1
Nota introduttiva
Questa tesi non ha la presunzione di descrivere il centennale cinema di
Hong Kong, né la ventennale carriera da regista di Wong Kar-wai.
L’elaborato si focalizza sulla trattazione dell’idea di amore che il regista
cerca di trasmettere al pubblico con le sue opere.
Nel il primo capitolo sono riportati cenni sulla storia del cinema di Hong
Kong e sulla vita di Wong Kar-wai. Segue una parte che descrive le varie
fasi dell’amore nel cinema del regista, mentre l’ultimo capitolo tratta le
conclusioni sul rapporto tra amore e tempo, i due temi principali della
filmografia di Wong kar-wai.
I nomi di persone cinesi all’interno dell’elaborato, indipendentemente dal
fatto che questi siano originari della lingua Mandarina o Cantonese, sono
stati citati nella loro versione più comunemente riconosciuta in campo
internazionale e trascritti in lettere romane.
I nomi cinesi di cose all’interno della trattazione sono stati citati in nota in
普通话(pǔtōnghuà), lingua più comunemente conosciuta come Mandarino,
mentre nel testo sono stati riportati usando il sistema di trascrizione
fonetica 拼音(pīnyīn), omettendo i toni.
I titoli, le frasi e i nomi dei personaggi dei film di Wong Kar-wai citati nel
testo fanno riferimento alla traduzione della loro versione americana,
specificata per ogni film in filmografia.
3
1 – Introduzione al cinema di Hong Kong:
dalle ombre elettriche a Wong Kar-wai
<<Le cinéma hongkongais est un peu un enfant sauvage>>
1
La parola “cinema” in Cinese mandarino si scrive 电影 e si pronuncia
dìanyǐng. Il carattere 电 (dìan) significa “elettricità” ed è spesso utilizzato
come prefisso per parole create per dare un nome alle nuove
apparecchiature tecnologiche che approdavano sul suolo cinese. Il carattere
影 (yǐng) fa parte anche della parola 皮影 戏, píyĭngxì, che letteralmente
significa “spettacolo delle ombre di carta”. Il píyĭngxì è un’antica pratica di
teatro marionettistico cinese nel quale l’ombra di alcune marionette di carta
veniva “proiettata” su uno schermo e accompagnata dalla narrazione di una
storia: pratica da cui deriva il l’idea italiana di “ombre cinesi”. 电影
(dìanyǐng) letteralmente significa dunque “ombre elettriche”, e si traduce
“cinema”.
Le ombre elettriche arrivano per la prima volta a Hong Kong nel 1896
2
grazie agli inglesi che a seguito delle due guerre dell’oppio
3
ottengono la
sovranità sull’isola di Hong Kong, la penisola di Kowloon e le isole
Stonecutters. I primi film proiettati nelle sale sono dunque film stranieri.
Il cinema per Hong Kong non diventa solo una fonte commerciale molto
redditizia, ma è anche il mezzo artistico attraverso il quale, lungo la sua
1
Wong Kar-wai, in Anne Lousouarn, Un road movie dans les coeurs, in <<Libération>>,
10 dicembre 1997
<http://www.liberation.fr/culture/0101233634-un-road-movie-dans-les-coeurs-wong-kar-wai-a-voulu-
changer-d-atmosphere-et-d-histoire>
2
Tutti i riferimenti storici su Hong Kong e il suo cinema fanno riferimento ai testi:
Simone Benedetti & Massimo Mazzoni, La Hollywood d’oriente. Il cinema di Hong Kong dalle origini a
John Woo, Bologna, Punto zero, 1996, cap. <<La porta della Cina:cinema e storia>>
Alberto Pezzotta, Tutto il cinema di Hong Kong, Milano, Baldini & Castoldi, 1999,
cap. <<Un profilo storico>>
3
Svoltesi rispettivamente nel 1839-42 e nel 1856-60
4
secolare storia, la colonia riesce a esprimere maggiormente le proprie
sensazioni rispetto agli avvenimenti socio-politici che la riguardano.
Prima che possa uscire nelle sale il primo film
4
della cinematografia
locale
5
, sull’isola si proietta il cinema di Shanghai
6
. Infatti, che sia per
scappare da una guerra, dall’oppressione culturale comunista o solo per
espandere il proprio mercato, sono tante le persone, tra queste anche molti
registi, a immigrare a Hong Kong da Shanghai.
Lungo la storia della cinematografia di Hong Kong stile cantonese e
mandarino convivono influenzandosi a vicenda, pur mantenendo salde le
loro differenze. Il cinema cantonese si espande grazie alla fetta di pubblico
che non parla mandarino, è un cinema votato alla tradizione e ai miti
fantastici. Il cinema mandarino è invece politico, realistico e tecnicamente
più avanzato. Sarà forse per l’ultima caratteristica elencata, ma per la
maggior parte del secolo a riscuotere più successo è il cinema mandarino.
Dalle influenze reciproche nascono generi che nella storia cinematografica
di Hong Kong assumono un’importanza basilare. I primi generi a prendere
forma sono: il wuxiapian
7
, che si rifà all’omonimo e ben più antico genere
letterario, tratta di cavalieri erranti in un’ambientazione a metà tra il
fantastico e il medioevale; il wenyipian
8
, il melodramma che deriva
dall’opera cantonese e il gongfupian
9
, il film di arti marziali cinesi famoso
in tutto il mondo.
4
庄子试妻, Zhuāngzǐ shì qī, trad. it. “Il maestro Zhuang mette alla prova la moglie” , 1912, film diretto
da Li Minwei.
5
che da qui in poi chiameremo “cantonese”
6
che da qui in poi chiameremo “mandarino”
7
武侠片, wǔxiápiàn, trad. it. “film di eroi militari”
8
文艺片, wényìpiàn, trad it. “film di arte e letteratura”,
9
功夫片, gōngfupiàn, trad it. “film di gongfu”, dove “gongfu” letteralmente significa “abilità” o
“maestria nella pratica” acquisita dopo molto tempo e impegno, termine più comunemente tradotto come
“Kung-fu” e associato alle arti marziali cinesi.
5
Solo negli anni ’70 grazie a una reinvenzione di questi generi, che si
miscelano fra loro, il cinema cantonese riesce a primeggiare in patria e a
espandersi oltre i propri confini. Compaiono i primi wudapian
10
, successori
dei film di Kung-fu, che si uniranno al genere della comicità nonsense
wulituou
11
dando vita a un filone di film d’azione comica che avrà un
grande successo. I gechangpian
12
sono dei musical in cui per la prima volta
la donna, in questo caso femme fatale, raggiunge una posizione di potere
emotivo rispetto all’uomo che in questo genere di film assume il ruolo di
sesso debole. Infine i yingxiongpian
13
, altrimenti chiamati film hardboiled,
sono un genere di film che ha A Better Tomorrow (1986) di John Woo
come capostipite. Le trame di questo filone hanno solitamente come
protagonisti poliziotti o gangster e se dal lato dell’azione sono le sparatorie
a farla da padrone, dal lato tematico lo è l’amicizia fraterna fra uomini.
Tra gli anni ’70 e ’80 l’economia di Hong Kong, e così il suo cinema,
raggiungono l’apice. Hong Kong è ormai una metropoli multietnica a tutti
gli effetti in cui soldi e crimine la fanno da padrone. Al crescere degli
incassi cinematografici segue una massificazione delle tematiche filmiche e
una stagnazione stilistica, dedita a soddisfare solamente le esigenze di
mercato. Alla fine degli anni ’70 nasce una New Wave di registi cresciuti
professionalmente lavorando in televisione e in Occidente che cercano di
andare controtendenza tentando di percorrere nuove strade, come successe
in Europa verso la fine degli anni ’50 con il movimento della Nouvelle
Vague. Il pubblico non sembra apprezzare particolarmente questo stile
sperimentale, così alcuni registi preferiscono riadattare il proprio stile alle
richieste del pubblico.
10
武打片, wǔdǎpiàn, trad. it. “film di combattimenti acrobatici”
11
无厘 头, wúlítóu, trad. it. “vuoto”, inteso come senza senso
12
歌唱片, gēchanàngpiàn, trad. it. “film cantati”
13
英雄片, yīngxióngpiàn, trad. it. “film di eroi”
6
Alla fine degli anni ’80 nasce una seconda generazione New Wave di
cineasti che spesso hanno collaborato o sono stati assistenti dei registi della
prima generazione. Questi realizzatori ripercorrono le stesse vie
sperimentali dei loro predecessori ma confrontandosi con una Hong Kong
sempre più globalizzata e ormai vicina al 1997, data della riunificazione
con la RPC.
È dunque un clima di incertezza, smarrimento, confusione e dopo gli
avvenimenti di piazza Tien’anmen
14
nel 1989, paura.
È in questo momento cruciale e di transizione della storia di Hong Kong
che Wong Kar-wai sviluppa il suo cinema, diventando forse non il regista
più amato ma sicuramente il più chiacchierato di questa seconda
generazione New Wave.
14
天安门广 场, Tiānānmén Guǎngchǎng
7
1.1 Wong Kar-wai: le origini
<<It’s like going to the same supermarket where
we are all faced with the same stock, we make
an effort to cook up something new>>
15
Wong Kar-wai nasce il 17 luglio del 1958 a Shanghai
16
. Cinque anni dopo
la nascita di Wong la sua famiglia decide di trasferirsi a Hong Kong, sia a
causa della stagnazione economica, sia dell’instabilità politica della Cina di
allora. La famiglia si insedia in un quartiere popolare dove la comunità di
Shanghai è corposa. Purtroppo a causa della chiusura delle frontiere il
fratello e la sorella di Wong restano divisi dalla famiglia per 10 anni.
Tutti questi avvenimenti legati alla sua infanzia influenzano molto il
cinema del regista: gli anni ’60 diventano il setting di tre lungometraggi e
un corto, mentre, la città di Hong Kong fa da sfondo a sei dei nove film del
regista, diventando la protagonista indiscussa delle sue opere.
Crescendo, Wong viene incoraggiato dai genitori a interessarsi alla
letteratura e al cinema, non solo di provenienza orientale ma anche
americana ed europea. Lui stesso afferma: <<Quando ero piccolo, mio
padre comprava moltissimi libri, soprattutto di letteratura cinese, e ho
trascorso la maggior parte della mia infanzia a leggere. […] [I miei fratelli]
mi parlavano dei classici della letteratura francese, inglese e russa del
XVIII e XIX secolo […]. Per poterne discutere insieme, facevo in modo di
procurarmi quelle stesse opere>>
17
. Dal suo amore per la letteratura deriva
15
Wong Kar-wai, in Jimmy Ngai, A Dialogue with Wong Kar-wai, in Jean-Marc Lalanne, et al., Wong
Kar-wai, Paris, Dis Voir, 1997, p.83
16
Tutti i dati biografici sono stati reperiti dai testi:
Silvio Alovisio, Wong Kar-wai, Milano, Il Castoro Cinema, 2010, cap. <<Da Shanghai al cinema>>
Stephen Teo, Wong Kar-wai, London, British Film Institute, 2005, cap. <<Introduction>>
Par. <<The Advent of Wing Kar-wai>>
17
Wong Kar-wai, in Michel Ciment, Travailler comme dans une “jam session”, in <<Positif>>, n.410,
aprile 1995, cit. in Leonardo Gliatta, Wong Kar-wai, Roma, Audino, 2004, p. 86
8
lo stile di narrazione frammentato e prospettico, che si appoggia molto
spesso sui monologhi interiori dei suoi personaggi.
Riguardo il cinema invece afferma: <<Mio padre lavorava tutto il giorno, e
quando tornavo da scuola verso l’una, mia madre mi portava al cinema. Ne
vedevo fino a due o tre al giorno>>
18
. L’influenza dei registi stranieri è
determinante nella definizione dello stile di Wong, il quale si avvicina alla
Nouvelle Vague francese, integrandola allo stesso tempo con i moderni
metodi di narrazione televisivi, fatti di immagini veloci, musica rock e luci
abbaglianti. Stephen Teo ne definisce il cinema come <<mixture of
cinematic and literary influences>>
19
. Questo fatto avrà un impatto
decisivo sul suo stile registico, che risulta forse troppo occidentale agli
occhi dello spettatore orientale
20
e allo stesso tempo esotico agli occhi dello
spettatore occidentale, come la stessa isola di Hong Kong tanto legata al
suo cinema
21
.
Ma la gioventù di Wong non fu solo libri e film, lui stesso afferma che
trascorse <<tre o quattro anni della [sua] giovinezza a bere, a fare delle
scazzottate, a correre su macchine sportive>>
22
, mentre riguardo al
quartiere in cui viveva dice: <<There were lots of bars anche clubs […] I
had no problem identifyng with street kids>>
23
. Non a caso molti dei
personaggi dei film del regista sono “street kids”.
La cultura di Hong Kong, la letteratura e la cinematografia, sia cinese che
straniera, sono la base alla quale Wong si appoggia per lo sviluppo delle
sue opere; allo stesso tempo, sistematicamente si allontana da questa col
procedere delle riprese. In principio, ognuno dei suoi film nasce da un altro
film, da un romanzo, da un’idea e diventa un progetto che poco a poco il
regista abbandona per strada, approdando a qualcosa di completamente
18
Wong Kar-wai, in Michel Ciment, Travailler comme dans une “jam session”, cit., p. 86
19
Stephen Teo, Wong Kar-wai, cit., p. 2
20
In patria gli incassi dei suoi film risulteranno sempre insoddisfacenti
21
Cfr. Stephen Teo, Wong Kar-wai, cit., p. 1
22
Wong Kar-wai, in Michel Ciment, Travailler comme dans une “jam session”, cit., p. 89
23
Wong Kar-wai, in Jimmy Ngai, A Dialogue with Wong Kar-wai, cit., p.84
9
diverso e nuovo. Come il suo capolavoro In the Mood for Love [2000] che
doveva essere un film composto da tre episodi ambientati a Beijing e
invece diventa un lungometraggio unico ambientato nella Hong Kong degli
anni ’60
24
.
Ogni volta abbraccia un genere classico della cinematografia di Hong Kong
e ogni volta se ne distanzia, come segno di protesta verso un cinema che
ritiene essere ormai statico, incapace di evolversi, soggiogato al potere del
commercio. Citando le sue stesse parole: <<Now we have reached an age
of recycling>>
25
.
Finiti gli studi liceali segue corsi di grafica e design, ma lascia gli studi
dopo soli due anni per iniziare uno stage in produzione alla Tvb
26
. Dopo lo
stage inizia a lavorare come assistente di produzione e sceneggiatore di
serie televisive. Nel 1982 lascia la Tvb e inizia la sua carriera nel mondo
del cinema come sceneggiatore free lance. Collabora a decine di film,
lavorando all’interno di squadre formate da scrittori minori con a capo un
solo sceneggiatore più anziano. Anche per questo motivo il suo nome
appare solo in una piccola parte dei film a cui ha collaborato. Il suo metodo
lavorativo inoltre si rivela sin da subito troppo lento, Wong non riesce mai
a trovare un finale per le proprie storie e cambia spesso direzione
narrativa.dQuesta caratteristica lo distanzia dal metodo standard del cinema
di Hong Kong, caratterizzato da tempi strettissimi e ritmi frenetici in cui si
girano interi film anche in pochi giorni.
Questo “difetto” lo accompagna lungo tutta la sua carriera cinematografica,
tramutando la gestazione di ogni suo film in una dispendiosa odissea.
Anche per questo motivo, nonostante gli anni passati a scriverne, il regista
24
Intervista a Wong Kar-wai negli “extra” della versione DVD francese di In the Mood for Love,
distribuita da TF1 Video/Ocean FIlms, cit. in Stephen Teo, Wong Kar-wai, cit., p.115
25
Wong Kar-wai, in Jimmy Ngai, A Dialogue with Wong Kar-wai, cit., p.83
26
Stazione televisiva di Hong Kong nata nel 1967