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Introduzione
Il lavoro che presenterò ha come oggetto di studio sei film : La Febbre del Sabato
Sera, Flashdance, Ghostbusters, American Psycho, Jackie Brown e Boogie
Nights film che al loro interno possiedono elementi di musica disco.
Alla base di questo studio c’è la passione per il cinema ma in particolar modo
una grande passione per la disco music degli anni 70/80; questo studio è
giustificato dalla volontà di capire il mondo della musica e del cinema all’epoca
degli anni 70/80 e il motivo per cui i successori abbiano voluto riproporre quel
mondo e quella musica svariati anni dopo.
Fino ad ora non sono stati presentati studi e analisi dettagliate su questo
fenomeno perciò è nel mio interesse voler dare un contributo a chi, appassionato
come me, volesse viaggiare attraverso un percorso fatto di aneddoti
cinematografici e musicali.
Il mio obbiettivo è dimostrare quanto gli anni 70/80 siano stati fondamentali per
il mondo della musica, del cinema e della vita delle persone alle quali ha regalato
uno stile di vita completamente diverso rispetto agli anni precedenti, e di come la
malinconia di quegli anni, al di là degli aspetti negativi caratterizzanti di tutte le
epoche, sia ancora vivida e accesa in tanti cuori, il mio compreso.
La metodologia di ricerca alla quale mi sono sottoposta è stata la consultazione di
due manuali quali “La musica nel cinema: suono, immagine, racconto” di
Cristina Cano e “L’audiovisione suono e immagine nel cinema” di Michel Chion,
la visione ripetuta dei film in analisi e la consultazione di file, articoli di giornale
e recensioni online.
Con questa tesi, che rappresenta (per ora) la fine del mio percorso di studi, voglio
rendere onore alle giornate dedicate allo studio che hanno prodotto in me una
crescita intellettuale ma soprattutto spirituale; il mio percorso universitario mi ha
dato numerosi mezzi in più per vivere meglio nel mondo e a contatto con le
persone ma soprattutto mi ha trasmesso grandi stimoli e nuove passioni.
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Spero che il lavoro, fatto con tanta passione, venga compreso e apprezzato ma
più di tutto mi auguro che questo lavoro sia all’altezza delle sfide che ho
affrontato in questi tre anni universitari.
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La disco music
Il fenomeno della disco music è conosciuto in tutto il mondo ed è considerato un
genere che ha rivoluzionato la storia e il destino della musica grazie alla sua
esuberanza, eccentricità e l’indiscutibile capacità di rispecchiare quella che era la
società degli anni ’70 e ’80, dove i dischi servivano per mandare messaggi di
speranza, fratellanza e amore verso la pista da ballo che rappresentava talvolta
anche un rifugio per le minoranze discriminate; la protostoria della musica disco
narra che le donne, gli omosessuali, i neri e le persone delle comunità latine si
avvicinarono a questo genere grazie al suo spirito hippie e psichedelico, che
assumeva un suono travolgente che convogliava al ballo in forma libera al quale
si affiancava l’utilizzo di allucinogeni e costumi colorati.
La musica disco è un genere che si sviluppa da radici funk, soul, musica latina,
musica psichedelica con accenni di swing e musica afroamericana; Le prime
avvisaglie che anticipano la nascita di questo genere vengono esposte dal gruppo
“Sly & The Family Stone” una band che diede un enorme contributo alla nascita
e allo sviluppo della musica funk, soul e psichedelica oltre che ad essere stata una
delle prime band ad avere componenti multirazziali e a prendere posizioni
politiche molto forti soprattutto per quanto riguardava il razzismo. La band nel
1968 pubblica con la Epic Records il brano “Dance to the Music” che divenne
subito una hit commerciale conosciuta in tutto il mondo, tanto da raggiungere la
posizione numero otto nell’importantissima e famosissima “Billboard Hot 100”;
il sound caratteristico degli Sly & The Family Stone era composto da chitarra,
tromba, batteria, tastiera, sassofono e basso ( il bassista della band Larry Graham
è considerato l’inventore della tecnica “slap”), avevano semplicemente tutte le
carte in regola per diventare i precursori della musica disco;
contemporaneamente non va dimenticato il contributo dell’etichetta discografica
Motown, fondata nel 1959 a Detroit, che divenne talmente famosa da creare il
termine “Motown Sound” il quale si riferisce ad uno stile di musica soul
caratterizzato da particolari sonorità distintive legate all’utilizzo del basso, di una
particolare struttura melodica, di un particolare stile di arrangiamento e di stile
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vocale (Diana Ross, Stevie Wonder, Jackson 5, Michael Jackson furono alcuni
dei primi artisti Motown che successivamente la data di fondazione dell’etichetta
cominciarono ad abbracciare le sonorità disco). Il sound Motown era
principalmente caratterizzato da percussioni sontuose e archi lussureggianti che
divennero la parte principale della struttura della musica disco negli anni
Il brano che forse a l s u o i n t e r n o d i m o s t r a d i a v e r e p r e l u d i d i s c o è p r o p r i o
“Superstition” (1972) di Stevie Wonder grazie al quale vinse un “Grammy
Award come migliore canzone R&B”; a lui vanno anche riconosciuti l’uso
innovativo dei bassi synth, del synth e del clavinet che è uno strumento musicale
a tastiera che grazie al suo suono brillante venne utilizzato maggiormente per
comporre generi funk, disco e rock.
La prima comparsa ufficiale del movimento popolare disco la si può collocare al
numero 6 4 7 d e l l a B r o a d w a y a N e w Y o r k , dove un deejay di nome David
Mancuso (20 ottobre 1944 – 14 novembre 2016) soleva organizzare feste private
nel suo appartamento che successivamente diventerà un club privato per soli soci
di nome “The Loft”, nel quale si suonava e sperimentava il mestiere del deejay,
della musica funk, soul e afroamericana; a lui si aggiungono gli storici deejay e
amici Nicky Siano, Larry Levan (fondatore del famosissimo club newyorkese
“Paradise Garage” aperto nel ’77, nonché inventore del genere “garage house”) e
il “The King of house” Frankie Knuckles (a cui si riconduce la nascita della
musica house, realizzata attraverso manipolazioni di canzoni soul, jazz, blues e
funk) che fece del “Warehouse” club, il club più popolare di Chicago grazie alla
sua straordinaria abilità da deejay nel creare nuovi ritmi e coinvolgere il pubblico
nel ballo.
Il fenomeno del nuovo genere musicale disco scatena la curiosità delle radio e dei
giornalisti; il primo articolo pubblicato sulla musica disco risale al settembre del
1973 e fu scritto da Vince Aletti( un curatore, scrittore e critico fotografico), per
la rivista Rolling Stone e nel 1974 la radio newyorkese WPIX-FM mandò in
onda il primo programma radiofonico dedicato totalmente al fenomeno disco.
Proprio nel ’74 la disco music irrompe nelle classifiche e si posiziona saldamente
alla numero uno delle vendite di musica pop; tra i pezzi che fecero più successo
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ricordiamo “Can’t get enought of your love” di Barry White e “Never can say
goodbye” della debuttante Gloria Gaynor.
Il successo di questo genere musicale si può attribuire alla scelta e alla selezione
dei suoni e degli strumenti musicali che venivano utilizzati per comporla insieme
all’energia e alla creatività degli artisti che la eseguivano, infatti nella maggior
parte dei brani che venivano prodotti gli archi, i fiati, i pianoforti elettrici e le
chitarre creavano un’atmosfera lussureggiante, ma la svolta maggiore avvenne
nel momento in cui vennero introdotti strumenti elettronici come il sintetizzatore
reso ancora più famoso da Giorgio Moroder (oltre che da Stevie Wonder) che ne
fece buon uso soprattutto nella realizzazione di una delle sue più grandi hit
“Chase” realizzata nel 1978 e utilizzata come colonna sonora del film “Midnight
Express”.
Tra i più grandi interpreti della musica disco dobbiamo necessariamente
ricordare gli ABBA, i Bee Gees, The Trammps con la loro ineguagliabile hit
“Disco Inferno” e gli Chic del quale faceva parte il famosissimo chitarrista Nile
Rodgers.
L’incalzante ascesa di questo mitico genere musicale che dimostra la sua
massima realizzazione e stabilità nella metà degli anni ’70, trova il suo tempio al
numero 254 della 54esima strada ad ovest di Manatthan, in quello che è
conosciuto come il club più famoso al mondo, lo “Studio 54”.
Questo incredibile club, che nasce da un teatro convertito a studio televisivo della
CBS (da qui prende il nome di “Studio” 54), apre il 26 Aprile del 1977 ad opera
di Steve Rubell e Ian Schrager, che sognavano di regalare a New York “la più
grande festa che si fosse mai vista e farla durare in eterno”; questo luogo era
considerato un posto dove non esistevano regole, dove non esistevano etichette,
dove la società intera condivideva insieme momenti magici e indimenticabili,
ricchi di libertà ed eccentricità che rispecchiavano la personalità di quegli anni
ricchi di creatività ma che talvolta diventavano troppo eccessivi; infatti sesso e
droga circolavano in maniera esagerata.
Andy Warhol, Mike Jagger, Salvador Dalì, Elton John, Elizabeth Taylor, Truman
Capote, Michael Jackson e ai tempi l’ancora sconosciuta Madonna erano alcuni
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degli ospiti abituali dello Studio 54 che condividevano a nominare il club con
l’appellativo “Gomorra” a causa delle scene orgiastiche e trasgressive a cui si
poteva assistere frequentandolo.
Il locale era costruito su tre livelli e la pista da ballo si trovava nel piano
intermedio ove si poteva notare la postazione della consolle che era costruita in
modo tale da dominare la pista in una posizione sopraelevata che aveva il
compito, di valorizzare il mestiere del deejay, un ruolo che assumeva,a quei
tempi,il valore di un predicatore.
Il ruolo del deejay infatti comincia a diventare una figura sempre più di prestigio
proprio in questi anni (grazie soprattutto alle discoteche), come figura in grado di
remixare, cioè rieditare brani già esistenti con registratori a nastro; Tom Moulton
fu il primo a creare un disco mix in vinile a 12 pollici, nel quale una canzone
veniva missata con parti di sé stessa per ottenere una durata superiore
all'originale così da permettere al pubblico della discoteca di ballare più a lungo.
I deejay dunque selezionavano i brani e i groove che la gente preferiva ballare
per riproporli a loro piacimento; inoltre successivamente si aggiunsero strumenti
che diedero la possibilità di modificare il suono in tempo reale come il riverbero
e l’equalizzatore.
La nascita della disco music può essere considerata come l’ultimo movimento di
musica popolare di massa guidato dalla generazione dei “baby boom” che
cominciò però, negli Stati Uniti, a perdere gradualmente popolarità alla fine degli
anni ’70 (nel ’79 venne chiuso anche lo Studio 54 per frode), infatti nel 1979 si
verificò una protesta anti-disco a Chicago chiamata “Disco Demolition Night”
durante la quale vennero bruciati centinaia di vinili, questo fenomeno scatenò
nell’opinione pubblica critiche delle quali “Disco Sucks” (la disco fa schifo)
divenne lo slogan e artisti c o m e D a v i d B o w i e , R o l l i n g S t o n e s e a l t r i c h e
aggiunsero elementi disco nelle loro produzioni, venne ro accusati di essere dei
venduti.
La disco music da parte della subcultura punk degli Stati Uniti e del Regno Unito
venne paragonata a “una bella donna con un grande corpo e niente cervello”
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(Mark Mothersbaugh, dei Devo), a causa della sua apatia nei confronti delle
questioni politiche.
Ma nonostante ciò la disco music rimane un genere che ha portato felicità
nell’animo di molta gente, ha contribuito a scatenare una rivoluzione culturale
che arrivò ad influenzare mentalità, morale, tecnologia e costumi e a dare un po’
di colore e speranza alle nostre vite.