4
INTRODUZIONE
L’obiettivo del presente lavoro consiste nello svolgere un’analisi sulle
modalità in cui il web viene utilizzato, in tutte le sue declinazioni, dalle
aziende editoriali specializzate nel segmento comunicazione-pubblicità.
Lo scopo è, quindi, quello di analizzare il web come leva strategica per
aiutare l’industria dell’editoria a superare l’attuale fase di crisi
economica e per individuare un nuovo modello di business. La tesi si
articola in cinque capitoli. Nel primo capitolo si analizza il rapporto tra
le imprese e il loro ambiente esterno di riferimento. Inizialmente
l’argomento viene trattato in linea teorica, per poi passare allo studio
dei fattori che hanno maggiormente influenzato l’ambiente dell’editoria
giornalistica: la crisi economica nazionale e la progressiva evoluzione
tecnologica.
Il secondo capitolo definisce cos’è il vantaggio competitivo,
analizzandone la natura, le fonti, le strategie per difendere il vantaggio
acquisito e quelle per conquistare questo vantaggio sulla concorrenza.
Nel capitolo si discutono anche le differenze tra la leadership
conseguente ad un vantaggio di costo, dove l’azienda agisce soprattutto
sulla leva del prezzo, e la strategia della differenziazione, che punta
sulle qualità distintive dei prodotti, che permettono ai produttori di
ottenere un premium price sul prezzo finale.
Nel terzo capitolo è svolta l’analisi di settore, facendo riferimento allo
schema delle cinque forze competitive di Porter. Il modello di Porter
viene applicato al segmento dei periodici di comunicazione, studiando
in modo analitico i clienti, i fornitori, le minacce dei potenziali nuovi
entranti, i prodotti sostitutivi e, soprattutto, gli attori di questo mercato.
La conclusione alla quale giunge l’analisi è come gli editori, soprattutto
quelli del segmento analizzato, ancora non siano riusciti a sfruttare
tutte le potenzialità che i nuovi media stanno dando. Si tratta di
un’occasione importante per l’evoluzione dell’editoria tradizionale che
ha bisogno di reinventarsi. L’ibridazione con i nuovi media è diventata
5
una tappa obbligata affinché la stampa periodica di settore possa uscire
dalla crisi del modello tradizionale di vendita dei propri contenuti.
Il quarto capitolo analizza come il web rappresenti attualmente, e possa
rappresentare nel futuro, una leva strategica per l’editoria periodica di
comunicazione. L’analisi parte dall’assunto che molti attori del
comparto editoriale abbiano per troppo tempo visto il web come causa
principale del calo generalizzato delle vendite dei loro prodotti cartacei.
Lo studio svolto ne mette in evidenza i punti di forza su cui il segmento
dovrebbe far leva per innovare e rinnovarsi. Oltre agli strumenti dei
blog aziendali e dei social network, lo studio mette in luce come i tablet
possano realmente rappresentare un cambio di paradigma per i
contenuti editoriali, grazie alla loro capacità di integrare audio, video e
interattività durante la lettura. Proprio questi device elettronici
possono ispirare nuove strategie di vendita dei contenuti digitali,
integrate con contenuti gratuiti sul web e con gli approfondimenti
tematici su supporto cartaceo.
L’ultimo capitolo, infine, riporta la case history di uno dei competitor
del segmento dell’editoria periodica di comunicazione, TVN Media
Group. Si tratta di un gruppo editoriale che utilizza il web in tutte le sue
declinazioni e che mette in evidenza il ruolo sempre più marcato che
svolgono i social network come cassa di risonanza de contenuti online,
oltre alla crescente importanza della lettura in mobile su device come
smartphone e tablet.
6
CAPITOLO 1
L’ANALISI AMBIENTALE
1.1 L’ambiente
Alla base di ogni strategia aziendale di successo vi è un’approfondita
comprensione dell’ambiente competitivo in cui le aziende si muovono.
L’ambiente più vicino all’impresa è il settore in cui essa opera, perciò
l’analisi dell’ambiente esterno dovr{ focalizzarsi sull’analisi di settore.
L’impresa evolve grazie al suo modo di entrare in relazione con il suo
ambiente, il quale non deve essere inteso come un qualcosa di separato
dall’impresa stessa, bensì come tutto ciò che compone il suo habitat e di
cui, quindi, l’impresa stessa è parte integrante. Non esiste una
definizione univoca di ambiente per ogni impresa. Si tratta, infatti, di un
macro-elemento soggettivo, poiché dipende dalla specifica percezione
delle opportunità e delle minacce che ogni impresa ha di esso.
L’ambiente competitivo di un’impresa è composto da tutte quelle
variabili esterne che ne influenzano le decisioni e i risultati. Il
prerequisito per un’analisi ambientale efficace è distinguere ciò che è di
vitale importanza da ciò che è semplicemente importante.
1
Gli elementi
che danno forma all’habitat di un’impresa sono: il contesto economico
nazionale e internazionale, la tecnologia, gli attori istituzionali,
l’ambiente naturale, la struttura demografica e l’assetto della societ{.
Questi fattori possono essere determinanti poiché sono in grado di
influenzare le diverse situazioni, sia quelle favorevoli sia quelle di
rischio che l’impresa si trover{ ad affrontare nel futuro. Questi fattori,
inoltre, influenzano anche quei tre elementi che costituiscono il nucleo
dell’ambiente esterno e che rappresentano, con le loro reciproche
1
Analisi strategica per le decisioni aziendali – Robert Grant (cap. 3)
7
relazioni, l’ambiente settoriale dell’impresa: i clienti, i fornitori e i
concorrenti.
1.2 L’analisi ambientale dell’editoria giornalistica
L’editoria giornalistica è parte del più ampio mercato dell’informazione
e della comunicazione e offre prodotti destinati sia al pubblico delle
famiglie sia al mondo b2b delle imprese. E’ suddivisa nei due comparti
dei quotidiani e dei periodici e, all’interno di questi ultimi, troviamo i
mensili e settimanali generici e i periodici specializzati in particolari
argomenti che, quindi, si collocano in nicchie di mercato. I due comparti
differiscono per le modalità di aggregazione dei lettori: i quotidiani
operano una suddivisione su base geografica, mentre i periodici
distinguono il loro target in base ai gusti, agli interessi e al livello
d’istruzione. Nonostante le profonde trasformazioni che l’industria
dell’editoria giornalistica sta subendo, soprattutto per l’avvento dei
nuovi supporti elettronici, i giornali su carta stampata continuano a
rappresentare la maggioranza dei prodotti sul mercato. C’è da
sottolineare, però, come siano calate notevolmente le vendite di
quotidiani ma, soprattutto, di periodici, a fronte di un’accresciuta
percentuale di lettori. Segno evidente che è ancora il valore del
contenuto, e non il mezzo su cui esso è divulgato, a rappresentare
tutt’oggi l’elemento che definisce l’industria editoriale e
dell’informazione. Ora i contenuti possono essere declinati su nuovi
media digitali che riescono ad attrarre anche un nuovo pubblico più
giovane, che in passato si è spesso dimostrato poco interessato alla
lettura dei quotidiani cartacei.
Questo aspetto porta alla luce due questioni differenti, perché se da un
lato c’è la concreta possibilità di abbassare i costi di produzione del
prodotto editoriale, dall’altro, però, nasce il problema di trovare
soluzioni di acquisto, da parte dei lettori, in grado di remunerare
8
adeguatamente gli editori. Le possibilità di crescita ci sono, ma tutto
ruota attorno all’ambiente in cui le imprese editoriali operano.
L’ambiente dovrebbe trasmettere fiducia e spingere gli editori
all’azione, superando la riluttanza a investire sia nelle attivit{
tradizionali sia in quelle nuove. Su questo piano pesano le carenze di un
impianto legislativo che governa il settore, inadeguato a proteggere in
modo efficace i contenuti editoriali.
2
All’interno dell’ambiente
dell’editoria giornalistica l’analisi si concentrer{ principalmente su due
degli elementi che più influenzano il settore, soprattutto in questa
particolare congiuntura storica: il contesto economico nazionale e il
fattore tecnologico. Innanzitutto, la filiera dell’editoria e della carta
stampata, in termini di occupazione, rappresenta il 5,1% dell’intero
sistema economico italiano.
3
Le ricadute della crisi economica sul
settore dell’editoria giornalistica nel biennio 2008-2009 sono state
pesanti e a queste si sono sommati gli squilibri strutturali da lungo
tempo presenti nel comparto, oltre alle profonde trasformazioni
tecnologiche che stanno radicalmente cambiando il sistema
dell’informazione. Tuttavia le imprese editrici hanno dimostrato, nel
2010 e in questo primo periodo del 2011, una capacità di reazione che
evidenzia la loro volontà di restare protagoniste nel mercato della
comunicazione, in perenne cambiamento.
4
I principali problemi con i
quali si è dovuta confrontare l’editoria giornalistica sono legati
innanzitutto al fatto che il mercato non si espande sufficientemente
nelle sue due componenti tradizionali: la vendita delle copie e quella
2
Fonte: Fieg – La stampa in Italia 2008- 2010
http://www.fieg.it/upload/studi_allegati/La%20Stampa%20in%20Italia%202008-
2010_Sintesi%20per%20la%20stampa.pdf
3
Dati stimati al 2010. Fonte: Anes – Studi e ricerche di mercato: Carta, editoria,
stampa e trasformazione: quali interventi per tornare a crescere? (di Alessandro
Nova)
4
Fonte: Fieg – La stampa in Italia 2008- 2010
http://www.fieg.it/upload/studi_allegati/La%20Stampa%20in%20Italia%202008-
2010_Sintesi%20per%20la%20stampa.pdf
9
degli spazi pubblicitari.
5
Il mercato pubblicitario, infatti, ha risentito
pesantemente della crisi economica internazionale, arretrando del
13,4%, con conseguenze subite pressoché da tutti i media, con la sola
eccezione di internet. Il settore della pubblicit{ fa parte dell’ambiente
all’interno del quale si muove l’editoria, in quanto questa fonda una
buona parte dei propri introiti proprio sulla vendita degli spazi
pubblicitari. Nel 2010 gli investimenti pubblicitari sono diminuiti del
2% nei quotidiani, del 5,4% nei periodici e del 25,2% nei giornali free
press e questo deve obbligatoriamente spingere gli editori a trovare
nuovi canali di introiti e nuove modalità interattive di veicolare
pubblicità. L’interattività che può tornare a risollevare le sorti della
vendita di spazi (non più solo reali, ma anche virtuali, cioè non più solo
sulla carta, ma anche sugli spazi web) pubblicitari ci porta alla seconda
variabile dell’analisi ambientale: il fattore tecnologico. E’ fuori dubbio
che la tecnologia abbia assunto un ruolo di driver nei nuovi processi
d’integrazione multimediale e nelle nuove modalit{ di fruizione e
condivisione dei contenuti. E’ la tecnologia che ha imposto nuovi
modelli di business, dei quali, però, la redditività non è stata ancora
accertata. Si sono diffuse, infatti, nuove formule di accesso a pagamento
ai contenuti editoriali online (il cosiddetto “paywall”) che non hanno
ancora conquistato il pubblico.
Bisogna sottolineare che, se gli acquisti si affievoliscono, non si
affievolisce l’interesse per i contenuti redazionali veicolati dai
quotidiani, come testimonia l’evoluzione positiva dei visitatori dei siti
web dei quotidiani in crescita. Secondo i dati Audiweb (Tav. 1) gli utenti
unici di siti quotidiani in un giorno medio del mese di dicembre 2010
sono stati 5,477 milioni con un incremento del 37% rispetto al mese di
dicembre 2009. La media complessiva di utenti attivi nel giorno medio
è aumentata in misura di gran lunga inferiore (+ 15, 3%) rispetto
5
Fonte: Fieg – La stampa in Italia 2008- 2010
http://www.fieg.it/upload/studi_allegati/La%20Stampa%20in%20Italia%202008-
2010_Sintesi%20per%20la%20stampa.pdf
10
all’incremento fatto registrare dai quotidiani. La percentuale di utenti di
siti web di quotidiani, che a dicembre 2009 era pari al 38,3%, è così
salita di più di sette punti attestandosi al 45,4%. Molto sostenuta è stata
anche la crescita del numero di pagine di quotidiani viste in un giorno
medio: da 34 a 46 milioni, con un tasso di crescita del 35%.
6
I dati
emersi confermano il web come leva strategica di traino per il mondo
dell’editoria, grazie alla multimedialit{ che permette di attirare
l’attenzione di differenti tipologie di lettori online. Per quanto riguarda
i periodici, i lettori si attestano sui 32 milioni e dal 2001 al 2010, con le
sole eccezioni del 2005 e del 2007, sono andati diminuendo. L’indice di
penetrazione, sebbene sia diminuito, si attesta a livelli alti (62%). Il calo
dei lettori, sia dei periodici cartacei che dei corrispondenti siti web, è
stato accusato in misura leggermente più accentuata dai settimanali (-
1,9% nei tre cicli del 2010) rispetto ai mensili (- 1% nello stesso
periodo).
6
La stampa in Italia: 2008-2010
http://www.fieg.it/upload/studi_allegati/La%20Stampa%20in%20Italia%202008-
2010.pdf - pag. 44