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Introduzione
Fin dal passato, l‘uomo ha avuto la tendenza ad investigare su tutti quegli eventi che
richiedevano chiarezza; ma è solo a partire dalla fine dell‘ottocento che si prende
coscienza dell‘importanza delle scienze nell‘investigazione.
Oggi si assiste all‘evoluzione di ogni ramo della scienza, soprattutto, nel campo
dell‘investigazione scientifica, ambito in cui, lo sviluppo è divenuto addirittura frenetico
e le recenti acquisizioni tecniche sembrano aver permesso alla giustizia penale di
raggiungere il traguardo della certezza.
L‘utilizzo delle scienze forensi (medicina legale, genetica forense, odontologia forense,
ecc.), quindi l‘applicazione di un ampio spettro di discipline scientifiche al servizio
della legge e la nascita della criminalistica, cioè l‘applicazione delle scienze fisiche
all‘investigazione criminale, forniscono l‘aiuto necessario all‘Autorità Giudiziaria, nel
raggiungimento dei suoi obiettivi.
Le conoscenze prodotte dalle scienze forensi attuali e dalla criminalistica, permettono
oggi di svolgere l‘importante attività del sopralluogo giudiziario, cioè quell‘insieme di
attività eseguite sul luogo ove si è verificato un delitto, tendenti a osservare, individuare
e raccogliere o fissare tutti quegli elementi utili alla ricostruzione del fatto delittuoso e
alla individuazione del colpevole.
Il sopralluogo moderno nasce dalla straordinaria intuizione di Salvatore Ottolenghi,
medico legale e fondatore della Scuola Superiore di Polizia Scientifica in Italia, che
trasferì il metodo scientifico, applicato con successo nel campo dell‘identità preventiva
e giudiziaria attraverso il cosiddetto ―ritratto parlato‖, anche all‘attività principe
dell‘indagine, e cioè al sopralluogo.
A partire dal 1903, anno in cui Ottolenghi tiene a Roma il primo corso di Polizia
Scientifica, ad oggi, il protocollo che costituisce il metodo tradizionale del sopralluogo
non è mutato; ciò che invece ha subito profonde trasformazioni sono le tecniche di
intervento, di repertamento, conservazione ed analisi delle tracce del reato, evolutesi
grazie ai progressi tecnico scientifici e all‘esperienza secolare dei reparti specializzati in
indagini scientifiche di tutte le polizie del mondo e soprattutto di quella americana.
Nell‘immaginario collettivo il sopralluogo di Polizia Scientifica è legato ai casi più
comuni come furti, rapine o a delitti più efferati come gli omicidi; ma questa complessa
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attività, nelle sue infinite sfaccettature, può riguardare anche tutti quei casi classificati
con il termine di ―mass-disaster‖.
Il termine ―mass-disaster‖ (disastro di massa), individua tutti quegli eventi,
caratterizzati da un elevato numero di vittime in un ristretto periodo di tempo per una
causa improvvisa e comune, oltre alle catastrofi naturali (terremoti, inondazioni,
eruzioni vulcaniche, frane) comprende anche gli incidenti (disastri aerei, ferroviari,
stradali), qualora coinvolgano un gran numero di persone, oltre ovviamente agli attentati
terroristici.
L‘attività di sopralluogo, in questi particolari scenari, risulta in genere molto complessa
per diversi ragioni, tra le quali sicuramente, l‘estensione dell‘area interessata
dall‘evento, l‘elevato numero di elementi da repertare e non ultimo, l‘elevata difficoltà
nell‘identificare le vittime.
L‘identificazione delle vittime, infatti, in tali circostanze risulta molto difficoltosa, in
quanto sia il numero elevato dei cadaveri e sia le condizioni in cui i corpi generalmente
si trovano, grossi traumatismi o condizioni tanatologiche particolari, rendono l‘attività
molto complessa.
Data questa complessità e la frequenza di eventi classificati come ―mass-disaster‖, la
comunità internazionale, tramite l‘Interpol, a partire dagli anni ottanta ha cercato di
unificare e standardizzare le tecniche d‘intervento nei disastri di massa ed ha invitato i
paesi membri a creare delle unità specializzate nella gestione di tali eventi denominate
con un acronimo ―DVI‖ (Disaster Victim Identification) - (Identificazione delle Vittime
da Disastro), composte da rappresentanti dei reparti di indagini scientifiche dei paesi
d‘origine e da esperti di medicina legale, biologia forense, dattiloscopia, odontologia
forense e psicologia.
Nel 1984, il Comitato Permanente per i DVI dell‘Interpol iniziò a fornire tutti i paesi
membri di uno strumento utile alla gestione di tali eventi, la ―Disaster Victim
Identification Guide‖ - ―Guida per l‘Identificazione delle Vittime da Disastro‖; tale
manuale, aggiornato successivamente nel 1998, fornisce le linee guida organizzative per
la gestione dei disastri di massa e indica le tecniche da adottare per l‘identificazione
delle vittime di tali eventi, tramite anche l‘utilizzo di particolari formulari identificativi
―AM‖ Ante-Mortem e ―PM‖ Post-Mortem, creati appositamente per queste attività.
A questo prezioso manuale ed ai formulari, va aggiunto che il citato Comitato
Permanente organizza periodicamente riunioni internazionali promuovendo programmi
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di aggiornamento, sviluppo ed addestramento a sostegno della pratica delle squadre
DVI di tutti i paesi membri.
In Italia, a seguito dell‘esperienza acquisita nello tsunami del 2004 nel sud-est Asiatico
(Tailandia, Sri Lanka, Indonesia) e dell‘attentato terroristico avvenuto a Sharm-El-
Sheikh in Egitto nel 2005, nell‘aprile del 2006, su disposizione del Capo della Polizia,
è nato il ―Gruppo di missione per l‘identificazione delle vittime da disastro‖ della
Polizia di Stato, denominato con l‘acronimo anglosassone DVI (Disaster Victim
Identification).
Tale Gruppo, la cui operatività è demandata alla D.A.C. (Direzione Centrale
Anticrimine) della Polizia di Stato, in stretta collaborazione con la Direzione Centrale di
Sanità, è formato da 120 unità suddivise in 12 gruppi di identificazione autonomi
composti da medici legali, biologi, dattiloscopisti e videofotosegnalatori; tale gruppo
viene attivato su disposizione del Capo della Polizia tramite la Segreteria del
Dipartimento di Pubblica Sicurezza.
L‘unità DVI dotata di equipaggiamento idoneo ad affrontare i diversi possibili scenari
(dal caldo al freddo estremo), nonché di strumentazioni all‘avanguardia per una corretta
catalogazione, documentazione e identificazione delle vittime, ha già operato in ambito
nazionale per eventi come il terremoto in Abruzzo nel 2008 e l‘esplosione dei vagoni
ferroviari merci a Viareggio nel 2009.
L‘attività di questo Gruppo però non è ristretta al solo territorio nazionale ma anche a
quello internazionale; in tal caso il Gruppo opera sia per fornire sostegno ai paesi che
necessitavano della sua specifica attività sia per identificare eventuali vittime italiane
coinvolte.
Il lavoro di seguito illustrato si pone come obiettivo quello di chiarire come avviene un
sopralluogo in occasione dei disastri di massa e come le unità DVI operano al fine di
fornire una identità alle vittime di tali catastrofi, analizzando le singole fasi ed
evidenziando le problematiche e le criticità di detta attività.
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CAPITOLO 1
IL SOPRALLUOGO GIUDIZIARIO
1.1 Definizione di Sopralluogo Giudiziario
Il sopralluogo è quell‘insieme di attività, eseguite sul luogo ove si è verificato un
delitto, tendenti a osservare, individuare e raccogliere o fissare tutti quegli elementi utili
alla ricostruzione del fatto delittuoso e alla individuazione del colpevole.
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1.2 Definizione di Scienze Forensi
Le attività svolte in un sopralluogo giudiziario seguono una metodologia scientifica; il
―metodo scientifico
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‖ è l‘insieme di quelle regole che governano l‘acquisizione delle
conoscenze, l‘osservazione sperimentale di un evento, la formulazione di un‘ipotesi
generale, la possibilità di verificare o piuttosto contrastare la validità dell‘ipotesi, con
successive osservazioni. L‘analisi etimologica dei vari termini collegati al sopralluogo
può essere utile per comprendere come numerose discipline siano legate tra loro. La
―scienza‖, dal latino ―scire‖ (sapere), è definita come un insieme di conoscenze
rigorosamente controllate e sistematicamente ordinate che consente di raggiungere
verità obiettive intorno ad un determinato ordine di fenomeni. È dunque, un complesso
organico di conoscenze acquisite con un approccio sistematico e finalizzato ad ottenere
una descrizione precisa della realtà oggettiva delle cose.
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Il termine forense, invece,
deriva dalla parola latina ―forum‖ che sta ad indicare, un luogo ampio della città,
destinato al mercato e alle trattative d‘affari. Proprio intorno al ―Foro‖ si trovavano gli
spazi destinati alle udienze e alla discussione, in contraddittorio, delle cause legali
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Angioni M. Frantoni F. Straccamore I., Appunti di Criminologia e Criminalistica. Vecchie tecniche e
nuove scienze dell’investigazione, Libreria Univ. Benedetti, 2008.
2
Picozzi M. Intini A., Scienze Forensi – Teoria e prassi dell’investigazione scientifiche, UTET Giuridica,
2009.
3
Grande Dizionario della Lingua Italiana, Torino (Battaglia 1994).
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innanzi ai magistrati competenti.
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Le scienze forensi, di conseguenza, non sono altro
che l‘applicazione di un ampio spettro di discipline scientifiche al servizio della legge,
sia in ambito civile sia penale. In ogni caso sono moltissime le discipline che fanno
parte della famiglia delle scienze forensi, tra queste di grande importanza risulta essere
la medicina legale. La medicina legale (giuridica e delle assicurazioni) si occupa dei
rapporti tra medicina e legge e può essere suddivisa in ―medicina giuridica‖, che si
occupa dell'evoluzione del diritto, dell'interpretazione delle norme e della loro
applicabilità dal punto di vista medico e ―medicina forense‖. La medicina forense studia
le applicazioni della scienza medica alle questioni legali, ossia le conseguenze di lesioni
biologiche provocate dai più diversi agenti eziologici; tra i vari rami della medicina
forense spiccano:
―Anatomopatologia‖ = Branca della medicina legale in ausilio agli organi
investigativi che permette un esame medico dettagliato su cadavere per stabilire
le cause, le modalità ed eventualmente i mezzi che ne hanno prodotto la morte.
―Genetica Forense‖ = Lo studio della variabilità genetica umana ai fini
dell‘identificazione.
―Dattiloscopia Forense‖ = Lo studio delle impronte digitali ai fini
dell‘identificazione giudiziaria.
―Odontologia forense‖ = L‘applicazione delle competenze odontologiche in
campo legale, generalmente ai fini dell‘identificazione.
1.3 La Criminalistica
La criminalistica è definita come una disciplina scientifica che mira al riconoscimento,
all‘identificazione, all‘individualizzazione e alla valutazione delle prove fisiche
attraverso l‘applicazione delle scienze naturali al campo delle materie legali
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.
Obiettivo di ogni criminalista sarà quello dell‘identificazione dell‘autore di un reato ed
in mancanza del raggiungimento di questo obiettivo, l‘avvicinarsi per quanto possibile,
tramite le conoscenze di cui si dispone, allo stesso.
4
Picozzi M. Intini A., Scienze Forensi – Teoria e prassi dell’investigazione scientifiche, UTET Giuridica,
2009.
5
A.A.F.S. ―America Accademy of Forensic Scienze.‖