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CAPITOLO 2
La conquista dei diritti
2.1 Olympe de Gouges
Nel contesto storico del Settecento, passato alla storia come epoca caratterizzata dal
razionalismo, dalla raffinatezza fatta donna, delle donne salonnières, non manca una
minoranza contraddittoria all’immaginario comune del secolo. Una delle principali
esponenti da citare parlando della lotta per la conquista dei diritti femminili nella Francia del
XVIII secolo è sicuramente Olympe de Gouges, pseudonimo di Marie Gouze, nata a
Montauban, in Occitania, nel 1748. Madame de Gouges si presenta come un caso di studio
particolarmente degno di interesse, in quanto promotrice di un tema politico fortemente
dibattuto, ma allo stesso tempo a lungo trascurato dal dibattito storiografico: i diritti della
donna e della cittadina
28
. È, infatti, una delle prime donne ad occuparsi di temi quali il
divorzio, i sussidi statali in favore della maternità e dell’infanzia, la libertà di espressione e,
primo fra tutti, l’uguaglianza di genere.
Ciò che si conosce della sua infanzia è limitato ad un’educazione trascurata, elemento
di forte impatto nello sviluppo delle sue vicende biografiche e bibliografiche
29
. Assunse lo
pseudonimo con il quale è conosciuta in seguito al suo trasferimento a Parigi nel 1770
quando fu introdotta in diversi saloni letterari, tra i quali ritroviamo quello della marchesa di
Montesson. In questi la donna si trovava molto spesso in accordo con le idee Rousseauninane
a proposito della situazione socio-politica dell’epoca.
L’anno di svolta per la carriera parigina di Madame de Gouges fu il 1788, segnato
dalla pubblicazione della sua prima raccolta, composta da tre volumi di opere che
rispondevano all’appello lanciato in occasione della convocazione degli Stati Generali da
parte del Re Luigi XVI. L’intellettuale Occitana approfittò, infatti, dell’apertura di uno
spazio pubblico per presentare il suo progetto di riduzione del debito in Francia. È con
28
Valentina Altopiedi, Olympe de Gouges: storia e storiografia dell’autrice della
Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, Torino, 2018, p. 72.
29
Ebbe sempre delle difficoltà a scrivere correttamente il francese, poiché la sua lingua
madre era l’occitanico, quindi dettò sempre i suoi testi a dei segretari. Giulia Bordonali, I
diritti delle donne nel secolo dei Lumi: il periodo della reggenza e della Rivoluzione
francese, Pavia, gennaio 2016.
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questo, che inizia la pubblicazione di una serie di scritti politici tra il 1788 e il 1793
30
, anno
in cui fu condannata a morte con l’accusa di sostenere le forze controrivoluzionarie.
Nel periodo appena precedente, si dedicò anche alla stesura di opere teatrali, in
particolare commedie. Quella che la rese famosa fu L’esclavage des noirs pubblicata nel
1792 e, successivamente, inserita nel repertorio della Comédie Française. Infatti, già dal
1774, aveva dimostrato la sua indignazione contro la schiavitù dei neri americani, tema per
il quale poche donne si erano esposte fino ad allora.
Alla proclamazione dell’Assemblea Generale del 17 giugno 1789, fu la prima tra la
delegazione di cittadine a Parigi ad offrire l’obolo volontario per la sua inaugurazione,
incitando le altre donne a fare lo stesso. Questo suo gesto la rese una figura simbolo dello
spirito patriottico, a tal punto da essere poi adottata dalla Convenzione nazionale
31
.
Il 1791 rappresentò per la donna un anno cruciale a livello politico. Si schierò in
favore di quella Costituzione che, adottata in conformità alla Dichiarazione dei diritti
dell’uomo e del cittadino del 1789, introduceva la separazione dei tre poteri dello Stato
(legislativo, esecutivo e giudiziario), pur rimanendo delusa dal tentativo di fuga del Re Luigi
XVI
32
. Nel settembre dello stesso anno si dedicò alla redazione della Dichiarazione dei
diritti della donna e della cittadina, dedicandola alla Regina Maria Antonietta.
Dopo essersi battuta per la conquista dei diritti delle donne, nel 1793 la Convenzione
nazionale, divenuta Montagnarda in seguito alla deposizione de Re Luigi XVI, sancì, invece,
che queste non potessero acquisire lo status di cittadine. Questo episodio portò Olympe de
Gouges ad attuare una serie di iniziative che, suo malgrado, la condussero di fatto al patibolo.
Tra queste troviamo un tentativo di affissione di un manifesto riportante la seguente frase:
“Le tre urne o la salvezza della patria”
33
, che si rifaceva all’idea Girondina di eseguire uno
scrutinio con tre urne: una per la monarchia, una per il popolo e una per il governo.
30
Tra le opere principali troviamo: Les Démocrates et les aristocrates, ou les curieux du
champ de Mars, 1790, Mirabeau aux Champs Élysées, 1791, Déclaration des droits de la
femme et de la citoyenne, 1791, La France sauvée, ou le tyran détrôné, 1792, L'Entrée de
Dumouriez à Bruxelles, ou les vivandiers, 1793.
31
Sophie Mousset, Women's rights and the french revolution: a biography of Olympe de
Gouges, Brunswick, 2007, p. 49.
32
Tentativo conosciuto come la fuga di Varennes (20-21 giugno 1791) con la quale il Re,
attraverso un atto controrivoluzionario, sperava di recuperare i suoi vecchi poteri tipici
dell’assolutismo, perduti in seguito all’adozione della nuova Costituzione che prevedeva una
monarchia limitata. José Pagliardini, Temps des fuites et fuite du temps dans La Nuit de
Varennes d’Ettore Scola, Cahiers d’études romanes, 22, 2010, pp. 185-198.
33
Francisco Soriano, Olympe de Gouges, il diritto di salire in tribuna come al patibolo,
Rivista Argo, 2018.
20
Il 3 novembre 1793 fu condotta al patibolo dove venne giustiziata per essersi
allontanata dalla coutume. Pochi giorni dopo la sua esecuzione, si leggeva
“Olympe de Gouges, nata con un'immaginazione esaltata, scambiò il suo delirio per
un’ispirazione alla natura. Volle essere un uomo di Stato, e sembra che la legge abbia punito
questa cospiratrice per aver dimenticato le virtù che convengono al suo sesso”
34
.
2.2 La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina
La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina nasce come testo giuridico
pubblicato il 5 settembre 1791 da Olympe de Gouges in risposta alla Dichiarazione dei diritti
dell’uomo e del cittadino risalente al 1789. In quest’opera, de Gouges sostenne la piena
assimilazione legale, politica e sociale delle donne. Si tratta, infatti, del primo documento
ufficiale che invoca l’uguaglianza giuridica tra donne e uomini. Così come il testo al quale
si ispira, anche la Dichiarazione di de Gouges presenta 17 articoli che rivendicano per le
donne, considerate “sesso che è superiore per bellezza, come anche per coraggio”
35
, quegli
spazi di libertà e di dignità sin ad allora riservati esclusivamente agli uomini. Sia il
preambolo che alcuni articoli della Dichiarazione di Madame de Gouges riprendono nella
struttura e nel contenuto la Dichiarazione del 1789, che l’autrice spesso copia alla lettera,
sostituendo o aggiungendo la parola “donna” a quella di “uomo”.
Quanto alla struttura è possibile individuare un vero e proprio parallelismo tematico
tra le due Dichiarazioni. Riconosciamo, infatti, il rapporto tra diritti individuali e potere
pubblico (art. I-V), la partecipazione alle decisioni politiche (art. VI), l’applicazione e i limiti
del diritto penale (artt. VII-IX), la libertà di espressione (artt. X-XI), la regolamentazione e
il finanziamento della pubblica amministrazione (artt. XII-XV), la divisione dei poteri
(art. XVI) e la protezione della proprietà privata (art. XVII)
36
.
L'autrice scrive difendendo, a volte sarcasticamente, la considerazione del
pregiudizio maschile che è la causa delle donne, “La donna nasce libera e rimane uguale
34
Charles-Joseph Panckoucke, 3 novembre 1793 : Olympe de Gouges est guillotinée sur
ordre du Tribunal révolutionnaire, Gazette nationale ou Le moniteur universel, 1793.
35
Olympe de Gouges, Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne, 1791,
preambolo.
36
Elisa Orrù, Relazioni familiari e soggettività politica. Olympe de Gouges e la ridefinizione
del canone giusnaturalistico, Cosmopolis rivista di filosofia e teoria politica, 2021.
21
all’uomo nei diritti”
37
. Inoltre, durante la sua analisi, de Gouges critica la Rivoluzione per
aver dimenticato le donne nel suo progetto di libertà ed eguaglianza. A primo impatto, le
rivendicazioni di de Gouges potrebbero apparire come una mera estensione alle donne dei
diritti che i rivoluzionari avevano richiesto sino ad allora solo per gli uomini. Un’analisi più
approfondita della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina ci mostra come
l’autrice da un lato arricchisca i diritti proclamati di nuovi significati e dall’altro metta in
discussione alcune ipotesi fondamentali tipiche delle teorie classiche del pensiero politico-
giuridico moderno.
Con la Dichiarazione viene, infatti, introdotta una svolta nel paradigma
giusnaturalistico, nonostante questo rimanga lo sfondo teorico sul quale de Gouges formula
le sue idee. La sua argomentazione presenta degli elementi di rottura rispetto ad alcune teorie
di filosofi dell’epoca quali Rousseau, Hobbes, Locke e Kant.
Confrontandosi con il primo, e basandosi sulla parità tra uomo e donna, l’autrice
teorizza un modello di continuità tra contratto sociale e contratto coniugale. A tal proposito,
nel preambolo della Dichiarazione, de Gouges pone l’accento sulla caratteristica naturale
della donna, affermando:
“Le madri, le figlie, le sorelle, rappresentanti della nazione, domandano di costituirsi in
assemblea nazionale. Considerando che l'ignoranza, l'oblio o il disprezzo dei diritti della
donna sono le sole cause delle sventure pubbliche della corruzione dei governi, esse si sono
risolte a esporre in una solenne dichiarazione i diritti naturali inalienabili e sacri della donna,
affinché questa dichiarazione costantemente presente a tutti i membri del corpo sociale,
ricordi incessantemente i loro diritti e i loro doveri, affinché gli atti del potere delle donne e
quelli del potere degli uomini, potendo in ogni istante essere confrontati con il fine di ogni
istituzione politica, ne siano più rispettati, affinché i reclami delle cittadine fondati ormai su
principi semplici e incontestabili, siano sempre rivolti al mantenimento della costituzione,
dei buoni costumi e alla felicità di tutti”
38
.
Attraverso queste parole di forte impatto sociale e politico, l’attivista rimarca la
volontà del popolo femminile di costituirsi in Assemblea Nazionale, dal momento che
questa, fino ad allora, era composta di soli uomini appartenenti alla nobiltà, al clero e al terzo
37
Olympe de Gouges, Déclaration des droits de la femme et de la citoyenne, 1791, art. I.
38
Ivi, preambolo.
22
stato. Con questa richiesta, de Gouges riprende la divisione tra cittadinanza attiva e passiva
formulata nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, denunciando la “passività
civica” delle donne, prive di ogni diritto politico.
De Gouges, inoltre, definisce il sesso femminile come “sesso che è superiore per
bellezza, come anche per coraggio”, rilevando e non celando le differenze di genere.
Dimostra, dunque, come la subordinazione della donna sia in realtà il risultato di numerosi
processi di normazione e di normalizzazione giuridici e sociali, i quali hanno costituito, sulle
differenze tra uomini e donne, un trattamento diseguale.
Riprendendo le parole del preambolo, è importante sottolineare le definizioni che
l’autrice dà delle donne come madri, figlie e sorelle. Queste accezioni fanno probabilmente
riferimento non tanto al collegamento di parentela o di sangue che vi è con gli uomini, quanto
alla necessità di concorrenza alla formazione dell’Assemblea come parte integrante della
Nazione, concepita quale “collettività di individui che rinunciano ad una parte dei loro diritti,
al fine di garantire a se stessi la propria sopravvivenza, passando dallo stato di natura allo
stato civile”
39
.
Nella frase finale della premessa si ha l’introduzione di un’espressione sino ad allora
assente: il buon costume. Con tale termine de Gouges potrebbe riferirsi al fatto che siano le
donne a dover dettare e mantenere tale attitudine all’interno della società, contrariamente a
ciò che farebbero gli uomini intraprendendo comportamenti lontani da tale visione.
Analizzando gli articoli, così come precedentemente illustrato, vediamo che questi si
dividono in sette gruppi in base al tema trattato. Tra i principali, troviamo quelli collegati al
rapporto che intercorre tra individui e potere pubblico. Risalta la volontà di Olympe de
Gouges di introdurre le donne alla sfera pubblica e, conseguentemente politica, ponendole
sullo stesso piano degli uomini all’interno della Nazione.
“Le principe de toute souveraineté réside essentiellement dans la Nation, qui n'est que la
réunion de la Femme et de l'Homme: nul corps, nul individu, ne peut exercer d'autorité qui
n'en émane expressément.”
40
.
L’articolo qui presentato individua la base della sovranità della Nazione, vista come
l’insieme di uomini e donne. Va a sottolineare, dunque, l’importanza della presenza di
39
Jean Jacques Rousseau, Il contratto sociale, 1762.
40
Olympe de Gouges, Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, 1791, art. III.