Il sovraindebitamento: un'analisi esplorativa degli indicatori di rischio nella casistica di Adiconsum negli anni 2003-2006
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variabili psicologiche, quali le convinzioni di Autoefficacia [Bandura, 1996], possano
condizionare il rapporto tra l'individuo e il denaro, intervenendo nel processo di
instaurazione di uno stato di sovraindebitamento.
A seguire, sarà trattato il rapporto tra il sovraindebitamento e quella che è considerata tra le
sue più probabili conseguenze, e cioè l'usura. Verranno richiamate a tal proposito altre
ricerche condotte dalla Cattedra di Psicologia Giuridica dell'Università di Roma "La
Sapienza", le quali si sono soffermate ad analizzare i fattori che conducono l'individuo, una
volta sovraindebitato, ad intraprendere la strada dell'usura.
Successivamente si darà uno sguardo alla situazione europea, dove si vedrà come il
sovraindebitamento sia divenuto oggetto di interventi legislativi nei vari Paesi, a partire
dagli anni '80, quindi molto prima che in Italia. In particolare, verrà approfondita la
situazione francese: dopo aver confrontato il profilo del sovraindebitato francese con quello
italiano, si passeranno in rassegna le leggi varate dal Parlamento francese per arginare il
fenomeno, a partire dalla Loi Neiertz del 1989, attraverso cui è stata istituita una procedura
per sanare la controversia tra il creditore ed il debitore, per passare poi alla Loi Borloo del
2004, con la quale è stata istituita una procedura di risanamento personale, ispirata al
fallimento civile e rivolta soprattutto ai casi di sovraindebitamento passivo, concludendo
con la Loi Chatelet del 2005, che pone l'accento sulla necessità di rendere più trasparente
le norme che regolano i contratti finanziari.
A conclusione della parte teorica, si darà uno sguardo alla legislazione italiana in materia di
sovraindebitamento ed usura, attraverso la presentazione degli art. 14 e 15 della legge
108/96 "Disposizioni in materia di usura", che hanno previsto l'istituzione di due fondi: il
"Fondo di Solidarietà", per le vittime di usura ed il "Fondo di Prevenzione" rivolto alle
famiglie che versano in una situazione di sovraindebitamento. Infine, sempre in relazione
all'ambito legislativo, si discuterà della proposta di legge presentata da Adiconsum nel
2001, che mira al risanamento economico dei soggetti sovraindebitati, attraverso
l'attivazione di una procedura che favorisca il raggiungimento di un accordo tra il debitore
ed i suoi creditori.
Nella seconda parte del presente lavoro, comprendente il secondo ed il terzo capitolo, sarà
presentata la ricerca vera e propria che costituisce il fulcro del presente lavoro. Si tratta di
un'analisi esplorativa in cui, dopo aver analizzato come si caratterizzano le vittime di
sovraindebitamento ricadenti nel nostro studio, verranno individuati dei fattori di rischio
che influenzerebbero il percorso che gli individui compiono nel cadere nella situazione di
incontrollabile difficoltà economica. Verrà poi presentata la cornice teorica che fa da sfondo
al nostro lavoro, ossia il "modello sequenziale per l'analisi dell'azione" di De Leo e Patrizi
(1992). La ricerca vuole, pertanto, proporre "una visione della vittima attiva, che si
autodetermina, portatrice di risorse relazionali, senza comunque negarle il disagio legato
al danno subito" [Scali, Volpini, 2000] e il percorso di vittimizzazione sarà inteso come un
processo che implica una serie di fasi storico-temporali, durante le quali l'individuo
interagisce con i diversi attori coinvolti (famiglia, rete sociale, istituti di credito).
Successivamente verranno presentati i soggetti della ricerca e lo strumento utilizzato per la
raccolta dei dati che, come diremo, non è stato appositamente predisposto, ma consiste in
un modello preesistente, utilizzato dagli operatori di Adiconsum al fine di "schedare" i
soggetti richiedenti l'accesso al fondo dell'Associazione.
Infine, uno spazio sarà dedicato alla descrizione della metodologia di analisi dei dati,
effettuata tramite SPSS, all'esposizione delle analisi statistiche adoperate e al livello di
significatività prescelto.
Nell'ultima parte della ricerca si procederà con l'esposizione dei risultati, attraverso sia la
presentazione della distribuzione di frequenze e percentuali, sia attraverso quella delle
correlazioni tra variabili, in cui verrà approfondito più specificamente il ruolo della
variabile "stato civile di chi compila la domanda". Per concludere, verrà delineato un
profilo di soggetto sovraindebitato così come è emerso dai nostri dati e tracciata una serie
di indicatori di rischio, in base ai quali abbiamo delineato possibili strategie preventive del
fenomeno sovraindebitamento.
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Capitolo 1
IL SOVRAINDEBITAMENTO
1.1. ORIGINI E DEFINIZIONI DEL SOVRAINDEBITAMENTO
Nel nostro Paese la piaga del sovraindebitamento delle famiglie, prima occultata dalla
presenza di due problemi di grande portata sociale, quali il deficit statale ed il prestito
usuraio, è esplosa come fenomeno evidente soltanto verso la metà degli anni '90. In realtà,
non essendo caratterizzato da fenomeni eclatanti, tali da farlo balzare all'attenzione della
cronaca così come è avvenuto per gli altri due problemi citati, il sovraindebitamento si è
andato radicando nel tessuto sociale fino ad assumere le caratteristiche di un fenomeno
endemico. Pertanto, se usura e disavanzo pubblico non sono cessati, è anche vero che le
dimensioni ragguardevoli raggiunte nel frattempo dal sovraindebitamento lo caratterizzano
ormai come una vera e propria piaga sociale da non poter più ignorare.
Ad alimentare l'interesse verso questo fenomeno hanno contribuito in maniera determinante
i sempre più frequenti e preoccupati segnali di allarme lanciati dalle varie associazioni di
consumatori, nonché i diversi e numerosi rapporti che vengono periodicamente stilati dai
vari istituti di credito e dalle società finanziarie, allo scopo di monitorare la situazione di
passività in cui imperversano le famiglie. La constatazione a cui univocamente giungono
tali interventi è che, di anno in anno, aumenta la portata del fenomeno dell'eccessivo
indebitamento.
Definire con precisione e semplicità il termine "sovraindebitamento" non è cosa immediata,
anche perché bisogna considerare che i confini tra indebitamento e sovraindebitamento non
sono di facile demarcazione. Ci sembra tuttavia corretto il definire il sovraindebitamento
come:
"ogni situazione di indebitamento (inteso in senso lato, comprendendo sia passività
finanziarie, sia obbligazioni di pagamento di altra natura) insostituibile in relazione al
livello del reddito corrente ed alle integrazioni eventualmente possibili, dalla ragionevole
liquidazione del patrimonio disponibile" [Fiasco, 1999].
Da questa definizione appare chiaro che fonti di indebitamento non sono solo di natura
finanziaria, ma a queste si aggiungono nella maggior parte dei casi debiti accumulati in
seguito all'impossibilità del soggetto di far fronte agli obblighi assunti: canoni di locazione,
utenze, tasse, forniture di merci e servizi.
Semplificando, possiamo concludere che rientrano nella categoria di sovraindebitati quegli
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individui che si trovano in una situazione di deficit economico in quanto il loro bilancio fa
registrare uscite superiori alle entrate, queste ultime di qualsiasi natura esse siano o da
qualsiasi fonte esse provengano, comprendendo in esse sia i redditi da lavoro, sia le rendite
provenienti dall'alienazione di beni familiari mobili ed immobili.
1.2. CLASSIFICAZIONE DEL SOVRAINDEBITAMENTO
Poiché, come si è detto, il fenomeno del sovraindebitamento si è imposto all'attenzione
pubblica in tempi relativamente recenti, non si dispone attualmente di studi vasti e
approfonditi sull'argomento, per lo meno relativamente alla situazione italiana.
Ciononostante, è stato possibile reperire una classificazione di profili che distinguono i
soggetti coinvolti. La caratterizzazione di tali "tipi" risulta importante sia per agire
correttamente nella fase di prevenzione del fenomeno, sia per individuare soluzioni efficaci
in grado di fronteggiare "ex post" le conseguenze.
1.2.1. SOVRAINDEBITAMENTO "ATTIVO" E "PASSIVO"
Uno degli studi più approfonditi sull'argomento è quello di Luisa Anderloni, la quale fa
riferimento al sovraindebitamento "attivo" e al sovraindebitamento "passivo" [Anderloni,
1997].
Con il termine sovraindebitamento attivo si indica uno stato di emergenza economica
generato da una eccessiva propensione dell'individuo al consumo. Tale propensione risulta
"fatale" all'individuo nel momento in cui non è sostenuta da capacità reddituali, non solo
presenti, ma tanto meno future. In questo caso a determinare la condizione di
sovraindebitamento è l'imprevidenza o la miopia delle famiglie, che troppo spesso
sovrastimano le proprie risorse o sottostimano l'onere dei rimborsi [Ruozi, 1995].
Alla base del sovraindebitamento attivo molti individuano la diffusione inarrestabile di una
mentalità consumistica che spinge a soddisfare bisogni sempre nuovi, alimentata anche dai
messaggi pubblicitari a cui siamo costantemente esposti e che ci allettano mostrandoci
modelli di vita irrealistici ed irraggiungibili. Questo atteggiamento è evidentemente
riconducibile a fattori di natura psico-sociologica di cui si parlerà più diffusamente nei
paragrafi successivi.
Se il sovraindebitamento attivo è per lo più ricondotto ad una scelta, seppur incauta del
consumatore, quello "passivo" mette invece in risalto, come cause delle difficoltà
economiche in cui imperversa il soggetto, sia l'incidenza di fattori traumatici, sia quella di
fattori congiunturali, imprevedibili e non dipendenti dalla volontà del soggetto stesso, che
hanno fatto venir meno la fonte di reddito (o parte di esso), interrompendo o riducendo così
i flussi di entrata e determinando l'insorgenza di passività impreviste. Dunque, quando si
parla di sovraindebitamento "passivo" si tende a sottolineare come le situazioni di
sovraindebitamento si manifestino non solo come conseguenza di un eccesso di
indebitamento di un individuo, o di una famiglia, rispetto alle capacità "correnti" di reddito,
ma anche a causa del sopraggiungere di eventi che alterano queste ultime. Si citano, in
proposito, i casi di perdita dell'occupazione, di separazione coniugale, di grave o
economicamente onerosa malattia, di perdita o deprezzamento di beni patrimoniali che
riducono la ricchezza dell'individuo e, in via diretta o indiretta, la capacità di rimborso delle
passività. Come vedremo, in questo lavoro viene messa chiaramente in luce l'incidenza di
questi "imprevisti" fra le cause determinanti di situazioni di sovraindebitamento.
1.2.2. SOVRAINDEBITAMENTO "DIFFERITO"
Accanto ai due profili individuati dalla Anderloni ne viene spesso citato un terzo che si
riferisce non ad una situazione reale, ma piuttosto virtuale, caratterizzandosi cioè come
predisposizione al sovraindebitamento e che profetizza l'insorgere del problema in un
determinato arco di tempo. Si tratta del sovraindebitamento "differito" [Fiasco, 2001], il cui
sviluppo fenomenologico diverrà visibile nei prossimi anni o decenni (da qui l'aggettivo
"differito" con cui è stato definito).
Questa condizione di sovraindebitamento è propria di due tipologie di nuclei familiari che
stanno sempre più caratterizzando la società italiana [ISTAT, 1999; CER, 1999]:
- nuclei familiari caratterizzati dalla permanenza di figli oltre il compimento del
trentesimo anno di età (dovuta a vari motivi tra cui primeggia la difficoltà
di inserimento nel mondo del lavoro) e dalla tendenza a tornare nelle famiglie
d'origine in seguito ad un divorzio o ad una separazione.
- nuclei familiari i cui consumi sono superiori a quelli effettivamente possibili con i
soli redditi da lavoro, ma che vengono effettuati grazie al contributo di una o più
persone anziane conviventi (per il tramite del patrimonio o della pensione da questi
posseduti).
In entrambi i casi, la famiglia, pur non versando in condizioni di indebitamento
insostenibile, si evolve verso un'area di forte rischio, poiché assume comportamenti di
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consumo e impegni di indebitamento (mutui casa e prestiti personali) ben oltre la
proporzione che sarebbe consentita dal reddito corrente dei soli occupati del nucleo
convivente. E' chiaro, dunque, come il sovraindebitamento differito o annunziato sia legato
a situazioni che solo apparentemente costituiscono una sicurezza reddituale. Infatti, nel caso
della presenza di un elemento anziano apportatore di reddito, gli alti consumi dei membri
della famiglia "ospitante" potranno essere coperti solo fino a quando esisterà tale aiuto.
1.3. I FATTORI ALLA BASE DEL SOVRAINDEBITAMENTO
Appare evidente, dunque, che sono numerosi i fattori che portano le famiglie a non riuscire
più ad onorare i loro impegni finanziari. Possiamo classificare tali fattori in tre
macrocategorie [Troisi, 2000]:
Fattori inerenti l'andamento dell'economia in generale, come l'innalzamento dei
tassi d'interesse sui prestiti, l'aumento della pressione fiscale e del costo della vita
(inflazione), in cui sicuramente un ruolo decisivo ha avuto l'avvento dell'euro.
Fattori totalmente estranei alla volontà ed al controllo delle famiglia, riguardanti
spiacevoli imprevisti come la perdita del posto di lavoro, l'insorgere di gravi
malattie, decessi, soprattutto quando questi vanno a colpire direttamente la fonte
di reddito della famiglia.
Fattori generati da un cattivo controllo nella gestione familiare dei redditi,
come l'esagerata propensione al consumismo, dettata a volte da "esigenze di
status sociale", che spingono a livelli di spesa eccessivi, molto superiori rispetto
alle effettive possibilità economiche, per l'intrinseco bisogno di sentire di
appartenere ad un certo strato sociale.
A queste tre categorie se ne può aggiungere una quarta, che include tutti gli atti volontari
ed intenzionali che portano le persone ad indebitarsi ricorrendo in maniera fraudolenta al
credito, con la premeditata e deliberata intenzione di non rispettare i propri impegni
economici. In quest'ultimo caso molti preferiscono parlare, più che di sovraindebitamento,
di insolvenza, in quanto l'aspetto volontario e doloso configura il fenomeno come atto ai
limiti della legalità [De Leo, Volpini, Landi, 2003].
Tornando a parlare delle prime tre categorie sopraindicate, si può affermare che ciascuna di
esse afferisce ad un diverso piano di lettura del fenomeno, per cui è possibile affermare che
questo può essere analizzato secondo molteplici prospettive ed in particolare,
rispettivamente, da un punto di vista economico, sociologico, psicologico.
Come vedremo nel corso di questa ricerca, queste tre direttrici non sono indipendenti l'una
dall'altra, ma, anzi, sono spesso correlate ed intersecate nel prodursi di un processo di
sovraindebitamento.
1.4. LE CAUSE DEL SOVRAINDEBITAMENTO
1.4.1. LA SITUAZIONE ECONOMICA
Secondo i dati dell'indagine sul rischio povertà condotta lo scorso anno dall'Osservatorio
del Codici attualmente in Italia una famiglia su cinque è povera o rischia di diventarlo,
intendendo con povertà la condizione di percepire meno di 869,5 euro al mese, in una
famiglia di due persone [CODICI, 2005]
1
. Tale allarme è confermato anche nel rapporto del
Censis [CENSIS, 2005] che evidenzia come due siano essenzialmente le categorie
interessate e cioè le famiglie monoreddito da lavoro impiegatizio o operaio, senza altro
introito di natura patrimoniale o autonomo, e i lavoratori precari, in particolare donne,
giovani ed immigrati non ancora stabilmente inseriti nel mercato del lavoro e privi di
adeguate tutele sociali. Adiconsum denuncia, dal canto suo, che la difficile realtà economica
emerge anche dai dati Istat che testimoniano la sempre più diffusa difficoltà delle famiglie
italiane nel pagamento delle utenze (oltre il 9%), dell'abbigliamento (17,60 %), dei trasporti
(13%), del riscaldamento (10%) [ADICONSUM, 2006].
In queste condizioni le famiglie italiane oggi, per tentare di mantenere "il vecchio, dignitoso
livello di vita" [EURISPES, 2006b]
2
, devono sempre più spesso fare ricorso al rinvio di
pagamenti utilizzando i vari strumenti finanziari disponibili sul mercato creditizio. Anche
gli ultimi dati resi noti dalla Banca d'Italia [ADUSBEF, 2006a]
3
fotografano una situazione
allarmante, secondo la quale a settembre del 2005 l'ammontare dei prestiti richiesti dalle
famiglie italiane ha raggiunto il ragguardevole tetto dei 68 miliardi di euro, risultando
superiore di ben il 20% rispetto all'anno precedente; ciò significa che nel periodo
considerato il debito pro-capite in Italia è aumentato, mediamente, di 1.000,00 euro a causa
dell'acquisto di beni e servizi, escludendo i mutui per gli acquisti immobiliari, che in genere
occupano da soli i tre quarti degli impegni di pagamento. Ne consegue che, sommando
entrambe le voci, si arriva a superare il limite di indebitamento accettabile che equivale ad
un terzo del reddito percepito: ben 38 euro, su 100 di reddito, risultano infatti impegnati per
l'estinzione dei debiti accesi [Rizzolli, 2006].
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