6
anticipato, per evidenti limiti di fattibilit� al suo opposto nella tradizione
sinottica- si intreccia, per gli ambienti di matrice cristiana ed in modo
massiccio in ambito ecclesiale, alla problematica dei rapporti di natura
simbolicamente triangolari tra uomo e uomo con Dio.
Dio
uomo uomo
La reazione immediata che frequentemente si prova qualora ci si senta
apostrofati, od appunto giudicati, � chiedere (o pensare se le circostanze lo
sconsigliano) retoricamente chi si crede di essere colui che ci rimprovera o
giudica (Dio forse? Ovvero un genitore se piccoli?), oppure rinfacciare
prontamente comportamenti simili od altrettanto gravi (agli occhi di chi si
difende generalmente peggiori) di quello per cui si � stati ripresi. Da queste
semplici osservazioni di azioni-reazioni quotidiane � facile rientrare sui testi
sinottici su cui questo lavoro � centrato. In esse infatti si profila gi�
chiaramente sia il riferimento ad un entit� superiore che detiene
eventualmente la possibilit� di giudicarci sia il tema dell�autocritica. Due
passaggi che ricorrono esattamente nei nostri testi, insieme ad altre
indicazioni significative per chi considera quei testi canonici, cio� normativi
per la propria fede (e perci�, almeno cos� dovrebbe essere, per la propria
vita) e per chi, non credente, sia interessato a comprendere le motivazioni di
alcuni comportamenti sociali. Tutto questo ha poi intersecato un antico
interesse militante di chi scrive e si � concretizzato in queste pagine, che,
non pretendendo ovviamente di essere esaustive, mirano anzi a definire lo
status quaestionis di alcuni aspetti particolarmente filologici (c. I, sez. 2 e
pi� brevemente rispetto alle numerose questioni affrontate c. II, sezz. 1-5) e
tentano una sintesi critica delle interpretazioni fino ad ora proposte dagli
esegeti (c. III)
2
. Chiunque si sia accostato anche distrattamente o per
curiosit� alle discipline esegetiche ha potuto immediatamente constatare
2
Ad ogni sez. � premessa un�indicazione specifica sull�argomento particolare.
7
quale grado di specializzazione sia stato raggiunto e quale bagaglio tecnico
(da quello classico storico -filologico a quello informatico-statistico,
passando per le scienze sociali) sia necessario. Pi� di un manuale
introduttivo agli studi di esegesi biblica avverte che soltanto dopo un lungo
periodo di assimilazione ed applicazione del metodo storico-critico si
perviene ad una sufficiente dimestichezza per tentare un approccio
personale ai testi, con un�autonomia significativa ed un�identit� individuale
di ricercatore apprezzabilmente definita capaci di uno sganciamento
(limitato) dagli studi precedenti. Ma il risvolto dell�interesse personale pi�
stimolante riguarda il tentativo di rispondere con una parola esegeticamente
fondata alle pi� disparate utilizzazioni cui il lo&gion evangelico viene
continuamente sottoposto. Urgeva insomma per chi scrive, studiare
approfonditamente questi testi per meglio definire la loro indiscutibile
importanza nelle relazioni quotidiane e per poter eventualmente rigettare
con argomentazioni pi� solide gli abusi difensivistici con cui il lo&gion viene
troppo spesso brandito in nome di un�esclusivamente autocentrata
valutazione della prassi e delle opinioni, che rispetta fino all�estenuazione
l�autonomia interpretativa di ognuno fino a negargli la possibilit� e la
fecondit� di un confronto alto con lo stesso sistema di valori che il singolo
in sede di dichiarazioni di principio riconosce tuttavia come fondamentale o
addirittura ispirante la propria condotta
3
. Il non-giudicare � insomma, per
che scrive, un testo critico
4
per il credente e per il non-credente pensanti.
L�argomento e le modalit� con cui esso � stato analizzato hanno richiesto
l�approccio ad una letteratura esegetica molto ampia e per lo pi� non
reperibile in traduzione italiana. Questo ha permesso di potenziare le
competenze linguistiche acquisite nel corso dell�intero curriculum
studiorum e di aprirsi ad altre. Le scuole esegetiche incontrate sono
sostanzialmente riconducibili ai gruppi linguistici francofoni, anglofoni,
tedeschi ed in un�occasione spagnoli. In questo senso si � voluto operare un
3
Queste motivazioni costituiscono il tema di riflessione del teologo e musicologo
ambrosiano Pierangelo Sequeri per il brillante e stimolante articolo Distinguere sempre il
meglio. La qualità del discernimento e la maturità del giudizio in Servitium III 119 (1998)
473-484, Sotto il Monte (Bergamo).
4
Prendendo a prestito la definizione di George S. Hendry: Judge Not: a Critical Test of
Faith in Teology Today XL / 2, 1983, Edinburgh.
8
sintetico confronto tra alcune traduzioni pi� facilmente disponibili dei nostri
testi in queste lingue moderne (c. II, sez. VI). Naturalmente il riferimento
princeps del lavoro � il testo originale greco, del quale sono stati studiati gli
elementi formali e la trasmissione manoscritta (c. II). La comparazione con
l�ambiente circostante ai testi ci ha portati ad incontrare la lingua
dell�Antico Testamento, l�Ebraico, e quella della potenza dominatrice allora
in Palestina ed in Europa, il Latino. Gli studi teologici intrapresi hanno
consentito un�ulteriore arricchimento della riflessione personale cui si
devono alcune (umili) prese di posizione su ipotesi talvolta estremamente
raffinate ed i modesti contributi personali alla ricerca.
Goethe poteva iniziare la propria autobiografia enunciandone
l’oroscopo�(favorevolissimo) Sia vero o no dal punto di vista dei pianeti e delle stelle, è
certo che mentre Goethe scrisse una serie di capolavori per confermare il suo oroscopo,
Proust si immolò ad un capolavoro per raddrizzarlo. Scontando, a parte la purezza del
riscatto, un �destino tragico�
Giacomo Debenedetti, Confronto col Diavolo, introduzione a Marcel Proust, Alla ricerca del tempo
perduto, Einaudi, Torino, 1963, XIX.
Il primo ringraziamento va al relatore, prof. Mauro Pesce, che ha accettato di seguire questo lavoro
nonostante le numerose intermittenze e la considerevole durata complessiva che lo ha caratterizzato.
Da qui � immediato ricordare la mia M
a
Cesarina Martinelli e gli insegnanti di greco Buda, Seidenari
e Bellentani, che non hanno faticato invano. Per le traduzioni dal tedesco mia cugina Germana
Leonardi, diplomata in Lingue e l�amica fedele Claudia Bellucci, diplomata in Lingue e laureanda in
Psicologia Sperimentale, oltre all�interprete Mariangela. Sono in debito con la Comunit� Dehoniana
di Modena, che mi ha ospitato ed in particolare coi pp. drr. Marcello, Pierluigi e Giampietro
rispettivamente per avermi dato libero accesso alla ricca biblioteca personale, per la fornitura di testi
biblici ed esegetici e per la condivisione della postazione informatica comune. Con i proff. don Pietro
Lombardini, don Filippo Manini e p. Gian Paolo Carminati scj ho potuto scambiare molte idee ed
apprenderne confermando la mia passione per la Scrittura. Per tutti loro � cresciuta la mia sensibilit�
ecumenica. Non dimentico la mia comunit� cristiana di Castelnuovo Rangone (Mo) che mi ha spesso
mostrato quanto sia difficile non-giudicare e discernere, inducendomi per molti anni a verificare le
mie ragioni. Ringrazio finalmente mio padre per i doni dell�intelligenza, della memoria ed un grammo
di senso pratico (e il dentista!); mia madre per quelli della curiosit� intellettuale, dell�amore per la
Bellezza e dell�accoglienza. Mia sorella tata dr. Viviana & mio cognato dr. Massimo Tomasselli, tra i
5 uomini pi� saggi che conosca. Ringrazio le mie amiche dr. Paola, dr. Giovanna ed Annalisa per il
conforto, la fiducia e lo stimolo; Marcello Barbieri che non si stanca di discernere per il mio meglio.
E tutti per la Santa Pazienza.
Comunit� Dehoniana, Saliceto Panaro (Mo), 15 Ottobre 2001 memoria di S. Teresa d�Avila
9
1.1 Il tema del non-giudicare nella letteratura protocristiana
Gi� negli anni del passaggio tra la prima e la seconda generazione di
cristiani la proibizione del giudizio lascia un�impronta significativa negli
scritti (certamente una porzione soltanto di quelli prodotti) che ci sono
pervenuti. Il primo autore a noi noto che presenti il nostro tema � l�apostolo
Paolo. In 1Cor 4, 5 (52-54 d. C), a proposito delle divisioni in fazioni
interne alla comunit� che ne minano lo sviluppo cristiano e la sua autorit�
apostolica e scrive: w1ste mh& pro& kairou= ti kri&nete
5
e1wv a9/n e1lqh| o9
kuri&ov, o1v kai\ fwti&sei ta\ krupta\ tou= sko/touv kai\ fanerw&sei ta\v
boulav\ tw=n kardiw=n�
6
La presunzione dei perfetti, degli spirituali che
vantavano una maturit� ed un�illuminazione cristiane superiori li portava a
ritenersi in grado di sottoporre chiunque al giudizio, mentre il fondatore
della comunit� sapeva bene che nemmeno a lui spettava il giudizio su s�
stesso (a0ll� ou0de\ e0mauto\n a0nakri&nw) ma soltanto a Dio (o9 de\ a0nakri&nwn
me ku&rio&v e0stin). L�esortazione ai leaders ed ai maestri della comunit�
vuole rimettere al giusto posto la consapevolezza della fede come dono e
non come conquista individuale, la particolarit� fondante della stultitia
crucis di fronte alla sapientia hominum, il carattere eminentemente
diaconale del loro ministero
7
. Soltanto alla venuta finale poi saranno svelati
i voleri dei cuori ed il giudizio potr� disvelare ci� che fino a quel momento
si trovava nelle nebbie dell�apparenza e della complessit� della storia. Per
questo la pretesa di giudizio da parte dei Corinzi � fuori luogo (implica
l’accaparramento di una prerogativa divina) e fuori tempo, anticipandolo
5
La traduzione di G. Barbaglio in La Prima Lettera ai Corinzi, Edizioni Dehoniane,
Bologna, 1996, 212. 218 desistete dal giudicare mette in risalto la reiterata abitudine dei
suoi critici.
6
Per Barbaglio il parallelo in 14, 25 si riferisce all�azione del profeta che vede nell�uomo.
M. Pesce, La profezia cristiana come anticipazione del giudizio escatologico in 1Cor 14,
24s in Testimonium Christi. Scritti in onore di Jacques Dupont, Paideia, Brescia, 1992, 415
(ma si tratta di un elemento ricorrente e fondamentale di tutto lo studio) sottolinea
particolarmente che � il pneu=ma che compie questo disvelamento attraverso il profeta.
7
Giuseppe Barbaglio, Le lettere di Paolo, Borla, Roma, 1990
2
, 293. Per l�atteggiamento dei
pneumatici anche Pesce, cit. 415s.
10
nella storia dalla parousi&a
8
. In questo testo sono evidenti le due direttrici
(orizzontale e verticale) del giudizio cui accennavamo sopra.
In Rm 2, 1ss (57-58 d. C) � scritto: Dio\ a0napolo&getov ei], w] a1nqtrope
pa=s o9 kri&nwn: e0n w[| ga\r kri&neiv to\n e1teron, seauto\n katakri&neiv, ta\
ga\r au0ta\ pra&sseiv o9 kri&nwn. Oi1damen de\ o1ti to\ kri&ma tou= Qeou=
e0stin kata\ a0lh&qeian e0pi\ tou\v pra&ssontav. Logi&zh| de\ tou=to, w]
a1nqtrope o9 kri&nwn tou\v pra&ssontav kai\ poiw=n au0ta&, o1ti su\ e0kfeuch|
to\ kri&ma tou= Qeou=: Qui Paolo apostrofa il giudeo per la presunzione
ancora una volta dimostrata nel giudicare i gentili. Sebbene essi possiedano
per privilegio e non per merito la legge scritta e, sempre per privilegio,
godano (Rm 3, 1s) della costante fedelt� di Dio alla sua tyir¸b, rimangono
comunque ugualmente colpevoli di fronte al peccato. È l’ingenuità
dell’uomo pio prigioniero di sé stesso. Infatti mentre afferma con sicurezza
la conoscenza della veracit� del giudizio divino (Oi1damen de\ o1ti to\ kri&ma
tou= Qeou= e0stin kata\ a0lh&qeian e0pi\ tou\v pra&ssontav), lo ritorce contro
s� stesso commettendo le stesse cose (w] a1nqtrope o9 kri&nwn tou\v
pra&ssontav kai\ poiw=n au0ta. Cfr. l�elenco dei peccati al c. I) senza
esserne consapevole
9
. Ma l�illusione di sfuggire al giudizio di Dio per i
privilegi dell�elezione � soltanto tale
10
. Anche qui il giudizio tra uomini � in
relazione, si potrebbe dire biunivoca, con quello di Dio. Pi� avanti (14, 10)
la domanda viene ripresa con un andamento molto simile ad uno dei testi
sinottici del titolo (Mt 7, 3a║Lc 6, 41): Su\ de\ ti& kri&neiv to\n a0delfo&n sou:
Sorto il problema, o meglio, giunto al punto di richiedere una soluzione da
8
Ibidem, 294s. Argomento ripreso in idem, La Prima lettera ai Corinti, cit, 218. Cos�
David W. Kuck, Judgment and Community Conflict, E. J. Brill, Leiden � New York �
K�benhaven � K�ln, 1992, 208 a proposito di questo passo e Rm 2, 16: In both cases
present judgments are ruled out because what counts with God are thoughts and motives
which only God can see.
9
H. Schlier, La lettera ai Romani, Paideia, Brescia, 1982, 128-131. Edizione originale: Der
Römerbrief, Verlag Heder, Freiburg im Bresgau, 1979
2
. Traduzione italiana di Roberto
Favero e Giovanni Torti. Revisione di Omero Soffritti. Veemente il commento di Karl
Barth: Nessuna scusa, nessuna ragione e nessuna possibilità di innalzarsi, né per coloro
che non conoscono il Dio sconosciuto né per coloro che lo conoscono! (L’Epistola ai
Romani, Feltrinelli, Milano, 1989, 31. Edizione originale: Der Römerbrief, Evangelischer
verlag Zollikon, Z�rich. Traduzione di Giovanni Miegge).
10
Il pensiero protestante classico della teologia dialettica � ancora una volta espresso con
forza da Barth, cit., 34: Appunto in quanto insuperbisce nella fede, quasi fosse un’opera
umana, l’opera di Dio nella fede viene meno, e anche la fede cade sotto la legge della
inanità e della caducità di ogni cosa terrena.
11
parte dell�Apostolo sulla divisione interna tra i deboli che praticavano una
dieta vegetariana attenendosi alle prescrizioni sacrali ed i forti,
interiormente liberi per non porsi limitazioni tradizionali nei cibi e nel
rispetto di un rigido calendario di festivit� (come il gruppo precedente),
Paolo sceglie sempre di non mettere in difficolt� il pi� debole nella fede
(to\n de\ a0sqenou=nta th| pistei=) e di accoglierlo senza discussioni
11
.
Nella lettera di Gc 4, 12
12
torna la stessa domanda: Su\ de\ ti&v ei] o9 kri&nwn
to\n plesi&on. Il contesto letterario � quello del corpus della lettera,
contenente esclusivamente esortazioni e prescrizioni alla comunit�
(l�appellativo di a0delfoi&) da parte dell�apostolo gerosolimitano.
L�argomentazione contro la detrazione reciproca riprende l�intersezione tra
giudizio fraterno e giudizio divino ma questa volta attraverso la mediazione
della Legge. Chi infatti sparla (katalalw=n) o giudica (kri&nwn) il fratello
non si pone pi� al livello di chi osserva (poihth\v) la Legge ma come suo
giudice (kri&nei no&mon); ma soltanto uno � legislatore e giudice. In 5, 10
trattando della pazienza e della perseveranza con cui occorre attendere la
remunerazione nell�eone futuro ancora raccomanda di non lamentarsi
reciprocamente per non essere giudicati (mh\ stena&zete, a0delfoi&, kat�
a0llh&lwn i!na mh\ kriqe=te).
Passando alla letteratura cristiana non canonica incontriamo EvThom 26
nella versione greca (mutila)
13
di Mt 7, 5: kai\ to&te diable&yeiv e0kbalei=n
to\ ka&rfov to\ e0n tw|= o0fqalmow|= tou= a0delfou= sou. Nella versione
originale copta retrovertita in greco le differenze non sono rilevanti ma
daranno adito ad alcune conclusioni di storia della tradizione del I c. Il
lo&gion precedente raccomanda un amore per il fratello che richiama il
11
G. Barbaglio, Le lettere di Paolo, cit., 496.
12
Ambientazione giudeo-cristiana, datazione tra 35-50 d. C secondo l�opinione
tradizionale, 60-70 o addirittura 80-90 secondo altri che non la considerano del figlio
d�Alfeo. Per quanto riguarda il genere letterario essa � piuttosto uno scritto di parenesi
morale che una vera e propria lettera. J. Cantinat, La lettera di Giacomo in Introduzione al
Nuovo Testamento, Borla, Roma, 1978, 219. 232. Piuttosto tarda anche l�ipotesi di Horst
Balz & Wolfgang Strage, Le Lettere Cattoliche, Paideia, Brescia, 1978, 31. Edizione
originale: Die Katholischen Briefe, Vandenoeck & Ruprecht, G�ttingen, 1973. Traduzione
di Gianfranco Forza.
13
Per la precisione: il papiro di Ossirinco 1 = Logi&a EvThom (nella versione ritrovata a
Nag Hamadi) 26-33. 77b; Pap. Oxy. 654 = Prologo e Logi&a EvThom 1-7 ; Pap. Oxy. 655 =
Logi&a EvThom 36-39.
12
comandamento nuovo di Ges�: a0gaph&seiv to\n a0delfo&n sou w9v th&n
yuxh&n ed aggiunge di proteggerlo come la pupilla del proprio occhio
(thrh&seiv au0to\n w9v th&n ko&rhn tou= o0fqalmou= sou). Sia per contenuto
sia per il richiamo all�organo della vista il legame � evidente anche se
diverso (particolarmente per Mt). Il seguente invece ammonisce che senza
astenersi dal mondo non si trover� il Regno e qui il legame � debole per Mt,
con cui condivide il verbo indicato per trovare il Regno euri&skw (al futuro)
ma non gli esempi di 7, 7-11, e per Lc che introduce come finale del proprio
Discorso la parabola della casa sulla roccia. Ma la natura stessa
dell�apocrifo di Tommaso ci spinge a considerare essenzialmente il lo&gion
in s�, che riproduce chiaramente quello sinottico. Anche il proverbio sulla
misura ha un suo parallelo in EvThom 41
14
: o!stiv e0xei e0v th|= xeiri\ au0tou=,
doqh&setai au0tw=|. kai\ o!stiv ou0k e0xei, kai\ to\ mikro\n o! e0/xei a0rqh&setai
a0p�au0tou=. Le differenze riguardano essenzialmente l�immagine del
possesso nelle mani (presumibilmente degli insegnamenti di Ges� e del suo
kh&rugma) e l�esplicitazione della quantit� posseduta da chi non ha.
Naturalmente � il genere sapienziale
15
del lo&gion e la costruzione semitica
dei relativi che devono essere tenuti in considerazione per la comprensione
di quello che sarebbe altrimenti un insuperabile paradosso (o si possiede
qualche cosa o nulla!).
Tra i cosiddetti Padri Apostolici il nostro detto compare in due testi, il pi�
antico � la I Lettera ai Corinti di Clemente Romano. Il IV capo della chiesa
di Roma (dopo Pt, Lino e Cleto) esercita il suo ministero dal 95 al 100 d. C.
La lettera � del 96 d. C., in quanto contiene riferimenti certi (1Clem 1) alla
persecuzione di Domiziano del 95 d. C. In occasione dello scoppio e del
protrarsi di disordini e ribellioni nella chiesa di Corinto, risponde cos� ad
una richiesta d�intervento della stessa comunit�, segno della grande
autorevolezza esercitata gi� nel I sec. dalla chiesa di Roma (1Clem 13, 2):
0Elea=te, i!na e0lehqh=te: a0fi&ete, i!na a0feqh|=: w9v poiei=te, ou!tw
poihqh&setai u9mi=n: w9v di&dote, ou!twv doqh&setai u9mi=n: w9v kri&nete,
14
Di cui forniamo sempre la retroversione in greco per un confronto diretto con la sinossi
seguente dei testi evangelici. Ogni lo&gion o gruppo di lo&gia � introdotto dall�espressione:
Le&gei 9Ihsou=v.
15
Abbiamo gi� anticipato e vedremo meglio che si tratta di un proverbio assai noto in
Palestina e non soltanto ai tempi di Ges�
13
ou!twv kriqh&sesqe:... w|] me/trw? metrei=te metrhqh/setai u9mi=n
16
. Questa
formulazione, che raggruppa tutte ed altre la prescrizioni ed i parallelismi
presenti nei nostri testi, pare non derivare direttamente dai sinottici. Infatti
sarebbe una tipica compilazione catechistica
17
come altre spesso usate in
quel periodo in cui il Canone andava ancora formandosi
18
. Il contesto �
quello della supplica in vista di una possibile presa di posizione
19
. Insomma,
come spiega Guglielmo Corti, un saggio comando nella forma
dell�esortazione
20
.
Poco pi� tardi
21
il nostro detto figura anche nel veneratissimo martire
Policarpo nella Lettera ai Filippesi (2, 3). In una fitta rete di rapporti e
corrispondenze con quella comunit� ma specialmente con l�altro grande
martire della chiesa subapostolica, Ignazio d�Antiochia, egli scrive
22
: Mh\
kri&nete, i3na mh\ kriqh=te: a0fi&ete, i!na a0feqh|=: e0lea=te, i!na e0lehqh=te: w|]
me/trw? metrei=te, e0n autw|= metrhqh/setai u9mi=n. Cui segue un macarismo in
cui compaiono i poveri ed i perseguitati a causa la giustizia, perché di loro è
il regno di Dio. Anche qui v�� indizio di frasi d�uso comune citate a
memoria e giustapposte piuttosto che di una vera e propria citazione
23
.
L�alto numero di citazioni e soprattutto allusioni neotestamentarie lo mostra
anche come un diligente raccoglitore
24
. Il genere dello scritto � parenetico
con toni calorosi, esortativi e frequenti ammonimenti contro i vizi ma pure
parole di speranza.
16
Siate misericordiosi affinché siate oggetto di misericordia; perdonate affinché siate
perdonati; come fate, così sarà fatto a voi; come giudicate così sarete giudicati�con la
misura con cui misurate così sarà misurato a voi (traduzione ns).
17
Allison & Davies, 668. Kloppenborg �87, 181.
18
Interessante la notizia di Dionigi, vescovo di Corinto, che scrivendo a papa Sotere,
comunica che questa lettera viene letta nelle assemblee domenicali. In Eusebio di Cesarea
Historia Ecclesiastica IV, 23, 11. Testo greco-latino nella Patrologia Greca (PG), a cura di
Valesius, Paris, 1659.
19
Peraltro gi� presa con l�invio dei legati Claudio, Efebo, Valerio, Bitone e Fortunato
(1Clem 65).
20
Il curatore de I Padri Apostolici, Citt� Nuova, 1967, 44.
21
Il martirio avviene nel 155 d. C. con il vescovo di Smirne ormai 86enne, sotto il regno di
per s� mite di Antonino Pio. La Lettera � del 107. Ibidem, 149s.
22
Con l�introduzione complessa: ricordandovi delle cose che diceva il Signore
insegnando…
23
Per Kloppenborg, �87 (181) si tratta dello stesso fenomeno registrato in Clemente
Romano.
24
I Padri Apostolici, cit., 152. 145.
14
L�ultima e pi� recente testimonianza del periodo sub-apostolico che
riportiamo � quella di un altro martire, Giustino (� 165 d. C.). In questo caso
il riferimento ai nostri testi � soltanto accennato ed anche problema
dell�attribuzione � lungo e complesso. Il lo&gion in Dialoghi con Trifone 47,
5 recita cos�: e0n oi]v a0 &n u9ma=v katala&bw, e0n tou&toiv kai\ krinw=
25
.
Senza riportare per esteso il problema cui accennavamo, possiamo dire che
alcuni lo fanno derivare da Ez 33, 20 (LXX)
26
, altri dai sinottici. In
particolare Jeremias, confrontando il lo&gion nella versione siriaca del Liber
Graduum, � convinto dell�autenticit� dati la mancanza di una cristologia
esplicita, l�uso del passivum divinum, il ritmo e la rima
27
.
Ma ci accorgiamo che nessuna di queste fonti esprime quell�incisivit�
asciutta e diretta che leggiamo negli scritti da cui esse prendono in misura
diversa ispirazione: i Vangeli Sinottici. � appunto su questi che noi
concentreremo quasi esclusivamente le nostre forze nelle prossime pp. e di
questi diamo finalmente di seguito la Sinossi con i testi originali.
25
Nelle condizioni in cui vi troverò, in quelle anche (vi) giudicherò (traduzione ns).
26
Allison & Davies, 668 propendono per questa soluzione sulla scorta della traduzione
latina della Vita Sancti Antoni (Patrologia Latina 73, 136A) e di Giovanni Climaco (PG 88.
812D).
27
Joachim Jeremias, Gli Agrapha di Gesù, Paideia, Brescia, 1965, 108-113 (questa parte �,
per grata ammissione dell�autore, quasi completamente opera di Otfried Hofius). Edizione
originale: Ubenkannte Jesusworte, G�tersloher Verlaghaus, Gerd Mohn, 1963
3
. Traduzione
di Omero Soffritti. Ritroveremo alcuni di questi criteri in Jeremias, Teologia. Riportiamo la
versione siriaca traslitterata per rendere queste due ultime caratteristiche evidenziate: Ak
d
e
teshtak
e
chun tetdab
e
run in Liber Graduum Sermo III, 3 (colonna 43, 26s nell�edizione di
Kmosko, Patrologia Siriaca I, 3).
mei patri Æneae gratia materiae
I Capitolo
16
1.0 SINOSSI
1
Matteo 7, 1s Marco 4, 24 Luca 6, 37a. 38c. (8, 18a)
37
Kai
Mh\ kri/nete i3na mh\ kriqh=te
1
mh\ kri/nete, kai\ ou0 mh\ kriqh==te:
e0n w]? ga\r kri/mati kri/nete kriqh/sesqe
2
Kai\ e!legen au)toi=v:
ble/pete ti/ a0kou/ete. (
8,18
ble/pete ou]n pw=v a0kou/ete)
kai\ e0n7w[? e0n w[?
38c
w[? ga\r
me/trw? metrei=te metrhqh/setai me/trw? metrei=te metrhqh/setai me/trw? metrei=te a0nti-
u\mi=n u\mi=n metrhqh/setai u\mi=n
kai\ prosteqh/setai u9mi=n
Luca 6, 37bc: kai\ mh\ katadika/qete, kai\ ou0 mh\ katadikasqh=te.
c
Apolu/ete, kai\ apoluqh/sesqe:
38ab: di\dote, kai\ doqh/setai u9mi=n:
b
me/tron kalo\n pepiesme/non sesaleume/non
u\perexunnomenon dw/sousin ei0v to\n ko/lpon u9mw=n:
Matteo 7, 3: ti/ de\ ble/peiv to\ ka/rfov to\ e0n tw=? o0fqalmw=? tou= a0delfou= sou, th\n de\
Luca 6, 41: Ti/ de\ ble/teiv to\ ka/rfov to\ e0n tw=? o0fqalmw=? tou= a0delfou= sou, th\n de\
Matteo 7, 3s: e0n tw?= sw=? o0ftqalmw=? doko\n ou katanoe=iv;
4
h3 pw=v ere=iv
Luca 6, 41s : doko\n e0n tw?= i0di&w? o0ftqalmw??= ou katanoe=iv ;
42
pw=v du/nasai le/gein
Matteo 7, 4ab : tw=? adelfw=? sou: a!fev e0kba\lw to\ ka/rfov e0k tou= o0fqalmo=u sou
Luca 6, 42ab: tw=? adelfw=? sou:
b
a0delfe& a!fev e0kba\lw to\ ka/rfov to/ e0n tw= ?o0fqalmo=u sou,
1
Rielaborazione da Aland Kurt, Synopsis Quattuor Evangeliorum, Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart, Editio
quindecima revisa, 1996, 92s. Ai testi centrali per il nostro lavoro è stato dato un maggior risalto grafico.
17
Matteo 7, 4c: kai\ i0dou\ h9 doko\v e9n tw=? o0fqalmw?= so=u;
Luca 6, 42c : au0to\v th\n e9n tw=? o0fqalmw?= sou doko\n ou0 ble/pwn;
Matteo 7, 5a: u9pokrita/, e1kbale prw=ton e0k to=u o0fqalmo=u sou th\n doko\n,
Luca 6, 42d : u9pokrita/, e1kbale prw=ton th\n doko\n e0k to=u o0fqalmo=u sou,
Matteo 7, 5b: kai\ to/te diable/yeiv e0kbale=in to\ ka/rfov e0k to=u o0fqalmo=u to=u a0delfo=u sou
Luca 6, 42e: kai\ to/te diable/yeiv to\ ka/rfov to\ e0n tw=? o0fqalmw?= to=u a0delfo=u sou e0kbale=in
Matteo 13, 12ab: !Ostiv ga\r e!xei, doqh/setai au0tw?=
b
kai\ perisseuqh/setai: o#stis de\ ou0k e!xei
Marco 4, 25 ab: o$v ga\r e!xei, doqh/setai au0tw|=:
b
kai\ o4v ou0k e!xei,
Luca 8, 18bc : o4v ga\r e!xh? doqh/setai au0tw?=|:
b
kai o4v a1n mh\ e!xh?
Matteo 13, 12b: kai\ o$ e!xei a0rqh/setai a0p 0 au0tou=.
Marco 4, 25b: kai\ o$ e!xei a0rqh/setai a0p 0 au0tou=.
Luca 8, 18c : kai\ o$ doke=i e!xein a0rqh/setai a0p 0 au0tou=.
18
2.0 Storia della ricerca sulla tradizione e redazione
In questa sezione faremo un’ampia rassegna –ovviamente senza pretese di
esaustività- delle posizioni degli studiosi del secolo scorso, dando via via
sempre maggior spazio ai risultati più recenti od ai contributi divenuti ormai
dei classici dell’esegesi storico - critica. Lo scopo è quello di ricostruire le
fasi della formazione dei testi, per individuare l’attività redazionale di ogni
evangelista, separarla dal materiale tradizionale ed infine individuare lo
strato più antico, talvolta attribuibile a Gesù stesso. Ben presto appare la
difficoltà di separare nettamente i tre strati del testo su cui è nata e si è
sviluppata la Traditiongeschichte e non tutti gli autori studiati vi si
attengono
1
. Alcuni nemmeno prendono in considerazione tale metodo e
concentrano la loro attenzione sul textus receptus privilegiando l’esegesi
sincronica
2
. Pur rispettando i diversi approcci e riportando i risultati di
questi esegeti, noi riteniamo il momento diacronico ineludibile per
un’esegesi corretta e storicamente fondata. Cominceremo dalle opere
generali
3
per passare ai commentari ai vangeli sinottici, poi agli articoli di
riviste e finire con le monografie. Proprio a queste dedicheremo
particolarmente la nostra attenzione
4
. Tale è del resto la traiettoria percorsa
nella ricerca del materiale
5
. L’ordine seguito è cronologico ascendente, dai
contributi dei primi decenni a quelli dell’ultimo anno del XX secolo
compreso
6
.
1
Talvolta non sarà possibile seguire l’impostazione data la complessità di alcuni contributi,
specialmente tra gli articoli di riviste specialistiche e le monografie. In diversi casi invece
ciò è stato possibile soltanto riassemblando il materiale storico-critico proposta dagli autori
in forma non ordinata.
2
Una rassegna ed una valutazione dei metodi interpretativi a cura della Pontificia
Commissione Biblica si trovano ne L’interpretazione della Bibbia nella chiesa, Libreria
Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1993.
3
Quì sono comprese anche le opere tradizionalmente considerate Strumenti e che nella
bibliografia abbiamo riportate sotto le voci Concordanze, Grammatiche, Dizionari,
Manuali.
4
In diversi di questi contributi riporteremo analisi e risultati concernenti sezioni più ampie
delle nostre pericopi. Questo per mostrare come i passaggi della tradizione e della
redazione ad esse relativi si inseriscano nel contesto che li contiene. Tale confronto fornisce
poi elementi direttamente utili al nostro lavoro.
5
Un grande aiuto è venuto da F. Neyrinck, J. Vehreyden, R. Costjens, The Gospel of
Matthew and the Sayings Source Q: A comulative Bibliography 1950-1995, 2 volumes
(BETL 140a/ 140b), University Press & Peeters, Leuven, 1998.
6
Per quanto riguarda i commentari si è cercato, laddov’era possibile, di individuare
un’opera significativa per decennio. Si noterà comunque una qualche preferenza per le
opere degli ultimi tre decenni. Per dare, come si è detto, maggiore spazio a monografie ed
articoli, si è scelto di limitare il numero di commentari. Nella successione dei contributi