo. Eppure, quando il film funziona in tutti i suoi
elementi, ciò avviene. Tale fenomeno complesso ha a che fare non solo con il “come” i
luoghi vengono trattati nel prodotto cineaudiovisivo, ma anche con la capacità del
territorio di recepire, fare proprio e stimolare il potenziale scaturito dal cinema.
Il cineturismo, comparso di recente all’interno della ricerca sul turismo, spiega e
approfondisce tutto questo: le complesse relazioni tra cinema e turismo. Al di là delle
definizioni più o meno estese del fenomeno, è indubbio che esso sia un vero e proprio
“ponte” tra location, territorio e cinema.
Il modo attraverso cui questi tre elementi vengono gestiti può determinare il successo
della trasformazione di una location in meta cineturistica. Si tratta di sfruttare il
potenziale offerto dal cinema per trasformare un luogo in una destinazione turistica da
promuovere. Ogni luogo rappresentato sullo schermo può diventare, per motivi
diversi, un’attrazione turistica. Si introduce quindi il tema del destination management
e delle prassi di impostazione strategica e gestione dei territori volte a valorizzare al
meglio una vocazione turistica.
Lo studio di casi concreti di successo può aiutarci a comprendere quali sono le
condizioni che portano alla promozione di un determinato luogo e quindi qual è il
rapporto tra produzione cinematografica e pubblico, ma soprattutto quali tecniche sono
adoperate per promuovere al meglio una determinata destinazione. I casi presi in
esame ci daranno evidenza del fatto che il cineturismo riesce a prendere piede quando i
tre elementi di cui si compone (location, territorio e produzione audiovisiva) sono
4
gestiti in modo coordinato e sinergico. Quando questo avviene in virtù di un piano
strategico preciso, il potenziale del cineturismo diventa altissimo.
Per quanto riguarda l’Italia, il cineturismo trova dei momenti chiave per il suo
sviluppo in alcuni festival e manifestazioni di recente istituzione dedicati al
cineturismo. Tra queste in particolare la BITC (La Borsa Internazionale sul
Cineturismo) e l’Ischia Film Festival sono diventati negli anni i due eventi di
riferimento di questo settore.
Tuttavia i festival e le manifestazioni cineturistiche non sono le uniche attività
attraverso le quali viene sostenuto il cineturismo. Un ruolo importantissimo è svolto
anche dalle Film Commission: si tratta di istituzioni legate a enti pubblici che si
occupano prevalentemente di promuovere la realizzazione di produzioni cinetelevisive
sul territorio di riferimento tramite la proposta di locations interessanti, agevolazioni
burocratiche e servizi logistici. Per le attività che svolgono o almeno in teoria
potrebbero svolgere, rappresentano l’anello principale di congiunzione tra territorio e
cinema e fungono da connettori tra le rispettive industrie di riferimento.
Il cineturismo
attiene infatti per ambiti e concetti alle attività istituzionali generalmente svolte
proprio dalle Film Commission, ove presenti: promozione e rilancio e/o riscoperta di
un’area geografica attraverso l’attivazione di iniziative, cinetour organizzati, parchi
cinematografici e manifestazioni che abbiano come oggetto la cultura, la storia, le
tradizioni e il paesaggio di un territorio e di come questi aspetti importanti siano stati
indagati e interpretati dalla sensibilità artistica dei cineasti sino a produrre
un’immagine filmica complessiva del territorio.
Si parlerà in generale delle film commission per poi analizzare nel dettaglio un caso
regionale, ovvero Marche Film Commission. In particolare si riporteranno i risultati
dell’Indagine Pilota sul Cineturismo riguardante la Regione Marche e si metteranno in
risalto le analisi e gli strumenti utilizzati per verificare l’interesse dei turisti presenti
nella regione verso un turismo cinematografico. Saranno infine analizzati i tre Movie
Tour realizzati da Marche Film Commission in collaborazione con la Regione Marche.
5
Capitolo 1 – Il Cineturismo
1.1. Che cos’è il Cineturismo?
Per poter dare una definizione di cineturismo è necessario capire i nessi tra film e
turismo, andando ad approfondire l’influenza che le produzioni audiovisive possono
esercitare nei comportamenti di scelta, acquisto e consumo dei prodotti turistici.
Il punto di partenza è l’essere spettatori di un lungometraggio, un documentario, una
fiction televisiva, un cortometraggio, un film e altro ancora. Gli spettatori possono
essere colpiti da una serie d’immagini che descrivono uno o più luoghi, e da queste
immagini essere catturati, incuriositi, fino all’emergere di un desiderio più o meno
intenso di conoscerli meglio, e magari visitarli. A questo punto, il sopraggiungere di
una sete di maggiore conoscenza di uno o più luoghi può essere un pensiero
dimenticato in fretta dopo la visione del film, oppure la causa che porta lo spettatore
all’acquisto di un prodotto turistico. Tuttavia, anche in questo secondo caso, bisogna
capire se è stato il film a far scattare la molla che porta lo spettatore ad acquistare un
viaggio che non pensava di fare, o se in qualche modo questo conferma una volontà
già presente a prescindere dal vedere qualcosa sul grande o piccolo schermo.
Da quando il fenomeno del cineturismo è cominciato ad apparire in Inghilterra e negli
Stati Uniti a oggi, sono state date numerose definizioni di cineturismo, gran parte delle
quali racchiudono al loro interno questo ampio ventaglio di aree di influenza tra
produzioni audiovisive e turismo. In linea generale, possiamo definire il cineturismo
come un movimento turistico stimolato dalla visione di film o di altri prodotti
dell’audiovisivo.
Le varie definizioni di cineturismo poi fanno riferimento a diverse scelte di analisi
della natura e dell’intensità delle relazioni che potenzialmente legano film e turismo,
riferendole, in alcuni casi, al semplice stimolare un desiderio di viaggio o suggerire la
ricerca di informazioni, in altri a influenzare la scelta del prodotto da acquistare o
addirittura determinarla.
6
La definizione anglosassone di Movie Induced Tourism analizza l’influenza che le
produzioni audiovisive esercitano sui comportamenti di scelta, acquisto e consumo dei
prodotti turistici. Le immagini dei luoghi che raggiungono lo spettatore durante la
visione del film possono catturarlo, incuriosirlo, spingerlo al desiderio di conoscere o
visitare quei luoghi. Si è in presenza quindi di un fenomeno di Movie Induced Tourism
quando l’incanto introdotto dal film genera un desiderio concreto di maggiore
conoscenza del luogo, con la successiva volontà di intraprendere un viaggio atto a
soddisfare quel bisogno. In questo caso il film potrebbe diventare un punto di partenza
e anche il momento determinante dell’acquisto di un prodotto turistico. Questa
definizione fa riferimento a una visione ampia del fenomeno cineturistico che
comprende l’intero spettro di relazioni tra film e turismo.
Il Movie Induced Tourism può essere definito come “visitation to site where movies
and TV programmes have been filmed as well as to tour to production studios,
including film related theme parks what is of interest is the tourist activity associated
with the film industry”
1
Secondo questa affermazione siamo autorizzati a parlare di cineturismo tutte le volte in
cui è possibile evidenziare una qualche connessione fra la vacanza e il cinema, a
prescindere dalla natura e dalla forza di tale relazione. L’etichetta di Movie Induced
Tourism finisce per comprendere dunque svariati comportamenti di consumo turistico
mossi da motivazioni più o meno intensamente correlate alla visione di un film.
“Cinema Sightseeing”
2
mette in relazione cinema e turismo al momento dell’utilizzo
del prodotto turistico. Con questa etichetta si vuole identificare il comportamento di
consumo turistico di chi si reca a visitare i luoghi resi celebri da una o più pellicole.
Nella fruizione c’è sicuramente un legame strettissimo e diretto tra film e turismo ma
non è scontato che il visitatore che si reca nel luogo del film sia stato spinto
esclusivamente dal film a fare quella determinata scelta di vacanza.
“Set-Jetter”
3
si inserisce nel contesto tipicamente anglosassone di “Celebrity Culture”,
facendo riferimento a quel segmento specifico di chi si reca sui luoghi del cinema per
1
Sue Beeton, Film Induced Tourism, Channel View Publication , 2005, p.11
2
Michel Jones, Keeping Up With The Indiana Joneses, TRI Hospitality Consulting Middle East, 2004, p, 15
3
Ralph Hogg, Join The Set-Jet and See The Reel World, Yorkshire Post, 2005 pp.8-9
7
ripercorrere le location dove le grandi star del cinema hanno recitato le proprie
pellicole.
“Cinematic Tourism”
4
fa riferimento invece all’esperienza compiuta dal turista che nel
luogo di vacanza è orientato nei comportamenti da quanto ha visto nel film pur non
essendo necessariamente influenzato da questo nella scelta della vacanza.
Nella più recente analisi di Di Cesare e Gloria Rech il cineturismo viene circoscritto
unicamente ai casi in cui il prodotto audiovisivo è l’unica vera motivazione d’acquisto
del prodotto turistico. Secondo questa denominazione il cineturista è colui che “ha
realmente acquistato un pacchetto turistico spinto dalla visione di un film”, e non
semplicemente chi “all’interno di un ben più ampio set di motivazioni, ha in qualche
misura subito anche la fascinazione di una o più immagini che evocano un possibile
luogo di vacanza.”
5
Secondo Di Cesare le precedenti e più ampie definizioni di cineturismo non
consentono di inquadrare questo recente fenomeno nella giusta prospettiva, mentre
bisognerebbe comprendere in modo adeguato la forza attuale e il potenziale futuro per
essere in grado di gestire il fenomeno acquisendone i relativi benefici.
Nel seguito di questo elaborato la denominazione di cineturismo farà riferimento alla
visione di esso più ampia come quella finora documentata dalla letteratura
anglosassone. Se infatti le relazioni e aree di influenza tra cinema e turismo sono
molteplici, svariate e di diversa natura e intensità, per poter comprendere e analizzare
il fenomeno fino in fondo non è possibile escludere alcune delle sfaccettature che
questo può assumere. Anche in tutti i casi in cui la produzione audiovisiva contribuisce
a orientare la scelta della destinazione turistica pur non essendo l’unico fattore
decisivo, l’influenza della pellicola e il potenziale che essa crea è innegabile. Con
questo non si intende escludere, ma anzi si ritiene complementare, la necessità di
rimandare a eventuali restrizioni di campo successive per specifiche analisi,
valutazioni o attività economiche. Ad esempio per impostare specifici programmi
4
Robert Tzanelli, Constructing The Cinematic Tourist. The Sign Industry of The Lord of The Rings, in “Tourist
Studies”, 2004, pp-21-42
5
Francesco Di Cesare., Le produzioni cinematografiche il turismo, il territorio ,Carocci Editore,Roma, 2007,
pp. 23.
8
d’investimento sarà necessario individuare e valorizzare correttamente tutte le aree di
potenziale sviluppo interne al cineturismo. Per dirla con Macionis se è vero che lo
Specific Film Tourist è il cineturista per eccellenza che maggiormente contribuisce
allo sviluppo di questo fenomeno, non va tuttavia trascurato il contributo delle altre
due tipologie General e Serendipitous:
“A specific film tourist is one who actively seeks out places seen in a film …
the general film tourist is not specifically draw to a film location, but participate
in a film tourist activities while at the destination … the senendipitous film
tourist just happens to be a destination portrayed in a film”
6
6
Macionis Norbert., Movie Induced Tourism: an incidental experience, in “Proceding on a International Tourism
and Media Conference”, 2004, Tourism Reserch Unit, Monash University Melbourne