Introduzione Questa tesi è frutto principalmente della mia professione di odontotecnico, un
mestiere che negli anni mi ha portato ad approfondire sempre più le tecniche e le
problematiche del campo odontoiatrico, e che mi ha spinto a ricercare le
trasformazioni messe in atto dall’odontoiatria per rispondere ai nuovi bisogni di una
società sempre più desiderosa di integrazione sociale .
Al momento è scarsissima la bibliografia inerente al mondo odontoiatrico
visto in chiave sociale; al contrario, numerosi dati messi a disposizione da ricerche
di mercato e da sondaggi 1
confermano l’emergere nella popolazione (italiana
soprattutto, ma anche europea) di tendenze nuove rispetto a un tempo. Dal dentista
oggi non ci si reca più solamente in caso di necessità (in genere quando si ha mal di
denti), ma si va ormai diffondendo una cultura della prevenzione che rende le visite
di controllo più regolari e l’igiene orale più curata 2
.
Va inoltre detto che, siccome nella nostra società l’aspetto estetico gioca un
ruolo determinante nelle relazioni sociali, sempre più frequenti sono i casi in cui i
pazienti si rivolgono all’odontoiatra per interventi più o meno invasivi di chirurgia
estetica 3
, dallo sbiancamento al piercing. Sempre più diffuso è anche il ricorso
all’ortodonzia 4
, da parte non solo più dei bambini ma anche degli adulti. Certamente
la convinzione che un bel sorriso aiuti nella realizzazione personale e professionale
non è un’idea nuova, ma se il ricorso alla chirurgia estetica prima era possibile solo
per i personaggi televisivi o delle riviste patinate, oggi uno o più “ritocchini” sono
accessibili quasi a tutta la popolazione (o meglio, a tutti coloro che hanno le
possibilità economiche per sostenere le ingenti spese che questi interventi
comportano).
1
Si citano qui alcuni dei sondaggi ai quali si fa riferimento nella tesi: sul sito del Censis si possono
leggere i risultati dell’indagine del 2009 sulla qualità dell’assistenza odontoiatrica privata; su GdO n°
7 (30 aprile 2010), pagg. 6-7 si trova la ricerca del 2009 di Eurobarometer su atteggiamenti e opinioni
della popolazione europea sulla salute orale; sul sito www.istat.it si trova un’indagine del 2005 sulla
diffusione della condizione di edentulismo nella popolazione italiana; infine, un’indagine sul rapporto
degli italiani con i loro denti, condotta da Astra/Demoskopea, si trova alla pagina web
www.odontoiatriaesalute.it/odontoiatria_e_salute.hlm.
2
Cfr. Garista-Strohmenger 2007, pag. 15. Si tenga comunque conto del fatto che moltissime persone
sono ancora terrorizzate dall’idea di andare dal dentista, al punto che l’odontofobia è stata
riconosciuta dall’OMS come una vera malattia e propria malattia (cfr.
www.tognialberto.it/Odontofobiapauradeldentista.aspx).
3
Cfr. Goldstein 2010: Ronald Goldstein è stato il primo odontoiatra a spostare l’attenzione dal solo
trattamento odontoiatrico all’intera armonia del viso, e viene considerato uno dei più grandi pionieri
al mondo nel campo dell’odontoiatria estetica. Egli ha dedicato oltre cinquant’anni di clinica pratica
all’educazione dei pazienti e a ottenere il sorriso dei loro sogni. Sull’odontoiatria estetica si segnalano
anche Sorridiamo09, pagg. 15-16 e GdO n° 11(30 giugno 2010), pagg. 6-7.
4
Cfr. Sorridiamo 2010, pagg. 13-16; Goldstein 2010, pagg. 112-113.
1
Una nuova tendenza che interessa la società è poi rappresentata dallo
slittamento verso un concetto di salute orale più complesso e multidimensionale 5
.
Tale trasformazione passa attraverso le azioni delle persone che, in modo più o
meno consapevole, negli ultimi tempi hanno cominciato a preoccuparsi della propria
salute orale non solo in condizioni di emergenza (in presenza di dolore e patologie in
corso), ma anche in funzione dell’aspetto estetico e del benessere psichico e sociale
che un sorriso bello e sano è in grado di supportare.
L’ultimo decennio è anche caratterizzato da una forte crisi economica che ha
coinvolto da un lato i pazienti, posti davanti alla necessità di ridurre al massimo la
spesa per non rinunciare alle cure, e dall’altro lato i dentisti, costretti a trovare delle
soluzioni per non perdere la clientela. Le strategie per fronteggiare la crisi sono
svariate: si va dall’offerta di pagamenti dilazionati nel tempo 6
, a finanziamenti a
tassi agevolati 7
, ad associazioni di odontoiatri che offrono prestazioni a tariffe
agevolate 8
.
Proprio negli anni in cui la crisi economica si è fatta maggiormente sentire, si
è molto diffusa l’odontoiatria sociale che, grazie a iniziative del ministero del
Welfare insieme a associazioni di volontari, in Italia come all’estero 9
, offre cure
gratuite o a basso costo per chi è in una situazione economica particolarmente
difficile 10
.
I tempi mutano e con essi la società, così che l’odontoiatria deve adattarsi ai
cambiamenti, trasformandosi a sua volta 11
, in modo da essere sempre in grado di
offrire al paziente un servizio che soddisfi le nuove esigenze 12
.
Che lo studio odontoiatrico abbia subìto molteplici trasformazioni è, da
diversi anni a questa parte, universalmente riconosciuto 13
: da semplice ambulatorio,
centrato sostanzialmente sulla figura del solo dentista, si è passati ad una struttura
5
Cfr. Garista-Strohmenger 2007, pag. 6.
6
Cfr. www.cooperazioneodontoiatrica.eu/archivio.asp dove si può leggere il Rapporto Eurispes 2008
secondo cui nel 2008 sono aumentati gli italiani che per pagare beni e servizi (comprese le spese nel
campo medico) hanno optato per il pagamento dilazionato del prezzo.
7
Cfr. GdO n° 9 (31 maggio 2010), pagg. 16-17.
8
Si vuol qui far riferimento in particolare all’iniziativa “Amicodentista”, per la quale si legga
l’articolo Se il low-cost è un network di studi alla pagina web
www.odontoconsult.it/News/2010/settembre/Se_il_low-cost__un_network_di_studi.aspx.
9
Cfr. GdO n° 7 (30 aprile 2010), pag. 30; per l’associazione di volontari COI cfr.
www.cooperazioneodontoiatrica.eu/archivio.asp ; per i servizi odontoiatrici offerti dal Sermig, cfr.
www.sermig.org/_ita_pub/ns_numeri.php.
10
Cfr. Gherlone 2010 secondo cui il 60% della popolazione italiana non ha i mezzi per andare dal
dentista. Per le prestazioni offerte a basso costo a donne in gravidanza e a cittadini con basso reddito,ì
cfr. www.salute.gov.it/sorrisoSalute/paginaInternaMenuSorrisoSalute.jsp?id=729&menu=offerte .
11
Cfr. Garista-Strohmenger 2007, pag. 36-
12
Cfr. DCadmos10, pag. 13.
13
Cfr. DctOs10, pagg. 882-883.
2
aziendale organizzata, di tipo sanitario, al cui interno l’odontoiatra titolare si avvale
della presenza di diverse figure professionali (come l’igienista 14
) , di consulenti
clinici e amministrativi (del resto, per adeguarsi agli obblighi di legge, uno studio
necessita di numerosi collaboratori, come per esempio gli addetti alla sterilizzazione
dei locali). Si stanno inoltre diffondendo gli studi predisposti per la cura dei malati
“speciali”, soggetti con una particolare disabilità che non permette loro di accedere
alle cure di un dentista se non in presenza di determinate strutture.
L’odontoiatra titolare oggi deve avere nel proprio bagaglio formativo una
competenza organizzativa che fino a vent’anni fa non era necessaria. La complessità
della materia extraclinica e la necessità di razionalizzare il più possibile gli alti costi
di gestione, obbligano il dentista a sviluppare una cultura manageriale, fondamentale
anche per dialogare con i vari consulenti tecnici con i quali collabora 15
.
Il problema di un linguaggio comune che assicuri la comunicazione tra
persone che hanno differenti bagagli culturali rientra nel discorso più ampio delle
abilità comunicative, abilità oggi sempre più richieste agli odontoiatri non solo
nell’ambito gestionale ed extraclinico, ma anche (e soprattutto) nel delicato rapporto
tra medico e paziente 16
.
Le innovazioni nel campo odontoiatrico sono molte, sia a livello strumentale
e tecnologico, sia su quello metodologico e relazionale. In quest’ultimo campo, una
delle novità più significative è rappresentata dall’emergere del concetto di
odontoiatria incentrata sulla persona, cioè che pone al centro del lavoro del dentista i
bisogni e le risorse della persona, allo scopo di rendere i pazienti abili
nell’interpretare bisogni e attivare risorse per recuperare un proprio equilibrio di
salute orale e di benessere più generale 17
.
Questa tesi è articolata in cinque capitoli. Il primo capitolo presenta l’odontoiatria
all’interno della società moderna, affrontando temi che vanno dalla situazione della
salute orale degli italiani, all’importanza sempre maggiore assegnata alla
prevenzione, fino all’odontofobia e alla cura dei pazienti ansiosi.
14
Cfr. Marchisio 2008, pag. 35.
15
Cfr. DctOs10, pag. 882.
16
Sull’importanza della comunicazione tra odontoiatra e paziente, cfr. Adam-Herzlich 1994 [2010],
pagg. 74 ss.; DctOs09, pagg. 897-898.
17
Cfr. Garista-Strohmenger 2007, pag. 6.
3
Il secondo capitolo è interamente dedicato all’odontoiatria estetica e alle
varie soluzioni per il raggiungimento del sorriso perfetto, tra cui lo sbiancamento dei
denti, l’ortodonzia e le infiltrazioni di botulino.
Il terzo capitolo presenta l’odontoiatria negli anni della crisi economica:
dopo la dimostrazione di quanto la crisi abbia gravato sul settore, si illustrano le
soluzioni messe in atto per fronteggiare la situazione, come, per esempio, l’offerta di
servizi finanziari per le cure dentistiche e di prestazioni odontoiatriche a tariffe
agevolate.
Nel quarto capitolo vengono illustrati i cambiamenti che hanno interessato lo
studio odontoiatrico negli ultimi anni: tra le novità più significative, si ha la
comparsa di nuove figure professionali altamente qualificate, come l’igienista
dentale.
Infine, il quinto e ultimo capitolo è un excursus di storia dell’odontoiatria.
4
1. L’odontoiatria nella società moderna Secondo l’indagine su La qualità dell'assistenza odontoiatrica privata condotta nel
settembre del 2009 dal Censis, la stragrande maggioranza degli italiani (il 97%) che
si reca dal dentista si dichiara soddisfatta delle cure ricevute e l'85% valuta
positivamente la spesa sostenuta, sebbene riconosce che sia alta 18
.
Questa ricerca è stata realizzata su un campione rappresentativo nazionale di
1.300 italiani: oltre il 58% degli intervistati ha una salute orale buona o ottima, il
31% l'ha discreta, mentre l'area della criticità è del 10%; la pulizia dei denti è
eseguita regolarmente dal 38% degli intervistati, saltuariamente dal 44% e mai dal
17%; le visite di controllo sono svolte con regolarità dal 26%, raramente dal 56% e
mai dal 18%.
L'ultima volta che sono stati dal dentista gli italiani hanno speso in media
circa 480 euro per persona, mentre la spesa annuale è di circa 740 euro. Esistono
però forti differenze a livello territoriale: i cittadini del Sud d’Italia si discostano
dalla media spendendo in un anno circa 515 euro a fronte dei 234 euro spesi dai
cittadini del Nord-Ovest, i 338 euro spesi da quelli del Nord-Est ed i 275 euro da
quelli del Centro.
È inoltre emerso che l'accesso alle prestazioni odontoiatriche non è
considerato sempre come “l’ultima spiaggia”, nel senso che non si ricorre al dentista
solo quando il dolore è ormai insostenibile. Lo sviluppo delle tecnologie e delle
competenze professionali, la crescita dell’attenzione sulla propria salute per la
prevenzione e la dimensione socio-relazionale legata ad un bel sorriso, hanno reso
più complesso e articolato lo spettro di motivazioni che stanno dietro al ricorso
all’odontoiatra.
Il canale fondamentale attraverso cui gli utenti sono giunti a conoscenza del
proprio dentista di fiducia è prevalentemente la segnalazione da parte di parenti e
amici (per l’81% degli interpellati), per altri si tratta di pura casualità (per il 7%) e
per una piccola percentuale (il 5%) secondo le indicazioni del proprio medico di
fiducia.
Per quanto riguarda la scelta della struttura cui indirizzarsi (pubblica o
privata), la quasi totalità degli odontoiatri da cui si recano gli intervistati lavora in
strutture private (il 94%) e solo il 6% in quelle pubbliche. Infatti, il 70% degli
18
Si possono leggere i risultati di questa indagine sul sito del Censis (cfr. www.censis.it ).
5
italiani non si è mai rivolto al pubblico principalmente per mancanza di fiducia
verso queste strutture (per il 37% degli intervistati)
19
.
Riguardo il rapporto tra il paziente e l’odontoiatra, il 97% si ritiene
soddisfatto, apprezzando la disponibilità a discutere il trattamento, la chiarezza delle
informazioni ricevute 20
e i tempi d’attesa contenuti. Fra le doti del buon dentista
prevalgono le capacità professionali (75%), l'esperienza (57%), la capacità di
instaurare un rapporto umano con il paziente (51%), la disponibilità e la reperibilità
(21%), l'aggiornamento professionale (16%).
L’immagine che emerge dalla ricerca del Censis è dunque quella di
un’odontoiatria italiana che in genere risponde in modo efficace alla sfida di servizi
e prestazioni sempre più personalizzati, modulando sulle esigenze specifiche di
ciascun utente la risposta medica, gli aspetti tecnico-logistici (dalle modalità di
accesso al comfort degli studi e alle tecnologie disponibili) e il rapporto di
cooperazione tra medico e paziente.
1. 1. Un quadro sulla salute orale degli italiani Una ricerca condotta nell’ottobre 2009 da Eurobarometer 21
, il sistema di ricerca
della Commissione Europea, ha permesso di conoscere gli atteggiamenti e
l’opinione della popolazione nei paesi dell’Unione Europea su alcuni temi di
carattere generale. La conclusione tratta dal sondaggio è che in Europa i costi delle
cure odontoiatriche incidono dal 5 al 10% sulla spesa sanitaria complessiva.
Per quanto riguarda nello specifico la situazione italiana, la ricerca ha fatto
emergere alcuni aspetti interessanti, che possiamo qui sintetizzare.
• Il 49% della popolazione italiana ha ancora tutti i denti, una buona percentuale
con cui l’Italia si colloca tra i primi posti nella media europea.
• Il 24% degli italiani utilizza protesi rimovibili, una percentuale che
fortunatamente è tra le più basse in Europa.
19
In fatto di prestazioni dentistiche il sistema pubblico risulta ancora poco ricettivo sul territorio
nazionale, e infatti coinvolge appena il 12,5% degli assistiti secondo i dati dell’ISTAT. Cfr. l’articolo
Studi dentistici: è crisi ma non per tutti di Roberto Rosso sul sito www.key-stone.it. Secondo i dati
ISTAT del 2005 è soprattutto fra i molto anziani che si osserva un maggior utilizzo del servizio
pubblico o convenzionato per la salute dei denti, con quote intorno al 16% tra i 70-79 anni e che
raggiungono il 20% tra gli ultraottantenni (cfr. ISTAT 2005).
20
Sull’importanza del comunicare chiaramente con il paziente, cfr. GdO n° 7 (aprile 2010), pag. 11.
21
Cfr. GdO n° 7 (30 aprile 2010), pagg. 6-7.
6