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produttivo, sia condizionata, in positivo e in negativo, dalla politica
agraria.
Il fatto che l�impresa sia la beneficiaria finale degli interventi
e che al tempo stesso, paradossalmente, non sia considerata in via
esplicita nel momento in cui quella politica viene modulata, fa s�
che gli effetti di quest�ultima abbiano molto spesso un carattere
slegato da qualsiasi congruo concetto di programmazione.
Ovviamente ne scaturiscono conseguenze distorsive molto
forti, come gli stimoli ad orientare le imprese pi� verso la �caccia
del beneficio di comodo�, che non all�adozione di strategie che si
propongano obiettivi socialmente plausibili e coerenti con
un�allocazione delle risorse efficiente ed efficace.
A ben guardare, buona parte delle critiche e delle accuse che
vengono mosse all�operato dell�Unione Europea in tema di politica
agraria, trova fondamento proprio in queste argomentazioni.
L�attenzione da noi rivolta alla realt� agricola umbra �
giustificata non soltanto da ragioni utilitaristiche, la disponibilit�
dei dati contabili di base offerti dall�ufficio INEA-RICA, ma anche
dalle caratteristiche degli ordinamenti colturali pi� frequenti della
regione, che tradizionalmente sono molto beneficiati dalla politica
dell�Unione Europea. Partendo da quest�ultima considerazione
riteniamo doveroso precisare che il campione RICA su cui si �
lavorato non pu� essere considerato rappresentativo dell�intera
realt� agricola italiana ed i risultati ottenuti in questa ricerca
debbono quindi considerarsi validi solo a livello regionale.
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Inoltre, nel presente lavoro, non intendiamo proporre alcuna
discussione in merito all�ampiezza del sostegno pubblico
all�agricoltura, discussione che sarebbe terribilmente complessa (e
senz�altro superiore alle nostre possibilit�) tanto in chiave di
ricostruzione storica (il sostegno all�agricoltura costituisce da
sempre una delle caratteristiche comuni di tutte le economie
capitalistiche pi� avanzate), quanto in chiave di valutazioni che si
potrebbero derivare attraverso un�analisi di welfare economics, ma
concentreremo l�attenzione esclusivamente sulla sua
quantificazione e valutazione a livello aziendale, proponendoci
altres� di suggerire una prima chiave interpretativa del fenomeno
sulla base dei pi� caratteristici indicatori strutturali delle aziende
agricole (Produzione Lorda Vendibile, unit� di lavoro, Superficie
Agricola Utilizzata).
Il lavoro si articola in tre parti.
La prima � dedicata ad una illustrazione del tema discusso,
ossia il sostegno pubblico all�agricoltura italiana.
La seconda illustra le singole componenti del sistema di aiuto
alle aziende agricole (premi e sovvenzioni inerenti alle OCM
regolate dall�Unione Europea, agevolazioni sui carburanti,
agevolazioni sul costo del lavoro, agevolazioni fiscali) e propone gli
elementi di valutazione delle medesime.
La terza illustra l�analisi empirica, condotta su 77 aziende
umbre, selezionate per campionamento sistematico con l�aiuto
dell�INEA (con riferimento all�annata agraria 1997) e discute i
risultati ottenuti, che ci paiono di particolare interesse e che
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attestano come nella realt� umbra i livelli di sostegno pubblico
all�attivit� agricola raggiungano quote elevatissime (in media
supererebbero addirittura il 60% della produzione venduta e
autoconsumata) almeno nella tipologia di imprese che sono
sottoposte alla copertura della RICA, imprese cio� fortemente
referenziate dalle organizzazioni professionali. Da segnalare che per
l�intera agricoltura italiana e includendo le agevolazioni agli
investimenti lo stesso supporto si � situato nel triennio 1994-1996
fra il 35 e il 40% della PLV.
Il tentativo di giungere ad una quantificazione del sostegno
pubblico alla gestione corrente delle aziende agricole poste sotto
osservazione dalla RICA-Umbria � stato condotto per fasi, cercando
di seguire una linea metodologica coerente con il presupposto di
concentrare l�analisi a livello aziendale.
Le agevolazioni effettive e virtuali accordate alle aziende
agricole consistono nelle seguenti voci fondamentali.
- integrazioni di reddito attraverso le organizzazioni comuni di
mercato europee (articolate in premi e sovvenzioni);
- agevolazioni sul costo dei carburanti;
- agevolazioni contributive e previdenziali volte alla riduzione del
costo del lavoro;
- agevolazioni su varie imposte (IVA, IRPEF, ILOR, ICI).
Per ciascuna di queste agevolazioni e integrazioni di reddito
si � tentata una quantificazione, assumendo i dati dalla Banca
RICA-Umbria e integrandoli con informazioni rese disponibili da
una pluralit� di enti e organizzazioni.
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Per quanto ha riguardato le integrazioni di reddito � stata
sufficiente la rilevazione diretta sui dati RICA. Viceversa la stima
delle agevolazioni ha comportato la necessit� di costruire un
modello di riferimento che, di volta in volta, � stato impostato sul
soggetto economico pi� vicino o simile a quello dell�impresa
agricola.
L��indicatore di aiuto� cui si � arrivati (il rapporto
agevolazione/Produzione venduta ed autoconsumata) costituisce il
parametro in base al quale � stata valutata da un lato l�incidenza di
ciascuna agevolazione presa in esame rispetto al totale, dall�altro
l�esistenza o meno di eventuali correlazioni fra le diverse tipologie
d�aiuto ed alcuni dei pi� importanti indicatori dimensionali
dell�azienda agricola (Produzione Lorda Vendibile, unit� di lavoro,
Superficie Agricola Utilizzata).
Dal lavoro sono scaturiti interessanti spunti per una prima
riflessione sulle dimensioni e caratteristiche assunte dal fenomeno
in questione, almeno per quanto attiene alla realt� delle imprese
umbre. Sono quattro gli aspetti di particolare rilevanza che
emergono dalla ricerca:
1. l�elevato ammontare dell�aiuto;
2. la forte variabilit� dell�aiuto fra le diverse aziende;
3. la inesistenza di correlazione fra aiuto ed i vari indicatori delle
dimensioni aziendali;
4. una correlazione negativa con gli indicatori di intensivit� della
produzione.
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Se il primo punto � in linea con i risultati ottenuti nelle
ricerche gi� condotte a livello di settore, gli altri tre costituiscono un
contributo conoscitivo che possiamo ritenere originale. Nell�ambito
del campione RICA, il sostegno complessivamente ricevuto dalle
settantasette aziende studiate supera, in media, il 61% della
produzione venduta ed autoconsumata: su 100 lire vendute ed
autoconsumate gli agricoltori ricevono in media dall�Ue, Stato e
Regioni ben 61 lire tra premi, sovvenzioni e tutte le altre
agevolazioni esaminate.
Premi e sovvenzioni rappresentano la tipologia di aiuto che
pi� di tutte contribuisce al sostegno complessivo, con una
percentuale media del 62,7%, mentre le agevolazioni sul lavoro
sono al secondo posto, contribuendo in media per il 21,7%.
L�agevolazione sui carburanti, sempre in termini di incidenza
sull�aiuto totale, si attesta come valore medio al 10,5% ed infine le
agevolazioni fiscali (IVA, IRPEF, ILOR, ICI) sono la componente
che partecipa di meno all�aiuto complessivo di cui beneficiano le
aziende agricole, con un 5,1%.
Tenendo conto delle informazioni relative al settore agricolo
in termini aggregati e del fatto che le aziende umbre, per via degli
ordinamenti colturali praticati, sono molto beneficiate dalla politica
agricola dell�Unione Europea, l�elevato ammontare del sostegno
non desta pi� di tanto stupore.
Se da un lato, per�, il considerevole peso dell�aiuto al settore
viene dato in un certo senso come scontato, dall�altro non pu� non
suscitare interesse la grande variabilit� che il sostegno assume tra le
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aziende del campione. Anche tagliando quelle beneficiate in misura
pi� clamorosa (tanto in positivo quanto in negativo), si passa da
valori di sostegno intorno al 20% a valori che addirittura superano il
100%.
Pur ricorrendo all�analisi del grado di correlazione che il
sostegno complessivo ha con le diverse variabili strutturali
considerate, la grande variabilit� dell�aiuto, non trova una
giustificazione in chiave strutturale: il livello di correlazione con
SAU e PLV � bassissimo, mentre quello, pi� elevato e negativo,
riscontrato nella correlazione con i rapporti PVeC/SAU e
PVeC/UL, non deve essere inteso tanto come un disincentivo agli
indirizzi produttivi intensivi, quanto come l�effetto di scelte
imprenditoriali che, nello spingere a fondo lo sfruttamento delle
risorse aziendali, sono orientate a obiettivi di redditivit� globale che
assumono la misura del sostegno pubblico come una semplice
costante di partenza acquisita.
Un aiuto pubblico, cio�, che sembra voler premiare
genericamente lo status di agricoltore pi� che comportamenti
gestionali strategicamente orientati secondo una precisa ratio.
I cospicui interventi a �pioggia� effettuati dall�Ue a favore
delle varie OCM, incentivano le aziende ad adottare comportamenti
opportunistici (tendenti alla cosiddetta �ricerca del contributo�) pi�
che stimolare un�allocazione delle risorse ispirata a obiettivi
socialmente ed economicamente plausibili (come potrebbe essere,
per esempio, il riorientamento in senso ambientale dell�intera
attivit� agricola).
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I risultati presentati nel lavoro evidenziano in tutta la loro
gravit� i �fenomeni distorsivi� che l�aiuto pubblico genera a livello
di singole unit� produttive: come abbiamo gi� avuto modo di
sottolineare in precedenza, il fatto che la politica agraria venga
decisa impostando gli interventi in base ad una prospettiva extra-
aziendale, crea inevitabilmente delle conseguenze, a livello di
gestione d�impresa, che sono assai difficili da controllare e
soprattutto da indirizzare verso una saggia ed efficiente allocazione
delle risorse.
L�aver analizzato il tema del sostegno pubblico in agricoltura
secondo una prospettiva nuova, quella della singola unit�
produttiva, ha implicato difficolt� di varia natura: lo spostamento
dell�analisi dal livello aggregato a quello d�impresa ha comportato
la necessit� di costruire ex-novo una metodologia di rilevazione,
archiviazione e rielaborazione di dati contabili, tenendo conto
dell�intero sistema di agevolazioni e sussidi di cui si pu� avvalere
ciascuna impresa agricola. Inoltre, frequentemente si sono
presentati ostacoli di ordine tecnico legati, ad esempio, alla
necessit� di individuare e disaggregare gli effetti dei vari interventi
pubblici in favore delle aziende attuati contemporaneamente da pi�
soggetti (caso assai frequente in Italia dato l�elevato numero delle
istituzioni preposte), o alla molteplicit� di competenze necessarie
per affrontare una tematica cos� complessa come quella in oggetto
(nozioni di contabilit� di Stato, tributarie, di economia e politica
agraria, economia aziendale, informatica, ecc.).
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Dal quadro sin qui delineato � evidente ormai che ci si sta
avviando verso un punto di svolta. Lo scenario amministrativo ed
istituzionale di riferimento per le politiche agrarie e il mondo delle
aziende agricole stanno rapidamente e sostanzialmente cambiando:
si pensi, ad esempio in ambito fiscale, alla rivoluzione che sta
attualmente interessando il regime IVA speciale.
Ormai pi� parti e pi� ragioni spingono le istituzioni della
politica agraria verso una pi� incisiva azione di controllo
dell�efficienza e dell�efficacia degli interventi, verso una
rendicontazione pi� puntuale della distribuzione della spesa, verso
una pi� consistente selezione dei suoi beneficiari.
Si tratta di delineare una nuova strategia complessiva che
coinvolga tutti i livelli d�intervento nel settore (Comunit�, Stato,
Regioni) e che consenta di valutare sia la diversit� dei bisogni dei
singoli operatori sia l�impatto delle politiche agrarie sui beneficiari
finali.