distrazione, la falsa partecipazione o l' abbandono a una gestione
totalitaria di tempi e spazi da parte di operatori, animatori e tecnici
addetti a integrare la soggettività di ciascuno dentro i recinti del mercato.
Analizzeremo quindi il suo atteggiamento, la sua capacità di percepire la
realtà con un occhio sempre diverso, il suo cercare di fuggire da una
logica della frammentazione che soffoca sempre di più l' uomo
contemporaneo. Sul mercato mondiale il turismo è un prodotto fra i tanti.
Una merce disegnata non solo sui bisogni dei suoi consumatori ma anche
su miti e interessi che producono percorsi e tempi, emozioni e sapori.
Eppure, forse, restano ancora alcuni spazi che permettono al viaggio di
essere un' esplorazione, una ricerca. Un tempo di interrogazioni dove
fantasia e freschezza, umiltà e coraggio, rimangono carte ancora
spendibili su itinerari dove, senza violentare l' altro, senza pagare prezzi
troppo alti, si può puntare al riconoscimento di se stessi.
Capitolo 1
Possibilità e obbiettivi del turista contemporaneo.
1.1 - Lo sguardo.
Possiamo prendere come spunto iniziale di questa tesi uno studio di J.
Urry (1989) per il quale lo sguardo del turista e' costruito in relazione al
suo contrario. Dipende da ciò che gli e' opposto, ovvero da quella gamma
di esperienze non-turistiche che il soggetto vive nel suo quotidiano.
Questo vale ovviamente per qualsiasi periodo storico, anche se il grado
varia notevolmente se si va dal Grand Tour del XVII° secolo al turismo
di massa della società industriale in cui viviamo.
Quest' ultimo infatti e' sì connotato da una maggiore disponibilità di
tempo libero ed un ampio ventaglio di possibilità, ma,
contemporaneamente, sempre più incasellato entro i ritmi serrati della
società dei consumi. In questa logica vediamo forse tutti i limiti in cui e'
confinato lo sguardo del turista contemporaneo.
Come ha rivelato acutamente Boorstin (1964) i contemporanei non
riescono ad esperire la <<realtà>> per via diretta, ma si nutrono di
<<pseudo-eventi>>.
Il turismo non fa eccezione. Isolato dall' ambiente e dalla popolazione
locale, il turista di massa viaggia in gruppi guidati e trova piacere in
attrazioni progettate a tavolino, godendo di tali <<pseudo-eventi>> e
trascurando il mondo <<reale>> che sta all' esterno. Di conseguenza, gli
imprenditori turistici e le popolazioni locali sono indotti a produrre
esibizioni sempre più stravaganti per l' osservatore credulone. Nel tempo,
attraverso la pubblicità' e i media, le immagini prodotte per l'
osservazione turistica vengono a creare un sistema chiuso di illusioni che
si autoperpetua e che costituisce per i futuri turisti la base per selezionare
le proprie potenziali mete. Tali visite vengono condotte, dice Boorstin,
nella <<bolla ambientale>>dell' albergo familiare, che isola il turista
dalle specificità dell' ambiente ospitante.
Successivamente, e' interessante la tesi che Turner e Ash (1975) hanno
sviluppato, relativamente al processo di mutamento storico che dal
<<viaggiatore individuale>>ha portato al <<turismo della società di
massa>>.Secondo gli studiosi il turista sta al centro di un mondo
rigorosamente circoscritto. Surrogati di genitori (agenti di viaggio,
accompagnatori, guide) sollevano il turista da ogni responsabilità e lo
proteggono da ogni problema. La loro sollecitudine guida il turista verso
il luogo o gli oggetti che sono meritevoli di essere osservati. Questo
fenomeno e' ulteriormente aggravato dal modo relativamente superficiale
in cui le culture locali devono necessariamente essere presentate al
turista. Il risultato di questo e di altri processi e' che nella ricerca di posti
sempre nuovi da visitare, si costruiscono una serie di alberghi e vedute
turistiche insulse e senza variazioni, <<un piccolo monotono mondo che
ci mostra ovunque la nostra immagine [ ... ] la caccia all' esotico e al
diverso si conclude nell' uniformità>>. Lo scopo della vacanza si risolve
cosi', come già detto, nel capovolgimento del quotidiano. E' Gottlieb
(1982) ad evidenziare come sia caratteristica cruciale del turismo la
distinzione tra esperienza ordinaria ed esperienza inconsueta. Ed e'
appunto in questa dicotomia che possiamo individuare gli elementi
costitutivi dello sguardo del turista. Il turismo, infatti, risulta da una
distinzione di base tra l' ordinario/quotidiano e lo straordinario. Le
attività turistiche presentano aspetti o elementi che inducono esperienze
piacevoli fuori dall' ordinario (Robinson, 1976).
Ciò non toglie che altri aspetti di tali attività faranno sentire il turista
<<come a casa>>.
Ma gli oggetti potenziali dello sguardo del turista devono avere
caratteristiche differenti, devono essere fuori dall' ordinario. La gente
deve poter sperimentare piaceri che coinvolgono sensi differenti o che
appartengono ad una scala di riferimento diversa rispetto a quella che
domina l' esperienza tipica della vita quotidiana. Tale distinzione tra l'
ordinario e lo straordinario può realizzarsi in molti modi differenti tra
loro. L' oggetto dello sguardo può consistere in un' unico elemento, come
il Grand Canyon o l' Empire State Building, o in un simbolo particolare,
come il tipico borgo italiano o il tipico chateau francese, e cosi' via. Si
possono osservare aspetti non familiari di ciò che prima si riteneva
familiare. Un esempio consiste nel visitare musei che mostrano
rappresentazioni della vita di persone comuni ed in particolare i loro
artefatti culturali. Oppure l' oggetto dello sguardo può consistere in
aspetti ordinari della vita sociale che si svolge in contesti insoliti.
Si possono realizzare compiti o attività abituali in un ambiente visivo
inusuale: il nuovo campo visivo rende straordinarie attività che altrimenti
sarebbero banali !
Infine, un oggetto può divenire degno d' attenzione poiché ne
simboleggia un altro, che e' straordinario; ad esempio, una roccia lunare,
in se', non sembra degna di nota.
Interessante per il turista non e' l' oggetto osservato, ma ciò che
simboleggia; il simbolo diventa l' oggetto da osservare in quanto
caratteristico (Culler, 1981).
Oggi lo sguardo del turista e' sempre più guidato da segnali che indicano
cose e luoghi degni di essere osservati ; come risultato spesso la maggior
parte dei turisti sono concentrati in un' area limitata.
Come ha osservato Shields (1990) ne sono un esempio le cascate del
Niagara, che varie trasformazioni hanno reso una serie di differenti
oggetti per l' osservazione del turista. L' oggetto stesso in senso fisico e'
stato trasformato da una varietà di interessi, così la natura dello sguardo
ha subito notevoli cambiamenti. Nel XVIII° secolo le cascate erano
oggetto di intensa atmosfera naturale; nel XIX° secolo costituivano una
zona liminale ammirata e vissuta da coppie che si corteggiavano; nel XX°
secolo sono divenute un altro luogo che il visitatore <<colleziona>>;
oggi, per il turista, uno sguardo alle cascate significa spettacolo, sesso e
sviluppo commerciale.
E' come se non si trovassero più là : possono essere osservate solo
attraverso le loro immagini.
Cosi' lo sguardo di cui facciamo esperienza e' strutturato in base ad
immagini culturali preesistenti, nelle quali l' oggetto fisico non e' quasi
mai realmente osservato.
Ciò può essere limitativo per la qualità dello sguardo: oggetti che
dovrebbero essere a carattere stra-ordinario diventano indicatori di
nozioni prestabilite o simboli che derivano da discorsi vari sul viaggiare
e sul turismo (Culler, 1981).Lo stesso Culler afferma che lo sguardo è
così costruito attraverso segni e <<il turista è interessato ad ogni cosa e la
assume come segno di sè>>.
A questo riguardo un elemento rilevante, connesso più in generale all'
aspetto del consumo, viene evidenziato da Campbell (1987). Egli
sostiene che il sogno ad occhi aperti e l' attesa sono due processi di
centrale importanza nel moderno consumismo.
Gli individui non cercano soddisfazione nell' acquisto e nell' uso del
prodotto. La soddisfazione viene piuttosto dall' attesa, dalla ricerca del
piacere a livello della fantasia. Scopo degli individui e' sperimentare
nella <<realtà>> le piacevoli situazioni di tensione che hanno già vissuto
nella propria fantasia. Ma la <<realtà>> non può mai realizzare il piacere
perfetto che si immagina nei sogni ad occhi aperti, cosicché ogni acquisto
porta alla disillusione, se non alla frustrazione, e al desiderio di prodotti
sempre nuovi. Al centro del moderno consumismo c'è una dialettica di
novità ed insaziabilità. Così è difficile considerare la natura del turismo
contemporaneo senza notare come tale attività sia letteralmente costruita
nella nostra immaginazione attraverso la pubblicità, i media e la
competizione tra diversi gruppi sociali. Se Campbell ha ragione nel
sostenere che il consumismo contemporaneo implica una ricerca del
piacere a livello della fantasia, allora il turismo ne e' sicuramente il caso
paradigmatico. Il turismo implica necessariamente sogni ad occhi aperti
ed attesa di esperienze nuove o diverse da quelle vissute nella vita
quotidiana. Ma tali sogni ad occhi aperti non sono indipendenti ;
comportano una rielaborazione della pubblicità e di altri simboli offerti
dai media, molti dei quali sono chiaramente collegati a complessi
processi di emulazione sociale. La gente che non viaggia vede abbassarsi
il proprio livello di status.
Una strategia perseguita dall' industria turistica è consistita nella
promozione di nuove possibilità di guardare lo stesso oggetto da parte di
un più grande numero di persone. Tra gli esempi : la costruzione di
imponenti complessi di hotel lontani dalla costa; lo sviluppo di vacanze
in bassa stagione ; formule di soggiorno progettate per differenti
segmenti di mercato, in modo da permettere ad una varietà più ampia di
potenziali visitatori di ammirare lo stesso oggetto.
Ma come ogni medaglia, anche questa presenta il suo rovescio.
L' economista Mishan fornisce una chiara tesi sul fatto che esistono limiti
fondamentali allo sviluppo del turismo contemporaneo, limiti che
derivano dai costi incommensurabili della congestione e del
sovraffollamento (1969). Egli scriveva a proposito dei <<conflitti di
interesse [ ... ] tra turisti, agenzie turistiche, industrie del movimento e
servizi ancillari, per non parlare dei governi ansiosi di aumentare le loro
riserve di valuta straniera, da una parte, e tutti coloro che si preoccupano
della preservazione delle bellezze naturali, dall' altra>>. Inoltre, il
conflitto di interessi si estende tra le generazioni presenti e future : così,
il turista sensibile alle questioni ambientali sa che non è il caso di
ritardare una visita ad un luogo, ma è incentivato a recarvisi il prima
possibile per godere della natura incontaminata prima che vi arrivino le
folle.
Secondo Mishan, quindi, la diffusione del turismo di massa non produce
una democratizzazione del viaggiare: questo è un miraggio destinato a
sparire poichè lo spazio geografico è una risorsa rigorosamente limitata.
Mishan afferma : <<Ciò che pochi possono godere in libertà, viene
necessariamente distrutto da una folla>>.
Hirsch (1978) evidenzia un ulteriore effetto del turismo sui limiti sociali
della crescita. Egli afferma che la supposta libertà di scelta del
consumatore contemporaneo è in realtà fittizia. Lo studioso si riferisce
all' <<economia posizionale>>. Tale termine si riferisce a tutti gli aspetti
di merci, servizi, lavoro, posizioni ed altre relazioni sociali che sono
scarse o soggette a congestione e affollamento. La competizione è perciò
a somma zero: quando qualcuno consuma in eccesso, qualcun' altro è
costretto a consumare meno. Il consumo di merci posizionali da parte
della gente è quindi relativo: dipende dalla quantità del proprio consumo
rispetto a quello altrui.
E' facile trovare esempi nell' ambito del turismo che corrispondono a
forme di scarsità. La costa mediterranea è uno di questi, in quanto il
consumo da parte di una persona è a scapito di qualcun' altro ; oppure le
destinazioni <<esotiche>> che sono <<consumate>> non per la loro
superiorità ma perchè rappresentano espressioni di gusto e status
superiori.
1.2 - Sguardo romantico e sguardo collettivo.
La nozione di consumo, comunque, nel caso del turismo è ambigua. Il
problema sorge a causa dell' importanza dello sguardo per l' attività
turistica. Uno sguardo dopotutto è una funzione sensoriale, può
letteralmente prendere un secondo di tempo, e i servizi turistici sono in
un certo senso periferici rispetto al processo del consumo, che è la cattura
dello sguardo. Ne deriva che le scarsità implicite nel turismo sono
alquanto complesse.
Riguardo alla nozione di scarsità è interessante la distinzione che fa
Walter (1982) tra <<capacità fisica>> e <<capacità percettiva>> di un
luogo turistico. Il primo concetto è chiaro, in quanto un sentiero di
montagna non può più ospitare passeggiatori se è stato eroso ed è
effettivamente scomparso.
Per quanto riguarda la capacità percettiva Walter si riferisce alla qualità
soggettiva, per noi centrale, dell' esperienza turistica. Sebbene il sentiero
possa essere ancora camminabile, esso può non rappresentare più la
primitiva selvatichezza che il turista si era aspettato di osservare. La
capacita' fisica sarebbe ancora integra, ma non quella percettiva. E'
interessante come questa distinzione si riallacci alla tesi di Campbell sul
consumo citata in precedenza: in entrambi i casi sono le aspettative a
giocare un ruolo centrale nel subordinare la <<libertà>> e la capacità di
scelta del viaggiatore. La capacità percettiva comunque è molto variabile
e di più ampio respiro, lascia al visitatore la libertà di porsi di fronte alla
natura e di poterla ammirare.
A questo riguardo Urry distingue tra sguardo <<romantico>> e sguardo
<<collettivo>>.
Quest' ultimo richiede la partecipazione di un vasto numero di individui
dai quali dipende il successo di un luogo. E' il caso delle grandi città, la
cui unicità è costituita dal loro carattere cosmopolita, o delle stazioni
balneari, eccitanti quando affollate e inquietanti quando desertiche. Le
altre persone creano un' atmosfera particolare e indicano che questo è il
posto in cui stare e che non bisognerebbe essere altrove.
Ma un gran numero di turisti non genera solo congestione, come
suggerisce la tesi della merce posizionale. La presenza di altri visitatori
promuove un mercato per i servizi che la maggior parte dei turisti
desidera avere a disposizione. Così la tesi di Hirsch sulla scarsità e sulla
competizione posizionale si applica principalmente a quei tipi di turismo
caratterizzati dallo sguardo romantico. Dove è più rilevante lo sguardo
collettivo, il problema dell' affollamento è meno marcato.
Per lo sguardo <<romantico>> invece l' enfasi è posta sulla solitudine e
su una relazione personale con l' oggetto osservato. Ma coloro che non lo
vedono solo come un modo di considerare la natura, tentano di fare in
modo che tutti la sacralizzino. Il Romanticismo si è generalizzato,
diffondendosi a partire dall' alto ceto medio, sebbene la nozione di
<<natura romantica>> sia in fondo un piacere immaginario e variabile. E
più i suoi seguaci tentano di convertire gli altri alle sue virtù, più le
condizioni dello sguardo romantico vengono minate. Come afferma
Walter : <<Il turista romantico si scava la sua stessa fossa se cerca di
evangelizzare altri alla sua religione>>(1982).
Questo sguardo sta aiutando a diffondere il turismo su scala globale,
attirando ogni paese nel suo ambito in quanto il <<romantico>> cerca
sempre nuovi oggetti per il suo sguardo. Per converso parte della ragione
di questo aumento è dovuta al fatto che i turisti contemporanei sono
<<collezionisti>> di sguardi e sono meno interessati a ritornare nello
stesso luogo, anche se dotato di una particolare atmosfera.
Lo sguardo del turista contemporaneo è sempre più guidato da segnali. Ci
sono indicatori che segnalano cose e luoghi degni del nostro sguardo.
Tale sistema identifica un numero relativamente piccolo di nodi turistici ;
il risultato è che la maggior parte dei turisti sono concentrati in un' area
molto limitata. Come dice Walter :
<<Il sacro nodo costituisce una merce posizionale che viene distrutta
dalla democratizzazione>> (1982). Per contro, egli predilige il punto di
vista secondo il quale ci sono <<gemme che possono essere trovate
ovunque ed in ogni cosa [ ... ] non c' è limite a ciò che si può
apprezzare>> (Walter, 1982).