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ABSTRACT
La tesi di laurea vuole essere uno spazio di riflessione e di ricerca rispetto ad alcune
specifiche tematiche nell’attuale panorama di immigrazione, focalizzandosi da un lato
sull’eterogeneo e complesso universo della donna migrante e dall’altro sull’analisi del
ruolo dei processi di formazione all’interno del fenomeno migratorio femminile. Il
contesto educativo e di formazione della scuola di alfabetizzazione di Bonate Sotto, il
lavoro di osservazione partecipante e le interviste effettuate durante il periodo gennaio-
giugno 2013, sono stati utili strumenti per l’approfondimento degli aspetti
caratterizzanti i processi formativi ed educativi all’interno dell’universo migratorio
femminile. Avere la possibilità di frequentare un corso di alfabetizzazione, di acquisire
una maggiore competenza nella lingua del Paese di accoglienza e per talune donne la
possibilità di avvicinarsi per la prima volta alla letto-scrittura, ha consentito loro una
maggiore autonomia e integrazione ma anche la nascita di reti amicali e di solidarietà tra
donne e, in alcuni casi, la rilettura del proprio progetto migratorio. Questa ricerca,
attraverso l’osservazione partecipante e la conoscenza diretta della realtà d’indagine, mi
ha permesso di indagare e approfondire l’aspetto trasformativo che inerisce ogni
processo educativo, particolarmente significativo se correlato ad un contesto migratorio,
permettendomi di attestare il fondamentale ruolo dell’educazione nell’acquisizione di
tutti quei mezzi necessari per raggiungere la piena realizzazione personale, sociale e
politica della persona.
Il primo capitolo effettua una ricognizione di tipo quantitativo relativa ai dati statistici
sull’immigrazione secondo un’analisi situata ai vari livelli mondiale, nazionale,
provinciale e infine nel comune interessato dalla ricerca oggetto della tesi. In tale
sezione viene trattata la storia dei flussi femminili, la loro tipologia ed evoluzione,
proponendo infine una panoramica rispetto all’attuale legislazione in materia di
immigrazione.
Il secondo capitolo tratta in modo specifico il bisogno di formazione negli adulti
stranieri analizzando gli aspetti legislativi a livello europeo e nazionale, relativi
all’acquisizione della lingua italiana come L2, i concetti di alfabetismo e letteratismo
correlati agli specifici bisogni formativi della donna straniera, aspetti che mettono in
evidenza la necessità di una strutturazione di corsi differenziati rispetto a quelli proposti
alla popolazione straniera maschile. I riferimenti teorici relativi a questa sezione
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provengono dalle ricerche di Fernanda Minuz e di Gabriele Pallotti, per la parte
linguistica, e di Graziella Favaro per le problematiche che ineriscono gli aspetti di
genere.
Il terzo capitolo espone il quadro epistemologico e concettuale di riferimento per lo
sviluppo della ricerca e dell’analisi oggetto della tesi. Il quadro teorico-concettuale di
fondo, fa riferimento alle teorie dell’apprendimento trasformativo di Jack Mezirow, il
concetto di adultità e di educazione permanente in età adulta di Duccio Demetrio. Nello
stesso capitolo vengono esposti gli approcci epistemologici e la metodologia utilizzati.
L’approccio di tipo qualitativo adottato, fonda le sue motivazioni sulla convinzione che
molte delle questioni educative hanno a che fare con la dimensione emotivo-affettiva,
etica e relazionale della persona. A fronte di queste considerazioni il semplice approccio
quantitativo-sperimentale sarebbe risultato inadeguato. In particolare nell’osservazione
e analisi qualitativa del contesto oggetto della ricerca, lo sforzo è stato quello di
conoscere i significati che le persone attribuiscono alla loro esperienza con l’obiettivo di
raggiungere una comprensione profonda del loro punto di vista. Ne è naturalmente
conseguito un approccio di ricerca naturalistico-qualitativo. Gli studi di ricerca
pedagogica di Luigina Mortari sono il riferimento teorico di questa sezione.
Il quarto capitolo riguarda la presentazione dettagliata del corso di alfabetizzazione per
adulti stranieri di Bonate Sotto e si sofferma a indagare la didattica, la tipologia delle
corsiste, l’approccio pedagogico utilizzato ma anche gli aspetti trasformativi derivati
dall’acquisizione di una maggiore competenza comunicativa, della rilettura della propria
esperienza migratoria a seguito dell’apprendimento della lingua italiana, e più in
generale derivati dalla formazione, attraverso la presentazione e analisi delle interviste e
delle considerazioni e valutazioni finali. Per l’analisi dell’esperienza migratoria, i
principali autori di riferimento sono Cecilia Edelstein e Graziella Favaro. Vengono
inoltre messi in evidenza alcuni aspetti relativi alle possibilità offerte dalla scuola nella
creazione di spazi relazionali di qualità, di reti di solidarietà che, estendendosi
all’extrascolastico, hanno contribuito all’accrescimento di capitale sociale all’interno
della comunità di accoglienza. Nelle parte conclusiva si prendono in esame i limiti della
ricerca e, attraverso una riflessione critica, si pongono in evidenza quegli aspetti che
avrebbero potuto essere ulteriormente sviluppati e approfonditi a partire dalle analisi
effettuate.
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CAPITOLO I
1. La popolazione mondiale nel 2013 e i flussi migratori.
Nel 2013,
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la popolazione mondiale ha di poco superato i 7,1 miliardi di individui, con
un aumento complessivo pari a 1,7 miliardi rispetto al 1990, registrando un incremento
annuo dell’1,14%, anche se, secondo le stime degli esperti, stiamo vivendo un punto di
svolta e la crescita della popolazione sta rallentando: ci sono voluti 13 anni per arrivare
ai 7 miliardi di persone (raggiunti nel 2012), contro i 12 anni che erano serviti per
arrivare ai 6 miliardi. Le proiezioni demografiche future
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prevedono che la popolazione
possa arrivare a contare 9 miliardi di individui solo nel 2070. Volendoci concentrare
sulle migrazioni internazionali,
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nel 2013 i migranti nel mondo hanno raggiunto la
soglia di 232 milioni, con un incremento di 57 milioni di unità, il 33% in più comparato
al 2002. La maggior parte dei migranti risiede nei c.d. “Paesi Sviluppati” (59%).
L’Europa raccoglie il maggior numero delle migrazioni internazionali: 72 milioni di
migranti, seguita dall’Asia (71 milioni) e dal Nord America (57 milioni).
L’immigrazione femminile, a livello mondiale, si attesta al 48% del totale ed è ancora
l’Europa a detenere la percentuale più alta (51,9%) di flussi migratori femminili, seguita
dall’America Latina (51,6%) e dal Nord America (51,4%).
1.1 Immigrazione e presenza straniera nell’UE
Secondo i dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 31 dicembre
2012 i 27 Paesi dell’U.E. contavano 507,7 milioni di abitanti. La popolazione di
cittadinanza straniera residente nell’U.E. aveva superato i 34 milioni (il 7% del totale).
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Tra i grandi paesi europei, le percentuali maggiori di popolazione straniera si rilevano in
Spagna (15,2%), Germania (20,3%), Italia (13,2%), Regno Unito (13,1%),
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Fonte: www.worldometers.info.it dati al 1 settembre 2013
2
Fonte: www.life.wired.it/news “La crescita della popolazione mondiale frena”, articolo a cura di
Michela Dell’Amico, 15 gennaio 2013
3
Fonte: www.UN.ORG “International Migrations 2013”, United Nations Department of Economics and
Social Affairs - Population Division
4
Fonte: www.lavoro.gov.it “Terzo Rapporto Annuale – Gli immigrati nel mercato in Italia”, Direzione
Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione, 2013
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Francia (10,6%). Questi paesi ospitano oltre tre quarti della popolazione straniera
presente all’interno dell’Unione, ma sono proprio l’Italia e la Spagna i paesi che fanno
registrare la crescita più significativa. Le aree di provenienza
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sono rappresentate dalla
Romania, dalla Turchia, dal Marocco, dalla Polonia, dall’Italia, seguiti da Albania,
Portogallo, Regno Unito, Germania e Cina. Nel complesso quasi il 60% degli stranieri
residenti all’interno dell’UE proviene da paesi membri. Alcune delle più numerose
comunità immigrate sono concentrate all’interno di un numero ridotto di paesi: l’88%
dei marocchini presenti in Europa si trova in Spagna, Francia o Italia, il 78% dei romeni
residenti in un altro paese dell’Unione Europea vive in Italia (42%) o Spagna (36%). Il
75% dei residenti di cittadinanza turca si trova in Germania, mentre il 64% dei polacchi
vive nel Regno Unito o in Germania.
1.2 Censimento della popolazione straniera in Italia
Al 1° gennaio 2013, l’Istat
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stima la popolazione italiana poco più di 64,1 milioni di
unità, di cui 4.387.721 residenti stranieri. Se si confrontano i dati relativi al 1 gennaio
2012, il saldo attivo è di 334 mila unità. A seguito del censimento 2011 della
popolazione residente, i comuni hanno iniziato le operazioni di revisione della anagrafi
che hanno determinato un saldo pari a 72.164 unità in più, corrispondente a oltre il 20%
dell’incremento della popolazione straniera in confronto al 2012. Una delle componenti
di tale incremento registrato nel 2012, è rappresentata dai 79.894 nati da genitori
stranieri residenti in Italia, che costituiscono il 15% del totale dei nati residenti, l’1% in
più rispetto al 2011. Le operazioni che si concluderanno entro il 31 dicembre 2013,
determineranno ulteriori variazioni. Analizzando la distribuzione territoriale, ad oggi i
due terzi del totale degli stranieri presenti sul territorio nazionale, risiede al Nord e
precisamente il 35,2% nell’Italia nord-occidentale, il 26,6% nel Nord-Est, mentre il
24,2% risiede nel Centro e solo il 14% degli stranieri vive nel Mezzogiorno.
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La
Lombardia si attesta a detenere il primato della regione a più elevata popolazione
straniera, dove al 1° luglio 2013, la popolazione immigrata raggiunge 1 milione 237
mila unità, circa un quarto del totale nazionale. Seguono l’Emilia-Romagna (11,1%), il
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Fonte: Caritas, Dossier Statistico 2012 Immigrazione 22° Rapporto Caritas e Migrantes
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Fonte: www.istat.it Istat, Comunicato Stampa 26 luglio 2013
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Fonte: ORIM, Rapporto 2012 – Gli immigrati in Lombardia, Fondazione ISMU, Milano, 2013