INTRODUZIONE Secondo quanto affermato dalla “Contingency Theory”, la contabilità dei costi è un abito su
misura che ogni azienda deve progettare sulla base della propria storia, della propria struttura e
delle proprie esigenze informative.
Ogni sistema di contabilità dei costi, riflette pertanto il soggetto economico che lo adotta e deve
inoltre essere coerente con l'ambiente esterno di riferimento.
L'evoluzione degli scenari competitivi, ha originato mutamenti qualitativi e quantitativi dei
fabbisogni conoscitivi legati all'analisi dei costi: la loro misurazione ed elaborazione, diviene fonte
informativa insostituibile e condizione fondamentale per la competitività e per la sopravvivenza
delle imprese. La complessità aziendale, rende manifesti i limiti dei tradizionali sistemi di cost
accounting; questi infatti difficilmente forniscono informazioni utili e tempestive per il controllo di
gestione, la valutazione dei costi di prodotto e la valutazione dei risultati, perciò mal si prestano
alla gestione strategica di impresa.
È inevitabile che in questa mutevole era industriale, in cui regna sovrana la propensione al
cambiamento tecnologico e in cui la concorrenza si sposta sui mercati globali, si assiste al
prepotente emergere di nuove tendenze gestionali ed organizzative.
In questo quadro, per l'impresa è indispensabile manifestare elevata flessibilità, dimostrandosi
in grado di saper implementare i nuovi modelli, rispondendo con prontezza ad un ambiente che è
cambiato e che sta ancora cambiando; in questo processo giocano un ruolo da protagonista il
management aziendale, ma anche ogni altro soggetto aziendale appartenente a qualsivoglia livello
gerarchico: solo con una forte collaborazione e con un buon livello di diffusione degli obiettivi
strategici a livello interaziendale, l'impresa sarà in grado di implementare con successo le nuove
metodologie di costing, nonché i nuovi modelli organizzativi.
Molto stretti appaiono i collegamenti esistenti tra percorsi strategici delle imprese e strumenti di
gestione dei costi; pertanto, è comprensibile l'etimologia del termine Strategic Cost Management,
filone di studi inaugurato in occasione della crescente rilevanza strategica acquisita dall'analisi dei
costi.
In questo ambito, particolarmente significativa è la metodologia organizzativa e gestionale del
Target Costing: lo strumento, con un forte orientamento al mercato, si propone di definire già in
sede di pianificazione e progettazione di un nuovo prodotto, un costo obiettivo, coerente con le
caratteristiche strutturali operative dell'impresa e tale da assicurare un determinato margine di
profitto.
Il Target Costing, strumento di Strategic Cost Management, è in grado di fornire una risposta
adeguata ai bisogni informativi avvertiti dall'odierna impresa e al contempo è in grado di
guidarla lungo il suo percorso strategico.
Il presente lavoro, diviso in tre parti, si propone di fornire un'interessante analisi dello
strumento, sia in termini operativi, sia nei suoi contenuti manageriali.
Nella prima parte, si propone una descrizione delle dinamiche evolutive delle tecniche
di costing, distinguendo tre grandi momenti: periodo antico, periodo di transizione e
periodo moderno. Si procede poi con la presentazione dello strumento Target Costing, di
cui, identificate le origini, si descrivono i principali caratteri; dall'analisi dei tratti
definitori, si vuole sottolineare la coerenza dello strumento rispetto alle nuove tendenze ed
esigenze manifestate dall'ambiente esterno.
La seconda parte, è concentrata sullo studio del Target Costing nei suoi aspetti
operativi e procedurali: vengono analizzate le singole fasi del processo, con particolare
enfasi su quelle di pianificazione e progettazione, vista la loro rilevanza per quanto
riguarda il sostenimento dei costi; in tale sede per meglio comprendere la dinamica
applicativa del metodo, verranno trattati alcuni strumenti collaterali ma funzionali, quali
Life Cicle Costing e Value Analysis; la seconda parte si chiude con l'illustrazione della
fase produttiva del Target Costing, analizzandone la filosofia sottostante determinante per
il suo successo, ovvero il miglioramento continuo, a piccoli passi, meglio conosciuto come
Kaizen Costing. Nell'esposizione della procedura del metodo, emerge con chiarezza ed in
vari momenti la sua valenza strategica.
La terza ed ultima parte del lavoro, ha l'obiettivo di tradurre in numeri ed esempi
pratici, quanto precedentemente descritto; si riportano a titolo di esempio, due case
studies, particolarmente utili per comprendere le possibili e diverse sfaccettature delle
modalità attuative del Target Costing, nonché il singolare contributo strategico apportato,
contestualizzato rispetto alla tipologia di impresa analizzata.
Target Costing, risulta ad oggi, una metodologia di analisi dei costi difficile da
implementare all'interno delle imprese; non ne esiste un modello dominante ed è carente
per taluni aspetti, anche di approfondimenti dottrinali. Con questa tesi, si vuole invece
dimostrare la sua forza e la sua validità, riconoscendo tuttavia il grande impegno ed il
grande cambiamento richiesto all'impresa che decide di adottarlo.
A conclusione di questo lavoro, ringrazio il Prof. Fabio Santini, per gli utili consigli e
per l'interesse e la curiosità suscitati durante le sue lezioni che mi hanno spinto ad
2
addentrarmi e ad approfondire questa materia, rimanendone affascinata.
Francesca Angelelli.
Università degli Studi di Perugia, Settembre 2011.
3
CAPITOLO PRIMO NUOVI SCENARI COMPETITIVI E NUOVI STRUMENTI DI
ANALISI DEI COSTI: IL TARGET COSTING E I SUOI
CARATTERI.
1.L' EVOLUZIONE DEI SISTEMI DI COSTING DALLA
PRODUZIONE DI MASSA AI NOSTRI GIORNI.
Già nel 1936 Ceccherelli affermava che “non sarebbe errato definire l’economia
aziendale la scienza dei costi.[…]Non esitiamo ad affermare che il fenomeno del costo, fra
tutti quelli in cui può scindersi il complesso fenomeno dell’impresa, si presenta a questo
riguardo e a questo scopo come espressione di fenomeno fondamentale”.
1
Le informazioni sui costi di produzione, svolgono nella realtà d’ impresa, il ruolo
fondamentale di indicatori economici,attraverso cui modellare l’attività di gestione,
perseguendo obiettivi di efficienza tecnica ed economica.
Ma d’altronde, se la realtà diviene, si forma, si evolve e dunque si trasforma nel tempo e
se il “dinamismo d’impresa”inteso come capacità di adattamento, è la risposta alle
molteplici e diverse connotazioni ambientali, è facile intuire come anche l’attività
gestionale si adatti costantemente alle variazioni del mercato, presentandosi come un
complesso di strumenti altamente flessibile, capace di rispondere tempestivamente alle
diverse tendenze congiunturali.
Al susseguirsi di paradigmi e teorie, corrispondono dunque differenti metodologie di
analisi dei costi, caratterizzate da una valenza sempre maggiore, ed evoluta, ai fini delle
decisioni aziendali.
2
1 Cfr. A.CECCHERELLI, Il problema dei costi nelle prospettive economiche e finanziarie delle imprese , in
Rivista Italiana di Ragioneria , 1936 p. 76
2 I mutamenti dei sistemi di contabilià dei costi, sono dovuti a : trasformazioni dello scenario competitivo e
dinamicità del mercato; cambiamento organizzativo; forte tasso di innovazione tecnologica; incremento
del potere manageriale; cambiamento della struttura dei costi di prodotto;(..). Cfr. J.INNES-
1
Nel periodo che va dalla ricostruzione post bellica ai primi anni settanta,il cosiddetto
“periodo antico”, si assiste all’affermazione del paradigma Taylorista-Fordista: l’ingegnere
Taylor e l’imprenditore Ford, analizzano come l’impresa facendo leva su nuove
opportunità tecnologiche e nuovi principi di organizzazione del lavoro, sia in grado di
garantire una produzione di massa, caratterizzata da un prodotto altamente standardizzato,
soddisfacendo una domanda di massa, definita da bisogni tipicamente indifferenziati e
generici. La dimensione media delle imprese aumenta; queste operano in ampi mercati di
sbocco in cui la domanda è generalmente superiore all’offerta; una domanda orientata a
prodotti di massa a cui l’impresa risponde con una limitata gamma di prodotti, puntando
piuttosto su elevati volumi produttivi.
Il modello di ”impresa fordista”, si connota quindi per:
* Accentramento decisionale e strutture fortemente gerarchizzate;
* Orientamento alla produzione piuttosto che al cliente;
* Sfruttamento delle economie di scala;
* Produzione standardizzata e gamma di prodotti limitata;
* Lunga durata dei cicli produttivi e del ciclo di vita del prodotto;
* Stabilità tecnologica;
* Limitata difficoltà nello smercio dei beni;
* Facilità di approvvigionamento dei fattori produttivi(..)
In tale contesto e con tali presupposti, è comprensibile come le imprese, mirino alla
massimizzazione del reddito di periodo, puntando su efficienza , nell’utilizzo delle risorse e
nella loro allocazione, produttività , assicurando il pieno impiego della capacità produttiva e
formando prezzi di vendita remuneratori.
È in questa sede che trovano origine i principali strumenti e metodologie di Cost
Accounting: Direct Costing e Full Costing, si presentano come i tradizionali sistemi di
rilevazione dei costi, attraverso cui l’impresa ottiene informazioni utili ad orientare
l’attività di gestione.
Le finalità conoscitive di tale approccio all’analisi dei costi, sono molteplici: dalla
valutazione dei prodotti in rimanenza, al supporto alle politiche di prezzo, alla valutazione
delle condizioni di efficienza economica, all’assunzione di scelte operative di convenienza
F.MITCHELL, “ The process of change in management accounting: some field study evidence” , in
Management Accounting Research, 1999.
2
economica
3
.
Il decennio anni settanta-ottanta, pur se nella sua brevità, rappresenta un nodo cruciale
nell'evoluzione dei modelli economici e del controllo gestionale; il paradigma Taylorista-
Fordista abbandona gli scenari economici e lascia spazio all'affermazione del modello della
fabbrica automatica.
In tali anni, emergono i naturali limiti produttivi e di rendimento del modello della
catena di montaggio, la classe operaia manifesta crescente insofferenza e insoddisfazione
nei confronti delle alienanti condizioni lavorative, il clima economico internazionale,
diventa turbolento e incerto ma soprattutto la domanda mostra un mutamento quantitativo e
qualitativo: i mercati dei beni di massa sono ormai saturi ed il consumatore palesa
preferenze più sofisticate, accantonando la standardizzazione e ricercando prodotti nuovi o
caratteristiche nuove in prodotti già esistenti. Cambia la modalità di approccio al prodotto:
l'utente non ricerca più solo la funzionalità, bensì quel prodotto dotato di un valore
emozionale, relazionale, epistemico e circostanziale, che sia perciò in grado di soddisfare
un ampio spettro di bisogni immateriali, definito da Levitt “prodotto ampliato” 4
; si
diffonde così il movimento del “consumerismo”, a cui l'impresa risponde abbandonando la
produzione su larga scala e dedicandosi alla produzione di varietà.
In questo nuovo scenario, soprattutto grazie al crescente utilizzo dell'Information
Technology, il rinnovato modello di impresa si connota per:
• un elevato grado di automazione degli impianti, trasformando un'elevata quota di
costi variabili in costi fissi;
• una crescita consistente della qualità e affidabilità dei processi e dei prodotti,
sfruttando le opportunità offerte dalle numerose innovazioni tecnologiche;
• una maggiore flessibilità produttiva e operativa: abbandona l'impiego delle
economie di scala e piuttosto che puntare sui volumi, orienta i suoi sforzi nella
produzione di un'ampia varietà di beni sfruttando la stessa struttura produttiva,
avvalendosi pertanto delle economie di scopo.
L'affermazione del mito della Fabbrica Automatica trascina l'impresa in un quadro
decisamente più competitivo, dove assume particolare rilievo il concetto di Customer
3 Cfr. Sull'argomento F.SANTINI, Il costo di produzione tra cost accounting e strategic cost managment ,
2010, pag 116 e ss
4 Cfr. Sull'argomento A.BURRESI, G.AIELLO, S.GUERCINI (a cura di) Marketing per il governo di
impresa , 2006, pag. 288.
3
Satisfaction; l'azienda è coinvolta in un processo di metamorfosi che la porta ad una vera e
propria evoluzione strutturale.
Emerge chiaramente il crescente ruolo dell'orientamento al mercato: « il processo di
creazione del valore economico dell'impresa va ben oltre la sfera strettamente produttiva
per estendersi invece,e in misura sempre maggiore, nell'ambito delle relazioni intercorrenti
tra l'impresa stessa e il mercato » 5
; ogni scelta operativa e produttiva viene assunta
considerando le sue conseguenze nel medio-lungo periodo, in base alla sua portata
strategica.
La conseguenza di tutto ciò è che è cambiata in modo profondo anche la struttura dei
costi; è diverso il wine da imbottigliare : gran parte dei costi di impiego elastici vengono
sostituiti da fattori rigidi della produzione, la manodopera utilizzata si riduce e viene
sostituita da processi altamente automatizzati; il volume produttivo perde la sua valenza di
determinante fondamentale del sostenimento dei costi 6
; la contabilità analitica manifesta
così i suoi limiti, le informazioni da questa ricavabili sono scarsamente attendibili e mal
rappresentano la situazione della rinnovata impresa.
Gli old winery process 7
, i tradizionali metodi di calcolo, subiscono perciò un processo di
ristrutturazione. Maria Bergamin Barbato afferma“Bisogna passare dalla contabilizzazione
dei costi al governo dei medesimi” 8
, l'obiettivo è ricavare dalla misurazione informazioni
qualitativamente capaci di orientare il management nelle scelte strategico-operative.
Si assiste così al progressivo declassamento del Cost Accounting e all'affermazione del
Cost Management: la misurazione dei costi di prodotto a consuntivo e il loro confronto
rispetto a valori standard precedentemente fissati, manifesta la sua inadeguatezza rispetto
al nuovo contesto economico e si approda così ad « un'insieme di attività manageriali
finalizzate, tramite l'impiego di appropriati strumenti informativi e organizzativi a
controllare e migliorare l'efficienza e l'efficacia globale di un azienda, in termini operativi e
5 Cfr.G.BRUNI, Il governo dell'impresa , in G.FARNETI, R.SILVI, L'analisi e la determinazione dei costi
nell'economia delle aziende. Principi, metodi e strument i; Giappichelli ,Torino 1997, pag. 7.
6 Cfr. “nella contabilità direzionale il costo è stato spesso considerato funzione di un'unica variabile:il
volume di produzione che direttamente o indirettamente, ne ha influenzato l'analisi condotta in ambito sia
dottrinale che operativo” B.SIBILIO PARRI, Vantaggio competitivo e nuove filosofie di costo. Il target
costing e il kaizen costing, Cedam, Padova 2000, pag. 36
7 Cfr. In tal senso, A.BUBBIO, la rilevazione dei costi di prodotto:gli approcci tradizionali. (old wine, old
bottle or just old winery process? ) in G.FARNETI, R.SILVI (a cura di), op, cit. pag. 283-291
8 Cfr. M.B.BARBATO; sistema di controllo e cost management , in G.FARNETI, R.SILVI (a cura di), op.
cit.
4
strutturali, nel breve e medio/lungo termine » 9 .
Il Cost Management presenta alcuni caratteri distintivi che ne sottolineano la novatività
e il forte ausilio gestionale: esso va innanzitutto interpretato come una vera e propria
filosofia nel modo di concepire l'attività aziendale, non è infatti un mero strumento del
controllo di gestione, bensì un approccio integrato in cui tutte le funzioni aziendali, dal
(marketing, alle risorse umane, all'area finanziaria, alla ricerca e sviluppo), lavorano in
modo coordinato e collaborativo, affinché l'attività gestoria garantisca efficienza ed
efficacia nel breve e nel medio-lungo termine.
L'approccio interaziendale, è funzionale alla multi dimensionalità spaziale e temporale
del Cost Management; esso infatti si realizza in una pluralità di momenti , sia in fase
preventiva (pianificazione, prevenzione e riduzione dei costi), che in fase
concomitante( interventi in itinere verso il miglioramento continuo) e susseguente
(controllo e analisi ex post) e coglie una dimensione spaziale decisamente più ampia
rispetto a quella tradizionale interna all'impresa, estendendosi lungo l'intera catena del
valore, analizzando l'impresa nei suoi rapporti a monte e a valle per instaurare relazioni
collaborative con fornitori e clienti, conseguendo così strategici vantaggi di costo.
È utile riportare talune significative definizioni di cost management, al fine di coglierne
le sue molteplici sfaccettature: Brinker(1993) lo definisce come « l'insieme delle tecniche e
delle metodologia finalizzate a pianificare, misurare e fornire un feedback per migliorare i
prodotti e i processi di impresa, con lo scopo di dotare il management di informazioni per
fornire il valore, la qualità e la tempestività richieste dai clienti »; similarmente Berliner e
Brimson(1988) evidenziano che il cost management ha «la funzione di predisposizione di
informazioni per aiutare le imprese a impiegare proficuamente le risorse in modo da
produrre servizi o prodotti competitivi in termini di costo, qualità, funzionalità e
tempestività»;puntualizzando come il cost management sia una modalità di governo e
processo finalizzato ad incrementare l'efficienza e l'efficacia aziendale, Shank e
Govindarajan(1993), lo definiscono come «l'utilizzo da parte del management di dati di
costo nei processi gestionali di formulazione e comunicazione delle strategie a tutta
l'organizzazione, di sviluppo e attuazione delle stesse e di sviluppo e realizzazione di
sistemi di controllo.»; Fhorngren-Foster-Datar(1994), lo spiegano come«l'insieme delle
9 Cfr. R.SILVI; Cost Management:obiettivi, logiche e modelli di analisi, in G.FARNETI, R:SILVI (a cura
di), op cit. pag43
5