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Introduzione
Il turismo è un settore in continua evoluzione, la sua trasversalità
all’interno della società lo contraddistingue come una delle forze
trainanti dell’economia italiana, capace di apportare notevoli
cambiamenti. Ad oggi si caratterizza per varie tipologie legate alle
mutevoli e specifiche esigenze dei viaggiatori. Tra le motivazioni che
determinano la scelta del viaggio, vi è quella di assaporare la tradizione
culinaria locale. Da questa scelta nasce una nuova forma di turismo,
quello enogastronomico, che rispecchia le tipicità di un determinato
territorio, quali il cibo e il vino, che vengono percepiti come testimoni di
una particolare tradizione e cultura, veicoli di identità e comuni valori.
L’enogastronomia rientra tra le prime motivazioni che determinano la
scelta di un viaggio e assume un ruolo trainante per lo sviluppo
economico di una destinazione.
L’obiettivo di questa ricerca è cogliere e descrivere la rilevanza del
turismo enogastronomico per l’economia siciliana. L’analisi intende
anche dare un contributo per l’elaborazione di eventuali future
strategie di sviluppo del turismo in Sicilia.
L’elaborato si articola in tre capitoli.
Nel primo si traccia una breve storia del turismo moderno in Italia, dalle
origini fino ai nostri giorni, e cioè fino a descrivere le caratteristiche
strutturali di un mercato atipico, quello del turismo enogastronomico,
popolato da visitatori desiderosi di vivere esperienze autentiche e di
imprese sollecitate ad assumere standard di sostenibilità. Un mercato
che si collega, fino ad intrecciarsi, con la più grande economia del
Made in Italy.
Il secondo capitolo si concentra sul contesto siciliano, partendo dal suo
assetto economico si passa al comparto turistico generale per poi
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scendere ad esaminare le caratteristiche del comparto
enogastronomico. L’analisi dell’offerta, basata su recenti studi e report,
mette in evidenza la ricchezza della regione in fatto di prodotti tipici e
vini d’eccellenza e di un’ampia offerta ricettiva di agriturismi e bed and
breakfast. Vengono, in seguito, illustrate le caratteristiche del ‘Made in
Sicily’ che esaltano la tradizione enogastronomica siciliana dotata di
una particolare connotazione culturale, fortemente radicata e
rappresentativa del territorio.
Nel terzo capitolo si descrive brevemente il quadro normativo turistico
nazionale per meglio comprendere le scelte adottate nei piani di
sviluppo turistico. Si osservano criticamente le politiche attuali, dando
una visione d’insieme della governance turistica italiana e delle più
recenti linee di programmazione turistica nazionale. Per comprendere
come promuovere al meglio il potenziale enogastronomico si
propongono alcune strategie e iniziative introdotte da altre regioni
(Veneto, Emilia-Romagna e Toscana) ed anche da Paesi europei
(Grecia e Spagna). Infine, verranno illustrate alcune testimonianze di
iniziative e progetti pensate per il turismo enogastronomico.
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Capitolo I
Il turismo enogastronomico in Italia
1.1 Breve storia del turismo enogastronomico
L’origine del turismo moderno risale, storicamente, alla fine del
Seicento. All’epoca, giovani aristocratici inglesi, intraprendevano
viaggi nelle capitali europee a scopo formativo, chiamati Gran Tour,
della durata di circa tre anni. Per il passaggio dal viaggio al turismo,
bisogna però attendere la fine del XVIII secolo; in un’Inghilterra alle
prese con il profondo cambiamento dovuto alla Rivoluzione Industriale
(1778 – 1850), Thomas Cook, fondatore nel 1845 della Thomas Cook
&Son, la prima agenzia di viaggi, gettò le basi del turismo organizzato.
Cook, con la sua formula del “tutto compreso” è il precursore del
turismo moderno. In Italia, solo all’inizio del Novecento, nascono le
prime associazioni di viaggiatori come il Club Alpino Italiano o il Touring
Club Italiano; nel 1919 nasce l’ENIT (Ente Nazionale del Turismo) con
l’obiettivo di promuovere lo sviluppo turistico della nazione. Da
fenomeno elitario, che prosegue in tal senso fino agli anni Trenta del
Novecento, l’industria turistica si evolve in turismo di massa nel secondo
dopoguerra, subendo una forte crescita. Le motivazioni del viaggio si
diversificano, i luoghi da visitare non sono più solo meta di un interesse
culturale ma anche naturalistico, sportivo e religioso. A fine Novecento
la UNWTO, (L’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite),
inizia la pubblicazione annuale dei dati sul turismo nel mondo. A partire
dagli anni ‘70 e, fino agli anni ’90, si registra un ulteriore incremento dei
flussi turistici, dovuto sia alla fine della Guerra Fredda, con conseguente
distensione delle tensioni internazionali, sia all’avvento di Internet,
determinando quest’ultimo un profondo cambiamento
nell’organizzazione e concezione del viaggio stesso. Nel secondo
dopoguerra con lo sviluppo del settore dell’Aviazione Civile
aumentano i viaggi intercontinentali e con esso i flussi turistici. Ciò è
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dovuto sia alla crescita di benessere economico sia al migliorano delle
condizioni lavorative, soprattutto, viene introdotto il diritto al tempo
libero e alle ferie pagate. Cambia, così, la concezione stessa di turismo
che si afferma come diritto sociale. Si passa da un turismo di
villeggiatura, tipico degli anni 70’ dell’Ottocento (un soggiorno della
durata di venti/trenta giorni durante il periodo estivo), ad uno
organizzato, prevalente nella seconda metà del Novecento. Il turismo
organizzato prevede la ripartizione della vacanza in diversi periodi
dell’anno variando la stagionalità dei flussi. Dagli anni duemila inizia
una fase di democratizzazione del turismo, le persone organizzano il
proprio viaggio autonomamente e con periodi di permanenza più
brevi. Mentre nell’ultimo decennio, si registra, in controtendenza al
turismo di massa globale, un turismo a carattere sempre più personale.
Spesso si viaggia per accrescere il proprio bagaglio culturale, il turista
ricerca percorsi esperienziali e attività peculiari intraprendendo viaggi
improntati ad un ritorno alla natura e all’autenticità. Tutto questo in
risposta, tra l’altro, ad un bisogno sempre maggiore di fuga dallo stress
quotidiano e dalle grandi città. L’epoca postmoderna, quindi, si
caratterizza per un distacco rispetto ai modelli di consumo del passato
e implica un rovesciamento delle abitudini tipiche della società
capitalista e del consumo di massa. Nel turismo, questo passaggio
viene favorito da due processi, apparentemente contradditori: da un
lato la democratizzazione dei consumi e dall’altro la personalizzazione
delle pratiche turistiche. Secondo Hetzel (2002) la postmodernità si
caratterizza per la perdita di un’ideologia o di un sistema di pensiero
unico, che permetta di conferire un senso generale alla vita o di
scorgere una verità globalizzante. Una concezione postmoderna della
società che rappresenta una rottura ideologica con i valori moderni di
progresso.
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1.1.2 Dalla vacanza ai turismi
Il turismo, fenomeno sociale oltre che economico
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, evolve in relazione
ai bisogni dei viaggiatori. In epoca moderna il turista è divenuto un
soggetto sempre più informato e “digitale”, cioè capace di sfruttare
appieno le possibilità delle nuove tecnologie. Queste ultime hanno
cambiato radicalmente l’approccio al mondo dei viaggi,
rivoluzionando il tradizionale concetto di intermediazione. Ne
consegue una diminuzione dell’asimmetria informativa tra produttore e
fruitore, offrendo a quest’ultimo la possibilità di generare contenuti
propri da diffondere sui social network. Le piattaforme online dedicate
al turismo sono il mezzo più utilizzato per ricercare informazioni sulla
destinazione desiderata e dove gli utenti si scambiano opinioni e
scrivono recensioni. Questa pratica ha portato alla diffusione del
fenomeno delle Online Travel Agency (OTA)
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mettendo in crisi le
tradizionali agenzie di viaggio. Dunque, le nuove esigenze del turista
postmoderno delineano una domanda segmentata ed esigente, che
va alla ricerca di un prodotto turistico taylor made. Ciò impone
all’offerta di strutturare proposte turistiche originali e diversificate
durante i vari periodi dell’anno. Di frequente i viaggiatori puntano alla
riscoperta dei luoghi, con le loro rispettive tradizioni e peculiarità,
nonché usi e costumi; cercano, dunque, esperienze positive capaci di
lasciare un segno. Perciò una maggiore enfasi viene attribuita non al
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Per una sintesi sulla storia complessiva del fenomeno turistico con particolare attenzione alla sua
dimensione economica si veda Battilani P, 2009.
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Si fa riferimento alla re-intermediazione online, cioè la nascita e a rapida espansione delle Online
Travel Agent (OTA). Questi portali si propongono come venditori diretti del prodotto turistico,
causando la diminuzione delle agenzie di viaggio. Un’altra conseguenza riguarda le modalità di
erogazione dei servizi ricettivi. I commenti e le recensioni sulle pagine web generano il cosiddetto
“billboard effect” (effetto manifesto), cioè gli interessati raccolgono le informazioni loro necessarie e,
poi, acquistano i servizi direttamente sul sito ufficiale della struttura ricettiva. La maggior parte
acquista online, visitano il sito di un’OTA e circa il 50% visita il sito ufficiale dell’albergo. I consumatori
attribuiscono a questi siti più convenienza, varietà di prezzi e facilità d’uso del sito. Per competere i
gestori delle strutture ricettive dovrebbero creare politiche di prodotto, prezzo e promozione più
appetibili e far capire ai potenziali clienti che possono beneficiare di combinazioni di prezzo offerte
speciali più vantaggiose.