10
1. IL TURISMO FLUVIALE: ORIGINE E
TIPOLOGIE
Il fiume di sera
è immobile e liscio;
i colori di maggio
si aprono tutti;
un'onda improvvisa
si porta via la luna
e l'acqua di marea
arriva col suo carico di
stelle
Yang-ti
1.1 Il turismo sostenibile: principi e documenti a scala
internazionale
Nel 1972 Meadows pubblicò “I limiti dello sviluppo”, un libro che mise in
dubbio il credo incondizionato nel progresso e portò alla consapevolezza che la
finitezza della biosfera potesse porre limiti alla crescita economica. In quello
stesso anno si tenne la Conferenza di Stoccolma, la prima che, su scala mondiale,
toccò i temi ambientali e adottò una Dichiarazione che affermava che la tutela
ambientale era parte integrante dello sviluppo, uno sviluppo compatibile con le
esigenze di salvaguardia delle risorse. Da questo momento in poi la terra venne
vista come un sistema limitato, appartenente a tutti gli esseri umani e bisognoso
di tutela e protezione. In quegli anni nacquero anche le prime Associazioni
ambientaliste. All’inizio degli anni ’80, anche l’industria turistica divenne
consapevole che i propri modelli tradizionali di sviluppo generavano impatti
negativi sull’ambiente e sulla comunità ospitante. Nacque così l’esigenza di una
11
nuova forma di sviluppo, quella sostenibile
1
. Per sviluppo sostenibile si intende
“lo sviluppo che soddisfa le esigenze attuali senza compromettere, per le
generazione future, la possibilità di soddisfare le proprie”
2
. Lo sviluppo
sostenibile del turismo pone alla base del proprio credo un piano mirato a
garantire la redditività del territorio di una località turistica in una prospettiva di
lungo periodo con obiettivi di compatibilità ecologica, socio-culturale ed
economica. Il primo documento che trattò di turismo sostenibile fu la
Dichiarazione di Manila, redatta nel 1980 durante la Conferenza Mondiale del
Turismo organizzata dalla World Tourism Organisation che dichiara:“…il
soddisfacimento dei bisogni turistici non deve compromettere gli interessi sociali
ed economici delle popolazioni delle regioni turistiche, in particolare quelli
relativi all’ambiente, alle risorse naturali, attrattiva essenziale del turismo, e alle
località storiche e culturali. Tutte le risorse turistiche costituiscono un patrimonio
dell’intera collettività. Le singole comunità nazionali e la comunità
internazionale come tale devono effettuare gli sforzi necessari per la loro
conservazione. Il preservare l’integrità delle località storiche, culturali e religiose,
in ogni circostanza, e soprattutto in occasione di conflitti, costituisce una
responsabilità fondamentale degli Stati.”
3
Le località turistiche devono la propria popolarità all’integrità delle bellezze
naturali: se queste si degradano oltre una certa soglia, i flussi turistici sono
destinati al declino. Per questo motivo le destinazioni turistiche vedono
nell’ecoturismo, un tipo di turismo che si rifà al principio dello sviluppo
sostenibile, un’importante fonte di entrate economiche. Grazie a questa nuova
consapevolezza anche i turisti sono diventati sempre più sensibili e coscienti a
proposito dell’impatto negativo che possono causare all’ambiente e, allo stesso
tempo, hanno iniziato ad esigere una sempre maggiore qualità dei luoghi visitati.
1
Sachs W.,Santarius T., Per un futuro equo. Conflitti sulle risorse e giustizia globale, Feltrinelli, Milano,
2007
2
Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo, Rapporto Brundtland del 1987
3
WTO, Dichiarazione di Manila 1980, Manila, Art. 18 in
www.valtiberina.toscana.it/agenda21/carte/32.pdf
12
L’ecoturista è un turista di tipo allocentrico
4
che va alla ricerca di ambienti
intatti, autentici, originali e che sente il bisogno di conoscere sé stesso e la
propria cultura d’origine. Questo tipo di turista si converte in osservatore, guidato
da un sentimento di nostalgia per il passato, ricerca l’autenticità per ritrovare la
propria identità e per fuggire dal disagio della quotidianità
5
.
A livello internazionale sono sorti aiuti ed incentivi al fine di promuovere lo
sviluppo sostenibile, come ad esempio la Conferenza delle Nazioni Unite di Rio
de Janeiro nel ’92 con la stesura dell’Agenda 21, una sorta di manuale per lo
sviluppo sostenibile, o la Carta di Lanzarote, prodotta nel 1995 alla Conferenza
Mondiale sul Turismo Sostenibile, che contiene i principi fondamentali del
turismo sostenibile ovvero: la necessità di contenere gli impatti negativi causati
dal turismo ed aumentarne gli effetti positivi sia sotto il punto di vista economico
che nel tenore di vita; il dovere di coinvolgere la comunità locale per l’ideazione
e la messa in pratica delle attività turistiche; la necessità di integrazione fra forme
di svago e attività economiche tipiche e il dovere di presentare al turista
un’offerta di qualità elevata
6
.
A livello europeo invece uno dei risultati più significativi è stata la stesura nel
2000 della “Carta Europea del Turismo Sostenibile nelle Aree Protette” una
dichiarazione di linee-guida e di principi volti all'educazione del turista nel
rispetto alla comprensione delle tradizioni degli abitanti dei luoghi visitati e alla
cura dell'ambiente locale. La Carta promuove anche l’istituzione di una
“partnership” fra i soggetti del settore turistico per farli diventare promotori e
allo stesso tempo responsabili degli ambienti e dei territori di soggiorno
coinvolti
7
.
4
Secondo la definizione di Plog il turista allocentrico è un individuo avventuroso,incline alla scoperta e
che pone gli altri al centro del suo interesse- tratta da Cooper C., Fletcher J., Gilbert D., Sheperd R.,
Wanhill S., Economia del turismo , Zanichelli, Bologna, 2002
5
Galli P., La sfida dell’ecoturismo, AITR, Novara ,2002 ; Montanari A., Ecoturismo: principi,metodi e
pratiche, Mondadori, Milano, 2009;
6
Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile, Carta di Lanzarote per un turismo sostenibile,
Lanzarote, 1995, in www.agenda21.regione.lombardia.it
7
EUROPARC Federation, Carta Europea del turismo sostenibile 2000, in www.wwf.it
13
Nell’ottobre 2007 la Commissione Europea ha anche pubblicato l’“Agenda per
un turismo europeo sostenibile e competitivo” nel quale ha individuato le azioni
fondamentali da applicare nel medio-lungo periodo :
- adottare una strategia olistica ed integrata;
- programmare a lungo termine;
- effettuare un monitoraggio continuo;
- raggiungere un ritmo di sviluppo appropriato;
- coinvolgere tutte le parti in causa;
- utilizzare le migliori conoscenze disponibili;
- ridurre al minimo e gestire i rischi (principio di precauzione);
- riflettere gli impatti sui costi;
- fissare e rispettare i limiti nella capacità di accoglienza
Da questa Agenda è nata, nel 2007, la NECSTOUR
8
un network che si propone
di costruire una rete di relazioni e sviluppare una piattaforma coerente per il
coordinamento dei programmi di sviluppo e ricerca di turismo sostenibile e
competitivo. La NECSTOUR è composta da: regioni Europee, istituzioni,
rappresentanze di reti ed organizzazioni internazionali.
Un contributo aggiuntivo sul piano europeo è stato dato dalla “Carta di Rimini
per un Turismo Sostenibile e Competitivo” , un documento che intende stimolare
i Paesi dell’Unione Europea a rivedere i propri piani di sviluppo turistico,
puntando su elementi innovativi come ad esempio lo sviluppo di modelli di
dialogo sociale; la ricerca di nuove soluzioni in campo energetico e del settore
dei trasporti; il coinvolgimento della comunità locale; la valorizzazione della
cultura locale; la destagionalizzazione dei flussi turistici; l’ottimizzazione
dell’utilizzo delle risorse naturali.
9
8
Rete Europea per un Turismo Sostenibile e Competitivo
9
Conferenza Internazionale sul Turismo Sostenibile, Carta di Rimini per uno sviluppo sostenibile e
competitivo, Riccione, 2008 in www.provincia.rimini.it/2008_conferenza_ts/2_carta_rimini.pdf
14
E’ in questo ambito che il turismo fluviale getta le sue basi e trova spazio per
crescere.
1.2 Il turismo fluviale
La Voies Navigable de France (VNF)
10
in “Le tourisme fluvial” definisce
turismo fluviale l’insieme di attività che si svolgono in prossimità fiumi o
canali. Per attività si intende “tutta quella serie di attività nautiche nelle quali
sono incluse tutte le forme di navigazione su fiumi, torrenti e canali a bordo di
imbarcazioni individuali private o in affitto, imbarcazioni per passeggeri,
imbarcazioni-hotel, navi fluviali. Concerne anche le pratiche di nautica condotte
lungo le rive come la pesca in barca, il canottaggio, la gita di un giorno con
picnic, o anche più sportive come la barca a remi, la canoa/kayak, la vela o lo
sci nautico. Consideriamo altresì come facenti parte del turismo fluviale,
l’escursione a piedi o in bicicletta lungo le alzaie, la visita alle costruzioni
fluviali (chiuse, tunnel, ascensori per battelli,ponti-canali) e più largamente tutte
le attività di svago che traggono vantaggio dalla presenza della via d’acqua. Per
la loro funzione, la loro atmosfera, il loro paesaggio…”
11
.
Il turismo fluviale è un turismo di nicchia, sostenibile e responsabile che sa
coniugare il rispetto dell'ambiente, della cultura e della società del luogo, lo
sviluppo economico locale e la soddisfazione del turista. E’ un turismo
naturalistico, all’aria aperta nel quale si ha la possibilità di fare varie attività a
contatto con la natura, come, ad esempio: fare escursioni o passeggiate a piedi o
in bicicletta; visitare le riserve naturali; fare birdwatching; nuotare; fare sci
d’acqua; equitazione; contemplare paesaggi. E’ educazione ambientale, trasmette
10
Autorità di Navigazione della maggior parte dei canali e dei fiumi Francesi
11
Ridella P., Albera G., Pegoraro G., Vallerani F., Picarelli A., Polloni G., Il turismo fluviale in Italia,
Mazzanti Editore, Venezia, 2008, Pag. 51
15
attivamente conoscenza, rispetto e amore per la natura. Sa stimolare
comportamenti responsabili e rispettosi per l’ambiente. Il turismo fluviale è
anche turismo culturale, tutti i canali ed i fiumi scorrono accanto a meraviglie e
monumenti che ripercorrono la storia dell’uomo e dell’arte portando il turista
alla scoperta della propria identità. E’un turismo lento, un nuovo modo di
intendere la vacanza motivata dalla ricerca di autenticità, di un’esperienza vera,
di culture, persone e tradizioni locali, scandita da un ritmo di vita lento, lontano
dallo stress e dalla frenesia del quotidiano. Il turismo fluviale è anche turismo
enogastronomico e ricreativo che offre non solo relax, ma anche svago e scoperta
di sapori nuovi e antichi del territorio.
1.2.1 Tipologie di turismo fluviale
Il turismo fluviale è caratterizzato da sette tipologie di attività turistiche
12
. La
prima tipologia sono le escursioni brevi sia diurne che notturne, con durata
variabile da un’ora all’intera giornata su battelli o motonavi. Queste imbarcazioni
hanno una capacità di trasporto che può variare dalle 50 alle 200 persone. La
seconda tipologia è rappresentata dalle crociere fluviali, crociere di due o più
giorni (anche settimane) a bordo di navi da crociera fluviale con cabine interne
per il pernottamento, ristorante e possibilità di effettuare escursioni a terra. La
terza è caratterizzata dalle crociere fluviali con pernottamento in hotel, crociere
di due o più giorni con ristorante interno e pernottamento in hotel o b&b. La
quarta tipologia è rappresentata dalle houseboat, ovvero barche con capacità da 2
a 12 persone che si guidano senza bisogno di patente nautica e che sono delle
vere e proprie case galleggianti, noleggiabili da pochi giorni a settimane. La
12
Ridella P., Albera G., Pegoraro G., Vallerani F., Picarelli A., Polloni G., Il turismo fluviale in Italia,
Mazzanti Editore, Venezia, 2008; le tipologie sono state anche spiegate alla Borsa del Turismo Fluviale
2011 tenutasi a Guastalla.
16
quinta tipologia è la navigazione da diporto privata, a bordo di imbarcazioni non
cabinate destinate all’effettuazione di brevi escursioni. La sesta tipologia
comprende le attività nautiche di prossimità, come ad esempio la pratica del
canottaggio o la pesca sportiva. Ed infine la settima tipologia è caratterizzata
dalle attività praticate lungo il corso d’acqua, come ad esempio visite ai musei,
passeggiate ed escursioni.
1.3 Caratteristiche delle idrovie
Con il termine “idrovie” si intendono tutte le vie d’acqua adibite alla navigazione
interna.
Esse, per essere navigabili, devono avere una profondità ed un’ampiezza
sufficiente che permetta alle navi il passaggio. Un’altra caratteristica che deve
avere un’idrovia è essere priva di ostacoli. La navigazione non è possibile in
presenza di cascate o di rapide e la corrente del corso d’acqua deve essere mite
per permettere alle imbarcazioni di navigare tranquillamente. Altri fattori
importanti per la navigabilità di un corso d’acqua sono le condizioni climatiche e
geolitologiche del territorio attraversato.
Le idrovie possono essere classificate in quattro tipologie. La prima sono i corsi
d’acqua naturali ovvero i fiumi. Le caratteristiche strutturali più importanti di un
fiume sono:
- il profilo, ovvero il suo percorso dalla sorgente alla foce, che cambia nel
tempo a causa di fenomeni di erosione, trasporto e sedimentazione fino a
che non raggiunge l’andamento più breve e stabile che il fiume possa
avere, ovvero ciò che viene definito “profilo di equilibrio”;
- la portata, ossia il volume d’acqua che passa in una sezione del fiume in
un unità di tempo che solitamente si esprime in metri cubi al secondo;
17
- il gradiente, cioè il dislivello di altezza che l’acqua compie per unità di
lunghezza percorsa;
- il regime, ovvero il susseguirsi delle variazione della portata di un fiume
durante l’anno;
- il coefficiente di deflusso che esprime il rapporto tra deflussi ed influssi
(precipitazioni) e generalmente è calcolato su un periodo di un anno.
A causa delle proprie caratteristiche i fiumi non sempre sono navigabili: per
rendere un fiume navigabile è necessario effettuare alcuni progetti correttivi
come ad esempio l’allineamento del tracciato, l’ampliamento delle curve e
l’aumento della profondità.
Una seconda tipologia di idrovie sono i corsi d’acqua canalizzati realizzati
modificando tratti di corsi d’acqua naturali mediante l’utilizzo di dighe che
consentono di trasformare i fiumi in bacini.
La terza tipologia è composta dai canali artificiali che vengono alimentati dalle
acque fluviali o di lago e che possono essere a versante unico, quando l’acqua
scorre in un’unica direzione, oppure a versante doppio quando l’acqua scorre in
una doppia direzione. Per non intralciare la navigazione delle imbarcazioni che li
attraversano, i canali devono possedere certe caratteristiche tecniche: la velocità
della corrente deve essere tra 1 e 1,5 metricubi al secondo; i raggi di curva non
devono essere inferiori ai 100 metri; il tirante d’acqua
13
minimo deve misurare
tra i 2 metri per i natanti da 1.350 tonnellate e i 3 metri per i natanti oltre le 3000
tonnellate.
L’ultima tipologia è rappresentata dai canali che attraversano il delta e gli estuari
e che permettono alle imbarcazioni di risalire un tratto di fiume superando i
dislivelli grazie alla costruzione di conche di navigazione. La conca di
navigazione è un sistema idraulico di intercettazione e/o interclusione di un corpo
idrico composto da : una o più paratoie stagne mobili (dette chiuse), un invaso o
bacino situato tra le paratoie, un sistema di tubazioni e valvole per mettere in
13
Tirante d’acqua: distanza verticale tra la chiglia di un battello e la linea di galleggiamento
18
comunicazione l’invaso con i due corpi idrici messi in collegamento al fine di
portare il livello del bacino alla quota dell’uno o dell’altro. Ciò rende possibile la
risalita o la ridiscesa di un forte dislivello grazie ad una variazione artificiale del
livello dell’acqua.
14
1.4 La navigazione fluviale in Europa: cenni storici
La storia dell’Uomo è sempre stata caratterizzata dall’importanza della presenza
dei fiumi, che hanno rivestito un ruolo fondamentale nell’evoluzione dei popoli. I
primi insediamenti furono creati proprio accanto ai corsi d’acqua che fornivano
risorse alimentari, protezione strategica ed erano un ottimo mezzo di trasporto
per persone, merci e truppe soprattutto in tempo di guerra. Già in epoca Romana,
le basi militari erano costruite vicino ai fiumi in una posizione strategica che
permetteva di controllare tutti i territori limitrofi. I fiumi fungevano anche da
confini politici, e grazie al commercio erano un utile canale di trasmissione ed
incontro tra culture diverse. Durante le piogge i fiumi straripavano inondando le
pianure e gli innumerevoli canali di irrigazione che portavano acqua ai campi
rendevano necessari lavori impegnativi e costosi come argini, ponti e dighe. Le
conseguenze di tutto ciò ricadevano sugli spostamenti via terra che diventavano
lunghi, difficili e pericolosi, così spesso le merci deperivano durante il viaggio
dai porti costieri alle cittadine dell’interno e viceversa con ovvie ricadute
sull’economia di interi villaggi. Negli stati europei sono presenti vaste pianure
attraversati da fiumi con significativa portata d’acqua e da una fitta rete di
torrenti e canali irrigui (ad es. Francia, Italia, Paesi Bassi), per questo motivo dal
medioevo nacquero piccole compagnie di commercio fluviale. Inoltre molti
signorotti assetati di potere, ricorrevano ai fiumi per trasportare più velocemente
14
Marchetti M., Geomorfologia fluviale, Pitagora, Bologna, 2000 ; Desio A., Geologia applicata
all’ingegneria, Hoepli, Milano, 1973
19
armi e munizioni. Le vie fluviali però erano soggette ad eventi naturali spesso
catastrofici che facevano variare la p ortata d’acqua producendo piene o periodi
di secca. L’influsso delle maree negli estuari dei fiumi, i salti d’acqua, gli
ostacoli naturali, le dighe create dagli alberi accumulati dopo le violente piene,
erano altri elementi che impedivano alle barche di risalire o ridiscendere la
corrente.
Il controllo della rete fluviale divenne presto una necessità prioritaria tra le
popolazioni e le amministrazioni locali, sia per aggiudicarsi un maggiore potere
politico e militare sul territorio, sia per un veloce scambio di merci deperibili tra
entroterra e paesi rivieraschi.
A partire dai primi secoli dell’anno Mille furono realizzate le prime opere di
ingegneria idraulica che permisero di controllare il flusso delle acque e le vie
d’acqua divennero i principali assi di collegamento sul piano economico e
strategico di un territorio, al punto che enti religiosi e proprietari laici vollero
assicurarsene il controllo per incassarne i proventi derivanti dal transito.
Per ovviare agli inconveniente ambientali si crearono sbarramenti mobili
realizzati con robuste e pesanti tavole di legno posizionate nelle strettoie dei
fiumi o in appositi canali scavati parallelamente, permettendo così un artigianale,
ma efficace livellamento delle acque che consentiva alle barche di navigare
anche durante i periodi di secca lungo brevi tratti e chi voleva proseguire nella
navigazione doveva togliere lo sbarramento, passare con la barca e ripristinare la
diga aspettando che il livello delle acque salisse nuovamente. Questa soluzione
era poco pratica perchè richiedeva tempi lunghi e molta fatica considerando
anche il fatto che spesso gli sbarramenti erano distrutti dalle piene e la
manutenzione, che doveva essere costante tutto l’anno, richiedeva persone
esperte, lavoro e un elevato dispendio di denaro. Nonostante questi inconvenienti
e i pericoli che si potevano incontrare lungo la navigazione (predoni, rapide,
tempeste ecc…) le vie d’acqua erano più sicure, veloci e convenienti, in termini
economici, rispetto al trasporto terreste.
20
Con l’incremento della popolazione, la pratica delle coltivazioni intensive, la
concentrazione delle persone in città sempre più grandi e affollate, alla necessità
di controllare le acque dei fiumi a scopo commerciale si affiancò la necessità di
creare canali di irrigazione per portare l’acqua nei campi e canali di deflusso
delle acque per scongiurare la rottura degli argini durante i periodi di piena. La
fine del Medioevo e la nascita dell’Illuminismo portarono nuove idee anche nel
trasporto fluviale. L’arcaico, macchinoso e poco redditizio metodo degli
sbarramenti fluviali a tavole mobili, in breve tempo lasciò il posto alle prime
artigianali chiuse con ponte mobile. Non fu l’idea di un singolo a realizzare la
prima chiusa, ma una necessità sentita da tutti gli stati europei che, grazie al
passa parola di mercanti, viaggiatori e battellieri si arrivò alla creazione di questo
metodo di regolamentazione e livellamento delle acque. Le chiuse portarono,
oltre ad uno sviluppo del traffico commerciale anche ad un maggior scambio di
idee, esperienze e culture. Il primo paese che utilizzò questo innovativo sistema
di sbarramento delle acque furono i Paesi Bassi. Già nel 1285, in Olanda
comparvero le prime compagnie di navigazione fluviale che inizialmente
utilizzarono il sistema di chiuse per entrare e uscire dai porti del nord durante i
periodi di bassa marea, creando canali navigabili tra il porto e il mare aperto
superando i lunghi bagnasciuga, a volte larghi anche centinaia di metri, che si
generavano con il ritiro delle acque. Con il passare degli anni l’idea di costruire
piccole vasche di sbarramento a porte mobili, che permettevano il riempimento e
lo svuotamento delle acque, si diffuse in tutta Europa. La prima chiusa a porte
mobili a sollevamento verticale per la navigazione fluviale fu costruita nel 1373
in Olanda per rendere navigabile il canale di collegamento tra la cittadina di
Utrecht e il fiume Lek. Ben presto furono costruiti nuovi canali, regolati dalle
chiuse, per navigare tutto l’anno con imbarcazioni commerciali sempre più
grandi che trasportavano sempre più merci dalle città alle campagne, dal mare
alla montagna e viceversa. Con l’aumento del traffico commerciale fluviale però,
questo semplice e geniale sistema di porte a sollevamento verticale alzate da
contrappesi carrucolati e robuste strutture di legno, si rivelò troppo lento. Si rese
21
necessario studiare uno sbarramento che riducesse i tempi di transito e
diminuisse lo spreco di acqua in fase di apertura e chiusura della chiusa. Come
spesso accadde durante l’Illuminismo e il Rinascimento, la maggiore spinta
tecnologica nel campo dell’ingegneria e in particolare dell’idraulica venne
dall’Italia. Grazie a Bertola da Novate, ingegnere al servizio del duca di Milano,
nel 1456 fu costruito il primo vero canale navigabile europeo, il Naviglio di
Martesana, un canale artificiale largo dai 9 ai 18 m, profondo 3 m e lungo quasi
38 km che collegava Milano con il fiume Adda nel pressi di Trezzo (in provincia
di Milano). Un altro merito degli ingegneri che progettarono i navigli lombardi fu
la realizzazione del primo ponte fluviale, una grande vasca di legno resa
impermeabile dall’utilizzo del bitume che tratteneva l’acqua del canale. Furono
sempre ingegneri italiani (non è ancora ben chiaro se Bertola da Novate o i
fratelli Visconti) ad inventare la chiusa a doppia porta. L’unica cosa certa
riguardo alle chiuse a porte mobili ad apertura orizzontale su cardini sono i primi
disegni che raffigurano il progetto realizzati da Leonardo da Vinci e presentati
nel 1482 al granduca di Milano per rendere navigabili i Navigli che
raggiungevano l’interno della città. Questa innovazione venne ben presto adottata
in tutti gli altri paesi europei
15
.
Nel 1642 venne completato il primo grande canale di collegamento europeo, il
Canal de Briare, realizzato in Francia e lungo 57 km che collega i bacini della
Senna e della Loira, partendo da Briare e arrivando a Buges. Un altro canale
importante che viene ricordato come una delle più importanti opere
ingegneristiche del XVII secolo è il Canal du Midi creato dall’ingegnere Pierre
Paul Riquet e completato un anno dopo la sua morte nel 1681. Il canale ha una
lunghezza di 240 km e collega la costa meridionale della Francia alla baia di
Biscany, in altre parole collega il mare Mediterraneo all’oceano Atlantico.
Durante la costruzione del canale si presentarono numerosi problemi, tra cui la
15
Ridella P., Albera G., Pegoraro G., Vallerani F., Picarelli A., Polloni G., Il turismo fluviale in Italia,
Mazzanti Editore, Venezia, 2008; Cooper M., Erfurt P., European Waterways as a Source of Leisure and
Recreation, in “River tourism” , Cabi, London, 2009; Enciclopedia Treccani, Istituto Enciclopedia
Italiana, Roma, 2009; Borelli F., Tracce di governance , Franco Angeli, Milano, 2008
22
necessità di navigare attorno a zone collinari e di un sistema per riempire di
acqua il canale anche durante i mesi estivi. Riquet è ricordato soprattutto per
essere stato in grado di risolvere questi problemi mediante l’utilizzo di chiuse e
dighe, e per via della creazione di un lago artificiale necessario ad alimentare il
canale. Grazie a tutte queste innovazioni i fiumi iniziarono ad essere fruiti, non
solo dai commercianti, ma anche dai giovani aristocratici che per completare la
propria educazione intraprendevano il Grand Tour, un viaggio attraverso le
maggiori città europee (soprattutto francesi, italiane e greche), che li portava a
contatto con le grandi culture europee. Durante il Grand Tour i giovani elitari
erano soliti navigare le acque del Reno, della Senna e degli altri grandi fiumi
europei. I fiumi con il loro panorama mozzafiato, le architettura medievali, come
quelle che si potevano incontrare percorrendo il Reno, non avevano solo un
valore educativo, ma riuscivano a dare ispirazione anche ai numerosi artisti,
pittori e scrittori europei
16
.
A partire dal XVIII secolo la navigazione fluviale si sviluppò sempre più grazie
alla creazione di canali di collegamento che consentivano di mettere in
comunicazione fiumi appartenenti a due bacini fluviali differenti, o di sostituire
la circolazione marittima e periferica delle merci con una circolazione su vie
navigabili interne. Per questo motivo i viaggi divennero più lunghi e verso mete
più lontane, ed una nuova categoria di persone facoltose, che potremmo definire
turisti, iniziò a viaggiare per piacere.
Con la rivoluzione industriale iniziò la decadenza del traffico commerciale
fluviale, oggi attivo solo su alcuni grandi fiumi come la Senna o il Rodano o a
carattere locale in altri fiumi e canali, mentre la navigazione fluviale iniziò a
rivolgersi verso il turismo all’indomani della prima guerra mondiale,con la
costruzione dei primi collegamenti tra paesi europei e lo sviluppo di motori adatti
alle imbarcazioni da diporto
17
. I veri pionieri del turismo fluviale europeo furono
16
Piccinelli C., Canali di Francia: percorsi fluviali in houseboat, camper,bici , Magenes, Milano 2008
17
La navigazione da diporto è "quella effettuata a scopi sportivi o ricreativi dai quali esuli il fine di
lucro". Le unità destinate alla navigazione da diporto si distinguono in: navi, imbarcazioni e natanti.
Tuttavia il Codice della Nautica da Diporto prevede che talune unita possano essere utilizzate per fini
23
i britannici che alla fine della prima guerra mondiale resero turistica la regione
del Norfolk Broads, l’area protetta più vasta del Regno Unito che fu la culla del
turismo fluviale moderno, creando anche le prime aziende nazionali di noleggio
imbarcazioni a remi o houseboat, che appaiono come le prime forme di fruizione
del fiume a scopo turistico. Ai primi del ‘900 le houseboat venivano
utilizzate per il trasporto delle materie prime e del carburante sui
canali costruiti all'inizio della rivoluzione industriale. Dal 1920 in poi le
houseboat avevano perso il loro utilizzo commerciale per diventare imbarcazioni
noleggiate a scopo turistico. In questo periodo, in Europa, furono pubblicate le
prime riviste che si occupavano di trasporto fluviale ed imbarcazioni, e venne
pubblicata anche la prima guida per la navigazione marittima e fluviale scritta da
Peugeot.
Alla fine della seconda guerra mondiale la navigazione fluviale a scopo turistico
ebbe una brusca frenata. Gli stati europei iniziarono a dubitare del potenziale
turistico delle vie navigabili interne considerando il turismo fluviale solo una
moda per eccentrici cosicché fiumi e i canali vennero abbandonati. Solo verso la
metà degli anni ‘60 il turismo fluviale venne riscoperto grazie ad alcune
associazioni come ad esempio il “Touring Club de France”, che svolsero un ruolo
chiave nell’attrarre l’attenzione dei cittadini e dei leader nazionali sullo stato di
degrado dei corsi d’acqua e sul loro potenziale nell’ambito dell’economia dello
stato
18
. La compagnia di navigazione che per prima si occupò della riscoperta
del turismo fluviale, fu l’ Alsazia Cruises (oggi Croisieurope) una compagnia
francese a conduzione familiare che fondò, inizialmente in Francia e
successivamente nel resto d’Europa, il business delle vacanze in barca. La
compagnia nacque agli inizi del 1970 nella regione francese dell’Alsazia
(Francia), il suo fondatore Gèrard Schmitter organizzò le prime escursioni e mini
crociere su navi charterizzate offrendo cena e serate danzanti a bordo e
commerciali (ad es. attività di locazione e noleggio, insegnamento professionale della navigazione da
diporto, eccetera). Definizione fornita dal glossario della Guardia Costiera
18
“Cooper M., Erfurt P., European Waterways as a Source of Leisure and Recreation, in “River
tourism” , Cabi, London, 2009; Enciclopedia Treccani, Istituto Enciclopedia Italiana, Roma, 2009;
Borelli F., Tracce di governance , Franco Angeli, Milano, 2008; www.britannica.com
24
pernottamento in hotel. Nel 1984 la soluzione del pernottamento a terra non
soddisfaceva più Schmitter quindi, assieme alla moglie, decise di acquistare
nuove navi cabinate e di offrire crociere plurigiornaliere lungo il fiume Reno, i
suoi affluenti e le acque interne olandesi. Fino a quegli anni le compagnie di
navigazione europee preferivano noleggiare imbarcazioni per il trasporto dei
clienti, dagli anni ’80 in poi iniziarono ad acquistare imbarcazioni proprie,
creando una propria flotta di navi e battelli permanenti. Oggi la flotta di
Croisieurope possiede 28 navi e naviga su 11 fiumi (Reno, Danubio, Mosella,
Neckar, Sarre, Senna, Po, Rodano, Saona, Elba, Douro) sparsi in tutta Europa tra
Francia, Austria, Germania, Olanda, Ungheria, Repubblica Ceca, Italia,
Portogallo attraversando alcuni dei paesaggi più romantici, suggestivi e
spettacolari del vecchio continente offrendo al cliente itinerari vari, cura del
servizio e ottima gastronomia
19
. Oggi in Europa possiamo trovare tantissime
compagnie di navigazione che si occupano del noleggio di imbarcazioni ed
houseboat; che effettuano crociere plurigiornaliere ed escursioni in battello. Le
principali compagnie europee di navigazione si trovano in Francia , patria della
rinascita del turismo fluviale degli anni ’70 e nazione di traino di questa nuova
tipologia di turismo.
In questi anni l’Europa è diventata la principale destinazione di turismo fluviale
mondiale grazie al patrimonio culturale, artistico e naturale europeo e allo
sviluppo di nuovi servizi e tipi di imbarcazioni adeguati ad ogni tipo di persona
ed esigenza
20
.
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Fonte: Croisieurope
20
Borelli F., Tracce di governance , Franco Angeli, Milano, 2008; Cooper M., Predeaux B., River
tourism, Cabi, London, 2009 ; Dati VFN